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Segreta Penelope

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Per chiunque abbia fatto parte della generazione che fu giovane negli anni Settanta del Novecento, la generazione dell’autrice, Sara – la Penelope segreta, che s’è rifiutata di aspettare, di questa indagine narrativa su un suicidio – è un essere molto familiare. C’era una Sara, più o meno vicina al modello, quasi in ogni gruppo, nota, conosciuta o mitizzata in ogni compagnia di amici e di colleghi di studio. Magnetica incarnazione dello spirito del tempo; prova apparente che il buon selvaggio non fosse un mito ma il futuro liberato dalla corruzione del potere civile. E l’incarnazione si realizzava nella libertà sessuale: naturale, autentica, mai esibita, antiideologica, Eros trionfante su Thanatos, Dioniso su Apollo, l’innocenza infantile del piacere sulla malizia del vizio. E naturalmente tale identificazione della libertà con la sessualità doveva apparire ancora più naturale ed anticonformista nella Spagna da poco uscita dal bigottismo del Franchismo della Sara di questo libro. Ma nessuno sapeva di cosa ne sarebbe stato di una Sara dopo il tragico inevitabile; dopo il trauma di scoprire che anche quella libertà era solitaria e illusoria, e obbligatorio il ritorno ai ruoli donneschi di madre e di moglie.
Il romanzo di Alicia Giménez-Bartlett invece parte da qui. E mira a ricostruire che cosa successe a Sara nel corso del tempo del dopo. Lo rievocano, i giorni successivi al suicidio di Sara, le amiche che formavano il suo gruppo, il bolso personaggio che ne divenne il marito, la figlia che mai poteva amarla, fino alla scoperta del più intimo ultimo segreto, dell’ultimo inaccettabile amore: pezzi di memoria strappati con dolore dall’amica che narra in prima persona; ricordi nostalgici e pieni di un affetto senza comprensione; oppure le giustificazioni del conformismo alle ferite inferte come in riti sacrificali di espiazione. La rivincita sorda, progressiva e crudele dell’ordine sul caos creativo. E il ritratto della splendida persona sconfitta dalla Penelope segreta appostata in ogni vita di donna, si piega in modo inquietante a una domanda sul tempo: che è troppo e troppo poco.

271 pages, Paperback

First published August 1, 2003

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About the author

Alicia Giménez Bartlett

92 books327 followers
Alicia Giménez Bartlett was born in Almansa, Spain, in 1951 and has lived in Barcelona since 1975. After the enormous success of her first novels, she decided to leave her work as a teacher of Spanish literature, to dedicate herself full-time to writing. In 1997, she was awarded the Feminino Lumen prize for the best female writer in Spain. She subsequently launched her Petra Delicado series, quickly making her into one of Spain’s most popular and loved crime writers.

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Displaying 1 - 14 of 14 reviews
Profile Image for Sandra.
964 reviews334 followers
April 27, 2015
Delusione. Questo è quello che provo dopo aver terminato di leggere questo libro.
E’ il primo che leggo in cui non sia protagonista della storia Petra Delicado, e mi ha delusa.
Le avventure con protagonista Petra mi divertono, l’ironia è la principale arma della scrittrice, ed è sempre presente nelle storie della poliziotta simil-montalbano.
Qui manca l’ironia, la storia è piatta e poco coinvolgente. L’io narrante potrebbe essere la scrittrice stessa, e, contornata da un coro di amici, ricostruisce la vita di Sara, un’amica che si è suicidata alla soglia dei cinquant’anni. Sara era stata una Penelope che non sapeva tessere la tela, una giovane donna libera da questioni morali e libera di vivere la sua esistenza senza sottostare alle regole del branco, amava il sesso e lo faceva liberamente con tutti gli uomini che desiderava e che la desideravano; poi, con il passare degli anni, era divenuta una segreta Penelope piena di sensi di colpa: sensi di colpa per sentirsi diversa dalle altre donne, per non riuscire ad integrarsi nel branco nonostante i suoi sforzi.
Ancora una volta il racconto viene fatto dopo che Sara è morta, ricostruendo pezzo per pezzo la sua personalità dalle voci dei suoi amici. Dico “ancora una volta” perché il pensiero mi è corso ad un altro libro, “domani nella battaglia pensa a me” di Javier Marìas, in cui vi è questo desiderio quasi morboso di mettere al loro posto, come i tasselli di un puzzle, gli aspetti del carattere e della personalità di una persona morta attraverso la voce di chi l’ha conosciuta. Solo che Marìas è un maestro nella scrittura e nel coinvolgere emotivamente il lettore, la Bartlett no.
Profile Image for Paola.
761 reviews157 followers
April 5, 2015
Mah, francamente mi sembra un enorme pippa mentale.
L'estremizzazzione nella caratterizzazzione (orpo quante zeta!) dei personaggi alla lunga non regge, la Sara suicida dopo un po' che non ne imbrocca una e continua a non capire una beneamata di sé stessa, é già un caso di quelli rari, e poi che c'entra la Penelope segreta o meno. Più che non saper tessere la tela, o infischiarsene di tesserla, (cioé fare la brava donna di casa, nel solito ruolo figliamadrecompagnaetc) a me pare che la compianta defunta fosse una dea Afrodite, a cui hanno tarpato per benino le ali, forse una bella carriera da escort le avrebbe permesso di realizzarsi.
E la Berta e la Ramona, e l'io narrante che ad un certo punto le avrei tirato un cazzotto nei denti, sempre con la verità in saccoccia, insomma una più antipatica dell'altra, e i poveri maschietti delineati come una combriccola di affetti o da deficit cognitivi però provvisti di membri fuori dalla norma, o intelligenti ma emotivamente deficitari.
Gimenez, senti, e mi pare la seconda volta che te lo dico, lascia stare il romanzo similpsicanalitico, scrivi della Pedra&Co che mi dai più piacere neh?
Profile Image for ★Loredana★.
99 reviews8 followers
October 30, 2013
Non posso dire che leggere commenti negativi abbia la capacità di influenzarmi più di tanto nella scelta o nella lettura di un libro, ormai mi sono abituata, ed è comunque bello, istruttivo e costruttivo leggere commenti ed opinioni anche di tenore diametralmente opposto a ciò che penso, ma ammetto che leggere davvero tante stroncature su "Segreta Penelope" un po' mi ha spiazzata. Io l'ho trovato bellissimo, e lo dico così, subito, semplicemente e direttamente. E sinceramente, pur rispettando l'opinione di tutti, non comprendo come si possa rimanere indifferenti o distaccati di fronte alla storia di Sara. Comprendo, questo sì, che sia più facile (e più rilassante) apprezzare le storie che hanno per protagonista Petra Delicado, la "Montalbano di Barcellona" che ha reso famosa l'Autrice anche fuori dalla Spagna, ma non posso fare a meno di chiedermi, a costo di fare storcere il naso a qualcuno: chi legge come me, e ama vivere le storie che legge, entrandoci dentro, lasciandosele entrare dentro, lasciandosene devastare, spaccare nel cuore e nell'anima, come può, specialmente se donna, non sentirsi chiamata in causa, trascinata, coinvolta con ogni fibra del suo essere donna e lettrice, da una storia come questa? Questo è un romanzo che oserei definire "corale" anche se corale non è, non nel senso stretto del termine, in quanto c'è una protagonista assoluta, Sara, la cui storia viene ricostruita, post-mortem, dall'amica scrittrice (e forse alter-ego dell'Autrice stessa), io-narrante giudice e indagatore, nonchè critico feroce e spietato di tutto l'ambiente, familiare, sociale e culturale in cui si è consumata la vita e la tragedia esistenziale di Sara, donna anticonformista e disinibita in un momento storico in cui il bigottismo e il conformismo erano il baluardo della Spagna degli anni '70. Sara è sicuramente difficile da gestire come amica, specialmente per quelle donne, quelle Berte che chiunque di noi, donne del ventunesimo secolo, ha incontrato almeno una volta nella vita, quelle donne che "ma perchè non ce l'hai un fidanzato?" "ma perchè non ti sposi?" "se non fai figli un giorno ti sentirai donna a metà" "alla tua età pensi ancora solo a divertirti?" Quelle donne capaci di esserti perfino sinceramente amiche, ma con la capacità di sputare sentenze e di dirti che ti vogliono bene nella stessa frase, e di distruggere le tue certezze e la tua autostima davanti a un caffè, come se niente fosse.
É legittimo da parte di ognuno leggere questo libro con distacco, e col più feroce senso critico, ma queste donne esistono, sono in mezzo a noi, tutti i personaggi di questo libro rispondono a tipologie di persone, di donne in particolare, che hanno, o hanno avuto un ruolo, anche importante, da qualche parte nella nostra vita, e che spesso, troppo spesso forse, ci hanno costrette, o abbiamo creduto che ci costringessero, a fare i conti con noi stesse, e con i nostri presunti sbagli e difetti, con ciò che siamo e che, soprattutto, non possiamo fare a meno di essere, che ci piaccia o no; che agli altri piaccia o no. Siamo noi che dobbiamo fare la differenza, con la nostra consapevolezza, con ciò che ci rende uniche e speciali, perchè un posto nel mondo per noi c'è sempre, e ce lo meritiamo, a dispetto di chi vuole plasmarci a immagine standard, copia conforme ad un originale che non esiste, ad un perfetto che non c'è, nemmeno in chi lo pretende da noi.
Profile Image for Sara-Iris e Periplo Review.
199 reviews8 followers
May 31, 2017
Premetto che io adoro questa scrittrice, ho letto tanti dei suoi libri... Ma questo proprio non mi è piaciuto :(
Forse (e quasi sicuramente) sono io che non ho capito il senso del libro, perchè ho davvero faticato a stare dietro alla storia.
Anche se la vicenda è interessante all'inizio, poi diventa monotona e ci sono troppe ripetizioni.
Peccato davvero, mi aspettavo di più, molto di più!
Profile Image for Livietta.
490 reviews69 followers
April 4, 2013
Un libro per donne, sulle donne: donne che parlano di donne. Scritto bene, ma noioso, a tratti pretenzioso.
Profile Image for Daniela.
100 reviews3 followers
May 22, 2024
Che scrittura profonda, puntuale, toccante. Una lama di coltello.
Profile Image for Leka.
362 reviews
Read
March 17, 2017
E con questo libro (autobiografico?), penso che si conclude la mia lettura della Gimémez-Barlett.
Almeno fino a quando i nostri universi senso-riali non troveranno, casualmente, un nuovo avvicinamento.
Profile Image for ogliastrina.
481 reviews
March 8, 2025
Alicia ripercorre le tappe della vita dell’amica e incontrando gli amici comuni del passato ricostruisce il tempo trascorso fino al tragico epilogo. Sara a vent’anni era uno spirito libero, una bellissima seduttrice, una musa del sesso che cercava e viveva con naturale passione, una ragazza che accoglieva gatti randagi nella propria disordinata esistenza così come personaggi stravaganti al limite del disagio sociale. Quando è iniziata quella campagna di normalizzazione della sua esistenza, portata avanti come un’opera di conversione religiosa da uno zelante comitato autocostituito di amiche e psicanalisti? Perché è qui che è iniziato il declino di Sara, un cammino forzato dal rispetto delle regole e dei valori che non le sono mai appartenuti, una ricerca ostinata ma incapace nel tentativo di emulare quei passaggi che segnano la vita normale, delle persone normali.
Profile Image for Marta.
145 reviews13 followers
January 20, 2015
Una reconstrucción de la vida de Sara, una mujer libre a la que los que la rodean le van construyendo otra vida más socialmente aceptable y que acaba suicidándose. ¿Quién era Sara? ¿Cómo era su vida antes del matrimonio? ¿Cómo fue su vida de casada y de madre? ¿Cuáles fueron sus demonios? Un viaje interior a la vida de Sara.
Profile Image for Fiorella.
257 reviews3 followers
February 2, 2014
La ricostruzione della vita di Sara, morta suicida. Pezzi di memoria strappati con dolore dall'amica scrittrice.
Ben scritto, veloce, intenso.
Profile Image for Antonio Grau.
82 reviews5 followers
April 13, 2020
Me gusta mucho Giménez Bartlett, pero esta obra me ha parecido muy densa
Profile Image for Lilith.
34 reviews
December 21, 2020
Non mi è piaciuto, un po' perchè mi aspettavo lo stile brillante della scrittrice di gialli, un po' perchè letterariamente non mi sembra avere senso: troppo lungo o mal scritto, sembra un diario.
Displaying 1 - 14 of 14 reviews

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