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Soli

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Nella storia mai così tante persone hanno vissuto da sole, eppure la società continua a considerare la solitudine come la mancanza di qualcosa, se non addirittura come un fallimento personale. Ma che cosa significa essere soli? Questo saggio intenso, in bilico fra esperienza personale, filosofia e letteratura, esplora un sentimento che tutti conosciamo e che spesso ci spaventa. Daniel Schreiber percorre la tensione che si muove tra il desiderio di ritiro e libertà e quello di vicinanza, amore e comunità, riflettendo sull’assenza, sui legami e sul ruolo dell’amicizia. Soli si chiede dunque se felicità e solitudine possono coesistere, ma la più importante delle domande diventa allora un’altra: in che modo vogliamo vivere?

166 pages, Kindle Edition

First published September 27, 2021

296 people are currently reading
4451 people want to read

About the author

Daniel Schreiber

42 books188 followers
Daniel Schreiber, geboren 1977, ist als Kunstkritiker für verschiedene internationale Zeitungen und Magazine tätig. Er ist Autor der Susan-Sontag-Biografie 'Geist und Glamour' (2007) sowie der hochgelobten Essays Nüchtern (2014), Zuhause (2017) und des Bestsellers Allein (2021). Er lebt in Berlin.

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301 (6%)
1 star
76 (1%)
Displaying 1 - 30 of 317 reviews
Profile Image for Nora.
85 reviews9 followers
October 26, 2021
Dieses Buch wurde in meiner Bubble hochgelobt und verehrt. Ich hatte hohe Erwartungen an den Essay von Daniel Schreiber. Allerdings konnte mich das Buch nicht so richtig überzeugen. Zum einen lag das sicherlich an dem teilweise sehr umständlichen Satzbau. Am Ende eines Satzes angekommen, konnte ich mich nicht mehr an seinen Anfang erinnern. Ich versuchte, die Worte aufzusaugen, sehr bewusst zu lesen, weil mich die Thematik persönlich beschäftigt. Mir war klar, dass ich einen Essay und keinen Roman lese. Trotzdem hätte ich mir oft einen Punkt anstelle eines Kommas gewünscht. Dazu kam, dass ich bei manchen Anekdoten die Pointe vermisst habe oder sich mir der Sinn dieser nicht erschloss. 

Es werden einige Aspekte der Einsamkeit und des Alleinlebens aufgezeigt, die mir teilweise nur unterbewusst oder gar nicht bekannt waren. Das Buch regt definitiv zum Nachdenken an und ist eine Lobrede an die Freundschaft. Dadurch wird das Buch sicherlich nicht nur für Menschen interessant, die mit ihrem Single-Leben hadern, sondern auch für solche, die in einer Partnerschaft leben und ihre alleinstehenden Freund*innen besser verstehen möchten.

Ich fand es sehr mutig und berührend, wie offen der Autor über seine privaten Erlebnisse und Empfindungen berichtet. Wie er sie in den Kontext der aktuellen Zeit setzt, aber auch ergründet, woher diese Gefühle kommen. Die Grundstimmung der Abhandlung ist bis fast zum Schluss traurig und betrübt, so dass es mir schwerfiel, daraus Hoffnung und etwas Positives zu schöpfen. Es hat lediglich etwas tröstliches, zu lesen, dass andere ähnliche Zweifel und Sorgen haben.

Daniel Schreiber trägt viele philosophische Betrachtungen zum Thema Freundschaft und zum Alleinsein zusammen, die definitiv zum Nachdenken anregen. Auch beschreibt er, mit welchen Methoden er gegen seine Einsamkeit ankämpft. Diese sind aber sicherlich nicht auf jeden Menschen übertragbar.

"Allein" ist meiner Meinung nach etwas überschätzt. Man kann es lesen, aber man verpasst auch nichts, wenn man es nicht tut.
Profile Image for ➸ Gwen de Sade.
1,226 reviews112 followers
January 10, 2022
What the fuck?

Also dieses Buch ging sowas von am Thema vorbei, das Buch verdient einen Rant/Aufregerpost. Vermeintlich soll dieses Buch Einsamkeit und alleine sein entstigmatisieren und normalisieren. Ich habe so viele positive Stimmen vorab gelesen, dass ich mir doch einiges erwartet habe. Stattdessen bekommen wir eine absolut selbstbeweihräuchernde Erzählung eines sehr privilegierten Menschen.

Im Endeffekt ist Einsamkeit und die Umstände die zu Einsamkeit führen auch ein absolutes Klassenproblem. Die Audacity dann über viele Seiten hinweg über das Gärtnern und Botanik zu sprechen, wenn ein Garten der Inbegriff des Privilegs ist, oder darüber, wie man in "Einsamkeit" auf einer malerischen Insel Homeoffice gemacht hat, wow. Das macht mich sprachlos.

Weiters führt der Autor aus, wie viele Probleme das Queersein mit sich bringt, was zwar an sich interessant ist, aber das hat eben in diesem Buch nichts verloren. Vor allem dann nicht, wenn das Conclusio dann obendrein auch noch ist, dass der Autor ohne Partnerschaft und Freunde dann doch wieder sehr einsam ist. Ja, you don't say.

Ohne dem Autor zu nahe treten zu wollen, aber man merkt einfach stark, in welchen Kreisen er sich bewegt. Ein sehr elitäres Umfeld wie mir scheint. Dieser Blick auf Einsamkeit ist auf jeden Fall genauso wertlos, wie der Versuch hier irgendwas zu entstigmatisieren.

Ich empfehle nach wie vor das Buch von Diana Kinnert zu dem Thema. Sie deckt wirklich alles so so gut ab. Kapitalismus, Einsamkeit im Alter, Frauen, junge Menschen, die Pandemie, alles was dieses Buch gerne gewesen wäre, und das wissenschaftlich belegt.
Profile Image for Cule.Jule.
91 reviews84 followers
February 13, 2022
Daniel Schreiber erkundet in seinen literarischen Essays auf interessante und kluge Weise ein Gefühl, das jeder von uns spätestens seit der Pandemie kennen sollte: allein zu sein.

141 Seiten, die weder zu kurz noch zu lang waren und mich ab der ersten Seite als Leserin fasziniert haben. Vor allem der Schreibstil sticht durch eine ehrliche und warmherzige Art heraus.

Dieses Buch erhält von mir eine absolute Leseempfehlung, denn es lädt den Leser ein selbst innezuhalten und über die eigene Lebensform zu reflektieren.

https://www.youtube.com/watch?v=snDih...
Profile Image for metempsicoso.
437 reviews487 followers
December 26, 2023
Ci sono tante cose - troppe, spesso dolorose - in questo saggio che mi sono parse trascritte direttamente dai pensieri più impauriti e titubanti che mi girano per la testa.
Perché, per come è andata fino ad ora la mia vita, sarò solo anche per quello che ne resta.
Con una famiglia di sangue, certo, e una rete di amici che forse imparerò a far entrare più vicino o che allontanerò, come ho già fatto, nel tempo. Però solo.
"Lui? Lui non ha nessuno, è solo". Quel tipo di solitudine. Quella che viene discussa sottovoce dalle pettegole del circondario, quella per cui nelle statistiche conti come famiglia unipersonale, e nelle chiacchiere altrui come single fino a quando puoi passare ancora per giovane. Poi, zitello.
Questa cosa di me non la rifiuto, sebbene sia ben lontano da accettarla. È un bisticcio continuo e sciocco.
Perché io da solo sto bene: funziono meglio nel silenzio, nella ripetizione affidabile di una routine rodata, nel mio modo di fare e ordinare le cose. Io, poi, non mi innamoro delle persone - o, almeno, fino ad ora non mi è mai successo: né per portarle a letto, né per l'altare, di certo non per il reparto d'ostetricia.
Eppure, nonostante il raziocinio sentenzi tutto in modo categorico, qualcosa più in basso, tra petto e stomaco, non smette di sperare. In cose stupide, il più delle volte: in un abbraccio accogliente a fine giornata, nella tua torta preferita appena sfornata, in una serata davanti alla TV con la testa appoggiata sulle tue cosce. Insomma, nella sciocca seppur preziosa quotidianità con qualcuno a cui affidarsi, o in cui riporsi.
Quindi è inevitabile chiedersi la notte, come stanotte, se in me c'è qualcosa di rotto. È un pericoloso mare in burrasca, quello di questi "se": se fossi meno queer, se fossi nato altrove [in una metropoli, in un altro stato, in un'altra famiglia], se avessi incrociato il percorso di una qualche altra persona, se avessi avuto un esempio, se avessi letto prima quel libro, se mi fossi preso più cura di me, se avessi chiesto aiuto, se avessi preso l'altra strada, o intrapreso l'altra carriera, se. Recrimino, mi arrabbio.
Forse è la società che mi ha rotto, quando da bambino ero sensibile e intelligente e i miei mi hanno detto che era sbagliato perché sono nato maschio. Forse è a causa di quei rimproveri se oggi sono fragile, stupido e anaffettivo. Forse dovrei prendere in mano le mie quattro cose e tornare in terapia.
Oppure no, va bene così. Va bene anche non aver fame d'amore, non voler condividere gli spazi [il mio cesto dei vestiti sporchi nel mio bagno, il mio letto], non mediarsi per tutta una vita pur d'evitare un divorzio. È rotta la società, che mi dà modo solo d'esistere ma non d'essermi.
Forse siamo rotti io e la società, e a trovare un modo per brigare, in tutte queste fratture, perdo il sonno.

Questo saggio parte dalla difficoltà di barcamenarsi nella solitudine, che a volte è satura di gioia e altre un mostro pantagruelico pronto a divorarti.
Avrei preferito si concentrasse di più o soltanto su questa estraneità, magari arrivando a qualche utile suggerimento o soluzione - qualcosa di più del giardinaggio, lo yoga, il lavoro a maglia e le camminate [eppure, comunque, fa strano ritrovarsi in questi stessi tentativi, come se tutti attingessimo sempre e solo dalla medesima falda].
Di risposte non né dà, perché non ne ha. Per questo cerca la felicità altrove, dando moltissimo spazio all'amicizia, che è il vero soggetto principale di questo saggio autobiografico.
La pandemia, poi, è un altro grande tema. Uno che ancora mi stranisce e spaventa.
Mi ha comunque dato molto - a partire da una citazione di Annie Ernaux in esergo che è stato l'inizio di un continuo richiamo ad autori e autrici del cuore e che mi ha lasciato una lunga lista di altri libri e penne da affrontare.
Per continuare a cercare anche lì qualche spunto per imparare a vivere solo. O per imparare solo a vivere.

Tutto questo fermento notturno, che vorrebbe dire tante cose ma non può, per me si merita quattro stelle.
Profile Image for Alina.
33 reviews20 followers
October 10, 2021
Ein Tagebuch wie es wahrscheinlich viele während der Pandemie geführt haben, gespickt mit der Einführungsliteratur eines geisteswissenschaftlichen Studiums. Eher schwach.
Profile Image for Rebecca.
4,185 reviews3,448 followers
September 5, 2023
Daniel Schreiber is a Berlin-based essayist and biographer of Susan Sontag. These philosophical reflections on solitude and loneliness, coinciding with the first year of the pandemic, reveal his ambivalence about living alone and his frustration that the idea of the couple so defines society that anyone who does not fall in line is considered aberrant.

“I never made a conscious decision to live alone,” Schreiber says. Although he has had many partners, some of them long term, and even lived with two of them for a time, he is single at the time of writing, and can’t help but think that his state implies some kind of deficiency. Part of this he attributes to queer shame that he must have subconsciously internalized, and part to Pauline Boss’s concept of the “ambiguous loss” – missing what one has never had.

The author has many friends, men and women, but feels that society tells us platonic love is less than romantic love; “friendship is thus reduced to a time of transition … a threshold state that ends when one successfully integrates into traditional forms of cohabitation.” His friend novelist Hanya Yanagihara (who gives a quote on the cover) corroborates this suspicion, which A Little Life affirms: “In the end, she said, you are always alone when you are single.”

The “Never So Lonely” chapter is about the Covid-19 situation in particular. Schreiber acknowledges that being alone does not have to equate to loneliness, yet the less he saw of people during lockdowns, the more he struggled mentally and emotionally. “At some point, a self-reinforcing dynamic of fear set in: the lonelier I felt, the less I could talk about it. And the less I talked about it, the lonelier I felt.”

Hiking, gardening, yoga and, eventually, foreign travel were among his coping strategies. This is as much a mini-memoir as it is a work of cultural criticism. Its academic tone is evident from a glance at the bibliography: Hannah Arendt, Roland Barthes, Joan Didion, Deborah Levy, Audre Lorde, Maggie Nelson and so on. This resonated with other loneliness- or solitude-themed books I’ve read, such as The Lonely City by Olivia Laing and Journal of a Solitude by May Sarton. It offers not answers, but solemn, quiet thoughts.

Originally published on my blog, Bookish Beck.
51 reviews58 followers
January 2, 2022
hab es nicht zu ende gelesen, die erste hälfte hat mir gereicht… es sind schon ein paar wichtige gedanken, aber ich kann mit der lebenswelt einfach null relaten, bildungsbürgertum akademiker welt, die mir schon beim beobachten oder lesen ein komisches gefühl gibt. die sprache klingt anstrengend, die sätze zu verschachtelt, viel zu große worte für ein alltägliches phänomen. obwohl, vielleicht betrifft es in der da beschriebenen form aber eh nur diese schicht, also passt vielleicht schon so.

aber direkt am anfang halt das ekelhafteste, was ein*e autor*in meiner meinung nach machen kann: einfach JEDE negative erfahrung, die man macht, überdramatisieren indem man PTBS-spezifische symptome für sich beansprucht. denkt euch einfach eigene worte aus statt euch an worten für symptome zu bedienen, die ihr (glücklicherweise!) nicht nachvollziehen könnt. das macht mich richtig wütend
Profile Image for Samuel.
296 reviews63 followers
January 5, 2023
“We are all fated to feel lonely at some point in our lives. It is an unavoidable, existential experience. And perhaps also a necessary one.”

In this candid and moving essay, German writer Daniel Schreiber explores what it means to be alone in a society that idealizes romantic relationships. Schreiber shares his own fears and experiences as a long-term single gay man and links them to some of the world’s foremost writers and thinkers, such as Hannah Arendt, Annie Ernaux, Audre Lorde and Maggie Nelson. He also examines the role that friendships play in our lives and whether they can replace a need for romantic love.

Schreiber tackles the topic of loneliness from many different angles. I thought it was interesting, for example, how Schreiber tied in the experience of loneliness to our dashed expectations of life (referring to concept of 'cruel optimism' coined by Lauren Berlant). Mainstream society instils in us what ‘the good life’ should look like, an ideal we need to reach for in terms of economic prosperity and happiness in love. And if we cannot achieve those things, we experience a sense of disconnection from others or even society as a whole. We feel that we have failed or lost out in some way.

I thought this was a thought-provoking read on the nature, causes and impact of loneliness in its many forms. This is not a self-help book with quick-fixes or a memoir drenched in self-pity. Nor did this book feel like an indictment against society. ‘Alleen’ (Alone) is refreshingly different in that it provides a very personal, in-depth examination of loneliness interwoven with the theories and ideas of philosophers, writers, scientists, and artists. This places Schreiber's experiences in a wider context, inviting you to reflect on your own life and feelings on this multi-faceted topic.

The fact that this was written by a single gay man of my age gave this book an extra dimension for me. But to say that this book is only relevant to gay men would be a disservice. I think that many people can relate to the thoughts, feelings and experiences shared in this book.

It's a pity this book is only available in German and Dutch.
Profile Image for Literarischunterwegs.
359 reviews42 followers
November 8, 2024
Schade, ich hatte mir mehr erwartet, als einen Erfahrungsbericht des Autors wie er mit dem Alleinsein, auch während und nach der Pandemie zurecht kommt. Es war zwar nett, aber mehr auch nicht.
Profile Image for Anka.
1,115 reviews65 followers
January 13, 2022
2.5 Sterne
Meiner Meinung nach, ging es in diesem Buch gar nicht so sehr ums Alleinsein. Eher um Gärten, Freundschaften, die Abwesenheit von romantischer Liebe und Corona. Ja, es war die Pandemie, die dazu geführt hat, dass sich Daniel Schreiber so allein gefühlt hat. Er war immer nur im Home Office, hat andere nur auf Spaziergängen mit Abstand getroffen und ewig niemanden umarmt. Natürlich fühlt er sich da einsam.

In einem Podcast wurde das Buch empfohlen, weil es aufzeigen würde, dass man Freundschaften fälschlicherweise nicht so schätzt wie Liebesbeziehungen. Aber der Autor macht genau das. Er sagt, irgendwann seien alle Freundschaften nichts mehr wert, weil sich alle in ihren Partnerschaften und Kleinfamilien verlieren.

Weil ich selbst Single bin, hoffe ich nicht, dass meine Zukunft genauso trostlos wird. In dieser Hinsicht hat mir dieses Pandemietagebuch (für mich war es tatsächlich nicht viel mehr als das) schon etwas Angst gemacht. Vielleicht mochte ich es nur deshalb nicht so sehr, wer weiß.
Profile Image for Anna.
2,115 reviews1,019 followers
September 26, 2023
Alone: Reflections on Solitary Living is a thoughtful memoir that contemplates friendship and loneliness. I read it all in one go, as it's only 125 pages plus notes. I was expecting more focus on living alone, but was pleased to find wider and more philosophical reflections than that. I also appreciated his perspectives on the pandemic. Schrieber is deft and considered writer. While the overall tone is one of melancholy introspection, some of his insights are moving and painful; others warming and hopeful. The former largely relate to romantic relationships and the latter to friendship:

The joy of friendship cannot be located in an ideal. It does not materialise when the only thing being met is our own need for other people's attention. It does not transpire when we project our feelings and our unresolved conflicts onto our friends, or simply believe that the reason we know them so well is because they are so much like ourselves. The lasting joy of friendship if a by-product of giving, of gifting our attention. It is an experience of dissolving our barriers and occurs only when we succeed in broadening our own horizons and escaping the prison of our own problems and fears that we are so often trapped in. It materialises when we recognise the person in front of us in all their otherness. When we open ourselves up to their emotional reality, to their alternative view of the world. It emerges when we are there for someone else.


I really enjoyed Schrieber's discussion of friendship. His consideration of being single when you expected to settle down in a couple was less impactful. Partly because that was never an expectation I had personally; from a very young age I anticipated living alone and focusing my energy on a career. And partly because he takes a more personal and less philosophical approach to discussing romantic relationships. Nonetheless, this is a thought-provoking book that I'd recommend whether or not you live alone. Everyone has experienced loneliness and friendship in some form or other, giving it wide relevance.
Profile Image for Ellinor.
758 reviews361 followers
August 24, 2022
Allein ist eines der Bücher, die mir im letzten Jahr auf Instagram am häufigsten gezeigt wurden, und fast jede der zugehörigen Rezensionen war positiv. Dem kann ich mich aber leider nicht wirklich anschließen.
Daniel Schreiber beschreibt zwar einige Punkte des Alleinseins sehr treffend, schildert viele Bespiele aus der Psychologie und der Literatur. Doch vieles davon bleibt sehr oberflächlich. Immer wenn ein Thema interessant zu werden droht, geht er wieder auf seine persönlichen Erfahrungen ein. Zunächst fand ich das noch nicht besonders störend und dachte eher, dass die ein sehr persönliches Buch sei. Doch je mehr ich las, desto mehr ärgerte mich dieses Gejammere. Denn der Autor befindet sich eigentlich in einer sehr privilegierten Position: Er hat eine schöne Wohnung, einen Job, Hobbies und Interessen, denen er nachgehen kann, und nicht zuletzt kann er dank Homeoffice auf einer Insel überwintern. Außerdem hat er Freunde, auch wenn er sich laufend beklagt, dass diese zu wenig Zeit für ihn hätten, da sie alle in einer Beziehung wären. Mir kam das ganze irgendwann so vor, als würde er einfach einen längeren Bericht für seinen Therapeuten schreiben.
Ich hätte mir deutlich mehr von dem Buch erwartet und bin mir sicher, dass man hier viel tiefer gehen und auch neue Perspektiven einbringen könnte. Nur vielleicht eben nicht die persönlichen des Autors.
Profile Image for Dea.
175 reviews724 followers
March 29, 2025
The blurb is a bit misleading - this is more of a memoir with a heavy focus on the pandemic period and the author’s queerness.
Profile Image for od1_40reads.
280 reviews116 followers
September 4, 2023
Daniel Schreiber has written a beautiful and profound book about leading a single life, living alone and loneliness. With a cover endorsement from Hanya Yanagihara and the book’s inside page quote taken from Annie Ernaux’s ‘The Years’, I knew I was going to be in safe hands.

“People have always been lonely. They have experienced this feeling always and everywhere, and they have used all their strength to try to evade it. Loneliness is not a modern or even a contemporary phenomenon. No matter what our beliefs are about earlier eras and cultures, no matter what pastoral, religious and social idylls we project onto the past, loneliness is something that has always been recored in philosophy and literature.”

Set against the backdrop of the pandemic, a time when many people experienced profound bouts of loneliness – myself included as Andrew and I were separated for months due to reasons I’ll not go into here – Schreiber relays in brave detail his experiences of living alone, cut off from friends and family, and how the pandemic intensified emotions sounding this experience as friends with their own families understandably focused on them, doing what they needed in order just to get through those months and years.

But it’s not all centred on the pandemic. The very essence of Friendship is a key theme. Schreiber looks at how friendship has been portrayed throughout literature and philosophy. We hear from Nietzsche, Sappho, Jean-Paul Sartre and Arendt amongst others.

Also, Schreiber, a gay man himself, writes poignantly about queer peoples’ experience of loneliness; as sadly this is all too often a huge, and sometimes devastating aspect of daily life for many queer people. He talks about how, throughout the 20th century, before the very recent liberations in western countries for LGBTQ+ communities, due to most societies oppression of queer people, the shame this caused led many to feel that they did not deserve to be loved, were unloveable. And sadly, how gay/queer shame is still very much a destructive force that affects all areas of the LGBTQ+ community worldwide.

This is a profound, important and beautifully written book; to quote Hanya Yanagihara, “A beautiful writer and a beautiful thinker”. I recommend you all take a bit of time out of your reading schedules for this book, about one of the most human of experiences that we all face at some point in our lives.
Profile Image for SusanneH.
511 reviews39 followers
November 6, 2024
Eigentlich hatte ich was ganz anderes erwartet, aber das Buch hat mich dennoch positiv überrascht.

Ich dachte eher an ein Buch zum Thema Einsamkeit im Alter.
"Allein" brachte die Corona Pandemie nochmal zurück ins Gedächtnis.
Allein lebende Menschen waren von den Kontaktbeschränkungen natürlich viel intensiver betroffen.

Und ganz besonders geht es in diesem Buch um queere Menschen. Beeindruckend wie offen und persönlich Schreiber aus seinem Leben erzählt.

Kapitel für Kapitel bin ich Daniel Schreibers Gedanken und Erinnerungen gefolgt. Das Buch ist sehr philosophisch und intelligent.
Der Autor wurde mir immer sympathischer und macht Lust weiteres von ihm zu entdecken.
Profile Image for lea rothe.
128 reviews232 followers
February 15, 2022
abgesehen von einigen, wenigen aber guten passagen, lässt sich das buch schwer lesen und ist eher ermüdend.
das buch hat keine struktur und linie, abgesehen vom klagen über die pandemie und manchmal der schlechtigkeit der welt. irgendwie kann es sich nicht entscheiden, ob es eine art roman, theoretische abhandlung oder lebensratgeber sein möchte. hat mich sehr irritiert zurückgelassen
Profile Image for mari_liest.
317 reviews
Read
January 30, 2022
This entire review has been hidden because of spoilers.
Profile Image for Irena.
145 reviews82 followers
May 17, 2023
Nichts ist einsamer als die Einsamkeit des Nicht-gesehen-Werdens, des Nicht-erkannt-Werdens. Nichts fühlt sich wie ein größerer Sinnverlust an als das von ihr verursachte Schweigen.
Profile Image for Clarissa.
693 reviews20 followers
May 31, 2024
Ich fand besonders die Einblicke in die queere Perspektive von Liebe, Partnerschaft und Alleinsein unheimlich bereichernd und bin dankbar für die Offenheit des Autors.
Ansonsten ist mir aufgefallen, aus was für einer privilegierten Sicht der Essay kommt, was ich ihm natürlich nicht zum Vorwurf machen kann, da das nun mal die Realität von Schreiber ist. Allerdings gibt es viele literarische und philosophische Querverweise und da wundert es mich schon, dass der Klassenaspekt von Vereinsamung im Spätkapitalismus keine Erwähnung fand.
Ohne dem Autor sein Trauma absprechen zu wollen, haben andere ganz andere Lebens-Situationen, in denen man sein Alleinsein nicht im selbst umgestalteten Garten oder im Hotel am See in der Schweiz aussitzen kann.
Nach all dem guten, was ich von diesem Essay gehört hab, bleibe ich eher enttäuscht zurück.
Profile Image for mia mathilda.
81 reviews38 followers
December 28, 2021
es ist so schön, dass daniel schreiber nicht in selbstmitleid versinkt, das passiert bei der thematik ja schnell mal. er hat sich dazu entschieden ganz intensiv auf unser verständnis und die wichtigkeit von freund:innenschaft in unseren leben einzugehen and i think that’s beautiful. ich hab schon auf den ersten 50 seiten geuglycryed, weil ich meine eigenen freund:innenschaften analysiert habe und festgestellt habe, wie sehr diese mich erfüllen und glücklich machen. auch die gedanken zu „self-care“ und seine schilderungen zu yoga, wandern und dem stricken fand ich so sympathisch und irgendwie super. das buch ist ganz ganz toll, weil es für mich grade in dieser zeit relatable ist und man vor den seiten sitzt und immer nur nickt und sich denkt „same, daniel, same…“!
Profile Image for Niki Vervaeke.
658 reviews43 followers
June 1, 2023
Genoten van dit zoeken naar zin in alleen-zijn en eenzaamheid
een verweving van eigen ervaring, zoeken, vinden bij anderen, (h)erkennen en kunnen benoemen
een soort leren omgaan met zijn eigenste zelf met en ondanks de eenzaamheid
heel wat referenties, quotes, linken naar filosofie, literatuur en ander schoons
nergens belerend of arrogant, eerder meeslepend en inspirerend.

Heel graag gelezen

https://www.filosofie.nl/altijd-het-r...
Profile Image for Sophy H.
1,902 reviews110 followers
May 9, 2024
This was a thoughtful, reflective and intelligent observational look at the lived experience of being alone, set partly through the backdrop of the pandemic.

Schreiber writes about living alone, being without a life partner, the importance of quality friendships, the benefit of nature, meditation and exercise, and the introspection that often comes from living alone.

His writing is gentle yet probing and explores all manner of reference, including literary, psychological and social studies. There are some great listings in the end bibliography.

Although short, this book was most enjoyable. It really resonated with feelings I used to have when living on my own. Great writing.
Profile Image for Anna.
159 reviews
February 5, 2022
Was für ein Buch. Am Anfang dachte ich noch, was für ein Buch ist das, was Persönliches, Alltägliches, scheinbar Triviales mit den großen Stimmen der Philosophie, der Kunst, des intellektuelles Lebens kombiniert. Am Ende dachte ich: was für ein Buch, für ein Zeitzeugnis, für ein großer, ehrlicher Wurf während dieser letzten Jahre globaler Pandemie, die so wichtig aber auch so wenig inspirierend waren. Daniel Schreiber schafft es, gerade die Ambivalenz im Leben als treibende Kraft herauszustellen. Er findet so viele wahre, traurige wie tröstende Erkenntnisse dazu, wie es ist, allein zu sein - und über die Freiheit genau wie die Unsicherheit von Freundschaften. Von manchen Beschreibungen und Bildern, wie denen von Gärten war ich überrascht. Aber gerade dadurch, dass der Autor sich mit seinem Leben in allen Details so zutiefst verletzlich zeigt, ist das Buch so viel mehr als eine intellektuelle Auseinandersetzung mit unterschiedlichen Lebensentwürfen.
Profile Image for Antonia.
51 reviews15 followers
January 30, 2022
Daniel Schreiber setzt sich sehr intensiv mit dem Alleinsein auseinander, theoretisch sowie praktisch, und teilt darüber hinaus auch noch seine ganz persönlichen Erfahrungen von Einsamkeit mit dem*r Leser*in.
Sein Essay liest sich manchmal wie melancholische Tagebuchseiten, manchmal wie eine (pseudo-)wissenschaftliche Analyse der Corona-Pandemie, als läge sie schon 10 Jahre zurück, und dann wiederum ist sehr viel philosophisch -soziologische Theorie in den 160 Seiten verpackt - Daniel Schreiber zitiert viel von Autor*innen, die sich ebenfalls schon mit den Themen Alleinsein, Freundschaft, romantische Liebe und Einsamkeit beschäftigt haben.
Meine Stimmung während des Lesens ist stark geschwankt, oft hat Schreibers Offenheit ein Nähe- und Geborgenheitsgefühl bei mir ausgelöst, stellenweise haben mich seine Gedanken aber auch frustriert und deprimiert.
Profile Image for Lara.
10 reviews
March 9, 2022
Das Buch ist meiner Meinung nach viel zu sehr gehyped worden. In meiner Bubble war es eines dieser Bücher, ,,die man gelesen haben muss“. Sehe ich nicht so. Muss man nicht gelesen haben. Bereichert einen eher weniger und lässt einen vielmehr irritiert zurück. Schreiber fährt irgendwie keine klare Linie und man* fragt sich die ganze Zeit, was er mit dem Buch eigentlich sagen will. Vielleicht hat er es gebraucht, dieses Buch zu schreiben, um sich selbst ein bisschen zu heilen. Das ist vollkommen okay, aber mich hat’s eher runtergezogen als aufgebaut. Aber, was man* ihm lassen muss; er bezieht sich auf wirklich sehr gute Literatur und hat eine sehr schöne Art, Dinge miteinander zu verknüpfen und zu beschreiben.
Profile Image for Jennys Bücherkiste.
813 reviews27 followers
January 6, 2022
Ein literarisches Essay über den Unterschied zwischen Alleinsein und Einsamkeit und über die Bedeutung von Freundschaft und Partnerschaft. Daniel Schreiber verknüpft persönliche Erfahrungen mit wissenschaftlichen Quellen und philosophischen Texten zu einem nachdenklichen, hoffnungsvollen Gesamtwerk. Ein wichtiges, hochaktuelles Buch in Zeiten von Kontaktbeschränkungen und in einer Gesellschaft, in der Individualität gefordert, Ehe und Familie aber als ultimative Lebensziele angesehen werden. Berührend und teils schonungslos regt der Text zum Nachdenken an und schafft es, so etwas wie Hoffnung zu vermitteln. Empfehlenswert hauptsächlich für Alleinstehende, die sich eine Partnerschaft wünschen, aber auch für deren Freunde sowie für alle, die am Thema Freundschaft aus wissenschaftlicher und philosophischer Sicht interessiert sind.
Profile Image for Neun_Drei.
14 reviews
March 7, 2022
Ein Corona-Tagebuch aus einer sehr privilegierten Schicht und Sicht.

Daniel Schreiber hat mich oft verloren, weil seine Geschichten oftmals in die Leere führten. Nicht das, was ich erwartet habe.
Profile Image for Mary.
17 reviews
May 27, 2023
manchmal ein bisschen am Thema vorbei aber insgesamt echt empfehlenswert
Displaying 1 - 30 of 317 reviews

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