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200 pages, Paperback
First published January 1, 1980







“…il trip della poetica del “sale sulla ferita”, dell’andare dentro alle storie e alla realtà senza reticenze piccolo-borghesi; l’ossessione per un linguaggio reale e una comunicazione affettiva e cioè “inventare sulla pagina il SOUND del linguaggio parlato” che riporta naturalmente al grande blocco della *Letteratura Emotiva* di Céline o della *Literature of Power* di De Quincey; l’amore per le trame e l’intreccio e il “tutto raccontabile” (tu prova a sottoporre un qualsiasi racconto del genere alla prova del fuoco, provati a riassumerlo…) il rispetto per l’autonomia dei personaggi fatti di sangue e vibrazioni e intensità intime (“personaggi che si ricordano”) personaggi come scatto di linguaggio emotivo, come cortocircuito di sound, personaggi come produzione immediata e costante di linguaggio emotivo, personaggi come rapsodie di un linguaggio che si muove, personaggi come derive discorsive nella corrente fluxus del linguaggio, personaggi e azioni ritmiche, personaggi in sostanza come condensazione mobile della scrittura emotiva.”
Da una lettera di PVT ad Alberto Arbasino, febbraio 1980.
[...] prende a nevicare e mentre nottambuliamo pieni pieni di alcool, la neve ci fa i capelli bianchi come vecchi ma basta che li scrolliamo e siamo ancora ventenni e siamo belli...

Dopo arriva lui che me ne sto sdraiato sul letto a pancia in giù e al buio e tutto sbavato e dico "Scusami Dilo non volevo proprio farti male che ti amo che di più non potrei e ho scazzato a prendermela così, lo so" e lui si siede accanto, poi si mette sopra e mi copre e appoggia la testa sulla mia e dice sottovoce hai fatto bene, perché queste cose uno se le deve scegliere da solo e farsele da solo e io t'ho lasciato solo un poco, perché non è giusto che tu viva sempre addosso a me e lo so che non abbiamo un modello per il nostro amore, ma questo va anche bene perché ci obbliga a trovarcelo insieme tutti e due e crescere insieme e accettare quel che capita con tutte le conseguenze, mica bere o rimuovere o far finta che non accade niente anche dentro a noi solo perché ci vogliamo bene, cioè anch'io ti amo, ma per questo vorrei che tu comprendessi che prima o poi sarai solo e questa storia la ricorderai se t'ha fatto crescere sul serio e io l'interrompo e dico che non le voglio sentire queste cose, che ci soffro, ma lui continua "Anch'io vorrei che non ci si lasciasse mai, davvero, io ti amo" e allora alzo su la testa e lo guardo e lui s'avvicina con la mano e mi dà un buffetto sotto al naso tutto smocciolante e mi prende fra le braccia e continua a sussurrare io ti amo e allora ci stringiamo ancora più forte eppoi facciamo all'amore tutto dissestato e ammaccato con la faccia gonfia e gli occhi neri e le ossa rotte, senza luce e senza musica, ma va bene così è meglio così è stupendo così.