Nordest della Groenlandia, intorno al 1860. Ninioq è ormai vecchia. I suoi occhi vedono bene ed è ancora una buona rematrice, ma sa che presto le forze l’abbandoneranno e sarà tempo di andare a esporsi sola sul ghiaccio e morire con dignità. Pensa alla fine con serenità, gli uomini e gli animali da sempre nascono e poi muoiono, mentre il mare, il cielo, le montagne sono come sono sempre stati. Eppure una strana inquietudine l’assilla, come se tutto si stesse disgregando, come se lei e la tribù stessero perdendo la vita che hanno sempre vissuto. Solo la natura immutabile che si stende sotto il suo sguardo può placare la sua angoscia senza nome. È per questo che si offre di partire sola con Manik, il nipotino preferito, per l’isola di Neqe, quando viene il momento di portare il pesce a seccare: prima che li vengano a riprendere per la raccolta dei mirtilli, potrà insegnargli tutto ciò che serve a un vero inuit. Ma il tempo passa e nessuna imbarcazione compare all’orizzonte. Ninioq sente l’angoscia trasformarsi in uno spaventoso presentimento: che siano stati abbandonati? Che siano rimasti soli al mondo? Un destino drammatico incombe sul giovanissimo cacciatore che si appresta ad affrontare la vita, e una responsabilità ancora più grande grava su Ninioq, così vicina ad abbandonarla. In uno dei suoi romanzi più intensi e avventurosi, Jørn Riel parla di affetti, tradizioni e confronto di civiltà sullo sfondo di una tragedia che la storia ha lasciato in sordina: il massacro degli inuit.
Den danske forfatter Jørn Riel (f. 1931) debuterede med romantrilogien "Mine fædres hus" (1970-72), men havde inden da rejst rundt i det meste af verden, blandt andet i forbindelse med forskellige erhverv. Jørn Riel var en del af Lauge Koch-ekspeditionenen (1951-53) og var efterfølgende udstationeret i Grønland i 10 år. Imellem 1964-71 arbejdede han hernæst som FN-observatør, før han omlagde sin karrierevej og blev forfatter. Riel har både udgivet store romaner såvel som små novellesamlinger, og i 2010 blev Jørn Riel tildelt Det Danske Akademis Store Pris, der udover hædersbevisningen består af 300.000 kroner.
una vecchia inuit, ninioq, si ritrova sola con il nipotino manik in un isolotto sperduto- in cui sembra che li abbiano dimenticati. la natura potentissima e crudele, le difficoltà quotidiane e la lotta per la sopravvivenza, i ricordi e le speranze. e, lontani eppure fin troppo presenti, gli uomini bianchi pronti a devastare un equilibrio che sembrava eterno- più pericolosi dell'inverno, dei lupi e degli orsi. bellissimo.
Il libro migliore che abbia letto, finora, per i Mondiali di Lettura 2018. Una vicenda avvincente sospesa tra il mito e l'antropologia, tra la leggenda e la storia. A tratti ho avuto la spiacevole sensazione che l'autore indulgesse nel mito del buon selvaggio, idealizzando gli Inuit, e, allo stesso modo, non mancano alcune esagerazioni narrative, tuttavia il racconto è intenso e coinvolgente e in più di un'occasione mi sono chiesta come sia possibile che questo libro non sia diventato un Best seller o non ne sia stato tratto un film. Davvero, sono grata ai Mondiali di Lettura che mi stanno dando l'occasione di avvicinarmi ad autori per me insoliti e a Viviana che mi ha consigliato questa lettura, così come pure "Leggere Lolita a Teheran".
Hm. Truth be told I read the shortened version by Readers Digest I had on my shelf for too many years. Did not enjoy the book too much as it was too slow. I think the longer version would have pleased me more, my feeling is that the interesting interior storylines have maybe been cut out or shortened too much to make sense in a whole. So, not for me, but maybe it´s the version and not the book´s fault.
"Paura della morte non ne aveva. Sarebbe giunta come una liberazione, il cambiamento lungamente atteso di una vita di cui non faceva più parte. Era della vita, invece, che aveva paura. Perché la vita era diventata vuoto e solitudine e timore per l'avvenire." J. Riel, Prima di domani, Milano 2009, p. 146
Ein intensives Buch mit schmerzhaftem Ende. Zu Beginn ein bisschen zu episch doch dann sehr interessant. Sprachlich direkt und zum Thema und Setting passend. Ein spannender Einblick in das Leben der Inuit. Das Nachwort gibt Aufschluss, wie es zur Idee für diese Geschichte gekommen ist. Sehr lesenswert!
Un libro che trasporta nel freddo della Groenlandia, la storia di una donna e di un bambino Inuit. In particolar modo mi ha colpito l'accuratezza nella descrizione del loro stile di vita, e della loro quotidianità, che viene mantenuta anche nel riportare il linguaggio usato dai protagonisti quando si riferiscono a loro stessi.
Bellissimo apologo di vita inuit, che prende spunto da una vicenda personale dell'autore, esploratore in Groenlandia. Non si può dire di più per non togliere gusto a questa breve e intensissima lettura, caldamente consigliata.
Completamente diverso da ogni altro libro Un testo diverso ma un po' anacronistico che ci descrive un mondo a noi sconosciuto. Non sono d'accordo sul finale. Da qui le tre stelle.