Exit

by Alicia Giménez Bartlett, Maria Nicola (Translator)

Una villa lussuosa, sei ospiti che si incontrano per la prima volta. Un’estate da trascorrere assieme, come in una danza felice, incalzante e finale. Il romanzo forse più coraggioso e irriverente di Alicia Giménez-Bartlett, una delicata lezione di libertà, una commedia letteraria e provocatoria, di dolce ed euforica malinconia.

Genres: Contemporary, Fiction

312 pages, Paperback

First published January 1, 1984

About the author

Alicia Giménez Bartlett was born in Almansa, Spain, in 1951 and has lived in Barcelona since 1975. After the enormous success of her first novels, she decided to leave her work as a teacher of Spanish literature, to dedicate herself full-time to writing. In 1997, she was awarded the Feminino Lumen prize for the best female writer in Spain. She subsequently launched her Petra Delicado series, quickly making her into one of Spain’s most popular and loved crime writers.

Reviews

[Arwen56 · Rating 1 out of 5]

Strano romanzo questo Exit. Il tema sembrava interessante: persone abbienti che decidono di suicidarsi in una cornice particolare e secondo modalità “personalizzate”, assistite da medici attenti al loro benessere. Ma mi aspettavo qualcosa di molto diverso, una disamina delle diverse motivazioni, una specie di seduta analitica collettiva o, almeno, una cornice più seria. Invece, talvolta, pare di assistere a delle vere e proprie “pagliacciate”, che finiscono per togliere qualsiasi pathos alla vicenda.

Verso la fine, mi è venuto persino il sospetto che potesse trattarsi di un’allegoria della vita umana, anche se condotta in modo grezzo e rudimentale, ma neppure questa ipotesi convince. Dunque, in buona sostanza, quel che mi è rimasto tra le dita è una specie di squinternato racconto di tipo surrealistico, che non conduce da nessuna parte e che non ha neppure il pregio di interessare per l’atmosfera improbabile che tenta di creare.

Magari qualche lettore di Goodreads più “sveglio” di me potrà suggerirmene un’interpretazione migliore o indicarmi, per lo meno, qualche significato concreto, a parte quello più che scontato che recita: the show must go on.

[★Loredana★ · Rating 4 out of 5]

Ciò che chiedo e che apprezzo, in un libro, è la capacità di ricreare un’atmosfera; mi piace essere travolta, mentre leggo, e sentirmi trasportata in un’altra dimensione, in un altro tempo, e in un altro spazio. Leggendo “Exit” mi è venuto spontaneo immaginare di essere seduta in un teatro, e di assistere allo svolgimento di tutta la storia come se la guardassi su un palcoscenico, in quell’atmosfera affascinante, ovattata e senza tempo in cui, pur essendo, a volte, ben definito il contesto storico e temporale in cui si svolge l’azione (da dialoghi, scenografia, costumi e quant’altro), si ha la netta sensazione che quella vicenda potrebbe adattarsi perfettamente al tempo attuale, al tempo di chi legge, non solo di chi l’ha scritta, o al luogo o all’epoca in cui l’autore ha scelto di ambientarla.
In questo senso, dunque, ho trovato strepitosi e originali i tempi e i modi narrativi dell’Autrice, che ha saputo ricreare un’atmosfera da reality-show in un libro scritto e pubblicato nel 1984, quando il Grande Fratello era noto alla scena letteraria sotto tutt’altra forma che quella attuale e televisiva, e tristemente conosciuta ai più. “Exit” è un grottesco reality-show di fine vita, lo potrei definire così, in effetti, in cui c’è, per l’appunto, una lussuosa villa con giardino come unico palcoscenico, e degli ospiti, molto diversi fra loro, e molto ben caratterizzati. Ognuno di questi personaggi ha una presenza scenica, una teatralità ben percepita e percepibile anche tra le pagine del libro, e proprio questo rende piacevole e squisitamente originale la lettura, perché si ha la netta sensazione di assistere ad una messa in scena, ad una recita vera e propria, dato che questi personaggi sembrano, e forse SONO, pirandellianamente parlando, in cerca d’autore, l’autore che ognuno di loro vorrebbe essere di sé stesso, della propria vita e delle proprie scelte… della propria essenza, e della propria libertà, se non di vivere, almeno di morire come ognuno di essi ha deciso. Pur non sentendo l’approssimarsi della morte, questa diventa per ciascun personaggio un fine, oltre che una fine… la parola malattia appare latente in qualche passaggio, per qualcuno, forse solo per uno di loro, aleggia ma non predomina mai… ciò che predomina invece è l’estrema consapevolezza di avere recitato un ruolo per una vita, e quindi la messa in scena della propria morte è finalmente vivere, paradossalmente, senza finzione.
La ricerca di sé diventa dunque la ricerca di un’uscita di scena in grande stile, un’uscita di scena da personaggi per l’appunto, e non da persone; da quello che, per una volta nella vita, ognuno decide di pretendere, ma anche di fingere di essere per sè. A qualunque prezzo.
Sipario. Applausi.

[Renato Magistro · Rating 5 out of 5]

Un romanzo che dimostra che la Bartlett non è solo, ma molto di più dell'autrice di Pedra Delicado.
Il suo romanzo di esordio, pubblicato in Italia soltanto nel 2012 grazie all'intuito e al raffinatissimo gusto di Sellerio (nel 1984 in Spagna), è un vero e proprio inno alla vita.
L'intreccio si svolge in una villa destinata a ospitare persone prossime al suicidio. Sarà questa prospettiva a regalarci dei personaggi che verranno fuori nella loro natura, con le loro angosce e i loro desideri.
È questa prospettiva che si traduce in un viaggio alla riscoperta di quelle piccole cose che spesso ci si ostina a negarsi, ma che hanno la potenza di regalare emozioni e di restituire un senso alla vita.

[61pat · Rating 3 out of 5]

Impegnativo per l'argomento trattato. La dolce morte scelta non per porre fine ad una malattia, comunque non solo, ma anche per una scelta personale di chiudere la propria esistenza, con tutto quello che una decisione di questo genere comporta. La bellezza del libro sta anche nel modo, leggero, ma non troppo, in cui viene proposta la fine vita.

[Elena Sarmiento · Rating 2 out of 5]

Lo tuve que dejar. Muy aburrido

[Antonio · Rating 5 out of 5]

Di questa scrittrice conoscevo solo qualche sporadico racconto, e non essendo francamente un estimatore del genere giallo, ho trovato divertente questa virata surreale (a ben riflettere, nemmeno troppo astrusa.. eppoi i romanzi non servono ad osare, ad andare oltre un'immaginazione strettamente realistica?).
Attendevo un finale che suggellasse questa ironia, e in principio pensavo si trattasse di un'operazione dissacratoria nello stile del regista Marco Ferreri, quando in realtà la vicenda, ricca anche di riferimenti letterari, chiude in delicata poesia. L'impressione che ne ho ricavata è che, come Simenon con il suo Maigret, con il personaggio di Petra la Bartlett mostri le doti di narratrice, mentre in romanzi come questo, dove è libera da costrizioni e condizionamenti (appunto ripeto, come accade per i "romanzi-non-Maigret" di Simenon) esca allo scoperto come vera e propria scrittrice.
Mi riservo di approfondire con UOMINI NUDI.

[Miti · Rating 3 out of 5]

E' vero che la compiutezza è arrivata con Petra Delicado, però questo romanzo d'esordio è sorprendente. La caustica ironia della Bartlett c'è già tutta. Un po' incompiuto in qualche passaggio, ma sufficientemente cattivo da non lasciar spazio a sentimentalismi di sorta.

[Jean Claude Fonder · Rating 4 out of 5]

El argumento podría asombrar, es más dar miedo pero es interesante interrogarse sobre este tema, y quizás encontrar sus respuestas personales ...

[Booksjungle · Rating 4 out of 5]

Exit è una villa di campagna immersa nella natura. Un giardino lussureggiante, stanze e saloni arredati con gusto, quadri antichi, candelabri sul caminetto, lucenti cassettoni sui soffitti. Uno alla volta arrivano gli ospiti della villa, tutti molto diversi tra loro ma accomunati da un unico, enorme, particolare. Ciascuno, per motivi differenti, è arrivato per inventarsi una fine, un'uscita di emergenza. Requisito fondamentale di Exit è non aver mai sofferto di depressione o altri disturbi psichiatrici. Gli ospiti staranno nella villa per tre mesi e vivranno, a nostro parere, delle situazioni al limite del paradossale. In questo periodo gli ospiti decideranno il momento in cui lasciare questo mondo e, soprattutto, il modo. Perché è questo il miglior servizio di Exit, una morte personalizzata. Qualcuno vuole morire come Emma Bovary? Nessun problema. Il dottor Berset entrerà nei panni del medico mentre il dottor Eugenius sarà il marito addolorato. Negli '80 Alicia Gimenez Bartlett, in anticipo sui tempi, affronta un tema delicato, quello del suicidio assistito, e lo fa in modo unico e originale.

[Rita · Rating 3 out of 5]

"SPETTACOLARE": TRA TRAGEDIA E COMMEDIA

Un intreccio che mi ha coinvolto, dei personaggi che sono riusciti ad intrattenermi e ad incuriosirmi, una tematica interessantissima ed affrontata con una spettacolare originalità. È tutto molto dinamico, teatrale, ma paradossalmente tipico più di una commedia che di una tragedia: del suicidio non si parla mai lasciandosi andare allo sconforto, né quelli che si verificano smuovono più di tanto l'equilibrio preesistente (forse un modo per legittimarli?).

"La paura è la sola cosa che separa l'uomo dal suicidio: la paura di non essere capaci, la paura di perdere la dignità, la paura di scoprire che la fine, quando arriva, non è bella e facile come si immaginava."

Quest'indecifrabilità il motivo per cui, una volta concluso, ho realizzato che "Exit" in realtà non mi ha lasciato granché, non tanto per il finale deludente, quanto per la sensazione che avrebbe potuto dirmi di più.

[Barry Smith · Rating 2 out of 5]

Mi è sembrata una storia scritta con una 'sceneggiatura' predeterminata in mano, tipo: 'la storia deve avere questi componenti, questi personaggi con queste caracteristiche e con questo fine.' O queste fini, dato la tematica del libro. E poi l'autrice ha scritto la storia, invece di poter dire che la storia si è scritta, cosa che per me la fa un po' forzata. Mi viene in mente un film spagnolo o italiano di quelli che chiamono 'divertente' ma che tratta un tema serio di forma così banale che non azzecca ad avere un' identità inoltre la propria banalità. Comunque, la Bartlett è una scrittrice di successo e io ancora no, dunque 'che ne saccio io, Commissà?' come dice il nostro Catarella (Montalbano).

[Hella · Rating 5 out of 5]

L'ho trovato un romanzo molto delicato e irriverente al tempo stesso, un viaggio nella personalità e nelle relazioni inter personali di un gruppo di persone che hanno deciso di morire e si ritrovano tutti insieme, in un ambiente colto e elegante, per passare gli ultimi giorni di vita. C'è tanta bellezza, tanta delicatezza, tanta ironia. E nessun giudizio, solo rispetto delle decisioni altrui rispetto a se stessi.

[Rosanna Castagneri · Rating 5 out of 5]

"Pochi possono scegliere quello che vivono, nessuno può scegliere quello che sente". Cit


- Secondo me lei teorizza troppo -
- Questa è la cosa magnifica che ho scoperto ad Exit: che si può vivere nella pura teoria. Lo spazio non esiste, il tempo non esiste, i fatti non esistono: la realtà è quella che ci inventiamo giorno dopo giorno. - cit

[Antonio Barba Ricchiuto · Rating 3 out of 5]

7/10

Una storia che mischia ironia e malinconia e con personaggi ben caratterizzati e pittoreschi. Il tema di questa storia è la morte ed ogni persona, che viene a finire la propria vita a Exit, affrontando un percorso di maturazione interiore prima del proprio suicidio. Alcuni di loro sono entrati per amore e altri per concludere una vita insulsa e priva di significato.

[Monica Dara · Rating 2 out of 5]

Romanzo piuttosto deludente, la cui tematica faceva sperare in qualcosa di decisamente più profondo. L'assortimento dei personaggi sarebbe anche interessante, ma il tutto si traduce in una specie di commedia dell'assurdo che ne svilisce qualsiasi considerazione.

[ogliastrina · Rating 2 out of 5]

Non aspettatevi il brio di Petra Delicado. La Bartlett qui fa un'analisi della noia di vivere, alla quale non c'è rimedio, e dunque non le rimane che offrire ai suoi personaggi l'uscita che desiderano.

[Giulia Sicuro · Rating 4 out of 5]

Quasi quasi mi piacciono di più i suoi romanzi che la serie di Petra Delicado...
Quasi quasi.

[Silvano · Rating 3 out of 5]

Decisamente più validi, a mio modesto avviso, i libri con la poliziotta ed il suo goffo assistente (mi fa sempre pensare a Sancio Panza). Lasciato dopo poche pagine.

[Gloria Fodaroni]

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[incipit mania]

Incipit
Poteva sembrare una questione bizantina, bizantinissima addirittura, e invece era una solenne stupidaggine...........

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