Stagione 2011-2012. Due tifosi della Roma scrivono la cronaca delle partite viste, a cominciare dalla prima che in agosto elimina la squadra dalla modesta Europa League. Scrivono come parlano, niente di più niente di meno. L’accento romanesco spinge alla parodia belliana, sfiora Lando Fiorini e Venditti, costeggia con ironia (e non) il gergo coatto e curvarolo, canzonettaro e tecnico «depallone», sfuma nella battuta da bar e nello svolazzo colto, irrompe nell’invettiva politica e sentimentale. Nel frattempo la stagione di Luis Enrique e degli americani, nata all’insegna d’una promessa di revolución che non si respirava in città dai tempi di Zeman, insegna a guardare strani e inutili numeri, come le percentuali del possesso palla. Si rivela un’annata folle, con poche gioie, parecchi dolori, svariati eventi incomprensibili. Uno striscione dissimula così la disperazione: «Mai schiavi del risultato». Proteggendosi dietro l’anonimato, Diego Bianchi e Simone Conte hanno usato Facebook come «autoterapia di gruppo», e hanno incontrato per strada più di 18mila fan: i «piacitori». Le cronache dell’annata diventano qui libro, impreziosite dalle letture di Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Valerio Mastandrea, oltre che dei due autori. Un oggetto unico nel suo genere, un libro e un cd che faranno impazzire i tifosi della Roma, e tutti gli amanti del calcio.
Un libro sul calcio non interessa a tutti. Un libro sulla Roma perde altri potenziali clienti. Un libro sulla Roma di Luis Enrique anche tra noi romanisti potrebbe destare qualche perplessità. E invece Kansas City 1927 è una delle cose più genuinamente divertenti che abbia letto da diversi anni a questa parte. Questo perché riesce a essere, allo stesso tempo, alto e basso (e anche un po' di lato), mischiando la parlata romanesca, anche la più greve, a giochi di parole, tormentoni linguistici, citazioni le più disparate. Un vero brodo primordiale di cultura pop. Su questo social mi sono ripromesso di dare le cinque stelle solo ai capolavori immortali (che mi fossero piaciuti, ovviamente), ma di fronte a questo, sono sincero, ho tentennato.