Un libro per i nostri ragazzi, quindi anche per noi. Un libro pratico, perciò pieno di sogni. Un libro emozionante, per l'Italia che non si rassegna. L'Italia deve pensare in avanti. Non è un lusso, è una necessità. Con questo libro Beppe Severgnini ci spinge a “riprogrammare noi stessi e il nostro Paese (brutto verbo, bel proposito)”. E offre agli italiani di domani - questione di atteggiamento, non solo di anagrafe - otto suggerimenti: semplici, onesti, concreti. Sono le otto T del tempo che viene, otto chiavi per aprire le porte del futuro. 1. Talento. Siate brutali 2. Tenacia. Siate pazienti 3. Tempismo. Siate pronti 4. Tolleranza. Siate elastici 5. Totem. Siate leali 6. Tenerezza. Siate morbidi 7. Terra. Siate aperti 8. Testa. Siate ottimisti Dietro le otto porte, non c’è necessariamente il successo. Ma di sicuro c'è una vita - e un'Italia - migliore.
Tre stelle e mezzo perché è scritto bene, e ci vuole ogni tanto un po' di ottimismo. Perché mi è piaciuta la visione dell'Europa così come quella della provincia italiana. Peccato però per qualche inevitabile scivolone nella retorica. E per quel viva l'America dove sono così bravi - vedi Google, vedi Apple, vedi Facebook. Ecco, se Severgnini in quel caso avesse menzionato anche i casi di start up italiane che si stanno facendo notare anche fuori dai nostri confini, se avesse dato in generale qualche esempio di giovani che già oggi stanno lavorando con buoni risultati per il domani di questo Paese, e ce ne sono, allora il messaggio di ottimismo sarebbe stato ancora più forte.
La cosa che mi è più dispiaciuta è aver buttato via del tempo per leggere questo libro :( Solitamente Severgnini è piacevole, arguto e con una prospettiva interessante su quasi tutto (e molti dei suoi libri precedenti mi sono piaciuti un bel po'). Ma qui c'è solo un giornalista che vuol fare il ggggiovane strizzando l'occhio ai gggiovani scrivendo banalità lapalissiane (sminuendo in certo qual modo quanto in proposito scritto più "seriamente" dal Sole o da altri autori). Brutterrimo.
Ascolto l'autore sempre volentieri nelle sue interviste televisive, poichè ha una visione arguta e originale della realtà che ci circonda. A mio avviso questo libro è davvero molto poco originale e di sicuro non è stato all'altezza delle mie aspettative. Peccato.
A volte capita che durante la lettura di un libro ci si trovi d'accordo con tutto ciò che troviamo scritto. Un'empatia spontanea. In realtà il libro non contiene alcuna rivelazione sbalorditiva ma solo una lista di considerazioni di buon senso ed un sano ottimismo per combattere gli aspetti psicologici deteriori che ha innescato la brutta crisi economica che stiamo vivendo. Un libro da tenere sullo scaffale e farlo leggere ai propri figli quando si sentiranno sfiduciati verso la vita e il mondo.
Difficile farsi un'opinione su questo testo. Da una parte Severgnini abborda degli argomenti molto validi e sui quali vale la pena riflettere, dall'altra però resta sempre molto vago nelle sue spiegazioni e nei suoi consigli, quindi alla fine la sensazione generale è che non si sa bene cosa può restare di questo testo. Come "cibo per la mente" può andare bene, come salvagente è un po' poco...
Tipico regalo da parte di una persona che o non ti conosce affatto, o ti odia profondamente. Fortunatamente l'infornata di banalità buonistiche dell'autore si legge in pochissimo tempo. Tempo perduto, comunque.
A me Severgnini piace parecchio. In ogni suo libro rubo qualcosa e lo porto con me. Io che sono un'ottimista di natura vedo del sano ottimismo anche nella sua descrizione dei giovani di oggi italiani di domani.
Leggendo questo libro ho trovato consigli abbastanza banali e scontati, come se me li stesse dando uno zio di famiglia ad una cena. Interessanti alcuni punti, ma in generale avevo altre aspettative.
"I ragazzi italiani non vogliono assoluzioni né prediche. Non vogliono neppure qualcuno che ragioni per loro. Chiedono qualcuno che ragioni con loro: è diverso."
Ho trovato la lettura di Severgnini rigenerante, parole che potrebbero essere pronunciate da uno di quei professori con cui mantieni i contatti anche una volta terminati gli studi; di quelli amichevoli ma che rispetti, ammiri, di cui ti bevi critiche e consigli.
In questo libro ho trovato pensieri e considerazioni schiette e stimolanti: sì, i tempi non sono dei migliori, e le generazioni precedenti non sembrano ben disposte nell'aiutarci; nonostante questo, noi rappresentiamo il futuro, e tocca a noi smuovere questa situazione stagnante.
Consiglio la lettura a tutti: ai giovani per entrare nel giusto ordine di idee, e ai meno giovani per capire ambizioni e timori di chi è venuto dopo di loro.
Il mio contesto di lettrice: 25enne della provincia di Parma, neolaureata con il massimo dei voti a Bologna, due Erasmus alle spalle, rispettivamente in Germania durante la triennale e a Londra nell'ultimo anno di magistrale. Genitori operai, contesto provinciale. In cerca di lavoro da novembre. L'ottimismo non mi ha ancora abbandonata.
Più che un invito all'"evasione (dall'Italia) per tornare indietro e liberare chi è rimasto" (da un'intervista del 23.12.12 su RaiTre), mi è sembrato un invito all'escapologia: liberarci da catene e vincoli fisici (e mentali) ricorrendo prima di tutto a un'illusione verso noi stessi, una volta che saremo liberi dall'incantesimo che ci trae vittime più che consapevoli. Un vademecum ad uso e consumo di una generazione tratta in inganno (gli Ottantini) di cui si farà parte ancora per i prossimi settant'anni. Già, perché quel che sfugge nel testo, e Severgnini salta a piè pari, è il tema della consapevolezza degli Ottantini verso ciò che li (ci) riguarda. L'idea è buona, l'intento lodevole: tirarci un po' su. Somministrarci un'iniezione di ottimismo misto a tolleranza, che si trasformi in azione concreta velata di sogni, ma ladra di tempo e di creatività. Ho riscontrato qualche caduta di stile che fa gridare all'ennesima "americanata", misto a un j'accuse che ha tutto il tono dell'italico piglio "stiamo affondando, ma tutto va bene". Di fatto, il messaggio più chiaro e lineare che l'Autore offre ai giovani che leggono questo libro, e che di questo libro - tra l'altro - sanno già tutto, è questo: siete nati nel momento storico, sociale ed economico migliore possibile (i mitici anni Ottanta), ma vivete nel peggiore. Patti chiari, amicizia lunga. Non è una presa d'atto da poco e di certo non ci voleva l'ennesimo giornalista a farcelo sapere, ma una nota di merito il libro ce l'ha: insegna a pretendere di venir riconosciuti seriamente per ciò che si è raggiunto nella vita (lauree e dottorati compresi), questo sì, senza scendere nella finta modestia da "tarallucci e vino" che ormai sommerge il Paese. Non dobbiamo cedere al mobbing culturale che vuole importare l'understatement inglese da noi. Non è nelle nostre corde, non è nel nostro DNA. E' bello in Gran Bretagna, qui è goffo e fuori luogo. Il messaggio e di pretendere quel che è giusto, nella misura in cui è giusto - non in cui è (solo) possibile. In un momento in cui, da varie sedie gestatorie, chiunque ci intima (nemmeno suggerisce) di accontentarci, ben venga qualcuno che ci esorta a volere di più, a non sminuirci e a (ri)stimolare i nostri interessi, le nostre passioni e le nostre capacità. E la morale è un classico: se non è qui, altrove. Non perché domani è un altro giorno e si vedrà; ma perché domani è già oggi.
Really enjoyed this short book written without unnecessary rhetoric and a passionate palpable love for Italian youth of any kind - whether demographic or of the soul. In four years things have changed, some events have somehow surpassed some of its commentary. However, what remains, the essence of this book to me, is Severgnini's conviction that if individuals are honest, hard working, unafraid of challenges and new identities, this can profit the (Italian and why not? any other) nation as a whole. It's a good message, of optimism, but calibrated on realistic assumptions, and enriched by real life experience. On the streets of London nowadays Italians dominate, a multiplicity of cafes and bars and Italian restaurants have opened from the Roman Road to Edgware to Hammersmith and Clapham. Thousands of Italians seek refuge and an honest living in Europe and beyond (I even met some in Vietnam and Ethiopia). And emigration is happening on a daily basis at all generational levels - people in their 20s, 30s, 40s, 50s and even older are packing, selling up and leaving the peninsula. What is missing in this book for me is the realisation that most of these people - their experience, children, tax paying and savings potential - whether adventurers or professionals, will never go back to their beautiful mother country. Ever. Except perhaps on holiday. Not because they don't want to, but because in the pursuit of making an honest buck, they cant. That is the naked truth and the utterly soul destroying bottom line. Some, and not a small minority, have even given up their Italian citizenship. I hope that by now his generation realises that. Interestingly, he dedicates this book to his then 20-year old son. Possibly reflecting Severgnini 's own worry about the future of his own progeny. Will he as a parent retire too without the comfort of his children around? Many parents and grandparents in Italy are in this situation. Neither quick whattsup messages nor access to Facebook, email or Skype is going to make up for that. 800,000 Italian have left their country in the last few years. Most of them graduates. What other country (of a similar size in the bosom of Europe) has these figures, except those is warn-torn despotic religiously intolerant societies? Nonetheless Severgnini's optimism for his own people is contagious. It s a pleasure to read his reflections.
Le indicazioni ai giovani italiani che Severgnini snocciola in otto punti sono totalmente condivisibili, non credo peraltro che le famiglie e gli insegnanti che abbiano un po' di senso della realtà e capacità di lettura oltre i fatti contingenti, ne siano sprovvisti.
Mi sembra questo che presenta un appello da ultima spiaggia, una sollecitazione a riprendersi in mano i valori che contano, a spendersi mantenendo una rotta incuranti del richiamo delle sirene che, se anche seducenti, potrebbero rivelarsi devastanti, condizione che abbiamo vissuto per troppo tempo.
Apprezzabile che l'autore si interessi di scuola nella prospettiva di una correzione di certi atteggiamenti che ormai sono anacronistici come l'eccessiva severità, sintomatica di incompetenza professionale e l'incuranza delle modalità con le quali i giovani di oggi approcciano alla conoscenza, anche con le nuove tecnologie che li proietta contemporaneamente in compiti diversificati.
La lettura di questo libro, caratterizzato come altri dell'autore dall'ironia e dalla concretezza, farebbe bene a genitori, insegnanti e studenti, proprio per rinfrescare la memoria ma anche per infondere una rinnovata fiducia in se stessi.
P.S. ciò che segue ha poco a che vedere con il contenuto del libro ma molto con la forma. Ho acquistato l'ebook a 9,99 € che considero un prezzo elevato per un testo digitale. Avrei perciò desiderato che la struttura sul mio lettore kindle fosse perfetta, compresa del TOC e, invece, l'editor è approssimativo e carente. Chiedo per questo all'autore che inviti il proprio editore, Rizzoli, ad assumere qualche giovane specializzato in editoria digitale -ce ne sono tanti usciti da corsi di specializzazione universitari che aspettano di poter lavorare, iniziare la propria professione e rendersi utili alla società- in modo da avere degli ebook di qualità e non dei surrogati frettolosi del cartaceo. Ringrazio in anticipo.
un libro consigliattissimo per chiunque, come me, è ancora completamente confuso su ciò che fare della sua vita... non che questo libri ti apre gli occhi e magicamente sai cosa fare del tuo futuro. no, le risposte non te le da ma ti fa sentire meno solo, ti da idee da seguire, suggerimenti di un adulto che parla come un amico. ciò che più mi ha colpita è stato il fatto che in un centianio di pagine, Beppe Severgnini sia stato in grado di mettere su carta tutti i miei timori e ha provato a dare delle soluzioni, suggerimenti che magari possono essere ascoltati e che in qualche modo aprono gli occhi sul mondo che viviamo.
Bellissimo libro e, come al solito, grandissima capacità di Severgnini di creare un ponte, un dialogo tra lui adulto e noi giovani. Sono consigli utili trattati nel giusto modo, per evitare che diventino una sorta di paternale su come si dovrebbe vivere la vita.
Vertigine della lista. È interessante leggerlo dall'inizio alla fine, ma probabilmente è più utile come vademecum da aprire a caso per leggere il consiglio di quella pagina :)