Che cosa facevano i ricchi dopo cena, otto secoli prima di Cristo? Ascoltavano un cantautore, possibilmente cieco, che in cambio del cibo o di qualche regalino raccontava storie a puntate, brulicanti di guerrieri valorosi come Rambo, di dèe e donne innamorate, di incantesimi, di truci delitti, di viaggi per terra e per mare. Le più belle avevano come protagonista Ulisse, che a quei tempi veniva chiamato Odisseo. Gli altri eroi erano sì valorosi, ma anche un po' sempliciotti e prevedibili; Ulisse, invece, aveva tutti i pregi e i difetti che un uomo deve era coraggioso, bugiardo, amante dell'avventura, attaccato alla famiglia, traditore, curioso, imbroglione, astuto, farabutto, intelligente e, come dicono i milanesi, "cacciaballe". Per questo uomini e donne provavano tanto piacere quando udivano raccontare le sue imprese. Luciano De Crescenzo ha voluto rinfrescare questo piacere traducendo (a modo suo) l'Odissea, il grande poema dedicato alle avventure di Ulisse. Prendere in mano questo suo nuovo libro è come sedersi in una sala dove la voce del cantastorie si leva per parlare ancora una volta della morbosa Calipso, di Telemaco, della bella Nausicaa, del cavallo di Troia, del ciclope Polifemo che Ulisse ingannò dicendo di chiamarsi Nessuno, di una visita nel regno sotterraneo dell'Ade, delle Sirene, del ritorno a Itaca, dei Proci, di Penelope e di tutto il resto. Ma la voce del cantastorie è quella arguta di De Crescenzo, che di tanto in tanto sospende il discorso per divagare e trasforma le avventure di Ulisse in un intrattenimento dei suoi. L'ultima parte del libro, intitolata 'Contro Ulisse', raccoglie uno di quei dossier che sono sempre circolati sui personaggi in vista. Sono storie che nell'Odissea non compaiono, ma che i Greci antichi raccontavano con maligno piacere e in cui l'eroe di Itaca rimedia una brutta figura dopo l'altra.
Luciano De Crescenzo was an Italian writer, film actor, director and engineer.
Born in Naples, he graduated in engineering and worked for IBM Italy until 1976, when he published the bestseller Così parlò Bellavista (Thus Spake Bellavista), a collection of facts and anecdotes about his city which sold 600,000 copies in Italy and was translated into numerous languages. In 1980 he debuted as actor in Il pap'occhio, under the direction of his friend Renzo Arbore, together with Roberto Benigni.
Si tratta di una riscrittura divertente e ironica dell'Odissea da parte di De Crescenzo, che alla trama omerica non aggiunge nulla, se non un venticinquesimo canto finale di sua invenzione e dei capitoletti in appendice contenenti episodi relativi a Ulisse ma non provenienti dall'Odissea. Di fatto si limita a raccontare il poema omerico con un linguaggio "moderno" e un tono scanzonato, aggiungendo qua e là commenti personali che in parte servono a spiegare con ironia il contenuto o il contesto dell'opera, e in parte si limitano a battute divertenti. Probabilmente, se insegnassi a scuola, farei leggere alcuni brani di questo libro ai ragazzi, per aiutarli a "fare amicizia" con l'opera omerica e a memorizzarne più facilmente trama e personaggi. Non ne assegnerei però la lettura completa perché purtroppo non tutti i capitoli sono ugualmente riusciti - e se il rischio poi è di annoiarli si otterrebbe l'effetto opposto. Il problema di questo libro, secondo me, è che vuole essere più cose senza però riuscire a realizzarne in pieno nessuna. E' una riscrittura, che però non offre prospettive o punti di vista nuovi; potrebbe essere un commento all'opera, ma di fatto i commenti dell'autore sono così diradati tra un brano di narrazione e l'altro che non ce n'è abbastanza per definirlo tale; e poteva essere una disanima sul personaggio di Ulisse, perché il cappelletto iniziale e le aggiunte finali sul personaggio, tratte da altre opere classiche, offrono vari punti di vista sull'eroe e ciò è molto interessante... ma non esaustivo, purtroppo. In più, ci sono delle punte di maschilismo qua e là che mi hanno un po' infastidita. Resta comunque una lettura breve, piacevole e divertente, e un ottimo strumento per chi avesse voglia di ripassare per filo e per segno il contenuto dell'Odissea, ma divertendosi e senza dover affrontare la mole del poema omerico e/o un testo in poesia.
Terminare questa lettura durante un viaggio è un'esperienza fantastica. De Crescenzo ti porta nell'antica Grecia passando da Napoli, e non te ne fa nemmeno accorgere.
Un altro libro tolto dalla pila dei TBR!!! Questo era lì dal lontano 1998. L'avevo preso perché, non avendo avuto un'istruzione "classica", non ho mai letto l'Odissea, nemmeno a stralci, quindi mi piaceva l'idea di conoscere la storia di Ulisse raccontata in modo semplice. Poi però non ho mai trovato il momento giusto per questo libro. Ora che sono alle prese con l'Ulisse, lo sono andato a ripescare... non tanto perché mi aiutasse a illuminare le oscure pagine di Joyce ma quanto meno per l'attinenza tra i due libri. In questo saggio narrativo, Luciano De Crescenzo ci racconta l'Odissea in prosa, usando termini semplici e inserendo qua e là spiegazioni, digressioni e battute ironiche. Una lettura semplice e rilassante, da alternare agli enigmi joyciani.
Tanti tanti ricordi in questo libro. De Crescenzo racconta davvero in modo odierno e simpatico l'odissea. Consigliato a chi ha fatica a leggere e a chi vuole leggere un'opera classica in chiave moderna, simpatia e soprattutto con la comicità Italiana. Non discostandosi dagli effettivi avvenimenti da cui è tratta.
Più che una riscrittura è una versione in prosa del poema omerico. De Crescenzo si limita a raccontare i fatti così come sono in origine, con un linguaggio moderno e l'ironia che l'ha sempre contraddistinto. Un modo alternativo e, sicuramente, più piacevole di leggere l'Odissea. 3 stelle e 1/2
Come fare un ripasso dei miti greci e del più grande eroe dell'Antichità, in una lettura piacevolissima, arguta ed empatica delle eterne passioni umane.
"Il più bel romanzo di avventure che sia mai stato scritto nella Storia della letteratura." Le avventure e le imprese di Ulisse, raccontate da Luciano De Crescenzo, ai giovani d'oggi.
Ho studiato l'Odissea al primo anno di liceo, ma ormai sono passati sei anni e quindi quando ho trovato questo libro a casa ho pensato di dargli una possibilità. Il volume è composto da venticinque capitoli più un'appendice: i primi ventiquattro capitoli sono riassunti in tono leggero dei libri dell'Odissea. Ogni capitolo non dura molte pagine ed è veloce da leggere, ma anche chiaro. Il venticinquesimo capitolo è una specie di seguito dell'opera di Omero, anche questa di poche pagine, che De Crescenzo chiarisce –forse per chi non sa in quanti libri sono suddivise le opere di Omero– essere frutto della sua immaginazione. L'appendice racconta altre azioni, in cui il comportamento di Ulisse non è stato esemplare, che non sono narrate nell'Odissea.
Una lettura che ho avuto modo di recuperare dagli anni delle medie. Sicuramente molto utile dal punto di vista didattico, in quanto l'autore concentra tutta la propria ironia e chiarezza su di una delle storie più note del mondo scolastico (e non). Forse non una delle letture più intriganti, ma è stato sicuramente interessante riscoprire con parole nuove l'Odissea.
Un libro a cui sono molto affezionato perché, dopo anni di letture obbligate per la scuola, fu il primo libro che lessi per pura curiosità, prendendolo in prestito da mia madre, e mi fece riscoprire il piacere di leggere, che temevo di avere oramai perso.