Morrer no espaço virtual não é fácil. Evitamos um convívio próximo com o fantasma da morte, considerado, na nossa cultura, inoportuno, macabro e de mau gosto. Contudo, online, ele está por todo o lado. As pegadas digitais de uma pessoa falecida vagueiam eternamente e sem rumo, reaparecendo de forma intempestiva aos olhos de todos os seus contactos. Estaremos nós condenados a tornar-nos fantasmas digitais? Seremos já testemunhas involuntárias da impossibilidade contemporânea de desaparecer e de esquecer? De que modo estará isto a alterar subtilmente a nossa relação com a morte, agora que Facebook, Instagram e WhatsApp se transformaram no maior cemitério do mundo?
Cosa resterà della tua identità digitale quando morirai? Te lo sei mai chiesta? Perché c'è una certezza: tutti noi, chi prima chi dopo, moriremo. E, quindi, tutti noi abbiamo un problema: cosa rimarrà della "casa" che abbiamo costruito online? Chi la erediterà? Offline la morte è un tabù. Lo è da quando è stato ospedalizzata, nel corso del Novecento, da quando l'odore di un corpo putrescente è stato mascherato con quello del disinfettante. Non se ne parla in pubblico, non la si esorcizza se non nel privato della propria casa con le imposte chiuse. Online non è così. È un'evoluzione che è sfuggita al controllo dell'essere umano: nessuno ha pensato, creando i social, alla morte. Eppure avrebbero dovuto. Come in questo saggio viene ricordato, proseguendo a questo ritmo entro la fine del secolo Facebook (se Fb sopravviverà - improbabile - così a lungo) sarà affollato più da profili di persone decedute che non da viventi. Un gigantesco cimitero digitale. Compare la notifica di un ricordo, ci clicchi sopra ingenuamente e ti ritrovi a guardare il viso sorridente - o prigioniero? - di un caro che non c'è più. A tradimento. Hai la morte in casa... o, meglio, in mano. Ci sono social che raccolgono necrologi, siti che offrono servizi per gestire la tua eredità digitale e persino chatbot che ricreano, per tramite di algoritmi, il modo di scrivere e di pensare di una persona a cui hai voluto bene, elaborandolo dai suoi testi sopravvissutigli su internet. Nascono, di conseguenza, nuovi dilemmi etici che si è mai dovuto affrontare prima. Tutto ciò - e molto altro - viene affrontato in questo piccolo vademecum sulla morte nel mondo digitale. È un libro molto denso, con alcuni passaggi impegnativi, ma nel complesso scritto in modo abbastanza scorrevole. La materia è ampia, lo spazio troppo limitato: è solo uno spunto, il via per una riflessione - la Death Education - che tutti oggi dovremmo affrontare. Per non arrivare impreparati all'imprevisto, per stabilire cosa vogliamo che di noi rimanga e cosa no. Per quanto riguarda me, io sono per la cremazione assoluta, corporea e digitale. Di me avrei piacere non rimanesse nulla. Non potendo arrivare a tale risultato, mi acconterei anche di lasciare solo molto poco. Ho smesso da anni di postare sui miei profili personali, motivo per cui non soffrirò ad eliminarlo completamente, e da diversi mesi ho disabilitato anche il mio Instagram da blogger. Questo libro mi ha convinto sia doveroso andarlo a cancellare, nel caso decidessi di non riprenderlo in mano (troppo intimo, troppo personale). Al momento, di me resta solo questa traccia, qui su Goodreads [e qualche mail]. E sai una cosa? La prospettiva che si conservi per un potenziale per sempre mi ha messo ansia. Ogni parola andrebbe rivista, riletta e forse censurata. Tutti noi oggi dobbiamo affrontare l'angoscia che, un tempo, era propria solo delle grandi personalità: curare l'immagine che vogliamo dare di noi anche in testi non sorvegliati, perché anche quelli rimarranno e qualcuno li leggerà. Senza, però, avere il talento o il rilievo di, per fare un esempio celebre, Petrarca. E sì, mi rendo conto che cancellare tutti i miei contenuti sarebbe egoistico da parte mia (perché alla base dei social c'è una forte idea di condivisione [e marketing], per cui sottrarre qualcosa che hai deciso di dare agli altri è, in un certo senso, un azione violenta, come l'esproprio di un dono). Ma esiste una qualche forma di controllo, oltre all'eliminazione, su ciò che potrebbe sopravviverci? Insomma, è una questione che ognuno di noi dovrebbe affrontare con se stesso. Libro fortemente consigliato!
Libro letto per la mia tesi, non mi ha convinta pienamente. Penso che si concentri troppo sul punto di vista comunitario dei social e troppo poco sulla potenziale entità della pornografia emotiva e/o pornografia del dolore che i dati rimanenti online di una persona morta possa condurre. Non è né un libro scritto male, né un libro che fa disinformazione, semplicemente io e l'autore non abbiamo lo stesso orizzonte di considerazione in merito alla materia. Infine penso che sia poco approfondita la sezione dedicata ai dati che rimangono sul web e sulla loro implicazione all'interno degli algoritmi anche dopo la morte dell'utente. Questo processo in particolare viene eluso attraverso delle considerazioni di Floridi, anch'esse abbastanza discutibili.
دیوید سیستو یکی از پیشگامان پژوهش در حوزهی نامیرایی دیجیتال و مباحث مربوط بهشه. به همین خاطر به نظر من این کتاب هم یک فتح باب و طرح مسئلهایه راجعبه صحبت کردن و اندیشیدن به جنبههای مثبت و منفی و تأثیرات بسیار گسترده و همهجانبهی میراث دیجیتالی آدمها، پس از مرگ. چیزهای دیجیتالی به یاد مونده از افراد، اکانتهای مختلفشون در شبکههای اجتماعی، پیامرسانهایی که چتها، ویسها و پروفایلهاشون هنوز مثل قبل سر جاشه و مسائلی مثل عزاداریهای آنلاین و به اشتراکگذاری این درد و فقدان با بقیه در فضای مجازی تااا رسیدن به طراحی چتباکسها و فضاهای شبیهسازیشدهای که یک شبه تعامل با فرد مُرده رو ایجاد میکنه، تنها بخشی از زوایای پرداختن به این پدیدهی نوظهوره که قطعاً فرصت و چالشهای زیادی رو نه تنها الان که در آینده هم به طور بیشتری در زندگی ما، مباحث مربوط به مطالعات مرگ، اخلاق مرگ و فرهنگ دیجیتالی به وجود میاره. برای علاقهمندان به این حوزه و برای آشنایی، کتاب خوبیه؛ هرچند به دلایلی که همون اول گفتم، کتاب عمیقی نیست و خلأ پژوهشی در این زمینه بسیار موجوده.
Un saggio ben documentato su un tema interessante e di cui si parla troppo poco: la nostra morte digitale e l'elaborazione del lutto attraverso i social. Molto semplice, senza sensazionalismi, ben strutturato, ottimo come punto di partenza sull'argomento.
O que está além da vida é uma questão milenar que deu origem a um sem número de religiões e crenças. Mas nesta era digital em rápida evolução, outra pergunta surge: o que acontece com nossa presença digital depois que de o nosso coração para de bater?
À medida que abraçamos a revolução digital e compartilhamos cada vez mais as nossas vidas online, criamos um legado digital que continua além da nossa morte física. Estas interconexões e o advento da IA, levantam até a possibilidade de nosso Eu digital persistir além de nossa existência biológica. O impacto desse fenômeno em nossos familiares e amigos mais próximos é uma consideração a ter.
“Fantasmas Digitais”, de Davide Sisto, mergulha nesses profundos dilemas modernos. Leva-nos a refletir sobre as pegadas digitais que deixamos para trás, as maneiras de navegar pelo luto na era digital e a consideração vital de planear a nossa vida após a morte digital.
Un testo abbastanza agile, utile come introduzione e primo approfondimento su tanti aspetti legati alla morte e al lutto in relazione agli strumenti e alle esperienze digitali che diamo per scontate ormai nella nostra vita quotidiana. Ho raccolto molti spunti per future riflessioni e letture, su aspetti su cui non mi ero mai davvero soffermata. Un assaggio degli argomenti di cui si occupa Davide Sisto lo potete trovare anche qui: https://youtu.be/bfK1R6Xv4Ls
"It appears that as our lives become increasingly digital so will our deaths and rituals of mourning and bereavement"
im being fancy and starting my review with a quote.
i think im the first review in english will you look at that??
this book was really really interesting!!
i'll start of by acknowledging that i've been fortunate enough to never have lost a close friend or family member besides grandparents so my relationship with the content may differ from someone who has a more personal connection to the topic of loss and grief. i was drawn to this book because although i haven't lost someone super close to me, i have noticed the ways in which tech/social media has effected the deaths and grieving processes of acquaintances, community members, friends i'd lost touch with, etc. also because i generally have weird anxiety about the thought of dying suddenly and people i never liked/knew that well posting stuff about me on the internet.
the book starts off talking about a black mirror episode, and damn there is some technology out there that's pretty black mirror-y. one section talks about things like chatbots made of people who have passed away using their texts and emails and such (part of the plot of a black mirror episode) which is so creepy to me
there's an interesting ethical discussion about how we deal with people's memory in things like social media posts, chatbots etc without the people who have passed being able to give consent.
idk i dont like writing reviews because it feels like homework but
really interesting stuff. the book was really short (like 180 pages before notes and references) and i feel like i wanted to keep reading more. i also think the book could have benefitted from having more personal accounts from people who have lost loved ones and how tech and social media affected their own grieving processes. The book was rather western centric as well and i'd be interested to learn more about how more diverse cultures deal with death and thus how media and tech play a role in that.
would be interested to read more stuff on this topic!!
Luin kirjan suomeksi ja siinä oli valtavasti typoja. Mutta jos unohdetaan ne, aihe itsessään oli valtavan ajatuksia herättävä. Eli kun meistä tulee eräällä tavalla ikuisia digitaalisia haamuja. Kun mitään ei voi unohtaa kun kaikki säilötään johonkin digitaaliseen arkistoon (Goodreadsiin…). Huh.
A very interesting book indeed. There is nothing in it absolutely new or shocking; my knowledge about the world or human life has not been subverted. However, it is a solid, complete, rigorous, and quite updated (despite being a 6-year-old book about technology, everything sounds quite up-to-date) explanation of the changes operated by social technology over our last moments. Even a few ideas about possible business are roaming in my head. Besides, it is well written, not too funny or catchy, not too boring; with some references, quotations and footnotes, but not too many that would hamper the reading. A very happy reading to put everything into perspective.
Davide Sisto ci fa immergere nella rete dei social e inevitabilmente ne rimaniamo impigliati; ma questa rete ha una declinazione particolare, ci fa tendere lo sguardo verso l'ignoto, ci costringe a guardare e a pensare a quel futuro che la società in cui viviamo oggi si affanna a nascondere, ci pone davanti al concetto di morte. Tutti noi abbiamo un account social in cui siamo più o meno attivi e tutti questi sopravviveranno alla nostra morte. Ammettiamolo, spesso siamo caduti nella tentazione del selfie, del piatto fotografato al ristorante, dei contenuti super frivoli; ma davvero vogliamo essere ricordati così? E' un bene pensarci su, rivedere i contenuti, essere più attenti; potremmo provare a raccontare chi siamo, cosa ci piace, i nostri valori. Davide Sisto è un filosofo e su questo argomento si potrebbe filosofare a lungo, esistono innumerevoli punti di vista e tutti interessanti. Il libro permette di approfondire, all'interno troviamo molti link di rimando a siti che si occupano del tema; ma sarebbe già sufficiente leggere questo saggio per fermarsi a riflettere sul lascito che affidiamo ad un qualcosa di astratto, qualcosa in cui manca la presenza corporea della persona a cui ci rivolgiamo. Siamo davvero sicuri di voler affidare la nostra vita o meglio la nostra morte a qualcuno di cui non sentiamo il tono della sua voce, non vediamo la sua gestualità, non tocchiamo il suo corpo?
Se la nostra vita si svolge online, anche la morte diventa digitale. Il saggio cita diversi aspetti del legame tra morte, lutto e realtà virtuale citando esempi reali: dalle tecnologie pensate per tenere in vita i defunti come chatbox e ologrammi, ai social network e ai dati e profili che continuano a circolare nella rete anche dopo la morte, alla necessità di definire una "eredità digitale". Un saggio interessante, ben scritto e argomentato, scorrevole nella lettura. Fa conoscere nuove realtà e offre spunti di riflessione su un tema che può apparire strano e particolare ma che è molto attuale.
Un saggio incisivo ed estremamente utile per identificare le criticità e i punti di forza della comunicazione digitale in merito alla perdita e all'elaborazione del lutto. Ho apprezzato molto il fatto che l'autore abbia dedicato molta attenzione ai potenziali aspetti positivi dei social network per quanto riguarda la morte e l'elaborazione del lutto. Oltre a fornire una ricca lista di strumenti digitali attualmente esistenti, il saggio lascia spunti importanti sui quali, necessariamente, ciascuno di noi si dovrà soffermare.
È difficile pensare alla morte se si è immersi completamente nella vita. Lo è ancora di più se si è immersi nella cultura della rimozione. Rimozione di ciò che è brutto, di ciò che è doloroso, di ciò che fa soffrire. Continua la recensione qui --> https://www.filosofemme.it/2019/08/23...
Un’analisi perfetta di come il rapporto vita morte si è evoluto con i social. Questi ultimi ora fanno da cimitero digitale conservando, a differenza dei canonici cimiteri, il profilo e la coscienza del morto, facendo incontrare quest’ultima con la sensibilità del vivo che ora può aiutarsi, grazie ai social, nelle fasi di elaborazione del lutto.
Libro molto interessante, mi ha aperto una finestra su un mondo che non conoscevo e mi ha permesso di riflettere su quanto la nostra vita fisica sia strettamente connessa alla nostra vita digitale.