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Racconti bianchi, racconti neri, racconti della pazzia

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Guy de Maupassant, ci informa Savinio, «morì nel 1893 ma “cessò di essere lui” due anni avanti, nel 1891, cioè a dire nell’anno medesimo in cui Nivasio Dolcemare entrò nella vita». Ed è solo una di quelle «coincidenze astrali» che tanto piacciono al doppio letterario di Savinio, il quale ci propone qui una scelta di venti fra i più bei racconti di Maupassant, da lui stesso tradotti in una lingua magnifica, perfettamente all’unisono con la voce di colui al quale Stefan Zweig riconosceva «un senso quasi soprannaturale della misura». Un incontro, quello di Savinio con Maupassant, a dir poco esplosivo, dal quale sono scaturiti nel 1944 una traduzione magistrale e un saggio introduttivo di ampiezza inconsueta: Maupassant e «l’Altro», vale a dire uno dei suoi libri più felici e inafferrabili. Mai come qui, infatti, la scrittura di Savinio è stata tanto sapida e scintillante, in particolare nel gioco di rimandi ironici fra il testo e le note – e mai la faccia nera e nascosta dello scrittore francese è stata così acutamente messa in luce.

306 pages, Paperback

First published January 1, 1944

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About the author

Guy de Maupassant

7,466 books3,036 followers
Henri René Albert Guy de Maupassant was a popular 19th-century French writer. He is one of the fathers of the modern short story. A protege of Flaubert, Maupassant's short stories are characterized by their economy of style and their efficient effortless dénouement. He also wrote six short novels. A number of his stories often denote the futility of war and the innocent civilians who get crushed in it - many are set during the Franco-Prussian War of the 1870s.

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1 (1%)
Displaying 1 - 11 of 11 reviews
Profile Image for Dimitri.
176 reviews72 followers
December 20, 2022
Meglio i racconti neri di quelli bianchi e di quelli della pazzia. Il mio preferito è “La maschera”, che inizia così:

Quella sera c’era ballo mascherato all’Elysee-Montmartre . Era la Mezza Quaresima, e la folla, come l’acqua nel canale di una diga, entrava nel corridoio sfolgorante di luce che conduceva alla sala da ballo. L’enorme appello dell’orchestra, fragoroso come un uragano di musica, schiantava i muri e il tetto, si spandeva all’intorno, andava a svegliare, nelle strade e fino in fondo alle case vicine, quell’irresistibile desiderio di saltare, di scaldarsi, di divertirsi che sonnecchia nel fondo dell’uomo.
Anche i frequentatori di quella sala se ne venivano dai quattro canti di Parigi, gente di ogni ceto, che ama il grosso piacere e chiassoso, un po’ crapuloso e sfregato di vizio. Impiegati, magnaccia, puttanelle di ogni risma, dall’abito di cotonaccio all’abito di finissima battista, puttanone ricche, vecchie e ingioiellate, e puttanelle povere, sedicenni, piene di voglia di bagordare, di darsi agli uomini, di spendere denaro. Alcuni frac eleganti, in cerca di carne fresca, di primizie sfiorite ma saporose, si aggiravano in mezzo a quella folla accaldata, cercavano; sembrava che fiutassero come cani da caccia, mentre le maschere invece parevano mosse soprattutto dal desiderio di divertirsi. Già alcune quadriglie famose avevano cominciato i loro zompi in mezzo a una spessa cerchia di pubblico. La siepe ondeggiante, il movente magma di uomini e donne che circondava i quattro ballerini si snodava intorno come un serpente, ora più stretto, ora più largo, secondo le evoluzioni dei ballerini. Le due donne, le cui cosce sembravano attaccate al corpo mediante molle di gomma, tracciavano con le gambe movimenti sorprendenti. Le lanciavano in aria con tanta energia, che l’arto sembrava spiccare il volo verso le nuvole, poi d’un tratto le spalancavano come se si aprissero fino a mezzo il ventre, strisciando una indietro, l’altra in avanti, battevano il pavimento col sedere in uno scarto rapido e totale, repellente e buffo.
I loro cavalieri saltavano, sferruzzavano con i piedi, si agitavano, dimenando e sollevando le braccia come moncherini di ali senza piume, e si sentiva, sotto la maschera, l’ansare del loro respiro.

Profile Image for arcobaleno.
649 reviews163 followers
January 21, 2022
Un allucinato ragionante
Avevo letto questa raccolta una decina di anni fa: ne ho traccia nella mia libreria GR e anche in quella precedente, anobiiana. Ma non l'ho accompagnata da nessun commento e questo me l'ha fatta perdere tra i risvolti della mia memoria. Vi ho ritrovato però le vecchie sottolineature e ho potuto ora ripercorrere vecchie riflessioni. Credo di essere approdata a questa lettura, allora, inseguendo Alberto Savinio che avevo felicemente incontrato con "La casa ispirata" e che, oltre a essere traduttore e curatore della scelta per questa edizione, è l'autore del saggio critico che la precede Maupassant e "l'Altro" (un saggio molto articolato e approfondito, oltre che un po'... eccentrico, che meriterebbe un commento a sé e che occupa infatti anche un posto riservato nella letteratura , qui ).
La successione dei venti racconti di questa raccolta sembra ricostruire la vita e la cronologia psicologica del loro Autore. Dai primi, "bianchi", che osservano e restituiscono piacevoli aspetti di costume, ambienti casalinghi, paesaggi normanni, personaggi caratteristici del nord della Francia, si arriva, via via, a racconti sempre più scuri, psicologici e introspettivi; i protagonisti riflettono il terrore che domina lo stesso Maupassant per la presenza di esseri estranei che si insinuano nella mente e prendono il sopravvento anche sul corpo: "l'Altro" appunto, "le Horla", "esseri invisibili, una specie di vampiri che si nutrono della vita" e che condurranno G. M. alla solitudine estrema e alla pazzia, fino alla morte.
È sorprendente come, anche in tali ultimi racconti, in fondo autobiografici, la descrizione e lo studio delle psicologie e dei comportamenti risultino di una lucidità eccezionale, pur nella irrazionalità dei tormenti descritti; forse proprio averli vissuti in prima persona ha fornito a G. M. una chiara chiave per la loro descrizione, insieme alla straordinaria capacità dell'Autore di tradurre emozioni e turbamenti in pensieri ben articolati e ben decifrabili, anche al di sopra del coinvolgimento personale.
Profile Image for Flavia .
267 reviews144 followers
October 20, 2023
Molto belli i racconti della pazzia, decisamente i migliori.
Profile Image for Margot.
166 reviews60 followers
May 7, 2021
Mi son trovata più a mio agio tra i Racconti della pazzia - fatto o sintomatico o da deformazione professionale, ancora non è chiaro.

Nel complesso, ho gradito mediamente.
Nel particolare, ho gradito di più:
-Passeggiata
-La signora Hermet
-Il Gorla
Profile Image for AlenGarou.
1,739 reviews134 followers
January 5, 2020
4.5

Sono rimasta piacevolmente stupita da questa raccolta. Così stupita che qualche giorno dopo sono andata a fare incetta in libreria. Mauppasant è definito come il padre del romanzo moderno e ora ho capito perché. Certo, al di fuori dell'ambiente scolastico non l'avevo approfondito più di tanto, ma riprendendolo in mano l'ho riscoperto in una luce del tutto diversa.
Non solo il suo stile è impeccabile e inventivo, ma l'introspezione che riesce a fornire in poche pagine di racconto è sublime. La psicologia dei personaggi è delineata in poche righe e le controversie della società e della mente umana sono spiegate così chiaramente da sovrastare il buonismo della morale.
Oltretutto, in diversi racconti vi sono note così gotiche e soprannaturali che King levate...
Non vedo l'ora di leggere altro di quest'autore!
Profile Image for Bobparr.
1,149 reviews88 followers
August 5, 2017
Un po' rigidi, valgono piu' per l'ambientazione parigina degli anni in cui sono stati scritti che non, a mio avviso, per il loro valore letterario. Quando mi accingo ad un libro di racconti mi scatta sempre il confronto con Buzzati, e non ho ancora trovato nessuno che possa eguagliarlo [vero è che il periodo storico è del tutto imparagonabile, ma tant'e'. M. non regge, nel suo complesso, neppure il confronto con Cechov o Poe. Tra i venti racconti presentati alcuni sono effettivamente piacevoli, ma non mi convincono fino in fondo. Poi la modalità del racconto per interposta persona, anche se di moda nell'800, risulta un clichè abbastanza noioso]. Il saggio introduttivo di Savinio è buffo e da' informazioni interessanti, ma dopo un po' stucca. Da leggere a piccole dosi, man mano che procedono i racconti.
Profile Image for Andrea Fiore.
291 reviews74 followers
June 1, 2015
"Bisognerebbe amare, amare follemente, senza vedere ciò che si ama. Perché vedere è comprendere, e comprendere è disprezzare. Bisognerebbe amare, inebriarsi di lei come ci si inebria di vino, così da non sapere più che cosa si beve. E bere, bere, bere, senza riprender fiato, giorno e notte."
Profile Image for Aurora.
15 reviews
December 29, 2019
I racconti di Maupassant si propongono sempre come un frutto peccaminoso, il quale, una volta assaporato, non lo si riesce a lasciar andare.
I temi sono solitamente i tabù societari, ciò che si nasconde e che non si vorrebbe dire, ma che viene di contro avidamente divorato dal lettore.
La tecnica narrativa è varia e mai fissa, coinvolgendo il lettore o distanziandolo dalla narrazione. La tassonomia adottata da Savinio conduce lentamente, ma inesorabilmente, lungo un percorso agrodolce, che si infittisce man mano, divenendo sempre più oscuro e angosciante, concludendosi sul baratro della follia - ineluttabile meta di molti dei personaggi maupassantiani.

La nota introduttiva può risultare a tratti pesante (molto spesso le note si estendono per diverse pagine), anche a causa dello stile futurista/modernista adottato dall'autore - il quale tesse un lunghissimo flusso di coscienza - ma presenta un interessante excursus sull'autore, a metà strada fra un'analisi attenta e chirurgica, e una folle, personalissima interpretazione di Savinio.
Non meno importante, essa permette di constatare la bravura di Savinio traduttore, il cui stile peculiare non viene a mischiarsi e a "contaminare" lo stile dello scrittore francese.
Profile Image for Clara.
36 reviews11 followers
October 26, 2021
3,5 ⭐
Da sempre prediligo la forma romanzo al racconto, ma adoro la prosa di Maupassant.

"Mi sembrava anche di conoscerla da molto tempo, di averla veduta altre volte. Portava in sé qualcosa del mio proprio spirito. Essa mi appariva come una risposta a un richiamo lanciato dalla mia anima, a quel vago e continuo richiamo che durante tutta la vita noi lanciamo alla Speranza."
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