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Questo libro non ci offre soltanto un prezioso quadro di una delle mitologie più affascinanti e relativamente meno conosciute, pur essendo a noi vicina: la mitologia nordica. In esso il grande studioso francese ha dato una delle più convincenti applicazioni della sua famosa teoria della tripartizione funzionale, teoria che ha avuto un ruolo radicalmente innovatore nello studio delle antiche religioni indoeuropee, paragonabile a quello delle Strutture elementari della parentela di Lévi-Strauss in rapporto agli studi sulla parentela. Gli intricati conflitti fra gli Asi e i Vani, le due grandi famiglie divine che abitano il pantheon nordico, vengono così ricondotti a una necessità strutturale e l’ambiguo significato di molte divinità viene illuminato dal confronto con le divinità funzionalmente corrispondenti in altre religioni indoeuropee. Attraverso l’analisi delle varie forme di sovranità, quali si manifestano nelle figure divine, vediamo così delinearsi il profilo di una civiltà intera, e possiamo osservare da vicino l’origine e il fondamento di certe costanti – dal senso della fatalità a quello della fedeltà tribale, all’onore guerresco, alla magia nefasta –, che continueranno poi a riverberare nel corso di tutta la storia germanica.
154 pages, Paperback
First published January 1, 1959
The common Indo-European ideology, derived ultimately from one characteristic of the Proto-Indo-European community, was com-posed of three fundamental principles:
(1) Maintenance of cosmic and juridical order
(2) The exercise of physical prowess, and
(3) the promotion of physical well-being.
“that complex Germanic notion (Ger. Welt, Eng. world, Swed. Värld etc.), which designates etymologically men (ver-) through the ages(old).”
In 1936, near Lake Saima (Finland), in a “sauna,” I personally was amazed to hear the old, warmly wrapped-up woman who, in the steaming vapor of the reddened stones, was flogging with a birch branch the torso of a young friend who was traveling with me), express her admiration-except for the initial s, but with the final -iz and the original diphthong-by the very form that would have been used by a consort of Ariovistus before a companion of Caesar’s: Kaunis! Kaunis!; that is, the Germanic skauniz “beautiful” (German schön).