Scritto nel 1919 e pubblicato per la prima volta nel 1921, questo libro è la storia degli Alpini in guerra. Un diario gremito di personaggi, di episodi, da cui emerge il mondo della montagna e della trincea nella sua cruda realtà: l'orrore della prima linea e l'ambigua tranquillità della retrovia, il valore e il mugugno, il senso consolatorio del cameratismo e la nostalgia di casa. Pagine pregnanti di umori dove le immagini vivaci e pittoresche della "naja" si susseguono a visioni liberamente poetiche dei paesaggi che furono teatro della prima guerra mondiale, e dove Monelli, rifiutando sia l'inno sia la denuncia, recupera una stagione vissuta e sofferta con le sue amare verità, ma anche con i suoi sorridenti risvolti. Cronache, appunto, come lo stesso autore ha voluto definire Le scarpe al sole, "di gaie e di tristi avventure di alpini di muli di vino". Arricchisce il volume un glossario di voci militaresche che Monelli ha compilato con brillante estro linguistico.
È un diario di giorni di guerra (‘15-‘18) ma non di combattimenti. È un diario di giorni in prima linea, ma non di odio. È un diario dei giorni aspri dell’Ortigara e del Cauriòl, ma non di sangue. È un diario di coraggio e di incredibile caparbietà; e ricco, soprattutto, di un sentimento oggi raro: l'amor di Patria. Chi vive solo nel presente*, perché ogni attimo può essere l’ultimo, cerca di non allungare i momenti di tensione e di paura ricordandoli e annotandoli su carta; ha necessità invece di distrarre la mente. Il tenente degli Alpini Paolo Monelli allarga dunque l’orizzonte e si ferma ad ascoltare anche l’anima della montagna e le sue silenziose bellezze; e annota le viste sulle crode, l’odore di terra e di bosco, i colori dei tramonti, lo stupore delle nevicate, le luci dei cieli freddi… Risultano riflessioni immediate, autentiche, espresse con la scarna sincerità delle parole e degli episodi, prive di luoghi comuni, non filtrate dal tempo e dalla successiva retorica; annotazioni spesso di sorprendente liricità. Sono ricordi "puliti" come questi, o come quelli di Rigoni Stern solo pochi decenni dopo, che ci permettono di sfogliare con dignità le pagine della nostra Storia e di ripercorrere le nostre Memorie.
*Il passato è troppo bello per credere di averlo vissuto, il futuro lo s’immagina troppo bello per sperare di poterlo vivere, questo presente è atonia di rimpianto del passato o d’attesa del futuro.
Un centinaio di anni fa, quando il libro uscì per la prima volta ebbe un discreto successo. Al giorno d'oggi credo che sappia raccontare con sincerità ogni sfumatura della prima guerra mondiale degli alpini con la voce di chi è sopravvissuto. Tutto quello che c'è dentro è perfettamente esplicato nel sottotitolo del libro. Sebbene non sia mai pesante, racconta cose terribili che conosciamo tutti e ci immerge in quella vita di immotivato sacrifici di giovani neanche trentenni, riuscendo addirittura a strappare qualche sorriso. Sono gli spiragli di vita che gli alpini in Trentino hanno dovuto trovare negli anfratti di quell'esperienza per non farsi travolgere dalla paura e dalla disperazione.
Written in [translated] Victorian prose... about one of the most unknown aspects of the Great War in the high Italian/Austro-Hungarian Alps Monelli is an upper middle class gentleman who adapts to & adores his peasant poacher farmer smuggler soldiers, "Alpini" mountain troops like all infantry, the laughter & loss "how much did your father bribe the mayor to get you into the Alpini?" ....my grandfather's war
Gran bel libro, scritto quasi in presa diretta subito dopo la guerra, interessante sia dal punto di vista umano che storico, respiri la guerra, i pensieri che scorrono nelle vene assieme al vino, ricordi di amicizie sublimate dalla guerra, il rispetto per le gerarchie, il sentimento che unisce sotto la bandiera della patria,,,
Diario di guerra di Paolo Monelli, arruolatosi volontariamente negli Alpini durante la Prima Guerra Mondiale. Uno spaccato della vita quotidiana dei soldati impegnati al fronte, le reazioni alla morte dei compagni, le piccole gioie della licenza, tante emozioni che l'autore sa trasmettere.