Il fil rouge delle cinque storie che compongono la silloge Siamo rimaste nude nello specchio è ascrivibile a un cammino, diradato e faticoso, nel mondo femminile, nei sentimenti, nella scoperta dell’amore. In ognuna delle cinque protagoniste, il cui nome dà il titolo ai rispettivi racconti, domina la solitudine, a volte evidente, altre volte camuffata in un controcanto cinico fatto di disincanto. L’incontro con un’altra donna diviene speranza di rinascita, sempre. Anche quando l’amore è quella nota disturbante, inattesa, che irride al nostro io indistruttibile e non lascia alternative al vivere. Come avviene ne “Il caso Valeria M.”, un racconto attraversato da slanci visionari, dove impera il conflitto tra amore e istituzione, tra natura e ragione. Ne “La rabbia di Ester” l’amore si rivela effimero, la Dulcinea tanto sognata non riesce a ricambiare le aspettative della giovane protagonista, Ester, che si perde negli intrecci e nei tormenti della sua mente. In “Marta (o il grande boh)” la ricerca della propria identità sessuale, sempre evocata ma mai realizzata del tutto, ha l’urgenza di un diario che diventa gesto di protesta, verso il mondo, verso se stessi. Spesso l’adolescenza, età in bilico tra il sole e l’uragano, diventa il malessere della felicità, quando ti senti in balia delle decisioni dei grandi. Come avviene ne “Il sogno di Laura”, dove l’avversione verso un ambiente che si percepisce ostile, si stempera grazie a un volto nuovo. Ma l’amore può essere anche incanto, una visione riconoscibile lungo i chilometri ripetitivi e noiosi di un’anima inquieta. Come accade alla protagonista de “L’incanto di Roberta”: una sconosciuta, un sorriso, la fa incespicare in un sogno.
Le raccolte di racconti mi lasciano sempre un po' insoddisfatta. Questi in realtà mi sono piaciuti praticamente tutti, perché sono molto variegati seppur abbiano in comune il fatto che tutte le protagoniste approccino all'amore omosessuale chi per la prima volta, chi in maniera più consapevole. Le storie raccontate sono tutte diverse ma tutte credibili: dal racconto onirico di Roberta e Nina sul treno, a quello a tinte noir sul tormentato rapporto tra Valeria, Federica e il marito, passando per la confusione di Marta, il gesto folle di Ester, fino ad arrivare a Laura. Le varie città d'Italia fanno da sfondo a queste vicende di donne tormentate che cercano di affermare la loro identità, non sempre riuscendoci. Sicuramente un libro che si fa leggere e che affronta le difficoltà che ancora oggi si incontrano per affermare la propria identità di genere e i propri sentimenti.
Un libro al femminile nel quale cinque protagoniste raccontano la loro storia. Storie di amore in ogni sua forma, di passione, di conflitti, di ricerca dell’io e della propria identità, a volte celata persino a noi stesse, nelle quali impera la malinconia e in alcune la tristezza.
Una raccolta deliziosa, leggera e scorrevole nella quale si evince la voglia di vivere, di andare avanti sempre e comunque anche tra infinite difficoltà.
Una scrittura profondamente delicata che invita a delle riflessioni, prendendo spunto da questi cinque racconti di donne che giunte a un bivio hanno preso delle decisioni difficili ma salvifiche.
*Ringrazio l'autrice per la collaborazione e la copia
L’affetto che lega Emilia Testa alle protagoniste della raccolta di racconti “Siamo rimaste nude nello specchio”, edito da Giovane Holden Edizioni, è probabilmente il filo rosso che lega i racconti tra loro. Sono ragazze, sono donne che urlano la loro omosessualità in maniera spesso inaspettata e violenta. Giovani e anche adulte che scoprono l’attrazione per il loro stesso sesso e la difendono e la cercano e la vogliono vivere fino in fondo. L’autrice le racconta in maniera cristallina, come nude davanti allo specchio, desiderose di affermare la propria personalità e di vederla riconosciuta e quindi rispettata dal mondo circostante. Donne che sono stanche di vivere i propri sentimenti nell’ombra e di nasconderli.
Ho avuto la fortuna di incontrare Emilia e di partecipare alla presentazione del libro e di condividere insieme a lei una cena durante la quale ho conosciuto l’autrice oltre il libro e anche quella dentro il libro. Perché ogni protagonista rappresenta un pezzettino dei pensieri, degli stati d’animo, della vita di Emilia. In ognuna di loro c’è un riflesso dello specchio dell’autrice.
La scrittura è a volte ridondante, i periodi sono lunghi e a volte si fa quasi fatica a seguire il filo del discorso. Il registro però è semplice, immediato. Il lessico è ricco di parole peregrine che evocano immagini e sensazioni diverse.
Una raccolta di cinque racconti, cinque storie di donne, fra amicizia e amore, odio e dolore, nuove scoperte e vecchi desideri, sogni e rimpianti.
Ci sono alcuni temi ricorrenti fra tutti i racconti, come la ricerca dell’amore, la passione, la voglia di essere e di vivere (e la costante, e spesso enorme, differenza d’età fra le protagoniste, che non apprezzo mai granché).
La scrittura di Testa è scorrevole, i toni ricercati, conditi con termini a volte poco usuali ma che colpiscono sempre il punto giusto; la sua prosa funziona bene nelle grandi riflessioni, e forse un po’ meno nei dialoghi, che risultano a tratti macchinosi e poco realistici, ma ne risulta comunque una miscellanea interessante e coinvolgente.
“Siamo rimaste nude davanti allo specchio” di Emilia Testa è una raccolta di racconti profondamente intimi e commoventi che esplora il mondo delle donne che amano altre donne. Questa silloge offre una visione straordinaria delle complesse sfaccettature dell’amore e delle emozioni, esplorando tematiche LGBTQ+ con una prosa filosofica che penetra nell’anima.
Il primo aspetto che mi ha colpito in questa raccolta è lo stile di scrittura di Emilia Testa. La sua prosa è come una melodia delicata e profonda che avvolge il lettore, invitandolo a riflettere su ogni parola e frase. Emilia utilizza un linguaggio poetico che cattura perfettamente l’intensità delle emozioni vissute dalle protagoniste. Ogni racconto è una giostra di parole, una danza tra le righe che ti trascina in mondi interiori straordinari.
Cinque storie tutte al femminile. Espressione di un essere libero senza vincoli, senza vergogna, senza nascondersi dai pregiudizi. Coraggio, cambiamento, determinazione; donne che nelle loro fragilità emotive hanno ben chiaro il sentimento nascosto nel loro cuore. L'inquietudine di cuori infranti, l'inquietudine di non un sentimento nuovo, l'inquietudine che non sai dove ti porterà. Vite costruite per compiacere, per essere accettati, scenario tratrale. Questo libro è un grido del bisogno di reagire ai compromessi.
"Quella verità che mai aveva osato confessare, quelle parole, sono lesbica, aveva dovuto staccarsele di dosso con dolore, come artigli infilati da anni nella pelle, nei muscoli,nelle ossa"
racconti di donne che hanno trovato un bivio, a volte più di uno. scelte di vita non semplici, come quelle che ogni donna affronta ogni giorno. età diverse, raccontate con voci diverse. la voce poetica prestata alla narrativa. Oppure la narrativa che si racconta con poesia.