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Comunque vada non importa

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Darla vive arenata sul divano di casa, incollata al computer, esce solo per andare in fumetteria. Manga e cartoni giapponesi sono il suo universo, veri e propri oggetti salvifici, le uniche coordinate per lei valide. Tra Twitter, social network e battute al vetriolo, a ventidue anni si è asserragliata in un fortino apparentemente inespugnabile, chiudendo fuori un padre con cui non riesce a dialogare, il fratello Andrea che l’ha sempre messa in ombra, un’università che non ha nulla da offrirle. Ma quando Andrea si ammala gravemente, vittima dell’odio per se stesso, Darla è costretta a distogliere gli occhi dal monitor e a guardarsi intorno: scoprirà che il suo mondo non le basta più, e avrà bisogno di amare, di litigare, di fare spazio a chi, fino a quel momento, ha sempre respinto.

Col suo linguaggio spigoloso e tagliente e un immaginario in grado di strabiliare il lettore, Eleonora C. Caruso ci regala un clamoroso romanzo d’esordio, scivolando con disinvoltura tra sarcasmo e sentimento senza mai fare sconti a nessuno.

240 pages, Paperback

First published September 19, 2012

2 people are currently reading
154 people want to read

About the author

Eleonora C. Caruso

18 books282 followers
Eleonora C. Caruso è nata nel 1986 e si è annoiata finché non è andato in onda Sailor Moon. Nel 2001 ha cominciato a scrivere in rete fanfiction sui suoi anime preferiti, conquistando in breve tempo migliaia di lettori. Ha fatto l’operaia, la commessa, l’impiegata, la centralinista di call centre. Vive a Milano con il suo compagno e la sua collezione di manga.

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Displaying 1 - 30 of 47 reviews
Profile Image for Lisachan.
339 reviews32 followers
December 8, 2012
E' inutile girarci troppo attorno: ogni generazione ha il suo romanzo generazionale, il suo Holden Caulfield, e Comunque vada non importa è quel romanzo, per la sua generazione (la mia generazione, quella dei venti-qualcosa-enni che lavorano e frequentano l'università e passano gran parte delle loro giornate davanti allo schermo di un computer), e Darla è il suo Holden. E' una premessa fondamentale, questa, per capire di cosa parla davvero Comunque vada non importa. Che, come tutti i bei libri, ha una bella trama e dei bei personaggi a valorizzarla, ma ha qualcosa in più rispetto a qualunque altro bel libro della sua micro-epoca. Parla ad una generazione intera col suo linguaggio, e non è poco.

"Non mi sento rappresentato", l'avete mai sentita, questa espressione? Detta, perfino? Comunque vada non importa fa prima questo, rappresenta un mucchio enorme di giovani uomini e giovani donne che prima semplicemente non c'erano, e poi racconta una storia, e te la racconta pure bene, tramite personaggi vivi, reali, tutti a loro modo insopportabili, tutti a loro modo adorabili.

Tra cominciare a leggere questo romanzo e finirlo passano tre ore. Sono quelle che sono servite a me per leggerlo alla mia scrivania in ufficio, incapace di resistere alla tentazione ed incapace di metterlo via una volta che lo avevo iniziato. In parte è perché racconta cose che sento a me vicine, ma sostanzialmente la ragione primaria dell'incapacità di mettere questa storia da parte finché non l'hai finita va ricercata nel modo in cui è scritta. La protagonista, Darla, si confessa, e lo fa con la propria voce, senza filtri, senza pudore.

Comunque vada non è importa è un romanzo sincero. Brutalmente onesto, direi. Tutti i piccoli segreti della nostra generazione sono lì, fra quelle pagine. Le collezioni di porno, il pesaculismo perfino di andarsi a lavare ed indossare dei vestiti freschi di bucato prima di uscire, la vita disordinata per - crediamo - scelta ma sostanzialmente per pigrizia, il centro della nostra vita sociale dentro un computer che ci fa da scaldino d'inverno e che ci teniamo addosso comunque anche quando fa un caldo esagerato. E' tutto lì, senza filtri, cattivo e imbarazzante, ed è giusto che lo sia, perché una volta superato quel primo imbarazzo che ci porta a guardare Darla pensando "oddio, ma anche io sono così? Oddio, no", in realtà è impossibile non sentirla vicina. Perché sì, anche noi siamo così, chi più chi meno, chi solo nella propria testa e chi nella realtà dei fatti.

Non troverete nessun altro libro che sia così capace di parlarvi di voi stessi senza parlare di voi stessi. E' un meccanismo catartico e liberatorio che ti permette di seguire la vicenda di Darla ascoltando cosa ha da dirti sul tuo modo di affrontare la vita senza sentirtene colpevolizzato, aiutandoti a capire che ognuno può essere normale a proprio modo, che essere felice può essere una scelta, che avere paura o meno può essere una scelta, che non dipende sempre dal mondo brutto e cattivo se stiamo male, che possiamo cambiare le cose anche senza perdere noi stessi e ciò che di noi stessi amiamo.

E' una storia agrodolce, che si apre alla speranza in modo naturale, pulito e semplice. Una storia giusta. La storia giusta per noi.
Profile Image for Occhionelcielo.
120 reviews43 followers
January 1, 2018
Dicono che, dopo i cinquant'anni, la curva della felicità comincia a risalire.
Sarà forse per questo, ma non sono riuscito ad entrare in sintonia con i personaggi, praticamente tutti adolescenti problematici.
Detto questo, è giusto rendere onore ad una scrittura agile e mai banale.
Profile Image for Soobie is expired.
7,169 reviews133 followers
March 1, 2016
DNF al 31%!

Ero curiosa a proposito di questo libro. Sembrava parlasse di hikikomori e volevo sentire un’altra voce rispetto a quella della protagonista del manga Cat Street, di cui mi ero innamorata anni fa e su cui avevo scritto parte della mia tesi della specialistica.

E invece. Avete presente quando gli adulti dicono ai bambini: «Non toccare, ché è c***a!» Più o meno siamo lì. SIGH!

Darla è la nostra protagonista. Sembra sia sempre stata quella brutta e stupida della famiglia, sempre paragonata al fratello perfetto. Quando questo si trasferisce a Milano per studiare lei va con lui. E comincia la vita da hikikomori. Darla diventa una specie di sub-umana che vive solo attraverso la cultura popolare, che sia manga, fumetti o film non ha importanza. Da buona otaku non avevo problemi a seguire i riferimenti ai fumetti giapponesi.

Già all’inizio non mi stava particolarmente simpatica. Quando poi afferma:
«[M]i considero troppo in gamba per fallire e per questo mi trascino stancamente nella vita, aspettando il momento in cui accadrà qualcosa.»
E qua la protagonista comincia a starmi enormemente sulle scatole. Già dal nome devo dire: questo è il secondo caso di protagonista chiamata Darla e libro da una sola stellina.

Poi c’è un fratello gay. É un fratello malato e Darla è talmente presa dal suo egoismo che non si accorge che il fratello si sta lentamente autodistruggendo. Ma anche la famiglia d’origine aveva seri problemi. Un giorno il ragazzo afferma che si taglia – così, per hobby – e il resto della famiglia continua a mangiare senza porsi alcun problema. Niente psicologhi , niente terapia. E il padre è u neurochirurgo, mica brustolini. Va beh.

Oltre a tagliarsi, il fratellino è magro da far paura e vomita spesso e volentieri. Darla e il ragazzo di lui continuano a non preoccuparsi di niente, quando anche i bambini sanno che procurarsi vomito da soli non è propriamente un’attività salutare. Darla se ne frega talmente del fratello che arriva a dire:
Mi sento furiosa, il fatto che stia così male mi oltraggia.
Ovvio, perché uno sta male per oltraggiare il prossimo. Ma va là...

Darla, poi, continua a dimostrare quanto sia una ragazza sveglia e ben inserita nella società:
«Ho l’abitudine di trattenere la pipì finché non mi vengono i crampi, tanto che dopo cammino curva. So che non dovrei, ma mi fa troppo scazzo andare in bagno.»
Capisco che sia apatica come uno stuoino, ma davvero per sentire qualcosa devi trattenere la pipì perché non riesci ad alzarti dal divano? Cucciola, devo andare io in bagno per te?

Con una voce narrante del genere non potevo andare avanti. Era parecchio che non disprezzavo qualcuno allo stesso modo. Anche perché Darla, non contenta, continua ad infierire:
«Un giorno gli lascerò un mio assorbente sul cuscino. Uno di quelli del secondo giorno, belli pieni. Intanto piscio, guardando le mosche scagliarsi contro il loro stesso riflesso.»
Giusto per dimostrare quanto la nostra animuccia santa sia matura e volgare come poche.

Certe “parolacce” riferite al mondo di Internet come refreshare, blinkandoci e skippa sono un’offesa all’orecchio. Capisco che la lingua si evolva ma queste cose sono oscene. E sì, qua forse, non sono proprio sicura del significato degli ultimi due. Questione d’età, forse?

Ad un certo punto la voce narrante prova ad andare sul filosofico e si mette a discettare di amicizia femminile:
«Credo che Sailor Moon mi abbia dato troppe aspettative anche rispetto all’amicizia. Le guerriere Sailor muoiono due volte, per Usagi, e anche il Sacro Graal si manifesta solo quando sono unite. Ma l’amicizia tra ragazze in realtà è una schifezza. Comincia con qualche mese di simbiotica morbosità per trasformarsi in una sceneggiata piena di ripicche e tradimenti che ti lasciano minuscole ferite sottopelle che ti rammendi con dei brutti punti a X, e un giorno ti rivolti e scopri che sei come una trapunta mal cucita, consumata e da buttare.»
OK, non ho amiche da parecchio tempo ma non condivido questa affermazione. Perché, sì, il problema di Darla non sono le amiche che tradiscono: è Darla che è completamente fuori.
Di solito le cerco solo sulle coppie che mi piacciono, ma capita qualche eccezione. Questo è un segreto. Se ti piace una coppia, all’interno di una serie, devi esserle fedele, perché il tradimento è visto in modo molto negativo. Io le toglierei il saluto, a una che dice di amare una coppia ma si masturba su un’altra. Sii furba abbastanza da non dirlo in giro.
Quest'ultima si riferisce alle fanfiction e al Dōjinshi, per inquadrare meglio la citazione. Sempre detto che più si è fissati con una cosa, meno si è tolleranti.

Ultima citazione, come ciliegina sulla torta:
«Il getto dell’acqua mi ricorda che devo andare in bagno e infilo velocemente una mano nelle mutande. Mi stanno venendo le mestruazioni. Pulisco il dito color ruggine sui pantaloni.»
Al che la sottoscritta disse basta.
Profile Image for libriconfragole.
156 reviews360 followers
August 30, 2025
Come sempre quando ho tra le mani qualcosa scritto da Eleonora Caruso, non posso smettere di leggere fino all’ultima pagina, concentrando ogni singolo pensiero ed energia sulle sue parole e le sue riflessioni. Darla, all’inizio ti ho odiata parecchio, poi però lentamente hai smussato i tuoi contorni e ci ho rivisto me in alcune cose e questo mi ha fatto capire il disprezzo iniziale, tramutato poi in comprensione e in quel senso dolceamaro che si ha con i bambini quando fanno un dispetto o qualcosa di brutto (ma innocentemente). Quello che so di questo romanzo è che ti fa sentire meno solo, ti fa sentire accolto, ti fa capire che tutti viviamo un po’ la stessa vita e il naufragar ci e sempre più dolce(amaro) in questo mare.
Profile Image for Emanuela.
25 reviews14 followers
September 23, 2012
Ho appena letto l'ultimo paragrafo e mi viene da piangere. Non so bene perché, sarà che Darla mi assomiglia abbastanza da farmi pensare a quei dettagli della mia vita che sono uguali identici a quelli della sua ma lei nella seconda parte del libro è molto più forte di me ed io volevo qualcuno che mi dicesse cosa devo fare, e che ce la farò, e che smetterò di avere tutte queste ansie e che sarò capace di affrontare tutte le sfide del futuro. Non che sarà facile, ma che ne sarò in grado. E invece ora come ora mi sento più come la Darla delle prime pagine, quella arenata sul divano che si immerge in storie altrui per non pensare alla propria, una Darla che respinge le persone non si sa perché (forse perché è più facile stare soli, piuttosto che occuparsi delle persone per davvero, ma poi ti senti sola sola e vorresti qualcuno accanto, qualcuno che sia lì per prendersi la tua merda e che non ti faccia sentire in colpa, ebbene sì, sono meschina anch'io) e che procrastina finché non si ritrova immobile. E non voglio che mi serva una disgrazia per darmi una mossa o per trovare la spinta a fare quello che sogno di fare (che poi le mie aspettative non sono tipo "voglio diventare una scrittrice famosa", mi basterebbe lavorare in una libreria o in un negozio di dischi o in una fumetteria per sempre, ma sono troppo vigliacca anche per dare in giro un CV).
Si è visto che questo libro mi ha toccata ad un livello personale, ma per non spiattellare tutta la mia vita su Goodreads dico anche che, secondo me, si tratta di una storia molto normale, molto bella, descritta però con una poesia che non ci si aspetterebbe generalmente da un personaggio geek che colleziona action figures di Eva. E la verità è che forse qualche lettore normale senza hobby e passioni ma che filosofeggia tutto il giorno sulle generazioni vuote di oggi leggerà questo libro e si ricrederà, perché anche una geek nullafacente è in grado di pensare a livelli tutt'altro che superficiali. Tante riflessioni di questo libro sono esattamente la trasposizione di quello che ho pensato e che continuo a dire e scrivere da tempo senza che qualcuno mi prendesse sul serio... Sono contenta che qualcun altro le abbia messe su carta in un libro che sa di noi (noi, quelli che hanno parenti perfettamente nella norma che ti chiedono del fidanzato quando tu vorresti solo avere una casa inondata di gatti e poster su tutte le pareti con trecento torrent aperti costantemente sullo schermo). Sì, mi sento rappresentata da questo personaggio vivo, così vivo che esce dalla carta e ti racconta dei doujinshi e dei porno catalogati minuziosamente perché catalogare i porni è una cosa importante. A volte penso che siamo più sani noi a catalogare i porni che tutti gli altri, con le suonerie del pulcino pio e le borse di Audrey Hepburn. Ma questo è solo un mio punto di vista polemico ed il succo di tutta questa roba è: comprate questo libro e leggetelo. Okay?
Profile Image for claundici.
253 reviews27 followers
August 19, 2017
A conti fatti io per voi, e voi per me, non siamo più reali di Georgie, Lupin, Syrio il Dragone o la razza namecciana.

A quel punto c'è solo da far scrosciare gli applausi a scena aperta, le dichiarazioni di amore eterno e i lacrimoni. Ed è giusto pagina 55, un quarto esatto della lunghezza totale del romanzo.

E insomma.

Stabiliamo, innanzitutto, che sono una frana con le recensioni positive che non siano costituite di solo keysmashing e qualche ululato semicoerente di condimento. Detto ciò, che bel(lissimo) romanzo che ho appena finito di leggere.

Magnifico. Tenuto brillantemente in vita innanzitutto dalla voce della protagonista — è forse uno dei pov intradiegetici migliori e più godibili che abbia mai letto, — ma anche dal resto dei personaggi, no, vaffanculo, delle persone che compaiono. Per essere sintentici, è un libro scritto da dio, e pochi cazzi. Il genere di romanzo per cui, mentre lo leggi, — e mentre continui a leggerlo come un treno in corsa perché non esiste possibilità di metterlo giù per un periodo di tempo più lungo di quindici minuti filati, mano sul fuoco, — non puoi fare a meno di sentire una gratitudine infinita nei confronti di quel primo stronzo che si mise a buttare insieme segni a cazzo per significare parole.

Volevo dire qualcosa di estremamente figo per far colpo su Alessandro (ciao, chiamami se ti serve qualcuno per farti le pulizie nella nuova casa inglese, lavoro pure gratis se tanto basta a ronzarti attorno, non pretendo neanche di dover per forza imbattermi per sbaglio in te e Andrea che fate roba, ma se capita, voglio dire, non mi lamenterei, e se poi volete invitare Alberto per il mio bene, tante grazie, sei il padrone migliore del mondo, ma sto divagando), ma il fatto è che è una cosa molto semplice, ed è inutile ricamarci attorno: Comunque vada non importa è un bellissimo romanzo, una splendida storia, una gioia infinita pure mentre ti sta prendendo l'anima a sberle.

In un secolo meno ignorante, qualcuno avrebbe probabilmente parlato di romanzo/voce di una generazione; io dico che vince l'Internet tre o quattro volte, e spero che basti.
Profile Image for Cecilia.
357 reviews6 followers
December 4, 2014
Realistico, drammaticamente vero, stronzo fin oltre il punto di rottura. Impossibile leggerlo e non sentirsi chiamati in causa almeno un briciolo.
Recensione completa qui.
Profile Image for Callie S..
309 reviews95 followers
September 28, 2013
Il coraggio di essere polvere

Darla è polvere: si posa sui divani e su qualunque superficie inghiotta quel tanto che basta a scoprirsi invisibili; si muove poco, è molesta allo sguardo come il residuo che resta sul fondo di una tazza.
Darla non chiede aiuto, né compassione, né sguardo, eppure ti si posa sul cuore e diventa impossibile spazzarla via.
“Comunque vada non importa” è un romanzo nei confronti del quale mi è quasi impossibile esprimermi senza sfiorare la dichiarazione d’amore; la lucidità della critica, infatti (ammesso, poi, che io sappia farne), cede il passo a un apprezzamento senza condizioni.
È un racconto amarissimo, eppure divertente come capita di sfogliare solo di rado; è terragno e poetico, irritante e commovente.
Eleonora Caruso racconta la sua generazione con sorprendente maturità e, sebbene non avanzi mai pretese di ‘universalità’, trovo che sia stata in grado di riprodurre una ‘cifra generazionale’ preclusa, invece, a penne assai più navigate.
Darla non posa e non bluffa; il suo mondo interiore, i suoi referenti culturali sono quelli di una ragazza nata nell’ultimo scampolo degli anni Ottanta, né chi legge ha mai la sensazione di assistere a una recita volenterosa. Questa profonda genuinità del carattere, l’onestà del tratto che l’ha costruita, credo sia stata la prima ragione di un affetto che non credevo possibile, perché Darla, in fondo, dovrebbe rappresentare, ai miei occhi, quanto di deteriore e fastidioso connoterebbe i ‘ventenni di oggi’: l’apatia, la tendenza a rifugiarsi in una socialità quasi solo virtuale, l’inconcludenza, il vittimismo facile…
Eppure Darla è molto di più ed è soprattutto la sostanza che incontri oltre la maschera a costringerti a ragionare; a portare te, adulto di facili giudizi e pregiudizi, a inseguire le tracce della sua insicurezza, di un’immobilità che nasce dalla devastante sensazione d’essere sbagliati e per sempre condannati all’errore.
“Comunque vada non importa” è una storia tutta di interni, perché il viaggio che allontana Darla da un benedetto-maledetto divano è prima emotivo e poi spaziale. A sorprendere, allora, è l’incredibile vivacità di una narrazione che non rallenta mai, ma incalza il lettore fin dallo straordinario paragrafo di avvio.
Dei comprimari, Alberto è l’unico che sia riuscito a convincermi davvero (la realtà dei cosplayer come l’universo del Gothic Lolita mi è oscuro e questo ha inciso senz’altro sulle mie capacità di cogliere appieno un personaggio come Miku), perché ha una sua voce che lo rende ‘persona’, prima ancora di carattere letterario. È il solo, insomma, che mi paia espandersi sulla pagina agli stessi livelli di Darla (scusate, sono monotona, ma vorrei davvero trovarmela davanti per abbracciarla e dirle che andrà tutto bene).
“Comunque vada non importa” è soprattutto un romanzo scritto bene, ma così bene che stenti a credere sia il frutto della passione e del lavoro di un’autrice esordiente e tanto giovane. Eleonora ha uno stile personale, per giunta bellissimo: le sue parole costruiscono frasi e pensieri che scivolano con naturalezza sotto la pelle e conservano a lungo la loro eco.
È vero, ci sono alcuni elementi narrativi che non mi hanno convinto (un ‘leggero’ eccesso di disgrazie all’interno della stessa famiglia; certe digressioni sul mondo del fandom che mi sarei risparmiata senza rimpianti, come le declinazioni del porno nelle doujinshi), ma credo che costituiscano una prova ulteriore delle grandi capacità mimetiche di una scrittura che non racconta: si racconta.
E sarebbe un gran peccato non fermarsi, affascinati, ad ascoltare.
Profile Image for Gardy (Elisa G).
358 reviews113 followers
February 6, 2013
Alla fine mi sono ritrovata a desiderarne ancora, più storia, più racconto, e tanti saluti alle ammiccatine e al background. Volevo la storia secca, tagliente, senza fronzoli. Direi che è il miglior risultato possibile.

Appunto: non è che non si possa percepire un grave disagio se non la si butta in sindrome certificata da vomito e analgesici. Vi giuro che la prendo seriamente e mi angoscio anche se nessuno si taglia le vene o pippa fino a lobotomizzarsi per nebulizzazione nasale. Promesso.
Profile Image for Luca Trovati.
345 reviews10 followers
October 2, 2019
Ho fissato la tastiera per cinque minuti buoni cercando di capire da dove partire per raccontare come sono arrivato a leggere "Comunque vada non importa".

Non l’ho visto di sfuggita in una libreria, non aspettavo in maniera spasmodica la sua uscita, anzi, non ne sapevo proprio un cazzo.

La risposta è una soltanto.

Evangelion è sempre stato e sempre sarà il mio anime preferito. È stato un processo di assimilazione abbastanza lungo e tortuoso e come tutte le cose che ami, all’ inizio le odi e spesso non le capisci.

Su mtv anni fa c’ era quello che per anni ho ritenuto essere il momento più alto della televisione italiana degli ultimi quindici anni. Tre anime, uno in fila all’altro, un’ ora e mezza di totale amore e devozione. Sono cresciuto con la televisione i cartoni animati giapponesi (Ranma ½ è il motivo per cui non sono gay, ne sono abbastanza sicuro) e quindi capirete bene che a quindici anni tornare a vedere anime giapponesi una sera a settimana era molto più che un salto nel passato.

Cowboy Bebop, Trigun e appunto Evangelion.

I promo televisivi ti facevano intendere che c’erano ragazzini che pilotavano robot grandi quanto il Molise che distruggevano tutto quello che avevano intorno per abbattere il cattivo di turno. Una bomba in pratica, tutto quello che avevo sempre sognato di vedere. Certo, peccato che la cosa fosse solo un attimino più complicata.

Mi stregò il cuore.

La storia, i personaggi, il fatto che fosse così dannatamente complicato da capire e così facile da odiare, perché diciamolo, si alternano episodi epici a veri e propri deliri mentali, combattimenti stupendi a sedute psichiatriche di indubbio spessore e non sempre questo è apprezzato dallo spettatore, gabbato in maniera clamorosa da un promo fuorviante.

Per quanto mi riguarda non ringrazierò mai abbastanza mtv per aver toppato quel promo.

Non riuscivo a smettere di guardarlo. Ne ero come ipnotizzato. Videocassette, registratore e via. Finito l’episodio me lo riguardavo, il giorno dopo e quello dopo ancora.

Quando finì iniziai a prendere i manga, che per la cronaca nel 2001 avevano una cadenza di uscite bimestrali e non biennale come invece è adesso (porca troia), perché non volevo che la storia finisse così, tra episodi realizzati con spezzoni esistenti e colorati con i pastelli a cera; ma soprattutto perché non riuscivo a capire tutto in maniera chiara e la cosa mi mandava ai matti.

C’era ovviamente un motivo, che scoprii anni dopo, ovvero che i realizzatori avevano le pezze al culo perché inizialmente aveva fatto schifo più o meno a tutti. I film – usciti anni dopo- proponevamo un finale adeguato al resto dell’ anime e chiudevano l’opera più visionaria che io avessi mai visto su schermo.

Sono sempre rimasto affezionato agli Eva, a Rei e a Misato ma non ne feci mai una malattia. Non sono mai stato un maniaco collezionista di action figures per dire e quando uscì il primo episodio del Rebuild lo scoprii per caso. Non ne sapevo nulla perché da anni avevo perso di vista l’universo Eva e tutto ad un tratto mi trovai per le mani una versione ‘aggiornata’ del mio anime preferito.

Mi piacque tantissimo, perché riproponeva con grafica moderna una cosa che avevo visto dieci anni prima e condensava in un’ora e mezza un sacco di cose che avevo amato alla follia.

La seconda pellicola fu uno shock.

I film dovrebbero essere visti senza sapere un cazzo prima, per gustarti il momento e per parlarne diffusamente dopo. Sempre. Per questo odio gli spoiler, per quanto possa capire che non sia facile rimanere a guardare trailer in loop e si cerchi sempre di scoprire qualcosa di più.

Io non sapevo niente della rivisitazione della storia, di Mari, delle nuove scene. Non sapevo un cazzo. Rimasi davanti allo schermo con la mascella che ondeggiava libera sul pavimento e finito di vederlo lo ricominciai per capire se non fosse uno scherzo. Non lo era.

Ora in Giappone è uscito Q, il terzo capitolo della quadrilogia e quasi in contemporanea qui da noi ha preso vita questo blog. È una di quelle cose talmente cazzute che ringrazio ogni giorno gli autori di averla messa in piedi. Se nella vita facessimo lavori per passione e non per necessità probabilmente, oltre che vivere in un mondo migliore, avremmo gente che fa queste cose più spesso. Non conosco gli autori di persona ma ho scoperto che uno di questi, Eleonora Caruso, ha recentemente pubblicato il suo primo libro "Comunque vada non importa".
Eleonora è mia coetanea e pubblicare un libro a ventisei anni non deve essere esattamente uno scherzo di questi tempi.

Ho fatto come con i film, ho visto la copertina – c’era una cosplayer di Rei- e l’ho comprato. A scatola chiusa. Senza aver letto la trama, con l’unica certezza che chi scrive così di Evangelion non potrà che metterci la stessa passione nello scrivere un romanzo.

E infatti.

Il genere non è esattamente il mio, sono più per i noir e gli hard-boiled ma questo libro mi ha colpito.

Per l’intelligenza con cui è stato scritto, per l’ ironia tagliente che circonda Darla, una ragazza che se dovessi incontrare forse ignorerei, per paura di confrontarmi con lati del suo carattere così simili ai miei tanto da spaventarmi, o forse farei di tutto per scuoterla da quella eterna apatia con la quale convive.

Chiudersi in se stessi, escludendo gli altri dalla propria vita, rifugiarsi nelle emozioni contenute negli anime e nei manga e vivere attraverso queste, distaccarsi dal mondo esterno, estraniarsi da quello che la circonda, fregarsene fondamentalmente di avere qualcosa da fare per lasciar scorrere la vita davanti agli occhi.

Darla vive così, con le sue convinzioni e i suoi vizi, è una questione di causa- effetto: non fa niente tutto il giorno in una casa che non deve mantenere e pagare perché mantenuta da un padre a cui sta bene che sua figlia si comporti come un vegetale.

L’inevitabile scossa provocata dall’invidia e conseguente odio verso un fratello malato che la costringe a scuotersi da quell’eterno torpore che la avvolge e la fa stare bene, la conoscenza di persone che si riveleranno amici e una conclusione che sa allo stesso tempo di beffa e traguardo.

Inevitabile pensare che prendere a sberle Darla in alcuni punti della storia sarebbe la cosa giusta da fare, farle capire di scantarsi fuori, di non autocommiserarsi e provare a reagire.

Il suo comportamento è estremizzato, ma è capitato anche a me di non volere nessuno attorno, di passare le giornate a letto a leggere o attaccato ai videogiochi e, cazzo, se potessi lo rifarei adesso.

Ovviamente non può essere uno stile di vita, quanto più uno stacco temporaneo. Isolarsi per riordinare le idee o riposarsi da tutto quello che accade quotidianamente.

Credo che Darla vista in questo senso sia molto più vicina a noi di quanto crediamo e che l’autrice abbia voluto estremizzare un lato del suo essere che forse non mette spesso in mostra. Una che scrive su più blog, pubblica un romanzo che dovrà inevitabilmente pubblicizzare, magari ha lavorato e di sicuro frequentato un’ università ricorda molto più il carattere vulcanico di Asuka o Mari. Darla a mio parere è più uno Shinji Ikari e non una Rei, nonostante la sua passione per le action figures del pilota dello 00, che vuole essere amato e invece scappa e si rifugia nel suo lettore mp3 e nelle sue convinzioni.

Una bella sorpresa, una lettura malinconicamente immediata che mi ha rapito e mi ha emozionato come poche ultimamente, un esordio sfolgorante. Chapeau.
Profile Image for Barbara Zimotti.
58 reviews19 followers
May 22, 2024
Se lo avessi letto quando uscì, con ogni probabilità lo avrei apprezzato di più. Ho letto tra le recensioni che si può paragonare a "Il giovane Holden", che adoro, e in un certo senso ogni generazione leggendo può trovare il proprio Holden. Come ho detto per "Parlare tra amici", anche quello è stato definito tale e l'ho cordialmente detestato.
Per quanto questo libro sia della mia generazione, cogliendo i rimandi nerd e tutto il resto, ho colto alcune cose universali della generazione stessa, come l'apatia dovuta al fatto che siamo stati messi in un limbo da un sistema che vede le persone come performance e non come individui, la tendenza alla socialità (quasi maggiormente), l’inconcludenza, il "non saper dove andare e cosa fare", il mondo degli anime e dei manga, le fanfiction... alla fine non ha parlato a me del tutto, e va bene così. Non è per rifiuto di quello che viene detto, in modo crudo e senza tanti fronzoli.
I comportamenti di Darla sono estremizzati, e per quanto alcuni li conosca personalmente, siccome nel mio caso sono associabili a qualcosa che ho scelto di affrontare, non mi restano. Perché?
Partiamo da una premessa importante: la scrittrice sa scrivere; ha uno stile molto pulito, si lascia leggere, il lessico è perfettamente adatto a descrivere quei personaggi e quelle vicende, e ho tanto apprezzato anche i dialoghi. Fatto sta che la trama attorno non era una trama, e quegli avvenimenti narrati mi sono arrivati come cliché (che se ben sviluppati li adoro) stagnanti.
Per quanto io obiettivamente apprezzi e colga il tema dell'incomunicabilità, della paura, il senso di incompiuto, un finale sospeso... alla fine mi è scivolato addosso. Non mi ha scavato dentro al punto da sentirlo "mio" e volerlo rileggere.
Leggerò altro di lei, molto probabilmente le sue opere più recenti saranno maturate con noi come persone.
Profile Image for beesp.
386 reviews48 followers
February 4, 2015
E quindi ho riletto "Comunque vada non importa" dopo tre anni. L'ho fatto dopo aver detto che l'avrei fatto per non so quanto tempo.
Ho scoperto che la prima volta ho perso un sacco di cose importanti. Ho scoperto delle nuove sfumature che non avevo colto.
"Comunque vada non importa" rimane un romanzo della mia vita. Si avvolge attorno a me e a quello che sono e mi conforta. L'ho ricominciato una notte piovosa (un paio di giorni fa), in questo periodo della mia vita in cui mi sento Darla e sto lì a commiserarmi e niente più.
Mi ha confortato. Questo libro mi piace tanto perché ci sono cose e persone e situazioni che a me sembra di conoscere e che un po' fanno da catarsi per l'ansia della vita reale.
Ho anche scoperto che ascoltare canzoni dei Subsonica mentre lo si legge è molto adeguato.
Ho anche scoperto che il finale io non l'avevo capito.
E chissà quant'altro imparerò rileggendo e rileggendo "Comunque vada non importa"...
Profile Image for Carlotta Borasio.
Author 6 books53 followers
March 17, 2015
4 stelline, ma anche 4 e mezzo volendo.
Darla è una protagonista che pur essendo insopportabile mi riesce simpatica. Perché quella solitudine lì, quella voglia di sotterrarsi nel piumone e rimanere immobile per non sbagliare, quel senso di inadeguatezza l'ho provato anch'io.
Nonostante il suo rifiuto per il confronto Darla dal suo guscio ci dovrà uscire per forza e incontrerà Alberto, Alessandro e dovrà in qualche modo trovare il modo di convivere col fatto che suo fratello è malato di infelicità.
Ho apprezzato in particolare lo stile, schietto, graffiante, autentico, impietoso.

Se posso individuare un difetto (ma potrebbe essere anche un tratto peculiare di questo libro) mi sarei aspettata un finale più incisivo. Sì, si sgretola tutto e si prova a rimettere insieme e pezzi ma forse mi aspettavo un punto fermo piuttosto che i puntini di sospensione.

Profile Image for Elena Avanzi.
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January 5, 2013


...niente di che. I finti giovani che incolpano i genitori di tutti i loro malesseri mi innervosiscono parecchio. Sarà perché conosco persone assolutamente svantaggiate dal punto di vista familiare che si sono fatte il mazzo per essere persone eccezionali!
Profile Image for Cetta  De Luca.
34 reviews13 followers
April 9, 2013
Un libro graffiante. Una scrittura diretta ed esplicita che ci fa entrare mani, piedi e anima nella vita dei giovani di oggi. Un mondo esplorato senza veli e falsi tabù da una scrittrice esordiente e davvero sorprendente.
Profile Image for Adriano Pugno.
Author 2 books22 followers
December 9, 2016
Partiamo da un presupposto: Elenora Caruso scrive molto bene. Ha uno stile tutto suo, riconoscibile e forte, e tutti i riferimenti che utilizza sono veri, disegnano un mondo. Se scrivesse articoli, comprerei quel giornale.

A mancare, in questo libro, è una trama reale. Non che una storia debba avercela per forza, ovvio. Ma il fratello malato, il rapporto turbolento col padre, quei due o tre avvenimenti che succedono tra le 220 pagine sanno un po' di stereotipo, di già visto.

È stata comunque una lettura piacevolissima e un buonissimo esordio.
Profile Image for Martina L..
34 reviews
January 17, 2020
La storia di Darla mi è piaciuta, soprattutto quando si ritrova a dover abbandonare la sua fortezza, ma con tutto rispetto non ho trovato assolutamente un capolavoro questo romanzo, ero curiosa di leggerlo, non conoscevo la scrittrice, ma non mi ha lasciato granché, merita di essere letto ma non lascia molto
Profile Image for Alessandro Lorini.
362 reviews7 followers
August 13, 2019
La Caruso è più pop di mamhood che mangia vegano alla balera dell'ortica... la adoro
Profile Image for raccontami.
223 reviews10 followers
March 3, 2024
Chiaramente non la mia tazza di qualunque tipo
Profile Image for CriCra CriCra.
545 reviews14 followers
October 7, 2012
Eccomi nuovamente qui a commentare un’altra storia molto bella e davvero intensa. Stavolta vi parlerò del libro di Eleonora C. Caruso la quale grazie alle sue abili doti di scrittrice ha scritto per tutti noi il suo libro d’esordio: Comunque vada non importa.

Protagonista della trama è Darla, una ragazza del tutto particolare. A quale ragazzina verrebbe mai in mente di chiedere alla propria nonna di poter tagliare la testa ad una delle galline del pollaio? Non chiamiamola strana perché sicuramente ai suoi occhi, è tutto il mondo ad esserlo. La sua vita in famiglia è alquanto ricca di problemi. La mamma morta prematuramente, un padre remissivo e molto spesso assente per il suo lavoro, un fratello, Andrea, tormentato da gravi problemi esistenziali che lo portano all’autolesionismo.w

Darla è una ragazza pigra, disordinata. Lei è una che non tergiversa sulle cose. Esterna tutto ciò che pensa attraverso il suo carattere duro e spesso cinico. Un carattere che si è forgiato in questi termini a causa dei problemi nella sua famiglia e di conseguenza nella sua vita quotidiana.

Darla ci farà conoscere un mondo tutto suo. La sua sfrenata passione da vera “Otaku” per i manga e gli anime giapponesi. Un modo tutto suo che le consente anche di sfuggire ai problemi che la tormentano. Come avrete notato sulla copertina infatti, c’è l’immagine di una cosplayer che veste le sembianze di uno dei suoi personaggi preferiti: Rey Ayanamu, protagonista del Manga/Anime Neon Genesis Evangelion

In quegli anni ero di legno. Se vuoi sopravvivere
alle superiori è meglio che ci pensi subito e che
fai l’anestesia al cuore. Mi hanno derisa, insultata,
lanciato cibo addosso e chiamata cessa: non ci ho mai fatto caso.
Solo una volta un ragazzo mi ha strappato Berserk dalle mani e
me lo ha rotto. Il giorno dopo ho dato fuoco al suo zaino.


Darla si scontrerà nuovamente duramente con la realtà nel momento in cui, il velo che aveva davanti ai suoi occhi cadrà. Suo fratello Andrea è malato. Ha davvero bisogno di aiuto. E lei e suo padre e lo stesso Andrea, lo hanno sempre saputo. Il loro rapporto, padre, figlio e figlia, è sempre stato ostico e distante. Ognuno di loro si accusa a vicenda di colpe che in realtà non rispecchiano altro che gli errori commessi da tutti. E poi, quando ci si ritrova davanti ad un gesto tragico ed estremo o all’inevitabilità della vita, non ci si rende conto del perché o del motivo per cui si sia arrivati a quel punto.

Ho guardato per la prima volta nella spaccatura
dentro di me, la differenza tra quella che sono e che sento
di essere, una persona piena di storie all’interno, esperienze,
persone che ho conosciuto e luoghi in cui ho vissuto, e poi,
all’esterno, solo questo: una ragazza sola, e con centoquattro Bic.


Un linguaggio logico e preciso. Mi ha colpito la vastità della conoscenza e l’uso della terminologia inerente non solo al magico mondo dei manga/anime giapponesi ma anche a quello del mondo informatico, del web, di internet e di tutto ciò che è collegato ad esso. Leggere questo libro è stato come sedersi comodi in poltrona a guardare un Anime. Oppure come sfogliare le pagine di un manga che lentamente scivola in diversi generi dallo yaoi (tra uomini) a quello Het (tra donne e uomini) affascinandoti con le sue piccole perle di saggezza lasciate lungo il percorso.

Infine cosa che non capita spesso nei libri è lo stesso epilogo che ti colpisce e ti lascia soddisfatta. Un finale che racchiude in se stesso una chiusura e una apertura al futuro. Non è un “happy end” e allo stesso tempo neanche un brutto finale, ma come era giusto che fosse.w

Profondo! È questo il termine che mi viene in mente così di getto per definire questo libro. Ti colpisce l’intensità che l’autrice ha messo in tutto il libro e in special modo, in tantissimi passaggi. Tanto da volerli rileggere e cercare di imprimere bene nella mente il loro significato. E magari citarli tutti per far capire quanto ti siano piaciuti. Questo è quello che avrei voluto fare io ovviamente, ma lascio a voi altri lettori il piacere di leggerlo e di commentarlo, nella speranza che vi sia gradito come lo è stato per me.

Voglio fare personalmente i miei complimenti a Eleonora e dirle che il libro mi è davvero piaciuto tanto. Oltre tutto ho potuto prendere appunti su i titoli di anime che non conoscevo e che potrò vedere per mio puro diletto. Ciao Eleonora, complimenti e grazie ♥
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Profile Image for Logolepsy.
319 reviews24 followers
March 5, 2025
Sorride, e il mondo si riduce a icona.

Questo libro è il ritratto di una generazione. Più precisamente della mia, cioè di quella generazione che è cresciuta a pane e cartoni animati, quella dei cellulari, quella che ha assistito alla nascita di Internet e alla sua fulminea diffusione e che quindi è cresciuta con esso, che per prima ha potuto viaggiare e fare l'università con grande facilità. Il ritratto, comunque, è riuscito alla perfezione: al di là della storia, il mondo della protagonista è reso in modo magistrale, così bene che a tratti mi sembrava quasi di sentir parlare un'amica, o addirittura me stessa.
La protagonista (nella quale sono riuscita a immedesimarmi alla perfezione, visto che nelle prime pagine sembrava raccontare la mia vita), però, è un po' discosta dalla generazione che l'autrice dipinge. Ne fa parte, sì, ma ne fa parte come outcast, come rarità. Una appassionata di fumetti giapponesi e con una collezione di porno perfettamente catalogata di cui va molto fiera, non può sicuramente essere la principale esponente di tale generazione.
Darla è, infatti, un mondo a parte, nei dintorni del quale orbitano quelle poche persone che fanno parte della sua vita e a cui la sua vita si riduce. Come Alessandro, per esempio, all'inizio presenza fastidiosa e poi amico necessario. O come il padre, con il quale Darla ha un rapporto dolorosamente complicato come difficilmente esistono, e che personalmente ho trovato straziante, quasi da far male. Quello con l'orbita più stretta, il satellite più importante, è però il fratello Andrea. Sembra che in realtà sia attorno a lui che ruoti tutto, compresa, o forse per prima, la vita di Darla. L'autrice ha però costruito questa situazione in un modo molto particolare ma incredibilmente sapiente: Andrea è la presenza più ingombrante nella vita della protagonista, ma è quello che in questo libro compare di meno. Di lui si nota appunto solo l'essenza, l'ombra, il peso nelle vite degli altri; compare e parla pochissimo nella narrazione, ma condiziona le vite di tutti. E' quasi invisibile, difficile da notare, sfuggente, proprio come il male che lo affligge, che c'è ma non si vede, per il semplice fatto che non lo si vuole vedere. E infatti per Darla è difficile ammettere che il perno attorno al quale gira la sua vita sia lui, e devono sempre essere gli altri a farglielo notare. Lei, intanto, sa ma non lo ammette, e vive una non vita, iscritta a un'università che non frequenta, amica di persone con cui non parla, abitante di una città che odia, figlia di un padre che ama ma con cui non vuole parlare, ombra di un fratello che finge di odiare. Nella sua immobilità ci ho visto un po' di Joyce e un po' di Beckett, e allo stesso tempo ci ho visto molto di me stessa, e questa è una cosa possibile solo se chi sta scrivendo sa come farlo.
E questo discorso vale anche per i temi affrontati nel romanzo, che sono enormi, ma quasi non si vedono. Non se ne parla in modo esplicito, ma la sofferenza che essi generano permea ogni pagina, si riflette in ogni azione di Darla e di chi le sta intorno. Vorrei prendere questo libro e farlo leggere a Paolo Giordano e a tutti quelli che hanno fatto vincere al suo "La solitudine dei numeri primi" il premio Strega dicendo loro "t'oh, avete solo da imparare".
Anche lo stile è perfettamente azzeccato. La storia oscilla tra presente e passato, gli avvenimenti appena accaduti si inanellano ed interagiscono con i ricordi della protagonista, dipingendo in modo omogeneo il suo mondo interiore ed aiutandoci a decifrare i suoi pensieri, a capire le sue sensazioni e farci vedere il mondo con i suoi occhi. Tutto questo è condito da un continuo rimando alla cultura popolare del mondo, da battute un po' (molto) nerd e da un complessivo tono ironico molto divertente, che ogni tanto alleggerisce la situazione senza però renderla meno seria neanche per un secondo.
L'unica pecca che posso trovare a questo libro è che, forse, non posso consigliarlo a chiunque: c'è una fascia di età che non capirebbe la gran parte dei riferimenti presenti; è un libro di nicchia insomma, ma solo "generazionalmente" parlando. Al di là di questo, è un libro stupendo, profondo, spesso, divertente, crudo, irriverente, ironico. I miei più sinceri complimenti alla giovanissima autrice, e una piccola, egoistica richiesta: non smettere di scrivere.
Profile Image for Rosângela.
120 reviews1 follower
March 4, 2017
I tanti rifereimenti al mondo Manga, con tutti i suoi personagi, storie e stili sono limitanti per quelli che non li conoscono. La lettura del testo diventa incompleta,fragmentata perche non si riesce a immaginare l'ambientazione, cogliere i paragoni, identificare le citazioni. Ovviamente a chi il mondo Manga è ben conosciuto è tutto da godersi. Detto questo ho letto tutto il libro aspettando una svolta. Fino alla fine. E, leggendo l'ultima riga, mi sono inizialmente detta "tutto qui?" Dopo ho pensato, a un'altra parte, per essere una storia realistica non poteva che finire in quel modo. A suo favore ci sono molti spunti di raggionamento su le relzione interpersonali e con sé stessi.
Profile Image for yu.
2 reviews3 followers
January 4, 2013
Dopo un'attenta (e più lenta soprattutto) rilettura, mi sento abbastanza pronta a dare un parere a questo libro.
Avete presente quando trovate una storia in cui non c'è un pezzo di voi stessi, ma probabilmente tutta la vostra vita? O quando un personaggio vi fa posare il libro per cinque minuti e pensare "ma questa è la mia vita. Cosa ne sto facendo?", o gridare mentalmente perché dai, è ovvio che c'è del feeling con un altro personaggio, e vorresti farlo capire anche alla protagonista pur essendo consapevole che non puoi, che somigliandoti davvero così tanto rimarrà ad aspettare una mossa casuale che potrebbe arrivare così come potrebbe non farlo mai? Vi siete mai rivisti per un buon 99% nella storia che stavate leggendo, sentendovi abbastanza parte della trama da dover elaborare gli avvenimenti prima di poterli riassumere in maniera quantomeno obiettiva?
A me è capitato con questo. Certo, ne ho letti altri che ci sono andati molto vicino, ma posso assicurarvi che Comunque Vada Non Importa c'è riuscito alla perfezione. Forse perché anch'io come Darla lascio che il tempo scorra senza muovermi poi molto, ancorata alle mie abitudini e alla voglia di non far nulla per il resto della mia vita.
Senza cadere troppo nella soggettività credo proprio che questa recensione non verrebbe come dovrebbe, ma il punto è che bisogna mettersi nei panni dei personaggi per amarli o odiarli, non c'è nulla da fare. E li amerete tutti, dalla Susy che rompe le scatole perché in realtà vuole un gran bene a Darla, a Miku che è lo stereotipo di quello che la società ci costringe spesso ad essere, ad Alberto (perché Alberto si deve amare, non c'è una ragione. Io un ragazzo che ascolta una Ed/criceto/Al e la accetta pure lo amerei a prescindere).
C'è dentro la fragilità delle persone comuni, di quelle che pensano "a me cose del genere con capitano" e che invece poi vedono accadere, e cambiano te e la visione che hai di quel che ti circonda; c'è il bisogno di dare un senso alla propria vita pur non avendo nessuna voglia di farlo, continuando comunque a dirsi che bisognerà pensarci prima o poi. C'è una generazione che non riesce ad andare d'accordo con se stessa e va anche peggio nel relazionarsi con gli altri.
Non troverete un finale esaltante, o storie d'amore che lasciano senza fiato, ma è proprio questo il bello del libro: lascia con tanti punti oscuri sui quali rimuginare, con storie non raccontate e possibilità infinite incontro alle quali i personaggi vanno incontro. E se vi soffermerete a leggerlo due, tre, quattro volte vi renderete conto di quanto ognuno di essi abbia qualcosa da dirvi, di quanto almeno uno fra tutti vi farà pensare "ma questo sono io", con un sorriso e magari un momento di tristezza, perché quando lo richiuderete sarà come averci lasciato dentro un minuscolo pezzo di voi stessi.
Profile Image for Rebecca.
118 reviews5 followers
May 7, 2014
Mi impongo di scrivere questa recensione perchè Comunque vada non importa mi è rimasto dentro, anche se so che non sono in grado di descrivere questo libro come merita. Anche perchè, ammettiamolo, Eleonora lo ha scritto così bene che bisogna leggerlo, non certo riassumerlo.
E' un libro complesso. Forse più per quello che mi ha lasciato dentro che per la trama, anche se i personaggi lo sono, complessi. E difficili e irritanti. Sono troppo veri, per non esserlo o per lasciarci indifferenti.
Darla è riuscita a irritarmi e farmi quasi piangere nei giro di poche pagine, per poi imbarazzarmi a morte e farmi desiderare di scagliare il libro contro il muro rifiutandomi di continuare la lettura. Dai pareri letti in giro, entusiastici come i miei o negativi che fossero, è successo un pò a tutti. Perchè Darla, Alessandro, Andrea o Alberto hanno qualcosa di noi. Sono difficili proprio per questo, ci ricordano le nostre mancanze e le mettono a nudo senza imbarazzi o censure, così, nero su bianco, tanto da lasciare un senso di disagio addosso che difficilmente sparisce, anzi, più andavo avanti a leggere più si faceva forte.
Darla mi assomiglia. E non sono ancora riuscita a capire se sia vergognoso ammetterlo o meno. E' disordinata fino al caos, l'ordine la infastidisce quasi quanto le persone e l'essere costretta a relazionarsi con loro. E' insoddisfatta di sè eppure non fa niente per cambiare, continuando a crogiolarsi in quell'insoddisfazione tanto da risultarne soddisfatta. Soddisfatta di essere insoddisfatta, ha senso? E poi è vigliacca e preferisce ignorare i problemi piuttosto che affrontarli, nascondersi al mondo, piuttosto che combattere per un futuro e delle aspirazioni che sente sempre più lontane. E arrabbiata. Come lo siamo stati tutti almeno una volta nella vita.
E poi c'è Andrea che sprofonda pagina dopo pagina sempre più dentro a un baratro che avvertiamo e immaginiamo, ma di cui preferiamo ignorare l'esistenza fino a che non ci precipita addosso, esattamente come Darla.
Alessandro e Alberto, da soli, meriterebbero una recensione solo per loro, non protagonisti che alla fine lo diventano comunque. Come tutti gli altri, piccoli o grandi personaggi, che costellano la storia.
Una volta finito, una fine che arriva troppo in fretta e mi ha lasciato addosso per giorni la voglia di ricominciare da capo sperando di vedere le pagine moltiplicarsi davanti agli occhi fino a non finire mai, è stato difficile da digerire esattamente come lo era mentre lo leggevo. C'era quella completezza, finalmente avevo in testa l'intera storia, eppure non aveva cancellato il disagio che avevo provato leggendo alcune pagine. Molte, in realtà. Ma credo succeda, quando troppo spesso ti ritrovi descritta nelle pagine di una sconosciuta.
Se poi avvistate Alberto per strada, sappiate che mi sono messa in fila prima di voi, quindi adeguatevi!
Profile Image for Karlsdottir.
10 reviews
January 7, 2016
Comunque vada non importa é un romanzo stupendo. Pur non vivendo più come studentessa fuorisede, pur non avendo mai abitato a Novara o Milano, pur non avendo una passione per manga/anime/action figures, pur qualunque cosa, l'autrice é riuscita a farmi sentire il personaggio di Darla più vicino di quanto mi aspettassi.
Ammetto di aver acquistato il romanzo più per curiosità che altro, con la certezza che a fine lettura sarei rimasta delusa o, peggio, non mi sarebbe rimasto niente (questo per me é assai peggio del rimanere delusa, perché se il libro non mi trasmette niente vuol dire che ho letteralmente buttato via tempo che avrei potuto impiegare diversamente). E invece, no! Comunque vada non importa mi ha coinvolta un sacco, ero intrigata da Alessandro, curiosa di sapere qualcosa di più di Alberto, speranzosa per la vita di Andrea. Certo Darla racconta la storia, ne é la protagonista - ma lo é veramente? Non lo so, pur avendo sotto gli occhi il racconto di quello che faceva/sentiva lei, io ho passato tutto il tempo a pensare ad Andrea, il grande fantasma del libro sia concretamente (me lo sono davvero immaginata come un fuscellino, gracilino, di quei ragazzi che solo a guardarli si spezzano), sia in senso lato se vogliamo, visto che un po' c'é, un po' non c'é - e anche quando non c'é, alla fine c'é sempre in qualche modo.
Mi spiace davvero di non averlo comprato prima, perché leggendo la vita di Darla attraverso le parole dell'autrice sono riuscita, pur essendo io lontana dalla protagonista (a dire il vero mi sembra di essere a metà strada tra Darla e Andrea, però é un opinione soggettiva su me stessa quindi non so quanto possa valere lol), a rivedere tratti di me stessa e a fare una sorta di autocritica, che, appunto, se avessi letto prima il libro, sarei stata in grado di fare molto prima.

Le uniche pecche del libro, per me, sono state: il finale, che forse capirò meglio ad una seconda lettura, ma così mi é sembrato un po' brutto perché ho pensato che Andrea fosse sparito nel bosco; la mancanza di un approfondimento su Alberto, che purtroppo non sono riuscita ad inquadrare bene, a capire se mi piacesse o meno il suo personaggio.

Per il resto, questo é uno di quei libri must read, perché seppur raccontando una storia non proprio allegra, riesce comunque a farti ridere e sorridere, a farti immedesimare e allo stesso tempo riflettere su te stessa.
Profile Image for Meggie.
8 reviews1 follower
September 28, 2012
Volevo scrivere una recensione intelligente, ma sembra io non sia adatta, quindi prendiamo quello che c'è.
Prima di tutto, è scritto bene. E' scritto in un modo che ti ritrovi ancorato alle parole, al mondo di Darla, alla voce spietata con cui commenta la sua vita e quella di chi le sta attorno.
Ma c'è ovviamente di più, oltre ad una bella forma. C'è il modo imbarazzante in cui ci si può ritrovare nelle parole di Darla. Imbarazzante, perché nessuno vorrebbe vedersi descrivere così. Eppure lo sappiamo che siamo esattamente quello. Che la vita di Darla non è solo la vita di Darla, ma rispecchia un po' la vita di tanti.
Ciò che ho veramente apprezzato, però, sono le storie, le voci e la presenza dei personaggi di contorno. In particolare, il padre e la sua assenza fisica, che però si traduce in una presenza emotiva schiacciante. E che ho visto riflessa anche in Andrea, il fratello di Darla. A volte fisicamente presente, a volte no, ma sempre e comunque un punto centrale della vita di Darla, anche quando lei neppure se ne accorge. Andrea è presente nelle conversazioni, nelle persone che la circondano, nella sua casa e nella sua vita e Darla si ritrova spaccata tra ciò che (non) fa e ciò che (non) vuole sapere.
E' una storia amara, ma non priva di una via d'uscita che, anzi, la si vede fin troppo chiaramente. E seguire Darla fino a quando anche lei non si accorge di quella via, è un percorso emozionante.
Un libro consigliatissimo e un ottimo romanzo d'esordio. Spero di leggere presto dell'altro.
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