Dalla bella Parthenope e la sua fuga d'amore, che la porta a fondare la città che porterà il suo nome, alle leggende su Virgilio e le sue arti magiche, dalle storie di sfortunati amanti a quella dell'inquietante e fascinoso diavolo di Mergellina, passando per antri segreti e ricche dimore, sogni fantastici e luoghi misteriosi, quali la Cappella Sansevero, il Castel dell'Ovo o il bosco di Capodimonte. Matilde Serao racconta le più antiche leggende di Napoli con tocco poetico e innamorato.
Matilde Serao (Italian pronunciation: [maˈtilde seˈraːo]; March 7, 1856 – 25 July 1927) was a Greek-born Italian journalist and novelist. She was the founder and editor of Il Mattino, and she also wrote several novels.
Raccolta di leggende napoletane narrata dalla penna immaginifica di Matilde Serao. In sé le storie non mi sono piaciute, le ho trovate molto noiose, i personaggi femminili sono tutti uguali, alteri e crudeli, gli uomini mai, anzi, si consumano sfortunatamente per amore (delle suddette altere e crudeli), spesso le vicende non hanno una trama o una semplice svolta narrativa. Tuttavia le descrizioni sono magnifiche e immergono il lettore nel contesto. C'è una descrizione del Cristo Velato magistrale, peccato poi la solita storia d'amore infelice che riverbera di retorica...
"Oggi la città è bella perché così Iddio la volle, mentre poco la vogliono così gli uomini." Tanti anni fa con una gita scolastica sono stata a Pompei ed Ercolano. L'ultimo giorno, prima di ripartire lo passammo a Napoli. Un giorno non basta per scoprire una città così complessa, ma è sufficiente, più che sufficiente, per subirne, malgrado tutto, il fascino, la magia... o forse la "malia". Soprattutto se sei accompagnata da un architetto, napoletana verace e appassionata, che, nel poco tempo a disposizione, ti porta a vedere "Il Cristo velato" (esperienza indimenticabile), e poi: - Tanto è proprio qui dietro! - da Lombardi a mangiare "la miglior pizza di Napoli" (esperienza altrettanto indimenticabile)! Mi sono immersa nella lettura di questo libriccino in un sonnolento pomeriggio domenicale, e non ne sono riemersa finchè non sono giunta alla fine. Tutti i luoghi visti, poco più che di sfuggita, tanti anni fa, mi sono tornati alla memoria. Ogni luogo una storia, che da al luogo stesso una vita propria ed un significato fantastico. Vorrei tanto tornare a Napoli, perchè so che ora la guarderei con uno sguardo diverso, più coinvolto e consapevole. Vorrei tanto tornare a Napoli per conoscerla con tutta la calma, la dedizione e l'amore che un "capolavoro" merita. Ma soprattutto vorrei tanto tornare a Napoli e "viverla", perché sono convinta che, nonostante tutto il male che le hanno fatto, sia ancora una delle città più magiche che esistano al mondo!
Una lettura veloce nonostante l'italiano di fine '800 (i capitoli corti aiutano) e interessante. Alcune parti molto intense, bellissimo il racconto sul Cristo velato di Sanmartino e le leggende del Munaciello e del diavolo di Mergellina. Peccato per i numerosi refusi (soprattutto punteggiature a caso e lettere minuscole al posto delle maiuscole) perché questa edizione (io ho scelto quella di aliribelli) è ben fatta, ha un'ottima qualità di stampa e una copertina evocativa (che non guasta mai).
"Napoli è le città dell'amore." "Lassù si sogna nella vita; qui si vive in un sogno che è vita." "Questa Napoli che fu creata dall'amore, che visse nella passione della luce, dei colori smaglianti, dei profumi violenti, delle notti innamorate, visse nel lusso grandioso della natura e nella espansione superba del sentimento, questa città appassionata morirà bene, morirà degnamente nell'altissima e fiammeggiante apoteosi di fuoco."
Questa piccola raccolta di leggende racchiude solo alcune delle storie più diffuse della tradizione napoletana, orale e non. Il lessico utilizzato da Matilde Serao è quello di fine ‘800, quindi sicuramente meno scorrevole rispetto a quello moderno. Il volumetto non si distingue certo per originalità, ma le descrizioni dei luoghi più conosciuti della città partenopea sono evocative e ho percepito tutto il romanticismo e il misticismo che poche città come Napoli trasmettono.
Comprato un una libreria nel pieno centro storico di Napoli, e letto per poter assaporare ancora anche a casa tutte le emozioni che la città ti lascia. Le storie sono leggende popolari di Napoli che ti immergono nelle tante autentiche emozioni che la città trasmette, amore, passione, mistero, folklore.
Certo che leggere queste righe in un italiano perfetto è una esperienza che fa bene al cuore. Peccato che ciò sia l'unica cosa che mi è piaciuta di questo libro. I racconti sono talmente infiocchettati di descrizioni persino ossessive che si perde il filo del racconto, anche le similitudini si sprecano quasi quante se ne trovano ne I Promessi sposi Troppo melenso
Ma non posso giudicare Matilde Serso da un solo testo che ho letto: approfondirò
Devo ammetterlo, questa recensione non è stata semplice da scrivere. Come tutti i napoletani che siano interessati al folclore cittadino, avevo già sentito alcune delle storie rielaborate da Serao, ma per qualche ragione non avevo mai letto integralmente il testo. Un libricino piccolo, che si legge in mezza giornata, sul quale c'è però molto da dire. Il primo impatto non è stato dei migliori. Sarà la prosa a tratti molto melensa, o il fatto che alcune storie si interrompono lì dove mi aspettavo che sarebbero incominciate, rassomigliando più a 'fattarielli' (come diremmo a Napoli) che a fiabe con intrecci consistenti. Ma poi... non so dire cosa sia accaduto, ma qualcosa si è risvegliato, capovolgendo completamente la mia prospettiva. Leggende Napoletane è una piccola cosmogonia portatile (come direbbe Queneau). Si apre con la genesi partenopea ("La città dell'amore"), prosegue descrivendo, per tramite del sentimento, cosa sia questo mondo che chiamiamo Napoli, e si chiude, terrificamente, profetizzandone l'apocalisse ("Leggenda dell'avvenire"). Nel suo ventre leggiamo di come sia nata la sua cucina alchemica ("Il segreto del mago"), rivediamo quei caratteristici personaggi che ancora abitano il centro storico, benedicendo i passanti con solenni sentenze ("Provvidenza, buona speranza"), e persino di una caccia selvaggia ("La storia di Capodimonte"). È forse questo che mi è sfuggito in prima battuta, quando mi sono approcciato al testo come a un volume di mitografia: la Serao non descrive i miti di Napoli, ma Napoli stessa. E come questa bella città, è un libro che non va letto affidandosi alla disciplina accademica, ma al puro e nudo sentimento che la anima. È un libro che non va letto, va vissuto.
Un elogio alle storie che accompagnano la città di Napoli, nato dalla penna inconfondibile di Matilde Serao. Leggende tramandate di generazione in generazione, qui raccolte e narrate con precisione e profonda ammirazione. Come in altre opere dell’autrice, il lettore è guidato dall’amore sincero della Serao per la sua amata Napoli. Le storie, brevi e coinvolgenti, risultano particolarmente interessanti per chi conosce la città, poiché permettono un’immediata associazione tra quartieri, isole e miti. È un libro che si può leggere in modo esclusivo, ma che ben si presta anche ad affiancare altre letture, grazie alla brevità e alla chiarezza dei racconti. La scrittura è semplice e lineare, con capitoli concisi e ben strutturati, che rendono la lettura scorrevole e piacevole.
Con rammarico, a distanza di giorni, ho diminuito la valutazione per questo libro. E' scritto in modo stupendo, poetico, però è lontano da quello che mi aspettavo di leggere sulle leggende napoletane. O meglio, sarà che le leggende non sono quelle che mi aspettavo io, le immaginavo diverse. Ecco da dove deriva la mia delusione per un libro che comunque parla di amore, dei diversi golfi della costa, ognuno con una sua peculiarità, dei costoni rocciosi, del bosco di Capodimonte, dell'isola di Capri, passando dalle divinità greche a quelle romane, a nobili romani e in tempi più recenti, del Cristo velato. I vicoli di Napoli, quelli più poveri che danno vita al "Monaciello", ma anche alla nascita della pasta e del sugo. Devo dire che qui ho avuto un dubbio.... ma il pomodoro non arriva dopo la scoperta dell'America? Com'è che duecento anni prima ( se ho capito bene il periodo) nasce il sugo tra alchimia che ricorda più altre leggende, come quella del Golem? Comunque una lettura piacevole e scorrevole che in ogni caso stupisce per quanto sembri attuale nonostante sia stata scritta dalla Serao nel 1881.
Nel cercare libri come questo ho notato che non è stata la sola scrittrice "famosa" a scrivere di miti e leggende della propria terra d'origine. Ho trovato un libro della Deledda sulle leggende sarde e di Yeats su quelle irlandesi. Volevo leggere questo ma più di 500 pagine su fantasmi e folletti, non so, non è il momento adatto. So che ci sono e prima o poi li leggerò, per capire se il loro stile è simile a quello della Serao.
Matilde Serao ci racconta le leggende della sua amata città, nata dall' amore di Parthenope e abbellitasi grazie a mille altre storie d'amore. Come quella dell' infelice Posillipo per la crudele Nisida o quella impossibile tra la bella Capri e il giovane Vesuvio, che pianse così tanto per la morte della sua amata " che divenne un monte nelle cui viscere arde un fuoco eterno d’amore. Così egli è dirimpetto alla sua bella Capri e non può raggiungerla e freme d’amore e lampeggia e s’incorona di fumo e il fuoco trabocca in lava corruscante…"
Libro molto piacevole, le leggende al suo interno sono quasi tutte molto belle ed interessanti, sicuramente alcune da approfondire. Il finale del libro è davvero epico e attuale nonostante sia stato scritto più di 100 anni fa. Nota dolente che gli nega le 5 stelle è che a mio parare un paio di leggende sono davvero molto simili e "sdolcinate" a tal punto da renderle anche poco comprensibili e noiose
Un libro semplice, con un linguaggio un po' arcaico. Storie particolari, figlie della tradizione popolare, scritte da una donna (Matilde Serao) che per i suoi tempi ha fatto la storia culturale di Napoli. La scrittura, un po' pesante, rende meno fluida la lettura. Resta un pregevole volume per scoprire il cuore di Napoli.
Storie note e meno note e poi quelle brevi pagine in cui la Serao parla direttamente alle lettrici, decisamente scelta azzeccata della narrazione per fare sentire il lettore parte della narrazione... Consigliato!
Le leggende napoletane riscritte dalla penna solenne della Serao risultano ancora più affascinanti e circondate da un alone di mistero. La scrittura è molto particolare e per questo la lettura talvolta risulta meno scorrevole ma ciò contribuisce comunque al fascino delle leggende narrate.
In libro di immaginazione e di sogno, come lo definisce l’autrice. Ogni leggenda porta in una dimensione magica , e più che vere e proprie storie sono idee, ambientazioni, pensieri e umori di Napoli. Bellissima lettura nonostante (o forse grazie a) un italiano un po’ antico
All'inizio coinvolge fino a fare entrare all'interno del libro così tanto che l'ultimo capitolo è da lasciare l'amore in bocca, di chi sa che effettivamente può succedere.
Nonostante la scrittura un po’ arcaica leggere questa raccolta di racconti è come scivolare lentamente fra le stradine di una Napoli fatta di colori, profumi, segreti, risate e notti d’amore. Le passioni, i dolori e i baci, la morte e la vita, danzano al ritmo del mare, immensa e perfetta cornice di questa splendida città.
Storie meravigliose racchiuse in un’ edizione splendida, chiusa l’ultima pagina avrete solo voglia di prendere e partire alla volta di questa magica città 🖤
Se non conoscete questa casa editrice vi invito caldamente a spulciare il loro sito, queste sono le realtà editoriali di cui c’è davvero bisogno!!
Mi è piaciuto molto. Ho scoperto l’origine di molti miti napoletani che conoscevo e anche scoperto di nuovi. Tutte raccontate in modo molto romantico. Mi piace molto lo sguardo della Sarao su Napoli, almeno l’idea che me ne sono fatto da qua.
La leggenda dell’origine dei maccheroni è stata una bellissima scoperta; interessante anche quella del monaciello: ne ignoravo questa visione. La chiusa del libro è meravigliosa, veramente. Credo catturi in un’ottima descrizione quelli che c’è nel cervello del napoletano quadratico medio.
Forse mi aspettavo leggende meno atipiche: speravo di fare un tuffo nei miti più famosi per leggerne una versione “di comune accordo” del nostro folklore, piuttosto che la cronaca che ne fa la Serao. Ma in ogni caso, ottima lettura.