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La traversata notturna

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Mosso dal desiderio di liberarsi dei ricordi che non smettono di tormentarlo, il narratore di questo libro decide di compiere un viaggio nella sua città, trasformata per l’occasione in un grande teatro della memoria. E come in ogni avventura che si rispetti, si dota delle armi magiche necessarie all’impresa: una mappa quadrata di ottantuno caselle, una raccolta di lettere d’amore e alcune vecchie agende fitte di appunti.
La città è Torino, la storia è quella di una coppia italiana del dopoguerra, del loro innamorarsi, sposarsi e vivere prima felici e contenti, e poi infelici e scontenti. S’incontrano nel 1943: lui, ufficiale del Genio e futuro ingegnere, è appena tornato dalla Russia; lei ama la musica e la poesia.
Si sposano nel 1946, mettono su famiglia. Gli anni della ricostruzione diventano presto gli anni del miracolo economico, che diventano presto gli anni della contestazione e della crisi. L’ingegnere, soccombendo alla melanconia, scava un tunnel personale dove rimane intrappolato, intrappolando anche la moglie e i figli.
Disseminati i frammenti del tempo nello spazio della città, il narratore indaga i motivi misteriosi della depressione del padre. Alla fine, però, nessuna ragione gli sembra sufficiente a spiegare trent’anni di tristezza irrimediabile.
Capisce che sono proprio i ricordi più dolorosi quelli che gli permettono di non interrompere il dialogo con i genitori – che, dopotutto, non vuole far scomparire dalla propria vita.
In questa Traversata, il lettore sceglierà se indugiare nei luoghi del romanzo familiare o avventurarsi su sentieri più imprevedibili e nascosti. Qui incontrerà case stregate, martiri e reliquie, monumenti equestri, bilance svizzere, papiri egizi, antropologi e architetti; e poi cavalli bianchi, volpi pallide, pesci siluro e molti altri animali. Ma giunto alle ultime pagine riconoscerà le voci che risuonano nitide tra le righe: quelle di chi se ne è andato e offre un’ultima occasione di incontro a chi è rimasto.

528 pages, Paperback

First published September 20, 2022

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Andrea Canobbio

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Profile Image for Orsodimondo.
2,459 reviews2,432 followers
December 4, 2025
L’INGEGNERE IN NERO


Andrea Canobbio di fronte al tunnel.

Figlio di W.G. Sebald, Andrea Canobbio – che finora non aveva mai incrociato, e invece credo che d’ora in poi ci frequenteremo di più – girovaga a piedi per la sua Torino facendo sopralluoghi utili a questa sua scrittura (che gli ha impegnato una decina d’anni di vita). Sembra si muova attraverso gli anelli di Saturno.
Sopralluoghi nel senso che va, guarda, gira intorno, a volte domanda a qualcuno, attraversa, visita, e, soprattutto, stimola pensieri ricordi meditazioni e divagazioni. Tutto utile – ma forse anche no, come dimostrarlo, e anche come smentirlo – alla composizione di questo suo corposo “essiccatoio della memoria”.
Perché su queste cinquecento e rotte pagine ha steso ad essiccare, a mostrarsi, a prendere luce, a esporsi, le sue memorie, i ricordi di famiglia.
Che ruotano in gran parte intorno alla figura del padre, di cui ricostruisce la vita, almeno nei momenti più importanti e cruciali, cominciando dal periodo in cui a un figlio è difficile pensarlo in veste simile, cioè di figlio.
Il tutto compone il racconto di una depressione – lunga almeno tre decenni, che sono quelli in cui si è resa palese e manifestata al pubblico, ma chi può assicurare che non fosse già lì, latente, sorniona, pronta a uscire allo scoperto alla prima occasione, al primo cedimento - il racconto di una depressione che è il “più dolce e benevolo” che io abbia mai incontrato.


Il padre, ex militare (campagna in Russia) era un ottimo cavallerizzo.

Il libro è suddiviso in ottantuno capitoli che corrispondono ad altrettanti luoghi di Torino, la cui planimetria ortogonale viene ripartita come fosse una scacchiera e attraversata metodicamente dall’autore: gli spostamenti nello spazio conducono a movimenti a ritroso nel tempo, la geografia fisica diventa geografia dei ricordi. Il mestiere del padre, ingegnere, comportava scavi e fondamenta: il figlio prosegue quella strada andando a scavare nel passato familiare. Con un ordine che segue quello della scacchiera planimetrica, ma che tradotto nel tempo si traduce in un andirivieni piacevolmente non lineare.
Oltre al girovagare a piedi inseguendo la memoria, rimanda - almeno a me – allo scrittore tedesco trasferitosi in terra d’Albione anche il girovagare col pensiero, più o meno vicino, andando dai dogon agli hopi d’America, da etnografi francesi a colleghi scrittori e pittori e architetti e artisti in genere, dando anche spazio agli artigiani e agli ingegneri, considerato che il padre è stato proprio uno di loro, e per giunta serio e coscienzioso.
Costruendo una ragnatela di riferimenti e rimandi, una cosmogonia di correlazioni e intrecci, al cui centro mi pare salda la figura paterna, a suo modo insidiata da quella materna: ma in trasparenza, per forza di cose, si intravede e percepisce quella dello stesso Andrea, in queste pagine, figlio, fratello, e anche padre (marito: non pervenuto).
Il tutto condito da ricco corredo fotografico, proprio come nella tradizione del tedesco andato a vivere in Inghilterra, e alcune immagini del libro sono proprio qui accanto.


A sin, il padre, Lorenzo Canobbio, che, con prestito arbasiniano, mi piace ribattezzare “l’ingegnere in nero”.

Spiegare le battute, le barzellette, mi è sempre piaciuto. Spiegare anche quando scrivo, anche quando non è necessario, anche quando si capisce benissimo. Spiegare: svolgere ciò che era ripiegato o avvolto, distenderne interamente la superficie; percorrerla, attraversarla. Spiegare le vele, ma anche spiegare le ali, ma anche spiegare il canto. Dicono che non va bene; bisogna lasciare spazio al lettore, che si addentri da solo tra i rilievi e le valli del discorso. Tutto vero, ma è più forte di me. L’universo non significa mai abbastanza, l’eccesso di pensieri deve trovar posto nei risvolti delle cose. Non esiste malattia più pericolosa dell’indicibile e in mancanza di altre cure resta solo il pensiero magico.
E cosa c’è di più indicibile di quello che viene definito anche come male oscuro?


Ritratto del padre fatto dal figlio a 6 anni. Da bravo torinese, città dove risiede il secondo museo egizio più importante del mondo, ritrae il genitore di profilo.

Andrea Canobbio “scrive così bene che quasi non si vede”, in un italiano semplice, pulito, trasparente, efficace.
E poi succede che dopo quattrocentottantacinque pagine di malinconia, e malinconie, di bicchiere fisso sul mezzo vuoto (a guardare con ottimismo), di depressione, male oscuro, e mal sottile – sì, lo so che il mal sottile è la tisi, ma a me sembra che per la depressione si possa usare la stessa definizione – la terza e ultima parte vada ad attingere alla materia che avrebbe potuto costituire l’inizio, e invece Canobbio la trasforma in lungo finale, in commiato, e ci regala trenta pagine di stupore e meraviglia, di amore e tenerezza, di speranza e tremore, di fiamma e brivido. Chapeau.

Profile Image for Domenico Fina.
291 reviews89 followers
March 20, 2024
La traversata notturna di Andrea Canobbio, scrittore, editor e traduttore torinese, sessantenne. È la storia di suo padre, militare che ha partecipato alla ritirata di Russia, poi ingegnere civile di successo nella Torino degli anni ‘50, ‘60 e ‘70, ma è tanto di più, la storia della depressione di suo padre, sopraggiunta intorno ai 50 anni, la storia dell’architettura di Torino e dell’Italia di quegli anni, l’amore dei suoi genitori, che da giovani si erano amati come Andrea Canobbio non avrebbe mai creduto se non lo avesse appreso dalle lettere conservate e lette dopo la loro morte; continui rimandi da raffinato lettore etnografico che l’autore mentre cammina per Torino fa, rendono benissimo il processo di continua rettifica di chi cerca di capire se stesso, i genitori e in generale il passato. Libro straordinario che conferma il fatto che i libri belli circolano, perfino da noi, che siamo uno stivale male in arnese, che sta diventando sempre più una pantofola impaurita chiusa in casa.

«La casa di mio padre era una casa di paese con i soffitti bassi e le stanze in fila una dietro l’altra come grani di un rosario, una preghiera infinita recitata per la Madonna con Bambino dipinta sulla facciata esterna, ormai rovinata dalle intemperie. All’interno le pareti erano gonfie di umidità; a un certo punto assunsero un atroce colore azzurro pastello; steso con generosità, pareva fosse la tinta a reggere i muri. I letti erano così alti che, se di notte scivolavi oltre il bordo, rischiavi di spaccarti la testa e morire nel sonno; potrebbe sembrare una benedizione, in certe circostanze, ma non lo è, perché non puoi nemmeno lamentarti, recriminare e dire: “Muoio”. Era tutto uno scintillio di centrini di pizzo, cuscini ricamati, fruttiere dorate. La sensazione di un assedio interminabile. E poi Gesù sotto una campana di vetro con il cuore fiammeggiante, circondato da una corona di spine. Ogni soprammobile irradiava sacrificio, introversione, paura, noia incommensurabile, tempo che non passa e di colpo è finito».
Profile Image for Daniela Bussi.
136 reviews6 followers
March 30, 2023
Libro complesso che poggia su un’ossatura ben precisa, ovvero una mappa tutta torinese di luoghi che l’autore percorre accompagnato da pensieri, ricordi e verso la fine, anche da un cane nero. Complesso perché sulla vicenda che possiamo definire principale, vale a dire il tentativo di comprendere il padre, la madre, il loro legame e un po’ anche la propria indole, in quanto frutto di ciò che siamo stati all’interno del contesto famigliare, si innesca una ramificazione di digressioni a dir poco lussureggiante. Le vicende della famiglia, antenati compresi, ci portano in luoghi diversi, affondano nella storia, soprattutto torinese, raccontando luoghi scomparsi, nascosti, interni sconosciuti ai più, paesaggi e architetture.

Vi è poi la faccenda, tutta’affatto secondaria, della depressione del padre e delle dinamiche che questa innesca nelle relazioni affettive, in un continuo interrogarsi sulle ragioni che stanno all’origine della stessa, sul tentativo della madre di arginarla e filtrarla, insomma si viaggia nella psiche, ci si pongono domande. Sarà questa la traversata notturna del titolo?

Ad arricchire ancor di più questa corposa lettura di oltre cinquecento pagine una fitta rete di agganci al mito, con rimandi al lavoro di Michel Leiris e Marcel Griaule, etnologi francesi. Dall’opera IL DIO D’ACQUA di Griaule che ci ha trasmesso la cosmogonia Dogon Canobbio attinge a piene mani e tutto questo è molto, molto pavesiano. Non a caso Pavese e Natalia Ginzburg, citati in epigrafe, chiariscono fin da subito una direzione. Il percorso di lettura non è semplice, l’avrete capito. Occorrono attenzione, curiosità, empatia, ma ne vale la pena.

E’ un peregrinare geografico e interiore, che si perde nel tempo e nello spazio, dilatati in un labirinto che pare non finire mai e che mi ha ricordato, fin dalle prime pagine, il mio amatissimo Sebald. E guarda un po’, me lo trovo citato anche nel libro.

Bravo Andrea Canobbio, ci sarà voluto tempo e sudore a scrivere un libro così, ma ne è valsa la pena.
Profile Image for Fede La Lettrice.
835 reviews86 followers
June 11, 2023
Un buon libro davvero. Canobbio scrive bene e che sia un memoir personalmente non mi ha disturbata, al contrario di tanti troppi altri, dato che si legge come un romanzo.

• L'autore ripercorre la storia della sua famiglia per ricercare e indagare le cause della depressione del padre, e nel farlo si evidenziano gli effetti di questa malattia subdola sui componenti della famiglia e in particolare sullo scrittore stesso.

• Per fare questo viaggio nel passato che parte da una valigia colma di lettere, Canobbio attraversa Torino, i suoi luoghi, le strade, i percorsi quindi è anche un interessante 'viaggio turistico' per il lettore.

• Grazie a questo escamotage letterario, il libro ha una struttura mai banale e nonostante l'argomento non leggero e la lunghezza in pagine, la lettura scorre mai pesante.

• È in cinquina Strega e visti i restanti partecipanti meriterebbe la vittoria con enorme stacco.
Profile Image for Frabe.
1,196 reviews56 followers
June 26, 2023
Zeppa di dettagli, “La traversata notturna” pare infinita… ma poi arriva l’alba, come sempre, e dei sogni trattieni il succo: nei Canobbio, il figlio scandaglia, il padre è depresso, la madre smorza e aggiusta, finché può.
Profile Image for Only_ioana.
105 reviews13 followers
May 17, 2023
A pagina 200 ho deciso che non mi andava più di girare Torino senza una guida turistica seria.
Profile Image for Margherita.
50 reviews12 followers
May 22, 2023
Un gradevole viaggio nella Torino della memoria dell'autore e della sua famiglia. Mi chiedo sempre quanto valore abbiano al di fuori della cerchia famigliare e amicale i romanzi incentrati su un personaggio della propria famiglia (il padre in questo caso). Nel senso, se tuo padre è stato il presidente del Cile con tanto di colpo di stato ha un valore storico, ma se tuo padre è stato un buon papà (o no) ma non un personaggio pubblico la cui vita ha un interesse storico? Non so. In questo caso comunque la storia è interessante, la scrittura scorrevole e nonostante la mole decisamente scoraggiante del libro, il libro va. Magari qualcosina in meno... Forse non tutto era proprio necessario, ma evidentemente per l'autore sì. Torino magica.
Profile Image for Ness St.
29 reviews
August 14, 2023
L'unica cosa che mi sento di aggiungere alle altre qui eccellenti ed esaustive recensioni, è che l'ho trovato anche comico, ridendo di gusto durante la sua gita con la Graziella
Profile Image for Chiara Parpinel.
29 reviews
July 2, 2024
Dopo questa ultima lettura, credo che sia abbastanza evidente che io e i giurati del premio Strega abbiamo gusti totalmente diversi.

Con La traversata notturna di Andrea Canobbio ho concluso la lettura dei 5 romanzi finalisti del Premio Strega 2023 e devo dire che uno solo di questi a me è veramente piaciuto.

In questo romanzo, Andrea Canobbio ci porta a conoscere la storia della sua famiglia di origine focalizzando l'attenzione principalmente sulla figura del padre, un ingegnere torinese che per tutta la vita combatte contro la depressione. Apparentemente la tematica trattata sembra assolutamente super interessante e sotto certi punti di vista anche nuova. Se ci pensate in genere i romanzi trattano la depressione più dal punto di vista femminile che da quello maschile. Quindi avevo delle buone aspettative nei confronti di questo libro perchè in effetti ha degli spunti notevoli, parla del rancore provato dall'autore nei confronti del padre, malato di una patologia così complessa come è appunto la depressione. Se ci pensate è un tema molto forte, per questo affascinante e assolutamente necessario.

Nella realtà, invece, mi sono trovata davanti un libro estremamente lento, frammentato, carico di date e citazioni, tanto che in alcuni momenti ho avuto l'impressione di essere davanti più ad una cronistoria che ad un racconto. La storia raccontata presenta davvero tantissime ripetizioni, è estremamente prolissa e poi i continui salti temporali, creano difficoltà nel mantenere alto il livello di attenzione verso la storia raccontata. Sinceramente sono riuscita a finire questo romanzo solo perchè l'ho ascoltarlo in audiolibro, perchè altrimenti credo che lo avrei abbandonato dopo una 30ina di pagine.

Credo sia un'occasione mancata perchè mi ripeterò, ma la tematica al centro del racconto poteva essere di una grandissima forza.

Consiglio questo libro? Sinceramente non me la sento di consigliarlo, anche se ho letto veramente tante recensioni più che positive, ma oggettivamente è un libro noioso.

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Profile Image for Alessandro.
85 reviews3 followers
October 10, 2023
"un pezzo di elastico in caucciù che teneva insieme un gruppo di lettere, e nei giorni d'attesa che diventano mesi che diventano anni, prima che qualcuno riapra la borsa nell'armadio, l'armadio nella stanza, la stanza nella casa deserta, nel caldo di luglio e di agosto l'elastico si lascia andare, si scioglie e si appiccica alla carta e poi si secca, e il suo abbraccio diventa per sempre."
Profile Image for Marta Vespa.
19 reviews
July 9, 2023
Scrittura cristallina, mai banale, commovente e anche divertente. Incredibile come un argomento tanto complesso e delicato incolli alle pagine quasi come un libro d'avventura. Grande introspezione e delicatezza. Gran libro, bell'incontro per me.
Profile Image for Vic.
118 reviews3 followers
August 21, 2023
Non so che dire, giuro.
Ha degli spunti notevoli, soprattutto quando parla del rancore di chi deve convivere con un malato e con una patologia così complessa come la depressione, che invalida tanto chi ne soffre quanto chi la subisce. Tema tremendo, per questo affascinante e necessario. Ma questa narrazione è diluita - forse per renderla più "gestibile" in primis a chi ne scrive? - in un flusso di racconti e raccordi che ne smorzano la potenza.
Capisco tutto, capisco anche la voglia di seguire il trend (la corrente letteraria?) della frammentarietà, dell'interdisciplinarità, del mischiare l'alto col basso, del rompere gli schemi e darsi al mosaico. E però.
Profile Image for Marica.
411 reviews210 followers
May 13, 2023
Storia di un matrimonio
Lo scrittore rievoca la vita matrimoniale dei suoi genitori, che è in parte anche la sua vita. L’operazione è delicata e controversa anche per lui e, un po’ per presentare lo sfondo del racconto, un po’ per prendere le distanze dall’argomento, si aggira per Torino raccontando episodi di vita, descrizioni di edifici, fiumi e parchi, e ripercorre le sue letture etnografiche sul popolo dei dogon. Il libro mi ha fatto pensare parecchio a Leggenda privata di Mari, storia di un matrimonio coi figli nel mezzo; hanno in comune l’argomento e il coniuge fragile, che in questo caso è il marito ingegnere. Il povero marito improvvisamente si è scoperto debole e la moglie se ne fa carico, gestendo la famiglia.
Il problema del padre è difficile da capire per i bambini e l’autore fa un resoconto dei suoi stati d’animo che cambiano negli anni. Il sarcasmo, l’impazienza, il disprezzo, l’ironia hanno ampio spazio, seguito dal desiderio postumo di conoscere meglio e di riappacificarsi con questa persona. La mamma impavida bella dolce e gentile viene poi a sua volta trovata troppo rigida nei confronti della nonna Sabina, sua madre. Credo che questo lavoro sia stato importante per l’autore per comprendere, metabolizzare e archiviare la vita familiare passata. Parte del disagio è dovuto alla difficoltà di capire cosa si è rotto in una persona che è tornata dalla Russia nel ’43, coltiva precisione e razionalità, fa calcoli, segue opere pubbliche importanti come il traforo del Frejus ma è anche affetto da “melanconia”. Da dove viene la melanconia? In questo caso induce un egocentrismo che allontana il figlio giovane uomo.
E’ un libro che parla a tutti perché ogni famiglia ha una serie di dinamiche interne che condizionano molto la vita dei figli. Mi ha un po’ impressionata la severità dell’autore ma capisco che sia fatta di sincerità. Le lettere d’amore così fuori dal nostro tempo di tvb che si scambiano i genitori suggeriscono la discesa di un velo di misericordia sulla coppia, anche loro infine erano esseri umani. E’ un libro che riesce ad essere avvincente e leggero anche su un argomento pesante come la depressione e mi è piaciuto molto. Mi chiedo dove si sia nascosto finora uno scrittore così bravo.
Profile Image for Lorenzo Giovinazzo.
20 reviews6 followers
July 5, 2023
Una lettura impegnativa dove il lettore sembra perdersi nel tempo, perdersi nei ricordi che l’autore ha sulla sua famiglia, perdersi nella città di Torino dove suo padre, a cui è dedicato il romanzo, nel suo silenzio ha lasciato delle tracce e poi perdersi in questa traversata, non ritrovando più il filo rosso, il fine di quest’opera, ovvero trovare delle motivazioni reali che possano spiegare perché il padre a una certo punto della vita sia caduto in depressione.

Eppure, in ogni “quadrato magico”, o capitolo, ti sembra di essere vicino ad Andrea Canobbio a qualsiasi età.
Da bambino, quando aveva una bassa reputazione di suo padre, per nulla eroico e poco affettuoso, imitandolo durante gli episodi di pazzia che ogni tanto si presentavano e prendendolo in giro con sua sorella, inconsapevole che in realtà fosse malato.
Da adolescente, respingente e indifferente al dolore del padre, al suo silenzio, alla sua apatia e al tempo stesso inerme, non trovando mai le parole giuste e le modalità per dimostrargli la sua vicinanza.
Da adulto e autore, quando nelle sue indagini, ritrova diari, appunti durante la sua Ritirata in Russia, foto, filmini, lettere che scambiava con sua madre nella loro fase di innamoramento e ha davanti a sé un padre che non ha mai conosciuto, che non gli ha insegnato proprio nulla, eppure ora cerca (invano) in maniera disperata e insistente delle ragioni dietro alla sua volontà di non vivere.

“Non credevo quasi mai a quello che raccontava, qualunque fosse l'argomento, anche se non pensavo che nascondesse necessariamente qualcosa. Di solito pensavo che non avesse nulla da nascondere e che non avesse nulla da raccontare.“

“In quel momento, a dodici anni, quasi tredici, per me era normale che mio padre piangesse alle sette di mattina dicendo: "Prega per me". Era normale che la mattina, seduto a far colazione, si prendesse la testa tra le mani mormorando: "Va male." Lo avevo visto molte volte in quelle condizioni ed ero diventato impermeabile al suo dolore.”
Profile Image for Roberta.
208 reviews14 followers
August 25, 2023
Questo libro si legge per la qualità eccelsa della scrittura. Chi apprezza la buona letteratura non può non rimanere ammirato dalla prosa bellissima, diretta, semplice e incisiva. Allo stesso tempo, trovo che l'autore in due punti del libro dia una descrizione di se stesso abbastanza precisa da spiegare cosa rende questo memoir/romanzo oggettivamente bello, ma stranamente poco entusiasmante. Nei primi capitoli, Canobbio racconta di un episodio in cui avrebbe dovuto partecipare ad un festival letterario in cui diversi scrittori sul palco avrebbero dovuto esporre le proprie perversioni/manie in maniera non troppo spinta e un po’ giocosa, presentandosi come nelle riunioni degli alcolisti anonimi. Racconta anche di essere stato escluso all'ultimo da questa scenetta, in quanto le persone molto difficilmente lo trovano divertente. Ed effettivamente leggendo le sue parole, questo è un po' vero. Tutto il libro è pervaso da un piglio che vorrebbe essere ironico, ma il risultato alla fine è quasi sempre melanconico, quasi amaro. Intorno al quarantesimo capitolo, invece, dice di sé stesso che ha l’abitudine di spiegare, approfondire e sviscerare anche le cose non necessarie, senza lasciare nulla all'immaginazione del lettore. E anche questo un po' è vero. Al di là della trascurata immaginazione del lettore, cosa di cui in alcuni casi ci si può velocemente fare una ragione, soprattutto quando l’approfondimento merita davvero, in questo caso il risultato è secondo me un tono lievemente pedante, che mi ha ricordato quello di alcuni professori che infarciscono di nozionistica quelle materie che sono già poco interessanti di loro e che con un simile approccio risultano agli studenti definitivamente indigeste.
Detto questo, riconosco il valore oggettivo dell'opera e della scrittura. Non si leggono tanti italiani che scrivono così bene, ma nonostante tutto ciò non so se questo autore faccia per me.
Profile Image for Chiara Giacobelli.
Author 9 books28 followers
April 6, 2024
"Ci ha impiegato davvero molto tempo Andrea Canobbio per scrivere La traversata notturna: un romanzo che sin dalle intenzioni iniziali avrebbe dovuto raccontare la storia dei suoi genitori, senza mai illudersi che sarebbe stato facile farlo. Eppure, eccolo arrivare fino in fondo e consegnare alle stampe nel settembre 2022 per La Nave di Teseo l’opera che forse rappresenta il suo lavoro più completo, non soltanto come scrittore, ma anche come analisi di sé stesso e delle proprie relazioni interpersonali. Il tema di fondo – seppur con molte divagazioni e parentesi aperte – è infatti la storia della sua famiglia, con un’attenzione particolare alla malattia del padre: la depressione. Un male che lui stesso ammette di non essere mai riuscito a comprendere del tutto, crescendo con un sordo rancore nei confronti del genitore e delle sue inevitabili mancanze: d’altra parte, si era tra gli anni Sessanta e Settanta, ben lontani dalle conoscenze che i medici e gli psicologi possiedono oggi in materia, ancora più distanti da una qualche forma di empatia e comprensione da parte delle persone comuni. Si diceva ancora “problemi di nervi” o “esaurimento nervoso”, il che voleva dire tutto e niente: un qualcosa che da un lato sembrava avere cause biologiche, dunque risolvibili con la farmacologia, ma dall’altra celava anche il grande non detto della fragilità, dell’incompetenza, della colpa".

Leggi la recensione completa qui:
https://www.affaritaliani.it/libri-ed...
Profile Image for Nicole.
5 reviews
August 22, 2023
Sicuramente 5 stelle per la capacità espressiva dell’autore, che mostra una proprietà di linguaggio resa a descrivere svariate situazioni, di natura diversa, con una precisione realista.
Dal libro emerge la difficoltà della convivenza con un padre depresso, dalla naturale prospettiva di un figlio che si nutre delle mancate attenzioni del padre o talvolta della madre. Ma emerge al contempo il tentativo di ricollegare le sconnessioni emotive suscitate dalla lontananza percepita dal protagonista verso un padre concentrato su di se e sulla sua inesorabile malinconia.
Interessante è anche la riflessione presente sotto vari punti di vista, sul rapporto tra i vivi e i morti. L’etnografia, il Museo Egizio, i riti tribali, il cimitero e tanti altri dettagli minuziosi che rendono ancora più intrigante il rapporto dell’autore con la memoria familiare.
Si tratta di un tentativo cosciente e coscienzioso di un figlio di ricostruire una connessione con il padre e con la madre, con la memoria custodita e ossigenata della vita trascorsa assieme.
Consigliato a chi ha voglia di riconciliare la propria idea delle persone più care con una memoria viva, amorosa ma anche realistica.
Consigliato anche a chi si rapporta nel quotidiano con persone affette da depressione, in quanto il libro offre vari spunti di riflessione, spalancando domande ma senza la pretesa di offrire risposte.
Profile Image for Uhtred.
363 reviews27 followers
August 20, 2023
Five hundred and twenty-eight interminable pages. Once upon a time, reading a Strega Prize finalist book was a guarantee of a readable book, but with this book, some doubt raises…. A very long, very slow, boring book. The protagonist decides to make a trip down memory lane in his own city, Turin, in search of what I didn't quite understand. The story is that of a couple who get married in the post-war period, he is a soldier who has just returned from the Russian campaign, she loves music and poetry. He, who in the meantime has become an engineer, wants to investigate the reason for his father's depression but no reason seems sufficient to explain thirty years of sadness. Meanwhile, the book dwells on a thousand different rivulets, equestrian monuments, Swiss scales, Egyptian papyri, white horses, anthropologists, architects, torpedo fish and other animals. In short, a big mess, with a continuous coming and going between past and present, all weighed down by a heavy and deliberately cultured style, full of many, too many, literary quotations. Two stars.
Profile Image for Silvia Pevato.
134 reviews1 follower
December 8, 2023
Quest’anno ho deciso di leggere tutti e 5 i finalisti del Premio Strega, volevo arrivare preparata alla serata a Roma. Canobbio non sono riuscita a finirlo prima della finale, perché è un libro veramente lungo e difficile. Una vera traversata nella notte della vita.
L’autore ha diviso la città in cui è nato e vissuto - Torino - in una scacchiera da percorrere in cerca di ricordi, con la mossa del cavallo e quindi a L. La sua strada nei luoghi della vita procede con il percorso interiore che fa per ritrovare suo padre, affetto da una forte depressione che gli ha impedito di reagire ed essere presente a se stesso e agli altri.
Un libro pieno di risentimento e quindi di amore.
Un libro che inizialmente ho fatto molta fatica a leggere, ma che ora mi torna in mente con molta frequenza e tanto calore.
9 reviews
October 28, 2024
Mah … I finally finished the book and it makes sense towards the end but some decent 20 pages can’t fully explain the mindless winding of 500. It is simultaneously too personal and too detached. Some scenes felt meaningful and touching but the writing is a meandering into …what? It felt lost and incohesive. Eventually I kept on reading just to finish it and move on.
Profile Image for MonicaVandina.
138 reviews19 followers
July 10, 2023
Canobbio ci scrive che visita spesso il Museo egizio e si ferma davanti agli stessi oggetti: uno di questi è il Libro dell'Imy-duat ossia la descrizione della traversata notturna compiuta dal defunto nel regno di Osiride per poter rinascere al giorno.
Profile Image for Elena Favaro.
378 reviews11 followers
December 29, 2023
Scritto divinamente e ambientato a Torino. La scusa è quella di affrontare la depressione di suo padre per parlare della guerra e degli anni del boom economico. Libro lungo e impegnativo che alterna la saga della sua famiglia con le ricerche antropologiche ed etnografiche sui dogon africani.
Profile Image for Debora Perra.
348 reviews1 follower
April 5, 2023
Un romanzo affascinante attraverso la storia di una famiglia che è un po’ anche la storia d’Italia con un finale in crescendo in cui si dipanano i nodi nella dolcezza
Profile Image for Agnes.
461 reviews221 followers
July 11, 2023
I commenti di @Orso e @Domenico Fina sono più che esaustivi, e li ringrazio per l’ottima segnalazione.
Non potrei proprio aggiungere altro .
Profile Image for Federica Meloni.
11 reviews1 follower
September 7, 2023
L’ho trovato noioso, contorto, infinito, ripetitivo. Come “il continente bianco” non riesco a capire come sia finito nella finale del premio Strega.
Profile Image for Aronne.
235 reviews2 followers
March 1, 2024
Abbandonato a a pagina 157. Ruota tutto intorno al tentativo controvoglia,di raccontare del padre depresso. Visitando la città in cerca delle sue opere. Tutto troppo ripetitivo.
Profile Image for Laura Gotti.
589 reviews611 followers
February 27, 2025
Che poi sono 4,5 e non grido al capolavoro solo per alcune piccolezze.
Andrea Canobbio è uno di quelli bravi, che leggono - ahimè - in pochi e peccato, perché se ami la letteratura è uno degli imprescindibili. Scrive bene, ma così bene da far male, così bene che mi trovo a sottolineare frasi intere e rimanere lì a rileggerle per quanto sono belle, nitide, perfette nella loro semplicità:
'il finto freddo cattolico che abitava i nostri inverni' p. 215 e poi
' Motivi per preferire eticamente non mancano -pensavo - la primavera è caotica e ventosa, fonte di mal di testa e di allergie; l'estate è umida e languida, perlopiù tempo perso; l'autunno è un avanzare progressivo nel buio'.

Potrei continuare per pagine e pagine di questo libro che è una mappa di Torino ed è una mappa sentimentale della crescita di un figlio che si volta indietro a guardare la sua famiglia, principalmente suo padre e la sua intera vita da depresso e come ogni cosa ne è stata condizionata. Canobbio cammina, a volte solo, a volte no, alla fine con un cane per le strade di Torino e riflette, rievoca, rimugina, collega. Insomma scrive un libro come solo chi è bravo, molto bravo, sa fare.

Sono 500 pagine di passi lenti e cuore veloce e cervello da tenere a bada e ricordi che fanno male e pensieri da riallineare e paure che non smettono mai.

Ci vuole bravura a scrivere così, più che mestiere. Canobbio fa l'editor ed è abituato a far stare in piedi i libri degli altri, figuriamoci come ha saputo tener su il suo, ma non basta, non sarebbe bastato se questo libro non avesse avuto la sua prosa misurata, tagliente e precisa che chi ama la letteratura non può non innamorarsi follemente di questo libro.

Torino è vino rosso, per gustarsi le pagine di una primavera fredda e piovosa come piace a me, è fare pace con i ricordi e pensare anche ai propri genitori, all'infanzia, alla spensieratezza che non c'è più, ai dolori rimasti, alle gioie che verranno.

Grazie per un libro così, non sbandierato, non acclamato, ne avranno parlato in due, lo avremo letto in tre perché ormai è tutto un gridare al capolavoro ma quando i capolavori veri ci sono, non se li fila nessuno.
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