Le Rune sono la sacra lingua degli dei e degli eroi del Nord, sono le lettere di un antico e misterioso alfabeto che ha nel mito di Odino la propria origine. Esse rappresentano le diverse tappe e i diversi aspetti dell'esistenza, l'avvicendarsi delle stagioni, le semine e i raccolti, le prove che ogni essere umano è chiamato ad affrontare, le ambite ricompense e le inevitabili perdite nel continuo confronto con il Destino. Attraverso di esse possiamo chiedere aiuto alla natura e ricevere l'energia necessaria per compiere il nostro cammino nella gioia e nella luce, vincendo i demoni della paura e della rabbia, della rinuncia e della disperazione. Ma le Rune sono anche portatrici di una conoscenza più profonda, l'Arte Oracolare, cioè la capacità di interpretare il senso degli eventi passati, presenti e futuri, che oggi, attraverso le scoperte della psicologia junghiana e della fisica quantistica e grazie alle nuove teorie sistemiche sulla psiche e sull'inconscio, sullo spazio-tempo, sulla sincronicità e sui campi morfogenetici, possiamo leggere in una luce completamente nuova. Con questo libro, Umberto Carmignani e Giovanna Bellini invitano il lettore a compiere un'esperienza di crescita interiore, seguendo passo dopo passo la strada indicata dalle Rune.
Artista, maestra di Reiki, nata e vissuta in Venezuela sino al 1982, sin da bambina viaggia per il mondo incontrando le antiche civiltà della terra e scoprendone l'arte e il folklore. In Italia frequenta il Liceo Artistico e la Facoltà di Architettura. In Irlanda conosce l'architetto e scultore Steineriano Peter Rawstorne che la introduce ai misteri e al fascino dell'arte celtica. Frequenta la scuola di Arte Orafa, apprende l'Arte della Ceramica al Tornio e Raku, partecipa assiduamente alle feste celtiche, si ispira alle Rune per la realizzazione di monili e talismani in argento e manufatti in ceramica: calici, anelli, bracciali, ciondoli. Tiene corsi di Runologia, Tecniche Ceramiche e Gioielli Archetipici presso “La Città della Luce” (www.laterraeilfuoco.org)
7/10. Sono abbastanza in conflitto per quanto riguarda questo libro. Se alcuni punti mi hanno decisamente convinto, altri mi hanno lasciata perplessa. Andando con ordine, la prima porzione, dedicata alla storia delle rune, è ottima: presta grande attenzione all'evoluzione dell'alfabeto nel tempo e ai diversi contesti in cui si è affermato e lo fa, per quanto ne so, in maniera accurata. È stato molto, molto affascinante vedere la relazione delle rune con altri alfabeti, come quello greco, latino, etrusco o con altri meno noti e di cui so meno. La nota dolente sta nel mezzo. Di per sé non mi interessava più di tanto la parte di interpretazione, tanto più che questo libro è esplicitamente scritto in una prospettiva new age e io sono atea, scettica e pure nichilista, quindi non esattamente il pubblico giusto, ma non mi sognerei di criticare le credenze altrui, dunque mi sono approcciata a questa porzione del saggio con una mente aperta e inizialmente l'avevo trovata anche interessante. In particolare, sono rimasta entusiasmata da tutti i collegamenti fatti dagli autori tra elementi della mitologia nordica e di altri sistemi di credenze e folklore indoeuropei. Probabilmente sarebbe stata la parte migliore del libro... se non fosse per il fatto che ho individuato un paio di mostruose inaccuratezze. La parte relativa ai miti nordici è, a quanto ne so, accurata, ma da persona che ha una profonda passione, quasi accademica, per il Beowulf e per il ciclo arturiano posso dire che sia la parentela tra Beowulf e il drago sia l'identificazione di Artù con il Re Pescatore sono invenzioni moderne e affermare il contrario denota una certa superficialità nella ricerca. E se questo è ciò di cui mi sono accorta, chissà quali inaccuratezze mi sono sfuggite. Dunque sono uscita dalla seconda parte del libro con un po' di amaro in bocca. Per fortuna la terza ha decisamente risollevato il mio giudizio. Si ha infatti un'analisi, certamente più rigorosa, delle attestazioni archeologiche dell'uso delle rune. Alcuni degli esempi utilizzati sono sorprendenti, e tutti mi hanno portato quella sensazione di emozionante pienezza che deriva dall'osservare la storia e il passato e la vita quotidiana di persone lontane nel tempo. Sicuramente gli autori sono appassionati di ciò di cui parlano, e il loro entusiasmo è lodevole (come anche il ripudio del modo disgustoso in cui il regime nazista si è appropriato delle rune; quando leggi qualcosa su un argomento del genere non sai mai se lo scrittore sia guidato da un sincero amore per la storia o da un'ideologia di estrema destra, quindi questo mi ha rassicurato). L'unico peccato sono i suddetti errori di ricerca, che hanno un po' minato la mia fiducia. Penso quindi che proverò ad approfondire ulteriormente l'argomento, sperando che l'uso di molteplici fonti possa confermare la validità del resto del testo.