"Nino l’ho disegnato per primo ed è venuto identico a come lo avevo immaginato. Ma quando gli ho dato la parola, ragionava da adulto: utilizzava le categorie concettuali della sua maturità, e nell’esposizione seguiva il ritmo frammentario dello stile delle note dei Quaderni. Vita e politica, amore e pensiero risultavano inscindibili. I suoi scritti si imponevano definitivamente alla memoria."
Una singolare biografia a vignette. Con un tratto delicato, quasi melanconico, Paulesu reinventa un Gramsci che ha i tratti di un bambino. Capelli in disordine, occhiali, braccia lungo il corpo: sembra lo scolaro modello dei libri di lettura, sembra un personaggio che viene da lontano. “Sono sardo, sono gobbo, sono pure comunista. Dopo una lunga agonia in carcere, spirerò. Nino mi chiamo.” Così si presenta nella prima vignetta, e a quella seguono altre che di Gramsci ripercorrono le idee, le riflessioni, le lotte, gli amori. Fra gruppi omogenei di vignette l’autore inserisce sequenze di testo che raccontano la vita dell’uomo o citano passi importanti delle opere del politico e dell’intellettuale. Ne esce un libro del tutto originale che ci guida, come all’interno di un ideale museo (non monumentale, non celebrativo), dentro la vita, il pensiero, e l’eredità umana e politica di Antonio Gramsci.
può l'amore per un'idea essere trasmesso così? passare attraverso il tratto sommario e caldo di un bimbo che ragiona da adulto e colpire direttamente il cuore di chi legge? può un pezzo di storia nostra così importante essere raccontato così? forse sì. assolutamente sì. ché questo libro colpisce il cuore e la memoria e ancora di più: io me lo sento lavorare dentro la testa e aprirmi spazi di comprensione mai esplorati prima. ma io si sa, sono ancora uno che ci crede a certe cose. un ingenuo, non un nostalgico, eh.