Quando tutto sembra finito, Rebecka riceve una preziosa seconda possibilità. Che dovrà usare per imparare a dire addio... Una scogliera davanti alla città di Stoccolma, una donna si spinge sull'orlo del baratro. Si lascia dietro carriera, matrimonio, successo, denaro. Non è più tempo per i rimpianti, Rebecka è decisa e salta. Ma in quel preciso istante se ne pente e lancia un grido di aiuto. Qualcuno lo sente: Arayan, l'angelo custode del quale all'inizio la donna nega l'esistenza, fa di tutto perché lei riesca a riconciliarsi con se stessa, la sua vita e ciò che l'ha condotta a compiere quel gesto. A Rebecka viene data una preziosa, seconda occasione per rimanere ancora accanto al marito Mikael. Ma non si può mai davvero tornare indietro, e lentamente Rebecka capirà che, a volte, il modo più intenso di amare è lasciare andare. Il nuovo romanzo di Kajsa Ingemarsson è una storia commovente - ma che sa farci anche sorridere - sulla vita, la morte, il desiderio di possesso e soprattutto il vero significato dell'amore.
Kajsa Ingemarsson is one of Sweden’s bestselling novelists, already beloved throughout Europe. Her novels are warm and compassionate, where the reader finds people, settings, and events that are current, compelling, and relatable. Her writing style is entertaining and stylish, put forth in a conversational tone that is, at same time, smart and expertly developed to lead the reader through the personal development that is the foundation of her stories.
In the same tradition as Nora Roberts, Mitch Albom and Julie Powell, Kajsa Ingemarsson represents a new generation of contemporary fiction. With almost a million readers in Sweden alone, she is one of Sweden’s greatest bestsellers of all times.
On a deeper level, Ingemarsson relates with finesse and humor the little things that make everyday people heroic in their own lives. Individual happiness can look very different from one person to another, as is revealed in each of her stories.
Having worked with counterespionage, diplomacy and translations, then as an international model and, currently, a regular guest on radio and TV, Ingemarsson often shows her humorous side. In person or from her pen, Ingemarsson is a complex person who brings style and clever wit to all her endeavors.
Gleich zu Beginn begeht Rebecka Selbstmord, den sie im gleichen Augenblick wieder bereut. Doch es gibt kein Zurück. Oder? Ihr Geist verweilt weiterhin auf Erden und wird begleitet durch einen Engel, der ihr hilft Dinge zu hinterfragen, sich selbst zu erklären und loszulassen.
Fazit Zunächst sei gesagt, dass ich die Sprecherin des Hörbuches sehr mochte und es ihr gut gelungen ist, die verschiedenen Charaktere stimmlich zu erfassen und wiederzugeben. Die größten Schwierigkeiten hatte ich mit Rebecka, sie wirkt selbstsüchtig und man kann schwer nachvollziehen, wieso sie Selbstmord begeht. Erst nach und nach und durch diverse Rückblicke in ihr vergangenes Leben erschließt sich die Verzweiflungstat. Lebendigkeit erhält das Buch durch die wechselnden Erzählperspektiven, denn auch die Sichtweise ihres hinterbliebener Mann Mikael und ihrer Schwester Sophia kommt im (Hör)Buch vor. Die Thematik des Loslassens fand ich sehr spannend, auch zu sehen, woher Rebeckas verhalten kam. Allerdings muss man für dieses Buch offen sein für geister, für die Welt hinter der Welt, wie wir sie kennen, denn nur dann kann sich der Roman vollkommen entfalten. Ich würde das Buch für alle empfehlen, die daran glauben, dass es geister und Seelen gibt, die "unsichtbar" um uns herumschweben, und jene, die gern leise, seichte Bücher mit Tiefgang mögen. Ich vergebe 4 Sterne, da ich das Ende etwas zu schnell abgehandelt fand.
Jeg kunne have læst denne bog færdig for flere dage siden, men jeg havde bare ikke lyst til, at den nogensinde skulle slutte. Den er så fantastisk, at den kommer til at sidde i mig i et godt stykke tid. Der er dømt en seriøs omgang bookhangover til mig.
Den er både hjerteskærende og sørgelig, men samtidig også livsbekræftende.
Historien bliver hovedsageligt fortalt af Rebecka og hendes mand Mikael. Den starter med, at Rebecka begår selvmord. Hun fortryder det allerede, inden hun er død, men hun kan ikke forhindre det. Hun ender et mørkt sted med sin skytsengel ved sin side. Hun nægter at acceptere, at hun er død og vil ikke forlade sin mand, imens rammes hendes mand Mikael af en lammende sorg. Han bliver ved med at spørge sig selv: Hvorfor?!
Igennem bogen fik jeg skiftevis medlidenhed med Rebecka og blev virkelig sur på hende. Hun har virkelig ikke været nem at være gift med - stakkels Mikael. Jeg forstår heller ikke, at han fandt sig i det. Hemmeligheder og fortielser ødelægger så meget.
Alt det her lyder måske meget sørgeligt, men bogen er skrevet i sådant et let sprog, at det aldrig bliver for tungt.
Jeg kan ikke anbefale denne bog nok. Den er til dig, der elsker dybe fortællinger med noget på hjerte.
"Se potessi tornare indietro" di Kajsa Ingemarsson fa parte degli Oscar Mondadori ripubblicati lo scorsa estate per noi lettrici appassionate.
È uno di quei romanzi che ho saputo apprezzare a poco a poco e, quando ormai ero giunta alla fine, mi sono resa conto di quanto mi fosse entrato dentro. È un romanzo che difficilmente dimenticherò.
Lo potrei definire come "equilibrato". Non troppo dolce, ne smielato, ne triste, diversamente da quanto il titolo e la sinossi lascino intendere. Niente lacrime, ma non posso escludere che non proverete, in qualche occasione, un leggero groppo in gola.
Il romanzo, ambientato nella Svezia contemporanea, narra, mediante una voce fuori campo che si alterna al racconto della protagonista, il triste suicidio di una giovane moglie trentenne. Rebecka, bella e avvenente, decide di gettarsi da un ponte e troncare così la sua giovane vita, la sua carriera ed il suo matrimonio. Ma cosa succede quando si muore? Cosa passa nella mente di una persona che sta per suicidarsi nei pochi istanti che precedono la fine?
Pregai come non avevo mai pregato prima. E la mia preghiera fu esaudita, visto che qualcuno bloccò la mia caduta sull'asfalto.
Arayan, il suo angelo custode, le terrà compagnia e l'aiuterà ad affrontare il percorso verso la luce. Le sarà vicino per consolarla e per farla riflettere, riportando anche a galla situazioni passate e presentandole altre anime tormentate che, come lei, non riescono a recidere definitivamente quei legami con la terra che le rendono prigioniere di un passato che non può più tornare. Una giovane mamma morta prematuramente di cancro; un giovane padre morto a causa della sua dipendenza dall'alcol; un vecchio preside vittima d'infarto. Queste anime continuano a vagare sulla terra perché ancora legate alle persone che hanno amato quando erano in vita. Così anche Rebecka, o meglio il suo fantasma, seguirà in modo quasi ossessivo suo marito Mikael. Ma allora perché si è suicidata se ancora è così innamorata di lui? Perché? Tutto ruota intorno a questa domanda.
Un romanzo deve sempre avere un tasto su cui battere per tenere vivo l'interesse del lettore durante la narrazione. Credo di aver dovuto aspettare di leggere le prime cento pagine prima di intravedere quel tasto, il primo bagliore di curiosità che mi ha spinto a continuare avidamente la lettura. Ecco il punto: una volta svelato l'accaduto e presentati i personaggi, il lettore è finalmente curioso di scoprire il perché ed i retroscena.
Non vi è mai capitato di pensare che i nostri cari, passati a miglior vita, ci osservano o siano in un certo senso ancora legati a noi? Oppure, non vi siete mai fatti prendere da quell'insana curiosità che vi spinge a fantasticare sul vostro funerale? Beh, io l'ho fatto e anche Nicolò Fabi con la sua canzone "Rosso"...
Hai presente quando sogni di morire per vedere chi verrà al tuo funerale per capire chi ti ha voluto bene e chi ti ha voluto male hai presente?
Chi ti vuole bene dopo di me? Chi ti vuole bene? e capire poi che hai sbagliato tutto che non manchi a nessuno lei non è vestita a lutto
Pensare come sarà la vita degli altri senza di voi? Si può dire che anche la Ingemarsson ci abbia riflettuto narrando il dramma di una morte cercata, passando da quelle che sono state le giustificazioni attraverso la rassegnazione per giungere ad un insegnamento che lascia alle sue lettrici: esistono aspetti dell'amore che vanno al di là del desiderio di reciproco possesso.
Una storia dolce, romantica dove la tristezza è stemperata dal tono utilizzato dall'autrice nel dipingere la protagonista.
Mi trovavo in uno spazio vuoto, in compagnia di una figura astratta, che sosteneva di essere un angelo e che mi aveva appena dichiarata morta. Era più che un giorno di merda, era una vera e propria catastrofe.
Un romanzo molto scorrevole e accattivante. Un libro di cui ci si innamora. Una lettura particolare ed indimenticabile che consiglio senza esitazioni alle inguaribili romantiche. Confermo: davvero un best seller da non farsi scappare.
Vicino a noi. Questa, più o meno, la traduzione del titolo dallo svedese. Forse è un raro caso di titolo nostrano più azzeccato rispetto alla versione originale. Soprattutto perché – se potessi tornare indietro – non lo rileggerei. A parte il gioco di parole, è un libro scritto bene e la forza di questa scrittura mi ha trascinata fino alla parola fine. Merito di Kajsa, niente da dire. Ma vogliamo parlare della trama? Parliamone. La sinossi ci spiega che una suicida si pente durante il suo gesto e chiede aiuto. Un angelo la accompagna durante il lento percorso che la condurrà a “passare oltre”. Non è una trama originale, ma si presta a diverse situazioni. Situazioni che però non comprendo sin dall’inizio. La motivazione del gesto? All’inizio pare non esista. Ovvero, lei si è uccisa per evitare di essere abbandonata da lui. Mikael (così si chiama il marito, poveretto) entra subito nelle mie corde e lo amo sin da subito. Lui soffre tantissimo e questo dolore si assimila assieme al suo percorso durante l’elaborazione del lutto. Il problema è che tutti gli chiedono perché e lui non lo sa. E non è che non lo sappia perché è un marito superficiale, poco innamorato o distratto, no. Non lo sa perché la moglie non gli ha mai permesso di conoscerla davvero. In sostanza il punto focale del romanzo è: conosciamo davvero le persone più vicine a noi? E quanto? Questo è molto interessante. Meno lo è – forse questo, Kajsa, voleva raccontare – come Rebecka distrugga la sua e l’altrui vita in nome di un passato di cui nessuno ha colpa. Verso metà romanzo (e la cosa si sospetta, dopo un po’) si scopre che Rebecka ha abortito pochissimi mesi prima di uccidersi. Siccome non voleva assolutamente figli (questo era anche un mezzo contrasto col marito), tutto ciò stupisce. E stupisce anche che lei racconti di aver progettato una gravidanza all’insaputa di Mikael per evitare di essere abbandonata. Il gesto, le motivazioni, tutto quadrava pochissimo, infatti alla fine si scopre cosa è successo veramente (e non ci voleva tanto a immaginarselo). Quello che stordisce sono le paranoie mentali, i ricatti emotivi, la chiusura totale di Rebecka, che ormai si è costruita una personalità e un castello di carte talmente ben congegnati da condurla a una spirale di morte inarrestabile. Fantastiche le parole dell’angelo. È anche un romanzo sull’abbandono e sulla capacità di perdonare. Ma – se potessi tornare indietro – forse non lo rileggerei. Decidete voi.
This entire review has been hidden because of spoilers.
Hvad gør man, når man har kastet sig ud i sit selvmord, men ombestemmer sig i det det er for sent?
Rebecka har taget beslutningen om at hun ikke vil være i denne verden mere, hvad grunden er må du som læser selv finde ud af. Men midt i springet fortryder Rebecka og hun vil tilbage til sin elskede mand, Mikael. Hun elsker ham og vil ikke undvære ham.
Jeg må indrømme at det har været en svær bog at læse. Den var længe om at fange mig, men da den gjorde, var jeg fast besluttede på at jeg ville vide hele deres historie, for jeg sad med en masse spørgsmål som jeg bare måtte have svar på og jeg fik også svar på dem alle.
Der sker rigtig mange ting igennem bogen og man skifter mellem at være i Rebecka og Mikaels tanker.
Det er meget tydeligt at Rebecka har planlagt sit selvmord og ikke bare noget hun har planlagt fra det ene minut til det andet. Og det er tydeligt at mærke at Mikael slet ikke havde set det komme, han sorg er så stor og tydelig hele vejen gennem bogen, men han kommer heldigvis igennem den og er klar til at se tingene og livet i et andet perspektiv, men savnet vil altid være der.
Ved Rebeckas begravelse møder Mikael, Sofia, Rebeckas søster og et bånd bindes mellem dem.
Denne fortælling er ikke en man skal læse hvis man lige har mistet en eller er i trist humør. Det er en trist og dyb fortælling, men smuk fortalt. Jeg må også indrømme at jeg flere gange blev pænt sur og irriteret på Rebecka for hvordan fanden kan man tillade sig at være så egoistisk. Og hun gør nogle ting og tager nogle beslutninger, der bare ikke er i orden overfor Mikael
Det har været svært at skrive denne anmeldelse da for meget information vil fortælle hele handlingen. Derfor er den noget kort i forhold til hvad jeg plejer at skrive.
Jeg giver fire flotte ❤️❤️❤️❤️ for denne fortælling og vil varmt anbefale den til andre.
Gillade inte konceptet med pratande varelser och ju längre boken gick desto mer uppgiven/irriterad blev jag på huvudpersonen. HUR tänkte hon?! Varför släppte hon aldrig in den person som älskade henne så?
Det var däremot intressant att följa en person genom djup sorg då jag (tack och lov) inte har upplevt det. Hur man i detalj får se att livet fortgår sida vid sida med sorgen och att det tar tid. Det gav en typ av insikt och förståelse för hur det kan vara och kändes givande att fortsätta läsa på grund av det.
Die Idee ist sehr gut, die Umsetzung auch. Aber leider wurde ich mit Rebekka der Hauptperson einfach nicht warm. Sie ist so egoistisch und mehr als einmal habe ich mich gefragt, warum ihr Mann sie nicht schon viel früher verlassen hat... Dass dann mit ihrer Schwester zusammenkommt, ist sehr vorhersehbar und schon fast plump. Deshalb gibts nur 3 Sterne von mir.
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Jag fattar inte hur vissa böcker har valts ut av mig och hamnat i min bokhylla. Jag hatar ju hittepå. Förvånansvärt bra än så länge! Fan den är riktigt bra. Lättläst och vill veta mer! Känns lite överflödigt med de andras berättelser. Fy den är ganska tung. Wtf ville plottwist. Gud så mycket bättre än vad jag trodde! Glad att jag läste den!
Till Kajsa Ingemarssons fördel får jag säga att hon skrivit en historia som flyter lätt och ledigt, men huvudpersonen Rebecka är väldigt svår att både få grepp om och sympatisera med. Ingen bra kombo.
Ei litt spesiell boka, med mange "fantastiske" og "overnaturlige" element, men først og fremst handler den om kjærlighet, om hvordan vi lever livene våre, om å slippe andre mennesker innpå seg og om å slippe taket, når det er påkrevet.
Försök till att vara djup men det gick väl sådär. Enda gångerna det sög tag var när en av karaktärerna funderade på hur det skulle gå för det lilla barn hon dött ifrån.
Jag vet inte vad det är med mig och Kajsa Ingenmarsson! Jag gillar inte hennes böcker, men ändå läser jag den ena efter den andra.
Så ogillar jag verkligen böckerna? Nej. Nej egentligen tycker jag förstås inte illa om böckerna. Nej, jag ogillar de förskräckliga, kallhjärtade, veka, ryggradslösa och mesiga bitchkvinnorna hon skriver om. De är hemska! Och ynkliga! Och dumma i huvudet! Arrgh blir jag av att läsa om hennes huvudpersoner (väcker mycket känslor, så bra väl?)
Så jag läser böckerna och vill inte sluta förrän, tja det är slut. Vad blir det? Bra bok? Kanske. Framsidorna är i alla fall alltid toppen och Någonstans inom oss lät intressant.
Rebecka har allt. Man, pengar karriär och ändå står hon på en bro och bestämmer sig för att hoppa. I samma stund som hon tar klivet ångrar hon sig, men det är ju för sent. På någon sätt hamnar henne själ (?) kvar och hennes skyddsängel försöker få henne att konfronteras med sitt förflutna och sina val. Rebeckas man, Mikael, förstår inte hur hans hustru kan ha tagit livet av sig och han börjar undersöka vem hon egentligen var.
Ja Rebecka var en självcentrerad, manipulativ, iskall häxa så skönt för Mikael att bli av med henne (tänker jag). Någon annan kanske tänker att det är en intressant berättelse om liv död och kärlek.
Alle können Fehler machen, aber die, die nicht dazu stehen können, sind am Ende die Verlierer.. Die, die den anderen die Schuld geben oder den Umständen, die, die die Wahrheit verdrehen.. - Seite 226
Also erst einmal: Haltet unbedingt Taschentücher bereit. Ich brauchte davon einige. Dies hier war mein Erstling dieser Autorin. Eigentlich sprang mich das Buch in meiner Buchhandlung des Vertrauens an und blieb erst einmal auf meinen Sub liegen, bis ich dachte, so jetzt brauchst du was normales. Weit gefehlt, denn das Buch war ebenso weit davon entfernt, passte aber perfekt zu meiner Stimmung. Mich hat der Schreibstil gleich gehabt. Leicht zu folgen mit Massen an Emotionen, denen man sich selber stellen muss. Gefühlvoll und flüssig blättert man Seite für Seite um. Man muss Kajsa Ingemarsson einfach lieben. Ob das eine Geschichte aus dem Leben sind? Das weiß ich nicht zu sagen, aber sie könnte es sein. So realitätsfremd scheint sie mir nicht zu sein. Diese Story ist gefühlvoll, emotionsgeladen und irgendwie so ehrlich. Ein Leben, dem man sich stellen muss, zumindest hier unsere Hauptprotagonistin. Man weiss nicht wieso Rebecca dahin kommt, wo sie zum Schluss steht. Sie hat doch alles oder? Selbst den perfekten Mann Mikael. Geld, einen tollen Job, den sie doch gerne hat oder? Was also fehlt ihr? Was sucht sie in ihrem Leben, das nicht da ist? Hier muss sie sich ihrer Vergangenheit stellen, hier muss sie loslassen und das Leben weiter gehen lassen. Ein irrsinnig riesengroßes Lob an die Autorin, die Umsetzung ist eins A gelungen. Ich musste oft weinen und mitleiden, egal wegen den Emotionen, oder den Umständen, die sich entwickelt haben, über die Trauer solch eine Liebe vergessen und dann aufgegeben zu haben und so vieler Dinge, wo man nicht drumherum kommt, sie mit seinem Leben selbst zu vergleichen. Das Buch hält fest und gibt durch die Aufteilung Einsicht in das Leben von Rebecca. Zum einen ihre Verganenheit, ihr Leben als Kind und Jugendliche, dann ihr Treffen mit ihrer großen Liebe Mikael und dann natürlich die Zukunft ohne sie, die auch mir manches Mal das Herz brechen. Noch immer kann ich viele Handlungen von Rebecca nicht verstehen, noch immer kann ich den grund ihres Selbstmordes oft nicht erkennen. Was wäre gewesen, wenn sie nur einmal ihren Gefühlen getraut und losgelassen hätte? Dieses Buch fängt traurig an und endet ebenso. Man schlägt es zu und nicht schon das nächste auf. Es begleitet dich ein Weilchen, weil es deine Gedanken beherrscht, weil es Gefühle hervorruft, die selbst erst einmal verarbeitet werden müssen. Ich liebe dieses Buch trotz seiner Traurigkeit, denn es handelt von Liebe in so vielen Variationen. Man sollte es lesen. Gefühlvoll und emotionsgeladen, mehr braucht die Beschreibung nicht.
Rebecka, eine erfolgreiche Frau die scheinbar alles in ihrem Leben schon erreicht hat. Sie ist verheiratet mit einem wunderbaren Mann, hat Erfolg in ihrem Beruf und beide wohnen in einer traumhaften Wohnung. Und doch steht Rebecka eines Abends vor einem Abgrund, schaut hinunter auf die Stadt und sieht keinen anderen Ausweg als zu springen. Für sie scheint in diesem Moment nur ihr Selbstmord der einzig richtige Weg zu sein. Doch kaum hat sie den letzten Schritt getan, bereut sie ihre Entscheidung - aber es gibt keinen Weg zurück. Aber warum kam für Rebecka nur noch der Sprung in den Abgrund in Frage, wo sie doch eigentlich glücklich sein müsste? Kajsa Ingemarsson traut sich mit ihrem Buch "Der Himmel so fern" an das Tabuthema Selbstmord heran. Was treibt einen Menschen zu dieser Entscheidung? Wie schafft man es als Hinterbliebener mit der Trauer über den Verlust fertig zu werden? Und wie lebt man mit der Frage über das Warum? Kajsa Ingemarsson beleuchtet dieses Thema von verschiedenen Seiten. Wir lernen Rebecka kennen, wir begleiten sie in ihre Kindheit und erfahren wie sie aufgewachsen ist. Wir sind dabei als sie Mikael kennen lernt, wie die beiden ein Paar werden, zusammen ziehen und heiraten. Doch zwischen den Rückblicken in die Vergangenheit sind wir mit Rebecka im Hier und Jetzt. Sie bereut ihren Schritt und muss lernen los zu lassen. Denn erst wenn ihr das gelingt, kann sie ihren Frieden und ihren Himmel finden. Rebecka erzählt ihre Geschichte aus der Ich-Perspektive und somit hat man als Leser das Gefühl mitten in der Geschichte zu sein. Schade war für mich das ich mit Rebecka als Protagonisten nicht so richtig warm geworden bin. Sie ist für mich eine kontrollierte, berechnende Person, nicht fähig sich ihre Gefühle einzugestehen und diese auch zu zeigen. Und diese Eigenschaften legt sie leider auch nach ihrem Tod nicht ab. Aber wir lernen auch ihren Mann Mikael kennen. Er muss mit der Nachricht des Selbstmordes seiner Frau zurecht kommen und er muss lernen, mit seiner Trauer zu leben. Dabei begleitet ihn der Leser auf schockierend ehrliche und intime Weise. Wir werden Teil seiner Gedanken und Gefühle. Mich hat das Buch von Kajsa Ingemarsson bewegt und man beschäftigt sich automatisch mit den Themen Leben, Liebe und Tod und das auch noch nach dem ich das Buch beendet habe. Leider war jedoch die Geschichte für mich leicht vorhersehbar und an manchen Stellen etwas unglaubwürdig.
Fazit: Ein Roman der zum Nachdenken anregt und dabei ein Tabuthema anspricht. Ein gefühlvolles Buch von der Liebe, dem Leben, der Vergebung und dem Loslassen!
Das Buch beginnt mit einem Absprung. Rebeckas Absprung von einer Klippe 30m in die Tiefe und in den tot. Und von anfang an hat sich mir die Frage aufgedrängt: Wieso? Rebeckas scheint alles zu haben, Geld, Job, Liebe, alles in allem eine rosige Zukunft. Und trotzdem will sie den eigenen Tot. Doch sobald sie abgesprungen ist, bereut sie ihre Entscheidung. Und noch schlimmer: es ereilt sie nicht der erhoffte Frieden, nein, Rebecka kerrt zurück als "Geist", als körperloses Wesen, das es nicht schafft, sich von unserer Welt loszulösen. Und so erfährt man mehr über sie, ihren Mann Mikael und die vielen kleinen Geschichten, die dazu führten, dass sie sich das Leben nahm.
Das Buch hat einen etwas eignen Stil, vor allem am Anfang gibt es schnelle Wechsel der Perspektiven, mal Rebecka wie sie in unserer Welt umherspaziert, mal während sie mit ihrem Schutzengel spricht, mal wie sie im Himmel, oder was immer es ist, sitzt, und dann ab und an auch mal aus der Perspektive ihres Ehemannes Mikael, der den Selbstmord seiner Frau nicht versteht und ihn dennoch verarbeiten muss. Doch man gewöhnt sich recht schnell daran, und der flüssige Schreibstil von Kajsa Ingemarsson macht es einem leicht, in die Geschichte hinein zu kommen.
Die Handlung an sich ist wirklich eine interessante Idee und der Autorin gelingt es auch durchweg, eine gewisse Spannung aufzubauen, die einen dazu bringt, gerne weiterzulesen und wissen zu wollen, was als nächstes passiert bzw. um ein weiteres ungelöstes Geheimnis aufzudecken.
Jedoch gibt es auch ein paar Punkte, die mir nicht gefallen haben. Zum Einen konnte ich von Anfang bis Ende Rebecka kein bisschen leiden. Sie ist gastig, ablehnend, berechnend, gefühlskalt und kein bisschen sympathisch. Ihren Mann Mikael hielt sie seit Beginn ihrer Beziehung auf Abstand, um ihn so an sich zu binden, was ich einfach für einen absolut blödsinnigen Plan halte, der zwar am Anfang funktioniert haben mag, jedoch zum Ende immer weniger. Noch schlimmer finde ich, dass sie ihre egoistische Art auch nach ihrem Tod nicht aufgibt, nein vielmehr sieht sie ihren Selbstmord als "Opfer" um ihre Ehe zu retten, denn so kann Mikael ja sie nicht mehr verlassen. So etwas hirnrissiges! Eine absolut unsympathische und furchtbar nervige Protagonistin. Mikael hingegen, aus dessen Perpektive ja auch geschildert wird, gefällt mir super. Er ist liebevoll, nett und alles in allem ein toller Kerl. Alles in allem ein Buch, das es wert ist, gelesen zu werden!
Ich habe wirklich Angst gehabt, dass mich dieses Buch in eine Leseflaute manövriert. Dem war nicht so, wie ich glücklicherweise festgestellt habe. Dennoch hat dieses Buch unabhängig von seiner Geschichte etwas in mir bewirkt: Ich habe den Wunsch, mehr für mich zu lesen, das heißt, ich möchte keinem sagen, was ich wann lese, bis ich es schließlich hier auf meinem Blog bespreche.
Warum? Viele Leute sagten mir, das Buch ist so toll. Und was war? Das Buch konnte mich gar nicht berühren. Das ist traurig und doch hatte ich im Hinterkopf immer die Stimme, dass ich das Buch doch toll finden muss.
Sicher, als ich es in der Bib gesehen habe, musste ich es mitnehmen, es hat mich total angesprochen und so lag es seit ein paar Tagen vor Weihnachten hier rum. Ich habe mich eher durch das Buch gequält, als es zu lesen. Es musste mir doch gefallen ...
Am meisten gestört hat mich wohl die Protagonistin (, dass es um ein Leben oder eine Existenz nach dem Tod geht, hat mich nicht so sehr gestört wie bei Mussos "Eine himmlische Begegnung"). Ich fand sie total egoistisch und unausstehlich, was sich bis zum Ende auch nicht geändert hat. Erst nimmt sie sich das Leben und dann bereut sie es total und geht allen damit auf den Keks, will sogar verhindern, dass ihr Mann sich wieder verliebt.
Sicher gibt es in dem Buch die ein oder andere nachdenkliche oder auch für das eigene Leben inspirierende Stelle, aber sie wird überschattet von dieser egozentrischen Protagonistin. Ich fand sie wirklich furchtbar auch wenn ich ihre Handlungen teilweise nachvollziehen konnte.
Dafür haben mir andere Charaktere wirklich sehr gut gefallen und auch die Entwicklung, die ihr Mann durchlebt, auch wenn das Ende dann in für mich zu großen Schritten erzählt wurde. Oder auch die Schwester. Spannend fand ich ebenfalls den Blick, den man auf die Menschen in ihrer Umgebung werfen konnte, wie die Protagonistin diese wahrgenommen hat und wie sie schließlich wirklich waren.
Fazit: ❤❤♡/❤❤❤❤❤ Schließlich fühle ich mit der Bewertung von 2,5 Herzchen ganz wohl. Teilweise konnte mich das Buch ganz gut unterhalten, hatte aber durch die nervende Protagonistin einige Längen. Durch die letzten 100 Seiten habe ich mich eher gequält und war froh, als es vorbei war.
Die Protagonistin Rebecka stürzt sich eines Nachts von einer Klippe in den Tod und lässt ihren Ehemann Mikael verzweifelt zurück. In aufeinanderfolgenden Abschnitten, die Rebeckas Kindheit behandeln, ihre und Mikaels Erinnerungen an die gemeinsame Zeit, Mikaels Leben in der Gegenwart, Rebeckas jetzige Welt im Jenseits, die ein Engel begleitet, wird nach den Gründen für den Suizid gesucht, den Rebecka sofort zutiefst bereut. Es findet eine Auseinandersetzung mit dem Wesen Rebeckas statt.
Warum aber setzt Rebecka ihrer großen Liebe zu Mikael ein Ende? Die Antwort darauf ist schwer zu begreifen. Sie ist in Rebeckas Kindheit angelegt, als sie bedingt durch das Verlassenwerden durch ihren Vater Verlustängste entwickelte. Um die Fehler ihrer für schwach gehaltenen Mutter nicht zu wiederholen, die "klammerte", zeigt Rebecka Mikael nie ihre wahren Gefühle und hält ihn auf Abstand. Damit will sie ihn halten, bewirkt letztlich aber das Gegenteil. Das führt bei beiden Partnern zu viel Schmerz, bis Rebecka sich opfert - wie sie es jedenfalls sieht -, um Mikael zu befreien. Doch sogar als Geist versucht Rebecka noch, Mikael an sich zu binden, und ist immer in seiner Nähe.
Das Buch ist thematisch recht anspruchsvoll. Es regt zum Nachdenken an. Viele Passagen erschließen sich sicherlich erst beim wiederholten Lesen. Die Lektüre fällt aber dennoch einfach, was an der Lebendigkeit des Geschehens liegt. Diese wird durch viele Perspektivenwechsel erreicht.
Das in weiß gehaltene Cover erregt Aufmerksamkeit. Weiß ist die Farbe der Hoffnung und passt damit vorzüglich zu einer Textstelle, als Mikael sagt "Ich hoffe … sehr, dass Rebecka das gefunden hat, was sie suchte."
Rating 3*/3. This is a perfectly readable book about Rebecka, who kills herself. Her story begins shortly before she hits the pavement and continues afterward. She becomes a ghost, stuck "in between" because of unresolved issues. She's in the company of her guardian angel and some other people suffering the same fate as she. This is not quite as silly as it sounds, although I would not have picked up the book if I had known this was the way it was going.
Anyhow, why would a highly succesful business woman married to the perfect husband Mikael kill herself? The answer becomes clear toward the end of the book, but it's pretty obvious from the start that Rebecka makes life difficult for herself. She remains wilfully distant from her loving husband because she thinks that's the best way to keep him. How stupid can you get? They live a life out of glossy magazine, a large apartment for just the two of them, tastefully decorated by Rebecka. Rebecka and Mikael don't see much of each other, mostly because of her scheeming. All of this is pieced together in retrospect.
I do take snippets of this book as a warning to myself. To remember where my priorities are and not to identify too strongly with the results of my work. Other than that, this book is slightly preposterous, unless magnanimously read as partial fantasy. If you can get beyond guardian angels and ghosts, it's a pretty heartwarming story in the end. If you're of a paranormal incling to start with, you'll have to no trouble with this book at all and will probably enjoy it.
Der Himmel so fern war mein erstes Buch von Kajsa Ingemarssson und es hat mich (fast) voll und ganz überzeugt! Mich hat bereits das Cover sehr angesprochen. Allerdings habe ich damals gedacht, dass es um ein ganz anderes Thema geht, da das Cover so leicht und frisch aussieht. Ein Fehler, wie sich herausstellte, denn in dem Buch geht es ja um alles andere als das. Es geht um das Thema Selbstmord, ein in unserer Gesellschaft noch viel zu verschwiegenes Thema. Die Idee, dass es in verschiedenen Perspektiven und Zeiten erzählt wird finde ich sehr gelungen. Man erfährt nach und nach immer mehr über Rebeckas Kindheit, ihre Beziehung zu Mikael, Mikaels Leben, ihr Leben, ihre Gespräche mit ihrem Engel und natürlich die Gesprächsrunden im Himmel. Mit Rebecka selbst war es bei mir ein Auf und Ab. Am Anfang fand ich sie sehr sympathisch, im Laufe des Buches habe ich ihre Handlungen jedoch immer weniger nachvollziehen können, was ich ein bisschen schade fand. So sehr ich Rebecka "gehasst" habe, so sehr habe ich Mikael geliebt und konnte voll und ganz mit ihm fühlen und leiden. Das Buch hat mir sehr gut gefallen und ich würde es jedem empfehlen! :)
Jag är så besviken. Ingemarssons bok "Små citroner gula" är en av mina favoriter - så himla underbar bok. Men så börjar jag denna med samma förhoppningar, och redan från första sidan förstod jag att jag inte skulle tycka om denna. Denna historia är bara - för mig - ett stort nej. Om någon hade varnat mig för att det skulle vara en "flickvän-stannar-kvar-fast-som-spöke-och-tänker-aldrig-gå-vidare-utan-vill-bara-förstöra-för-andra" historia så hade jag aldrig tagit upp den här boken. Mellanvärlden - som jag kallar den-, skyddsänglar, "ljuset", andra som inte kan gå vidare etc. Tråååkigt. Sedan att jag inte kunde relatera till någon utav karaktärerna är nästan kosmiskt. Då har man ju verkligen lyckats. Jag kände verkligen ingenting för dessa karaktärer - förutom en extrem irritation. De kändes bara som tomma irriterande människor som gick runt och... ja, gjorde något. Ingen aning om vad egentligen. Kan verkligen INTE rekommendera denna.
En klart läsvärd bok, en intressant vinkling av vad som händer efter döden. Ingemarsson är en mästare på att ha olika spännande karaktärer i sina böcker. Den är helt klart den mörkaste boken hon skrivit, men intressant och lättar mot slutet. Huvudpersonen Rebecka saknar jag sympatier för och jag kan inte alls förstå mig på den typen av människor vilket gjorde att jag hade svårt att ta till mig berättelsen på en gång.
É stata una lettura difficile, ma devo ammettere che alla fine ho amato questa storia. Ho odiato la protagonista Rebecka per tutta la durata del libro, e nemmeno la sua redenzione finale é riuscita a farla migliorare ai miei occhi. Ho fatto il tifo per Mikael e Sofia già dal momento del loro primo incontro, sicura che non poteva finire diversamente tra loro, e ho avuto ragione. Che dire? Commovente, ma é riuscito pure a farmi sorridere. Lettura consigliata, non ve ne pentirete.
Oj, oj, vilket nedköp av Kajsa Ingemarsson! Den ryske vännen var bra, och en del av hennes andra böcker okej, men vilket pekoral det här var, riktigt urkass. Jag njöt närmast av Nina Lekanders sågning av den ("För något så uselt som Någonstans inom oss kan jag inte minnas ha läst sedan Camilla Läckberg 2007 - men Tyskungen innehöll åtminstone en mordgåta att grunna på." http://www.expressen.se/kultur/kajsa-...)
Komplett förutsägbar och kopierad på filmen Ghost.