Aliénore ha quindici anni e, all'improvvisa morte del padre, eredita la corona di uno dei territori più ricchi d'Europa: il ducato d'Aquitania. È cresciuta alla scuola del nonno, il potentissimo Guglielmo il Trovatore, famoso per le stravaganze, gli eccessi e l'immoralità dei comportamenti. Da lui Aliénore eredita non solo la stupefacente bellezza, ma anche la concezione della vita e i tratti del carattere, inclusa la spregiudicatezza e la forte sensualità. Come Guglielmo, è colta, intelligente, determinata, ama la vita e sa goderne i piaceri. Luigi, secondogenito del re di Francia, ha diciassette anni. È cresciuto in convento, sotto le cure assidue di Sugero, abate di Saint Denis. È animato da una religiosità profonda e, per certi aspetti, ossessiva. Desidera solo fuggire il mondo e le sue tentazioni, per chiudersi nella pace della clausura. Ma la morte improvvisa del fratello primogenito lo costringe ad assumersi responsabilità per le quali né lui si sente portato né gli altri lo reputano all'altezza. A Luigi, per ragioni politiche, viene imposto di sposare Aliénore d'Aquitania. Mai coppia fu peggio assortita, almeno all'apparenza. La regina irriverente è la storia del loro matrimonio, tempestoso, sorprendente e animato da continui colpi di scena.
Prendete Eleonora d'Aquitania. Avete tra le mani un personaggio storico di raro interesse: ambiziosa e decisa, ribelle ma abilissima politicamente, sensibile, lungimirante. Una donna modernissima per il suo tempo, capace di tenere in piedi un regno prospero senza disgregarlo in un periodo in cui le donne erano destinate a dare in dote ai consorti tutto ciò che ereditavano. Moglie di due re, madre di tre re (di cui uno è Riccardo Cuor di Leone e un altro è Giovanni Senzaterra), mecenate delle arti, protettrice - tra gli altri - di Chrétien de Troyes e celebrata nei Carmina Burana.
Trasformatela in una ragazzina insopportabile, bella, bellissima e pronta a usare le armi della seduzione al servizio dei propri capricci, incurante di tutto escluso i propri interessi, superficiale fino allo stremo, vogliosa di scandalizzare per il solo piacere di farlo... una sorta di "Io sono Daenerys, nata nell'Aquitania, nipote di Guglielmo il Trovatore, regina delle feste e dei vestiti, la non-me-ne-frega-niente-della-diplomazia, distruttrice degli attributi maschili", ma senza la "figaggine" dei draghi e dell'esercito degli Immacolati e molto indecisa sentimentalmente, tipo eroina YA alla Bella Swann. Ecco che il pasticciaccio è servito.
Sorvoliamo sulle inesattezze storiche... libri di questo genere se le possono permettere, purché la trama e la narrazione del personaggio siano ben costruite. Ma non quando il testo è superficiale, e dà spazio a dialoghi insulsi mentre sorvola rapidamente sugli eventi che dovrebbero essere importanti. Niente da fare, questa Eleonora non mi è piaciuta affatto. Non posso concepirla nemmeno come donna innamorata, che anche questo sarebbe stato un tentativo accettabile - e a un certo punto della storia sembra che l'autrice voglia portarci in questa direzione -, ma nemmeno il lato romance è sviluppato come dovrebbe.
L'unico punto a favore di questo libro è la bella scrittura dell'autrice. E l'unica cosa che mi ha veramente appassionato sono le lettere, volendo sperare che le abbia scritte lei e che non siano tratte da un carteggio vero, altrimenti mi resterebbe ben poco.
Peccato, perché La sposa normanna, al contrario, mi era piaciuto.
Bello ma non bellissimo, sebbene sia un'amante del genere storico romanzato, la protagonista ha un che di antipatico che per quanto realistico mi ha tenuto un po'distaccata dalle sue vicende
Non ce la facevo più. Non sopportavo nessuno (eccettuato l’abate Sugero, l’unico personaggio che ragionasse secondo un qualche criterio logico). Con ordine: va bene, forse il libro ha risentito del fatto che io stia leggendo in contemporanea il saggio “Amanti e regine” di Benedetta Craveri (quello sì che è un buon libro). Sia questo scempio sia il saggio parlano di regine francesi: ma, laddove la signora Craveri è capace di rendere piacevole la lettura biografica di donne insopportabili come Maria de’ Medici, l’autrice di “La regina irriverente” non ci è riuscita. Che altro dire? Luigi VII, uno dei protagonisti del libro, è più piatto di un foglio di carta: ma non perché manchi di caratterizzazione (si riassume in: fanatico religioso manovrabile dal primo che passa dotato di parlantina), ma proprio per la mancanza di carattere di questo ragazzo. Il fatto che ci venga fatto passare come un ragazzo che si sente schiacciato da fatti più grandi di lui è sbagliato: è un imbecille che si fa dire da altri come regnare sul proprio Paese. Petronilla, la sorella della protagonista (nonché altro personaggio chiave della narrazione), segue la sorella e cerca di imitarla: cosa che la rende antipatica, dato che Eleonora è un personaggio odioso come pochi altri. E qui si arriva a commentare la protagonista, il vero problema del libro: di sicuro, se si narra la vicenda di una donna che non permetteva a nessuno di metterle i piedi in testa, si ha intenzione di rendere la narrazione di tale donna per lo meno emancipatoria. E sì, le tirate dal punto di vista di Eleonora contro i moralisti sono tanti: si dice che lei non sopporta che degli uomini si pensino superiori alle donne etc. Beh, tutto ciò non è femminista, non aiuta il “girl power”: Eleonora è quello che in gergo si chiama strong female character, un personaggio femminile falsamente forte dotato di enorme sensualità, apparentemente emancipato e apparentemente fautore della libertà femminile. Eppure, quando Eleonora (in nome di una scappatella…) promulga la crociata, ella asserisce che se gli uomini non se la sentono di combattere, allora possono dedicarsi alle mansioni femminili perché non sono uomini abbastanza. Dunque tu, “femministissima” Eleonora, mi stai dicendo che ciò che è tipicamente femminile vale di meno? Che gli uomini, se non sono forti, coraggiosi e zotici, allora sono femminucce? Beh, che dire… Oppure, ridere di una donna definita virago (ossia Matilde, la regina d’Inghilterra) da suo marito, perché combatte per riprendersi il proprio titolo legittimo? Dunque viene insinuato che le donne stanno di base lontano dai campi di battaglia? No, Eleonora: se la libertà femminile si definisce come la possibilità di fare quel che si vuole, allora essere delle “virago” o combattere affianco ai crociati non cambia la tua femminilità. Non mi aspetto certo un femminismo anacronistico da parte di un personaggio femminile del dodicesimo secolo, anzi: però, se penso al fatto che negli anni ‘50 Clive Staples Lewis scrivesse personaggi come Lucy Pevensie o Aravis Tarkheena, pronte a combattere per quello in cui credere (senza nemmeno essere definibili delle femministe), mi domando come un’autrice che ha vissuto il femminismo di Carla Lonzi ed Elvira Banotti, nata dopo la pubblicazione de “Il secondo sesso” di Simone De Beauvoir possa essere caduta negli errori grossolani in cui non è caduto C. S. Lewis. Per quanto riguarda lo stile di scrittura: niente da dire, che la Russo sappia scrivere mi sembra tutto sommato un dato oggettivo. Ma l’andamento della storia… più lento di così proprio non si poteva. In una storia che davvero offriva tante possibilità si poteva creare un ritmo più veloce. Si poteva fare molto di più, a mio dire. L’unica nota positiva è l’abate Sugero: questi segue una logica politica coerente con il suo sistema di valori. Capisce la gravità degli errori della regina Eleonora, senza per questo insultarla in maniera sessista (sì, un abate è più egualitario della regina presunta femminista) e ne riconosce l’intelligenza. Di fatto, Sugero mi stava in fin dei conti simpatico. Ma non basta un personaggio ben caratterizzato per salvare un romanzo.
La regina irriverente è un romanzo di narrativa storica con protagonista Eleonora d'Aquitania, che fu duchessa d'Aquitania e Guascogna, più contessa di Poitiers, per tutta la vita, mentre fu prima regina di Francia e poi d'Inghilterra. Considerando che riuscì a due re senza restare vedova e buttando all'aria i piani politici di chiunque, è chiaro che ci troviamo di fronte ad una donna straordinaria. Di Carla Maria Russo ho letto altri libri: la duologia su Caterina Sforza l'ho trovata molto carina, mentre dal libro su Isabella d'Este e Lucrezia Borgia mi aspettavo di più. Stavolta mi sono innamorata: la Russo ci racconta la prima parte della vita di Eleonora - l'infanzia e il matrimonio con Luigi VII - e ci mostra come la nostra eroina sia eccessiva in tutto. Troppo bella, troppo intelligente per essere una donna, manipolatoria, abituata ad ottenere tutto ciò che vuole, non importa il prezzo. Eleonora è viva, buca le pagine con una forza che - a quanto pare - trascende i secoli e la mano di chi la descrive: ha molti pregi, ma siccome il suo tratto distintivo è eccedere spesso e volentieri diventano difetti. È testarda, incapace di scendere a compromessi, pratica, altalenante nella diplomazia e pessima nella mediazione; si crea un sacco di nemici (che nella maggior parte dei casi è in grado di tenere sotto controllo), ama la cultura, la bellezza, il lusso, e soprattutto ha una sfera sessuale ben definita: non è solo la nascita dell'amor cortese, perché a Eleonora piace - e tanto - l'aspetto fisico dell'amore, e non ci vede niente di male nell'appagare i desideri della carne senza troppi pudori. La cosa migliore è che questo non viene dipinto in una luce negativa: l'autrice ha mostrato come il carattere di Eleonora sia considerato scandaloso ed immorale da tutti i suoi contemporanei, ma allo stesso tempo è riuscita a far passare il messaggio che non c'è assolutamente nulla da condannare o di cui sconvolgersi o di cui vergognarsi nell'essere una donna ed avere desideri, e appagarli senza troppi pensieri. Fino a questo momento ho parlato di Eleonora, perché è la protagonista e attira l'attenzione, ma questo è un romanzo con molti personaggi: Luigi VII è dipinto come un ragazzo poco adatto ad essere re, secondogenito destinato alla vita di chiesa con una sincera vocazione, e poi costretto dal destino ad abbandonarla. A prima vista lui ed Eleonora sono la coppia peggiore del mondo, ma questa è anche una storia d'amore e cerca di farci vedere che gli opposti non sempre si respingono ma a volte si completano. Ho adorato, poi, il vecchio Luigi VI, così come Sugero, e il loro rapporto d'amicizia così improbabile eppure così sincero. Per quanto riguarda il resto: sugli avvenimenti nulla da dire: una vita del genere permette porta solo il dubbio di come scriverla, non cosa scrivere, mentre l'ambientazione... in Le nemiche la scarsa attenzione dedicata alle corti delle due protagoniste mi aveva delusa moltissimo, ma qui per fortuna non si ripete il dramma: i cambiamenti portati dalla nuova regina si vedono eccome, e considerando che fecero la storia era una cosa dovuta.
Insomma, La regina irriverente mi ha divertita un sacco: non è divulgazione, è narrativa storica nel senso migliore del termine, un romanzo di intrattenimento di quelli fatti bene, che ti lascia la curiosità di approfondire la storia della vera Eleonora.
Non posso dire di amare particolarmente i romanzi di quest'autrice, ma finora li avevo comunque sempre trovati piacevoli da leggere. Questo libro purtroppo è un'eccezione e la delusione è stata acuita dal fatto che la storia sembrava davvero promettente, anche perché il materiale originale si prestava più che bene a essere romanzato. Invece a fine lettura, più che un romanzo, mi sembrava di averne letto il riassunto, è tutto troppo frettoloso e questo prima di tutto va a scapito della costruzione dei personaggi, la cui personalità di fatto non viene mostrata. Il libro è tutto un susseguirsi di "il personaggio x" fa questo e "il personaggio y" pensa quello, ma sembrano azioni e motivazioni senz'anima e la scelta di usare quasi sempre la terza persona anche per i pensieri certo non ha aiutato. Cosa ancora più disturbante, anche alcune dinamiche tra i personaggi si evolvono senza che ci venga mostrato come, quando e perché. Le uniche parti che sono riuscite a trasmettermi qualche emozione sono state (inaspettatamente) alcune di quelle in cui è protagonista l'abate Sugero, troppo poche però per risollevare il mio giudizio sul libro.
non mi ha preso e molti punti non mi hanno convinta. la caratterizzazione della protagonista, in particolare, è a dir poco fastidiosa e, ancora peggio, poco storica. peccato.
<>. Essere una #donna non è mai facile, soprattutto non deve esserlo stato per Aliénore, che a soli 15 anni si ritrova tra le mani il ricco ducato d'Aquitania. La giovane, bella, affascinante, amante dei piaceri e assetata di cultura, viene costretta per ragioni politiche a sposare la sua antitesi: l'erede al trono di Francia. Luigi, infatti, è cresciuto in un monastero, è un ragazzo timoroso, incapace di assumersi responsabilità e totalmente devoto a Dio. Per Aliénore la vita alla corte francese non sarà affatto facile, abituata a sfarzo e divertimenti si ritrova ad essere costantemente messa alla prova da chi la giudica quasi come fosse una strega, troppo sensuale e ammaliatrice, troppo libertina e furba, persino troppo intelligente per il genere femminile. Ancora una volta, Carla Maria Russo dà vita ad una donna forte, costretta a lottare con le unghie e con i denti per andare avanti, dimostrare le proprie capacità e ottenere ciò che vuole. Aliénore, degna nipote di Guglielmo il Trovatore, è l'esempio perfetto di donna guerriera che riesce a volgere in suo favore anche le situazioni più drammatiche, senza mai perdersi d'animo. Una pioniera del femminismo di cui spero di leggere ancora!
🖋️ La regina irriverente di Carla Maria Russo edito da @edizionipiemme
✨ Fuoco e ghiaccio.
✨ Spiritualità e sensualità.
✨ Amore e gelosia.
✨ Sono solo alcune delle immagini antitetiche che prendono vita leggendo le pagine del libro La regina irriverente di @carlarussoracconta. Immagini che hanno una propria aurea e aleggiano intorno ai personaggi, differenziandone il carattere.
✨ Questa è la storia di Aliénore d’Aquitania, nipote del grande Guglielmo il Trovatore e moglie di Luigi VII di Francia. Come il nonno, Aliénore possiede un’intelligenza portentosa, un carattere vivace ed eccentrico, sempre pronta alla scoperta di nuove conoscenze ed esperienze (e che esperienze!).
In questo romanzo viene esaltata la sua personalità di donna fuori dal coro, pronta a dare battaglia per far emergere le sue qualità con intelligenza e passionalità.
✨ Verrete trasportati dalla corte d’Aquitania a quella di Parigi, fino a trovarvi a Gerusalemme, per poi tornare a Parigi passando per l’Abbazia di Montecassino (che cito perché è vicina a dove scrivo).
Donna di un’intelligenza brillante, celata (astutamente) dietro una bellezza quasi divina e un modo di fare vanesio, tale da ingannare l’ingenuo interlocutore.
✨ Ho apprezzato molto la parte avventurosa del libro, che ci conduce fino alle strade di Costantinopoli, elevandone la bellezza e magnificenza.
Molto divertente il rapporto tra il “nanetto” Sugero e il re Luigi VI, suo amico fin dai tempi di Saint-Denis, dove studiavano insieme fin da piccoli, con esiti differenti 😂.
Anche dopo la morte di Luigi VI, i loro battibecchi immaginari danno un tocco di ilarità alla storia: “siparietti” che alleggeriscono il ritmo, a volte cupo.
✨ Sugero è la figura meglio delineata dopo Aliénore.
Il frate sempre presente nella vita dei due giovani, si rivelerà il maggior “follower” di Aliénore anche sul letto di morte, riconoscendone la capacità di comando e scaltrezza, requisiti fondamentali per regnare su un popolo. Doti che invece mancano a Luigi e che porteranno a decisioni devastanti per sé stesso e i suoi sudditi.
Scrittura coinvolgente, incalzante e scorrevole. Per chi ama il genere storico romanzato.
2.75⭐️ Mi spiace dover dare una valutazione così bassa a questo libro, ma ahimè non ha rispettato le mie aspettative e ho trovato diversi aspetti negativi che mi piacerebbe sottolineare, a partire dall’innumerevole presenza di personaggi che nel giro di poche pagine spariscono e che fanno talvolta perdere il filo della vicenda. Ho trovato anche alcune parti fin troppo prolisse, nonostante riconosca le grandi doti di linguaggio e in generale di narrazione che l’autrice possiede. Credo che la trama di per sé abbia un gran potenziale, ma ritengo che non sia stata sviluppata al meglio
Non so esattamente dire se mi sia piaciuto o meno. Si alternano momenti in cui non vorresti mai che finisse ad altri nei quali non vedi l'ora che finisca. In ogni caso, forse per indole personale, ho trovato difficoltoso arrendermi e non portare avanti la lettura, poiché ti attira a sè sia negativamente che positivamente.
La coincidenza che in determinato punto del libro ero nei medesimi posti dopo 900 anni dai fatti raccontati.... Come sempre non rimango delusa e mi perdo dentro la lettura piacevole storica e scorrevole dei libri di Carla Maria Russo
Splendido libro sulla vita di Alienore di Aquitania e Luigi VII di Francia nel XII secolo. Scrittura coinvolgente e scorrevole. Finora ho adorato tutti i libri che ho letto di questa scrittrice
http://labibliotecadellibraio.blogspo... Quanto siano intriganti i romanzi storici, è una domanda che mi sono spesso posta, curiosa quale sono non rinuncio mai alla loro lettura soprattutto quando lo storico è romanzato, quando mette in luce aspetti, protagonisti, vite al di fuori dell'ufficialità della Storia, con la lettera maiuscola. Naturalmente da storica quale sono per formazione, mi piace anche verificare la veridicità del racconto, cosa mi affascini è presto detto, l'intrigo, l'esuberanza dei protagonisti e quello che non trovi nei libri, perché hanno i loro limiti, perché è anche giusto che diventino materia per quegli scrittori che hanno voglia di raccontare i retroscena di una storia d'amore, di un sotterfugio, di inganni, di battaglie costruite ad arte. Questo romanzo parla, racconta di tutto, descrive di Eleonor D'Aquitania. Una bambina, potremmo dire, a quindici anni diventa suo malgrado duchessa di un "impero" più vasto di quello del re di Francia. Preda ambita di molti audaci cavalieri che spasimano per quella ragazzina di una bellezza strabiliante, è promessa al futuro re di Francia, e come ben sappiamo le decisioni non possono essere cambiate, in quel tempo, vi ricordo che siamo nel XII secolo, ci si sposava più per interesse che per amore, soprattutto nell'ambito nobiliare. Ma Eleonora non è come le altre, dal carattere forte, eredita la sfacciataggine, l'esuberanza, il temperamento di suo nonno Guglielmo il Trovatore, un uomo che ha scandalizzato gli imperi con il suo comportamento, con le sue scorribande, un uomo che ha lasciato un forte segno, potremmo dire quasi indelebile sulla vita di una bambina. La regina irriverente è un romanzo che ti cattura e ti trasporta in un'epoca storica che conosciamo solo attraverso Cronache raccontate da "scribi" che al seguito del re riportavano gli avvenimenti del tempo, come battaglie, nascite, morti e solo in alcuni casi era possibile trovare menzioni di dicerie come amori clandestini, al limite dell'incesto. Ecco cosa realmente racconta questo romanzo, il modo di vivere di una donna che ha costruito intorno a se un mondo di cultura, di eleganza, ma anche un intreccio di inganni, sotterfugi, una donna Eleonora D'Aquitania, capace di tenere testa a uomini di fede e al re, suo marito, Luigi VII, re di Francia. Una donna che non si è mai lasciata perdere d'animo che ha affrontato le avversità anche quando erano pesanti sempre con il sorriso in viso, un viso che catturava, che imprigionava gli sguardi di ogni singolo uomo che le si poneva d'avanti, erano pochi coloro che non ne rimanevano affascinati. Uno storico che travalica le apparenze, che incalza con l'audacia tipica dei cavalieri del tempo sempre pronti a battaglie, a Crociate in nome della salvezza, in nome di Dio. Una religiosità al limite del paradosso, un credere, un prostrarsi a Dio con deferenza e oltre tutto ciò c'è lei, la regina Eleonora...
Con questa autrice riesco sempre a trovarmi alla perfezione: una penna scorrevole, accattivante, che tiene incollato il lettore alle pagine. Nonostante i suoi siano per la maggior parte romanzi storici, riesce a non annoiare ne ad appesantire in alcun modo la narrazione. In questi giorni avevo bisogno di un libro come il suo e ho deciso di acquistare questo qui, che non ha deluso le mie aspettative. Detto questo, un po’ di trama. “La regina irriverente” racconta una parte della vita di Alienore di Aquitania, nipote di Guglielmo il Trovatore. Proprio come suo nonno, ha un animo “irriverente”: ama il lusso, abbandonarsi ai piaceri, ha una intelligenza vivace ed una cultura fuori dal comune per l’epoca (si parla pur sempre del Medioevo). Adora circondarsi di intellettuali, poeti, filosofi e viene considerata una vera e propria mecenate. Un carattere forte e indipendente che si va a scontrare con quello remissivo del marito Luigi VII, re di Francia, con cui si sposa giovanissima. Luigi non ha mai avuto intenzione di fare il re: è stato allevato in una abbazia, ha un forte sentimento religioso e la sua aspirazione era quella di fare il monaco. Con la morte prematura del fratello maggiore, sarà costretto a diventare lui re e a sposare Alienore. L’unione tra i due sembra non avere alcuna speranza, data l’incompatibilità caratteriale, ma invece risulta non essere così.
Come scritto sopra, questa è solo una parte della vita di questa donna strepitosa, che ho apprezzato veramente molto nel corso della lettura. Ha una emancipazione mentale che è difficile trovare ancora oggi nelle donne. Vive per il presente e per rendere felice se stessa. Spulciando su internet ho scoperto che ha avuto una vita davvero intensa e ricca di avventure e vorrei approfondire la conoscenza di questo personaggio storico!
Questo libro è un interessante spaccato storico sulla vita di Alìenore d'Aquitania, dalla sua nascita fino alla fine del suo matrimonio con Luigi VII re di Francia. È una donna forte, intelligente che non si piega a usi e costumi di un'epoca in cui essere donna è un limite. La potremmo definire una femminista ante litteram che purtroppo si ritrova a vivere in un mondo maschilista e bigotto. Viene infatti tacciata di essere frivola, maleducata e...una poco di buono. In realtà è solo troppo avanti per quell'epoca: non è sottomessa, non è timorata di Dio, ama le feste, ballare e godersi la vita. È una grande mecenate e, presso la sua corte, nasce la corrente letteraria de "l'amor cortese". È un libro interessante, la parte storica è accurata e la storia di per sé si presta bene ad essere romanzata. I personaggi sono ben caratterizzati, anche quelli secondari. I dialoghi ben costruiti. L'unica cosa che mi lascia perplessa è il focus della storia, troppo incentrata sull'amore. Avrei voluto leggere di più su sotterfugi, inganni, imbrogli che sicuramente ci saranno stati nella vita di questa donna prima regina di Francia e poi d'Inghilterra. ⭐3.5/5
Ho letto questo libro per "partecipare a modo mio" ad una READING CHALLENGE: che io ho ribattezzato MEZZO GIRO, dato che ho scoperto tutto in ritardo. Questa è la mia PRIMA TAPPA: LONDRA. Leggi un libro con protagonista un REGINA.
Un romanzo storico sulla figura affascinante e controversa di Eleonora d'Aquitania nelle vesti di regina di Francia. Ecco, forse l'avrei trovato più coinvolgente se fosse stato narrato anche il resto della sua vita, dato che per gusto personale trovo più interessante il suo ruolo nelle vicende della Corona inglese. Alcune parti sono un po' prolisse, specie "le lettere", ma a conti fatti si legge bene.