«"Marsiglia, - pensò. - Non ci sono mai stato". Gli venne in mente un vecchio film americano sul traffico di droga che aveva visto in un cineclub di Leeds. Frugò nella memoria a caccia di immagini. Gangster e zuppa di pesce». Massimo Carlotto, Respiro corto
Sullo sfondo di una Marsiglia mai così affascinante, difesa da inguaribili romantici come il commissario Bourdet e il boss Armand Grisoni, una generazione di criminali del tutto nuovi scende in campo. Hanno studiato. Sono giovani, spregiudicati, e corrono terribilmente veloci. Potranno mai fallire?
Dopo averci raccontato come nessun altro i misfatti del Nordest italiano, e averci appassionato con le indagini dell'Alligatore, Massimo Carlotto ha deciso di allargare lo sguardo, e andare al cuore del crimine dei nostri tempi, globale e senza frontiere. Con i pregi che l'hanno fatto amare da tanti lettori: lo stile essenziale, la perfetta padronanza dell'intreccio, i personaggi che nella loro amoralità e crudeltà riescono ad affascinare, perché li sentiamo veri, umani nella loro disumanità. O nelle loro ossessioni, come la straordinaria coppia della poliziotta B.B. e del boss Grisoni, unici a contrastare l'avvento della Dromos Gang.
Come una danza leggera e sapiente, ma implacabile, uno tra i più amati scrittori italiani ci conduce nella orgogliosa arroganza del nuovo crimine. E racconta da par suo una grande storia, che spazia dai boschi radioattivi di Cernobyl ai caveau delle banche svizzere. Con una irresistibile gang di privilegiati. Zosim, Sunil, Giuseppe, Inez. La Dromos Gang. Si sono conosciuti studiando Economia a Leeds. Brillanti, impeccabilmente vestiti, del tutto amorali ma tra loro fraterni, quattro giovanissimi con pesanti famiglie alle spalle piombano su Marsiglia da ogni parte del globo, per prendersela tutta. Sono convinti che il mondo è di chi corre veloce come il denaro, di chi corre più veloce di tutti, e il resto non merita di vivere. È subito guerra con i vecchi arnesi: un tenace boss corso di lunga carriera, e una poliziotta in disgrazia che ha un'idea tutta sua della giustizia. Mentre un narcotrafficante allo sbaraglio, che porta il nome fatale di un grande calciatore, proverà a giocare la sua esilarante, tragica partita. E Marsiglia, il luogo oggi dello scontro criminale per eccellenza, dove i conflitti si risolvono a colpi di kalashnikov, diventa l'epicentro di un sisma vastissimo, dalle conseguenze del tutto imprevedibili.
Massimo Carlotto began his literary career in 1995 with the noir novel The Fugitive, a fictionalized account of his time on the run. In 1998 he published Le irregolari, the semi-autobiographical novel on the Argentine military regime of the Seventies. In 2001 he released Arrivederci, amore ciao, which was adapted into a movie in 2005. In 2004 he published Death's Dark Abyss, a nihilistic noir on the theme of revenge.
Scrivere un buon romanzo corale non è semplice, soprattutto se così breve, e infatti a Carlotto non è riuscito: i personaggi sono appena abbozzati e praticamente intercambiabili. Aggiungo che la storia mi è parsa molto forzata, con dialoghi che sono costretti a diventare fastidiosamente falsi (criminali che si spiegano l'un l'altro i piani in continuazione, perché così il lettore riesce a stare al passo). Considero questo libro il classico passo più lungo della gamba.
Divorato in poche ore complici i transfer dall’aeroporto all’hotel in notturna. Gli ingredienti ci sono e le trame si svolgono su piani paralleli con intersezioni pericolose, i personaggi sono variegati anche se taluni (molti) poco approfonditi, svilendone talvolta la psicologia e la possibilità di incrementare la consistenza del capitolo. Si capisce come pochi siano i veri protagonisti e gli altri dei semplici comprimari. Piuttosto stereotipate le scelte di Marsiglia, Napoli e Pripyat.
Un po' meno di 4 stelle.. Interessanti i temi trattati, dal traffico di organi, alla vendita di materiale radioattivo, dal narcotraffico alle truffe edili.. protagonisti creati ad hoc, solo che nel momento in cui tutto deve farsi interessante, va tutto in fumo in poche pagine.. quindi, diventa più che altro uno spaccato di vita della criminalità di vari livelli a Marsiglia.. ma la storia all'inizio era più interessante.. resta un ottimo noir criminale..
Alright, I'll admit it. I did enjoy reading this book (the original Italian edition), in the sense of it being a guilty pleasure.
NO SPOILER REVIEW
It was a quick, easy read, full of action and realistic and engaging dialogue.
But there wasn't much there there. It was a fairly superficial story, reminiscent of a made-for-TV movie. Very little in the way of description, character building, emotion, message... Which is undoubtedly the function of having so many characters. I couldn't begin to guess how many characters there were. Maybe eight or so "main" characters, but well over a dozen more important/recurring characters too. So divide them all up among 200 pages, and each one gets very little "screen time."
Plus, it's hard to really deepen a characterization when you as an author have to repeat things about the character to help the poor reader keep track of who's who. Of course, since most of these characters are criminals, they have to change their names at least once. So you have a character who has a first name and a last name. Sometimes he's referred to as one, sometimes the other (I guess to avoid repetition). Then he takes on an alias, and now he's got four names he could be referred to as.
So as the story shifts between scenes and different characters and groups of characters, when one returns after a few pages, they have to be reintroduced in a way that reminds the reader who they are, repeating something rather than really growing or developing the character.
So the characters are sort of one-dimensional and don't really grow or develop. But that's fine, this is a guilty pleasure, not high literature. Having such a huge cast of characters (it kinda sorta comes together in the end a bit) does allow for frequent cuts between scenes, so you only have "the good stuff" — action, crimes, guns, murders, drugs — and nothing boring. No exposition, no info-dumps, no backstory, no insights, almost zero description and place-setting, which is too bad, since much of the story takes place in Marseilles.
As I alluded to earlier, basically everyone is a criminal, terrorist, drug trafficker, what have you. Even the police are corrupt. It was hard for me to like anyone, to root for anyone, to really care about any of the characters. Even the four former college students who together formed a little gang — blech! I didn't particularly like any of them. The one character I sort of liked was the female police commissioner "B.B." I could see a whole book focused on her, one where she becomes a fully fleshed-out character beyond the shallow depiction here of an unattractive, middle-aged, chain-smoking lesbian with a bumpy professional past who does law enforcement her own way.
It's a lively story, but not a terribly realistic one, and certainly anything but uplifting.
The writing was polished and well edited and presented a story in a very visual (made-for-TV) way.
Maybe something fun to read on vacation when you're just not in the mood for "literature."
Oh, the ending: meh.
This is the second book by this author that I've read, and the first one didn't wow me either, so I have to conclude that his work just isn't my style. But it was a still a fun read.
Da tempo non leggevo un romanzo di Carlotto come piace a me. Lo ritrovo a Marsiglia, in una spirale di violenza perpetrata da criminali e poliziotti, e da giovani banditi che non si sporcano le mani ma l’anima si. Violento, molto. Ma almeno in questo romanzo ci risparmia abbastanza i particolari delle torture, cosa gradita decisamente, e riesce ad appassionare con la sua scrittura asciutta ed essenziale ma non priva di approfondimento delle dinamiche criminali che agiscono nel mondo dell’illegalità: dalla droga allo smaltimento rifiuti tossici; dalla prostituzione al commercio di organi. Esseri umani considerati come nemmeno le bestie da feroci assassini di vari livelli e con varie capacità che si ritengono al di sopra di qualunque umanità. C’è un po’ di tutto a Marsiglia: criminalità organizzata, delinquenti disorganizzati, assassini e traditori che si sopravvalutano, ricchi e rispettabili faccendieri coperti da amicizie importanti, poliziotti messi ai margini, utili ma impresentabili. E tra questi la commissaria Bernadette Bourdet, detta B.B. "Era brutta, ribelle, cattiva e lesbica. In comune con Brigitte Bardot aveva solo le iniziali."
Alcuni mi avevano consigliato Carlotto. Qualcuno ha paragonato questo suo romanzo a quelli di Jean-Claude Izzo. La mia opinione è che queste persone andrebbero rinchiuse in un manicomio! A parte, forse, la poliziotta B.B., i personaggi non hanno carattere, i luoghi sono non luoghi che potrebbero essere ovunque e giocare sul fatto che Marsiglia ha la fama di città europea criminale per eccellenza è quantomeno squallido. Per non parlare della storia in sé e per sé: episodi che iniziano e finiscono nell'arco di una paginina e mezza, senza suspense senza una descrizione. Insomma, questo libro è un grande no. Carlotto è un grande no.
Libro zeppo di personaggi, uno peggio dell’altro, chi tortura, chi uccide, chi spaccia, chi commercia in organi umani ... i loro destini si incrociano e le cose inevitabilmente non finiscono bene quasi per nessuno. Senza infamia e senza lode, è un romanzo troppo breve per gestire tutti questi personaggi, che vengono solo abbozzati e che risultano persino esagerati per quanto sono, tutti, così privi di scrupoli. Seconda esperienza con Carlotto, seconda piccola delusione ...
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Strano e controverso. La trama non si comprende subito. I personaggi sono confusi e gli ambienti poco descritti. Le trame che si susseguono veloci e ingarbugliate. Solo grazie alle ultime pagine sono riuscita a comprendere meglio il tutto. In pratica dovrei rileggerlo. Faticoso.
Tanta carne al fuoco, da mangiare praticamente cruda. Capisco il "respiro corto", ma i tanti argomenti (veri o verosimili) messi sul campo meritavano sicuramente uno sviluppo più ampio. Questa volta Carlotto non m'è piaciuto.
Questa volta Carlotto delude un po'. La svolta internazionale è poco credibile, i personaggi un po' artefatti. Un mezzo passo falso, ma Carlotto non si discute, si rifarà.
An alle interessierten Leserinnen und Leser!!! Kauft dieses Buch auf keinen Fall wegen des Klappentextes und/oder des Titels. Beides hat nur WENIG mit dem Inhalt zu tun! Gleich zu Beginn habe ich mich bereits gewundert, weshalb die Kritiken zu diesem Buch doch verhältnismäßig schlecht ausgefallen sind, denn Masssimo Carlotto hat einen klaren, schnörkellosen und packenden Stil, der mich schon in seinem vorhergehenden Buch 'Banditenliebe' (gibt es da keinen Nachfolger?) begeistert hat. Und an diesem Stil hat sich auch nichts verändert. Anhand diverser Verbrecherkreise und einer Kommissarin (die sich in ihren Methoden jedoch nur sehr unwesentlich von ihren 'Kunden' unterscheidet), deren Wege sich im Laufe des Buches kreuzen, wird ein Teil der Gesellschaft Marseilles beschrieben, den wohl nur die Wenigsten von uns kennen. Die äußerst ungewöhnliche Kommissarin versucht mit ihren eigenen und selten legalen Methoden eine Gruppe von korrupten Geschäftsmännern und Politikern zu überführen und gleichzeitig die Latinogruppen in ihrem Viertel aus dem Drogengeschäft zu drängen. Dabei benutzt sie ohne Skrupel einen kleinen mexikanischen Kokainschmuggler, der sich unter ihrer Aufsicht ins Geschäft drängt, dabei aber glaubt, auf eigene Rechnung handeln zu können. Zeitgleich sind vier junge, hoch intelligente erfolgreiche Ökonomieabsolventen dabei, ihr illegal erworbenes Vermögen schnellstmöglich zu vermehren - egal auf welchem Weg. Dass einer dabei dem russischen Geheimdienst FSB als Agent dienen muss, ist momentan irrelevant - irgendwie wird man sich des FSB zu gegebener Zeit entledigen. Doch dieser hat neben der Überwachung seines Agenten noch ganz andere Ziele... Wer nun (gerade anhand des Klappentextes) eine klare durchgehende Kriminalgeschichte erwartet, wird von dieser Lektüre vermutlich nicht so begeistert sein. Denn klar und durchgehend ist sie nur hin wieder. Auch der Originaltitel weist darauf hin: Respiro corto heisst mehr oder weniger 'Kurzatmig', was sehr gut zu diesem Buch passt. Immer wieder wechselt die Erzählperspektive und man muss gerade zu Beginn etwas Konzentration aufbringen, um die Personen einigermaßen auseinanderhalten können. Dann bietet sich aber eine wirklich spannungsreiche und fesselnde Geschichte, die einen beim Lesen so richtig in die Unterwelt eintauchen lässt ;-) Aber wie schon beim letzten Buch ein kleiner Haken: Es ist einfach viel zu kurz!!! Der Stoff hätte locker auch für zwei- bis dreihundert Seiten mehr gereicht.
Con "Respiro corto", Carlotto ci introduce nei meccanismi della malavita internazionale, nella sua trama di alleanze e complotti, facendo affiorare le connivenze con ambienti terroristi e politici e tracciando un quadro disperato e insieme disincantato degli sforzi di alcune branche delle forze dell'ordine per contenerlo. L'autore ha adeguato lo stile narrativo agli orizzonti dell'opera e il risultato è un romanzo che ricorda molto i thriller di Forsyth, Cruz Smith o Patterson, nel bene e nel male. "Respiro corto" è una lettura piacevole e non potrebbe essere diversamente, vista la maestria dell'autore, ma rispetto ai noir che l'hanno preceduto, a questo libro manca un'anima, si potrebbe dire che gli manca il blues. Immagino che ciò sia voluto, perché come le vicende dell'Alligatore trasudano umanità, il crimine di oggi è gelido business, però per me il vero Carlotto, quello che non ti fa posare il libro fino all'ultima sillaba, è un altro.
"Dromos. Corsa, in greco antico." Ed è davvero una corsa sfrenata, questo nuovo libro di Carlotto. Personaggi che si succedono in rapida sequenza. Azione continua a moviola accelerata. Cambi di scena in rapida sequenza. Mi è stato difficile tenere il passo del ritmo che Carlotto ha voluto imporre al suo libro, che non trovo così pessimo ma che sconta questo nuovo taglio con una certa confusione nella trama. Alla fine tutto sembra dipanarsi: il vecchio boss si riprende il suo posto, la Dromos Gang viene in qualche modo 'punita', la poliziotta B.B. è costretta a tornare nei ranghi. Ma sembra comunque che manchi qualcosa e che la storia avrebbe potuto essere più approfondita. O, forse, verrà approfondita in un probabile seguito? Un piccolo appunto su Marsiglia: no, qui ahimè, non ho ritrovato il profumo e i sapori della Marsiglia di Izzo. Ma probabilmente la Marsiglia di Izzo non esiste più...
Carlotto si sposta dalle ambientazioni nel nord est italiano verso Marsiglia e il suo sottobosco malavitoso. Scrittura asciutta, come sua abitudine in una storia in cui non si vede un barlume di speranza. Crimine, violenza, ingiustizia e casualità.... personaggi per lo piu' negativi, soprattutto le donne che sono di partenza puttane. La commissaria (e non il commissario), unica donna nella teorica parte dei "buoni" (in un mondo fatto di malavitosi e politici corrotti) è un poliziotto sui generis, che non segue le regole ed è piu' spietata dei malavitosi, oltre ad essere rappresentata come il peggior stereotipo di lesbica. Forzoso, forzato a volte eccessivo, quelache atmosfera alla Izzo ma mi lascia qualche dubbio.
Carlotto lascia per un attimo pestaggi, prostituzione e violenza bruta, personaggi che sembrano usciti da Pulp Fiction (vedi Arrivederci Amore, ciao) ,e si fa prestare il cast di Wall Street. E l'operazione, ardita,funziona, forse non in maniera entusiasmante, ma la trama scorre, i personaggi, in particolare l'Indiano e BB, sono interessanti e non scontati, gli intrecci, che insomma si potevano approfondire meglio, attirano. Alla fine, sembra quasi che non sapesse bene come chiudere tutta questa ragnatela diiperconnessioni, ma l'uscita dal volteggio e' abbastanza pulita e non penalizza l'esercizio. Da leggere sotto l'ombrellone.
Bello e secondo me ci potrebbe anche essere un seguito, i 4 di Leeds sono personaggi ben costruiti che meriterebbero un approfondimento ciascuno, un po' com'è successo con Zosim in questo libro. Una Marsiglia che diventa un altro personaggio e che mi è venuta voglia di visitare, così come il Paraguay, e la polizia che cammina sul filo sottile del rasoio, un po' come in Italia per capirsi, solo che invece di prendersela con gli studenti cerca di catturare i delinquenti, non come in Italia, per capirsi.
Carlotto è il mio giallista preferito, lo dico subito. I libri dell'Alligatore sono un vero spasso. Questa volta però l'opera risulta farraginosa. L'ambientazione global - alla McMafia di Misha Glenny, quello sì un capolavoro - s'inceppa quasi subito. La trama come sempre funziona, uno il libro se lo beve. Infatti sono indeciso se dare 2 o 3 stellette. Alla fine ho optato per 2 a causa della fine. Non dico altro ma basti sapere che nel crimine globale la nuova scuola vince su quella vecchia, Marsiglia o non Marsiglia. E ho già detto troppo.
Questo è un libro che va letto senza perdere il ritmo, a 100 all'ora come la sua trama. Senz'altro Winslow (almeno quello degli inizi) è un'altra cosa ma questo "Respiro corto" si lascia proprio leggere. Malavita russa, sudamericana, cinese, marsigliese, duri durissimi, spie bellissime, poliziotti dai metodi alternativi: c'è davvero di tutto in queste pagine e tutto si intreccia velocemente in un fumettone a volte improbabile ma molto adrenalinico. Proprio quello che mi aspettavo da questo Carlotto!
Che palle 'sto Carlotto, mi dicevo. Ne parlano tutti bene, ma chi sarà mai... e invece. E invece! Davvero avvincente, documentato, mai scontato. Credo che sarà l'inizio di una bella amicizia, come disse qualcuno. Una storia basata sulla Napoli francese, Marsiglia, piena di russi, indiani, italiani, paraguayani e francesi, tutti figli di buona donna, compresi i poliziotti. Tarantino non è lontano, come dice la quarta di copertina. Speriamo in un film!
Per il voto... non so, ci devo pensare. tre stelline e mezzo, credo: piacevole, molto bella la parte sull'amicizia dei quattro Dromos, ma non mi ha convinto: non sentivo Marsiglia 8non basta nominare ii quartieri per rappresentare una città) e lo stile di Carlotto tralascia troppo. Facciamo tre, va'.
Il libro in sé potrebbe essere da 4*, ma da Carlotto mi aspettavo di più. I personaggi sono piatti e i cliché si sprecano, sono troppi e troppe storie si intrecciano. Il risultato è qualcosa che rimane sullo sfondo e non cattura come dovrebbe. E poi: ambientare una storia del genere a Marsiglia dopo Izzo? No, mi aspetto di più da chi ha dato vita all'Alligatore (e non solo).
Ha il sapore di un omaggio a Izzo questo noir che parte dalla mafia russa, coinvolge praticamente tutta la delinquenza mondiale, dai narcos alle triadi, con un po' di camorra, traffico di organi e parecchia polizia brutta sporca e cattiva. Anche se c'è un po' troppa carne al fuoco, Carlotto ci si distra benissimo, e alla fine fa trionfare la vecchia mala marsigliese su tutto e tutti.
Ein packend geschriebener Wirtschafts-/Mafiakrimi, der gut zu unterhalten weiß und sich sehr schnell durchlesen lässt. Allerdings ist das für mich auch der Grund, warum er mich nicht vollends begeistern konnte...ich hätte mir mehr Details sowohl zu Hintergründen als auch zu den Personen gewünscht, besonders bei einer so komplexen Thematik.
Premettendo di non essere mai stata una grande amante di questo genere di libri, Carlotto è riuscito sicuramente a coinvolgermi in modo assai piacevole nell’intreccio delle vicende della Dromos Gang. “Respiro corto” è un libro scorrevole, mai scontato ma a volte, a mio parere, confusionario. Forse troppi personaggi, alcuni dei quali molto interessanti ma non approfonditi come speravo.
Interessante incastro di storie e personaggi diversi, tutti chi più chi meno, analizzati e caratterizzati bene. Il mio primo Carlotto. Adesso andrò a ritroso, partendo dall'inizio. Spero che fuggiasco e alligatore siano meglio.
"Finito di leggere questo libro, il mio primo commento é stato: Mah... Per la seconda volta mi sembra un libro scritto tanto per, un po' buttato lì. Una storia che si sviluppa lentamente ed a fatica e termina in dieci pagine, improvvisamente.Poteva essere sviluppato molto meglio, a mio parere."