Lorenzo ha solo dieci giorni quando per la prima volta entra in carcere. Gli dicono che suo padre lavora lì come elettricista. La verità la scopre nell’estate fra i sette e gli otto anni: suo padre è stato un rapinatore ed è nel carcere di San Vittore per scontare la sua pena. Lorenzo non riesce ad accettarlo, si isola dai coetanei, fino a che suo padre non esce di prigione e decide di riportare la famiglia a Catania. A Librino Lorenzo conosce i nonni, il fratello Giovanni, la futura compagna Teresa, ma soprattutto si rende conto che in quel quartiere il passato di suo padre non è qualcosa di cui vergognarsi, ma un motivo di vanto. Qui impara le regole del mondo della strada. Qui inizia la sua carriera criminale.
Ha solo dodici anni quando compie il primo furto, quattordici quando mette insieme una «batteria» per commettere una rapina e neppure quindici quando viene arrestato e condannato. Mentre il padre spera che quei ventidue mesi di prigione possano redimerlo, gli unici errori su cui Lorenzo riflette sono quelli commessi durante la rapina. Nella violenza del carcere minorile, tra regolazioni di conti e soprusi, si rafforza la convinzione che solo questo vuole fare nella vita: il rapinatore. Come suo padre, anzi, meglio di suo padre.
Da allora Lorenzo vive da fuorilegge, alternando l’adrenalina della rapina, fughe rocambolesche, ristoranti e negozi di lusso con lunghi periodi in carcere, fino a ricevere una condanna a 57 anni. Ed è proprio quando inizia a rassegnarsi a passare il resto della sua vita in cella che, grazie a una serie di incontri speciali, dentro di lui qualcosa cambia.
In un caldo giorno estivo, Lorenzo esce dal carcere come un uomo nuovo e diventa una risorsa per la società. Pochi giorni dopo la scarcerazione incontra Mauro Pescio e gli affida la sua storia.
In questo libro, perciò, è raccontata «la vita di un uomo che ha fatto tante scelte sbagliate», un uomo che ha toccato il fondo, ma che, grazie al confronto con gli altri, è riuscito a rinascere. Una storia intensa, profondamente umana, che insegna come non debbano mai venire meno la fiducia e la speranza. E, soprattutto, l’importanza di offrire sempre un’altra possibilità.
Lo stile è fluido, quindi è veloce da leggere : è stato interessante affrontare la storia della vita di Lorenzo s. Ho dato tre stelle perché secondo me il libro aveva la possibilità di essere più accattivante.
Ho visto il monologo di Pescio e poi letto il libro. In quest'ordine é perfetto perché il monologo apre molte domande e nel libro troverete le risposte.
É una storia di redenzione, la scrittura é semplice, ma il racconto potente.
La morale é che bisogna aprire le carceri alla società civile, far entrare volontari, educatori, esperienze ed idee. La trasformazione di Lorenzo S. probabilmente non sarebbe mai avvenuta se non avesse potuto trovare appiglio in una redazione di un giornale del carcere.
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La storia di una caduta e, al contempo, di una stupenda rinascita personale, quella di Lorenzo, che a 12 anni sceglie di seguire le orme del padre e di diventare un rapinatore seriale. Per 20 anni Lorenzo entra ed esce dal carcere, rapina decine di istituti bancari in tutta Italia, distruggendo chiunque si avvicini a lui e, in fine dei conti, anche se stesso, arrivando ad essere condannato al massimo della pena nel 2007. Proprio di fronte al baratro inizia però la sua rinascita.
Mauro Pescio racconta questa storia nel migliore dei modi, come un flusso di coscienza ininterrotto dello stesso Lorenzo che ripercorrendo la sua storia la esorcizza, fino ad arrivare ad "uccidere" il vecchio sé e a diventare uno dei primi e più famosi casi di "giustizia riparativa" in Italia.
Ho divorato Letteralmente il libro in 2 giorni, storia di una rivalsa inaspettata, un disperato tentativo di redenzione, un full immersion nella mente e nella vita di Lorenzo che non lascia di certo indifferente.
E' la storia di Lorenzo, ex carcerato e ora mediatore di giustizia, una storia dura, esemplare. E un racconto di rinascita. Ascoltate anche (e soprattutto) il podcast.