Documentality: Why It Is Necessary to Leave Traces

by Maurizio Ferraris, Richard Davies (Translator)

This books ushers in a new way of talking about social phenomena. It develops an ontology of social objects on the basis of the claim that registration or inscription--the leaving of a trace to be called up later--is what is most fundamental to them. In doing so, it systematically organizes concepts and theories that Ferraris's
predecessors--most notably Derrida, in his project of a positive grammatology--left in an impressionistic state.



Ferraris begins by redefining ontology as a way of cataloguing the world. Before any epistemology can discuss the validity of scientific or nonscientific judgments, one faces a collection of objects, be they natural, ideal, or social. Among these, Ferraris focuses on social objects, elaborating a theory of experience in the social world that leads him to define social objects as "inscribed acts." He then uses this notion to interpret social phenomena, also in light of a systematic discussion of the concept of performatives, from Austin to Derrida and Searle.

Moving into considerations of the present technological revolution, Ferraris develops a "symptomatology of the document" that leads to a consideration of legal systems, finding in them original applications for his theory that an object equals a written act.

Written in an easy, often witty style, Documentality revises Foucault's late concept of the "ontology of actuality" into the project of an "ontological laboratory," thereby reinventing philosophy as a pragmatic activity that is directly applicable to our everyday life.

Genres: Philosophy

392 pages, Hardcover

First published October 1, 2009

About the author

Maurizio Ferraris (Torino, 1956) è un filosofo e accademico italiano.
Dal 1995 è professore ordinario di filosofia teoretica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia (dal 2012 "Dipartimento di Filosofia e Scienze dell'Educazione") dell'Università degli Studi di Torino.
Ha studiato a Torino, Parigi (prendendo un diploma d'études approfondies con Jacques Derrida alla Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales), all'Università di Heidelberg e insegnato in importanti università europee. Dirige la Rivista di Estetica ed è nel comitato direttivo di Critique, del Círculo Hermenéutico editorial e di aut aut. Dal 1989 al 2010 ha collaborato al supplemento culturale de Il Sole 24 ORE; dal 2010 scrive per le pagine culturali de la Repubblica. È inoltre editorialista per la Neue Zürcher Zeitung. Dopo aver scritto e condotto Zettel - Filosofia in movimento per Rai Cultura, dal 2015 conduce Lo Stato dell'Arte su Rai 5, dedicato all'approfondimento di temi d'attualità, politica e cultura.

Reviews

[Maurizio Codogno · Rating 3 out of 5]

Non mi è stato facile leggere questo saggio. Ferraris ha scritto un'opera monumentale, che non solo presenta una tesi (la documentalità come base della conoscenza, appunto) ma nel contempo costruisce un sistema completo tutto attorno. E non lo fa usando una profusione di paroloni (beh, in effetti ce ne sono tanti, a volte mi sono dovuto mettere a consultare un dizionario) ma con tanti esempi terra terra che mi sono risultati perfettamente chiari quando li ho letti, ma che poi tendevo a dimenticare immediatamente, tanto che sono stato costretto a rileggere praticamente ogni paragrafo. La colpa non è sua, ribadisco, ma mia... evidentemente non sono fatto per la filosofia. Però Ferraris è buono, e oltre a spiegare all'inizio cosa vuole fare ha anche inserito al termine del tomo un riassunto delle sue tesi, che aiuta davvero molto. Lettura profittevole solo per chi voglia davvero mettersi a studiarlo, mi sa.

[Teddy Reiner · Rating 5 out of 5]

Crucial for the language/writing/speaking-oriented thinker. Great to read after Derrida.