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Το Ρέκβιεμ της Τερεζίν
Η ιστορία του μαέστρου Σέχτερ, φίλου και συγκρατούμενου του συγγραφέα, που πέθανε μαζί με τους υπόλοιπους Εβραίους φίλους του, στη γνωστή «αποστολή των καλλιτεχνών» τον Οκτώβρη του 1944 στο στρατόπεδο της Τερεζίν.
112 pages, Paperback
First published January 1, 1963
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89 people want to read
About the author
Josef Bor
11 booksJosef Bor, Czhech-Jewish author, deported with all his family in 1942. He lost all his family, but was saved in the last moment. After 1948 he wrote the autobiographical novel "The abandoned doll" (? - title translated), published 1961, later "The Terezin Requiem", published 1963. Both books were internationally acclaimed for their clear, emotional and factual representation of the great tragedy.
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Community Reviews
Displaying 1 - 22 of 22 reviews
March 26, 2018
Timore, gioia, dolore
“Canteremo ai nazisti quello che non possiamo dire loro”. Così Rafael Shachter, direttore d'orchestra internato nel Lager di Theresiendstadt, si prometteva di creare in quel nulla infernale la composizione di un'opera straordinaria che suonasse come un atto di giustizia, un'esecuzione che parlasse ai tedeschi e al mondo intero di un destino di tragedia e orrore. Si narra che la rappresentazione ebbe luogo almeno quindici volte; Eichmann stesso, responsabile del genocidio, assistette al programma e reagì con una cinica risata, non comprendendo che il Requiem suonava per la Germania e per il Reich, dato che la guerra era ormai persa e finita, il sogno di dominio ormai frantumato, il giudizio storico e trascendente imminente e inevitabile. Josef Bor, giurista di nazionalità ceca, fu testimone di questo episodio sublime e commovente; era stato internato per avere partecipato a Praga all'attentato a Heydrich e venne poi deportato a Buchenwald. Nelle camere a gas e nei crematori perse madre, moglie, e due figlie, per essere infine liberato dagli alleati. Sopravvissuto, diede voce alla ribellione e alla resistenza etica e artistica dei musicisti ebrei nella cittadina della Moravia. La musica fu quindi strumento di speranza, di forza e pace per la sopravvivenza, di lotta e dignità per la memoria; le note nascevano e a nutrirsi erano il coraggio e la forza morale e il senso delle parole veniva rovesciato in quella situazione indicibile e paradossale sul viso dei tiranni e dei carnefici. La musica ricorda, placa il dolore, infonde decisione, incanta lo spirito, trasforma l'impossibile in necessario, con le parole di Levi. Tristissimo, integro, tenebroso: un palcoscenico vuoto e silenzioso per ascoltare il più profondo sentire.
“Non devi pensare ai tuoi genitori, a tuo fratello, al tuo fidanzato – così le ha detto -, Ricordati anche degli altri, di coloro che sono stati e che vengono uccisi, tutti quanti si fondono in una grande massa, non vi puoi distinguere i singoli, e soltanto così vedrai il vero volto dell'assassino. Gli assassini, oggi, li avrai davanti a te, ad essi non devi manifestare né paura né debolezza, è per gli assassini che canterai oggi, vedi di non dimenticarlo”.
“Canteremo ai nazisti quello che non possiamo dire loro”. Così Rafael Shachter, direttore d'orchestra internato nel Lager di Theresiendstadt, si prometteva di creare in quel nulla infernale la composizione di un'opera straordinaria che suonasse come un atto di giustizia, un'esecuzione che parlasse ai tedeschi e al mondo intero di un destino di tragedia e orrore. Si narra che la rappresentazione ebbe luogo almeno quindici volte; Eichmann stesso, responsabile del genocidio, assistette al programma e reagì con una cinica risata, non comprendendo che il Requiem suonava per la Germania e per il Reich, dato che la guerra era ormai persa e finita, il sogno di dominio ormai frantumato, il giudizio storico e trascendente imminente e inevitabile. Josef Bor, giurista di nazionalità ceca, fu testimone di questo episodio sublime e commovente; era stato internato per avere partecipato a Praga all'attentato a Heydrich e venne poi deportato a Buchenwald. Nelle camere a gas e nei crematori perse madre, moglie, e due figlie, per essere infine liberato dagli alleati. Sopravvissuto, diede voce alla ribellione e alla resistenza etica e artistica dei musicisti ebrei nella cittadina della Moravia. La musica fu quindi strumento di speranza, di forza e pace per la sopravvivenza, di lotta e dignità per la memoria; le note nascevano e a nutrirsi erano il coraggio e la forza morale e il senso delle parole veniva rovesciato in quella situazione indicibile e paradossale sul viso dei tiranni e dei carnefici. La musica ricorda, placa il dolore, infonde decisione, incanta lo spirito, trasforma l'impossibile in necessario, con le parole di Levi. Tristissimo, integro, tenebroso: un palcoscenico vuoto e silenzioso per ascoltare il più profondo sentire.
“Non devi pensare ai tuoi genitori, a tuo fratello, al tuo fidanzato – così le ha detto -, Ricordati anche degli altri, di coloro che sono stati e che vengono uccisi, tutti quanti si fondono in una grande massa, non vi puoi distinguere i singoli, e soltanto così vedrai il vero volto dell'assassino. Gli assassini, oggi, li avrai davanti a te, ad essi non devi manifestare né paura né debolezza, è per gli assassini che canterai oggi, vedi di non dimenticarlo”.
February 19, 2023
1944, nel campo di concentramento di Terezìn, Rafael Schächter, un direttore d'orchestra, insieme ad altri musicisti, tenori ed artisti riuscirà a tenere un concerto, suonando il Requiem di Giuseppe Verdi, davanti a soldati e generali nazisti. Le SS se la ridono perchè principamente sono ebrei e poi perchè degli ebrei vogliono suonare un'opera cristiana. Ma Rafìk, come tutti lo chiamano nel centro di concentramento, avrà in serbo il suo, il loro, atto di libertà dal giogo nazista, preparando...
Per mai dimenticare e soprattutto per testimoniare ciò che fu!
https://www.youtube.com/watch?v=jhnhZ...
Per mai dimenticare e soprattutto per testimoniare ciò che fu!
https://www.youtube.com/watch?v=jhnhZ...
July 27, 2018
Όμορφη αφήγηση με σκληρό φινάλε υπογεγραμμένο από την Ιστορία.
January 15, 2012
This one is so much worth reading. It's not only a story of suffering and defiance - along with keeping you involved in the very important tradition of remembering, it will help you understand one of the most beautiful pieces of music. And vice versa, if you know Verdi's Requiem, you will understand the book much better.
I grew up in Eastern Europe, so the story did not come as a surprise. The most surprising thing about it was the way Bor was able to describe music; I don't think I've ever encountered someone being able to turn music into words this way.
I grew up in Eastern Europe, so the story did not come as a surprise. The most surprising thing about it was the way Bor was able to describe music; I don't think I've ever encountered someone being able to turn music into words this way.
December 15, 2020
"Πόσες φορές δεν άρχισε ξανά απ' την αρχή, πόσες φορές δε λύγισε τσακισμένος! Τώρα όμως παίζουν και τραγουδούν. Ακούστε σεις άνθρωποι απ' το στρατόπεδο, κρατήσαμε, δεν υποχωρήσαμε, δεν υποκύψαμε! Κι απαντέξαμε, ήρθε η σειρά των αλλονών, καταραμένοι, αμέτρητα τα εγκλήματά τους... Έρχεται, είναι κοντά η μέρα που θα σταθούν μπροστά στο δίκαιο δικαστήριο ολάκαιρης της ανθρωπότητας."
Α πα πα πα... Αληθινή ιστορία, δοσμένη σε μία, συμπυκνωμένη και άρτια λογοτεχνικά δόση, με αποτέλεσμα αυτό το διαμαντάκι τσέπης. Ενώ ήταν λίγο άνω του μετρίου σχεδόν μέχρι τη μέση και φοβόμουν ότι θα διαβάσω κάτι σαν ντοκιμαντέρ, από 'κει και μετά έγινε ανατριχιαστικά καλό.
Πόσο κρίμα. Τόση ομορφιά πήγε χαμένη. Είναι αδιανόητο...
Α πα πα πα... Αληθινή ιστορία, δοσμένη σε μία, συμπυκνωμένη και άρτια λογοτεχνικά δόση, με αποτέλεσμα αυτό το διαμαντάκι τσέπης. Ενώ ήταν λίγο άνω του μετρίου σχεδόν μέχρι τη μέση και φοβόμουν ότι θα διαβάσω κάτι σαν ντοκιμαντέρ, από 'κει και μετά έγινε ανατριχιαστικά καλό.
Πόσο κρίμα. Τόση ομορφιά πήγε χαμένη. Είναι αδιανόητο...
February 17, 2018
"Dimostrare la mendacità delle aberranti fantasie sulla purezza e sull'impurità del sangue, sulla razza superiore e sulla razza inferiore, dimostrare tutto questo proprio in un Lager di ebrei e servendosi dell'arte, il mezzo che consente di riconoscere meglio il vero valore dell'uomo." (p. 8)
November 30, 2022
Αν και οχι ιδιαιτερα γνωστό στην Ελλαδα, το έργο αυτό είναι ακομα μια γροθιά στο στομάχι της ανθρωπότητας
February 13, 2023
‘Come può pretendere che un ebreo impari un Requiem, dal momento che non ha mai avuto paura dell’inferno e non ci ha mai creduto, dal momento che non gli è mai passato neppure lontanamente per la testa di doversi presentare a un tribunale di Satana?’
‘Bi sognava eseguire un Requiem pieno di fanatica fede nella giustizia della storia, una giustizia che potesse realizzarsi in questo mondo. Solo un simile Requiem si poteva cantare nel lager, solamente una musica come quella poteva essere compresa da un prigioniero. Ebreo, cristiano e ateo. Schachter avrebbe offerto loro un Requiem quale mai era stato udito prima.’
‘...t’ha dato di volta il cervello, rafael, lo punzecchiava, quando mai s’è sentita dire una cosa del genere, mettersi a preparare il Requiem di Verdi in un campo di concentramento ebraico, sei un visionario, un pazzo! Nessuno aveva voluto credergli, neppure gli esecutori, a loro interessava l’opera in sé, a loro importavano le prove che risvegliavano ricordi di tempi migliori, li aiutavano a dimenticare, conferivano forza e speranza, questo sì lo apprezzavano con animo grato, ma nessuno riteneva che l’opera sarebbe stata portata a termine.’
‘Non posso parlarvi con le parole, parlo mediante la musica, ma uditemi, voi, prigionieri in un Lager di ebrei, la guerra è giunta al termine, non proseguiremo più la via crucis della stirpe di Abramo, anche per noi, ormai, le tribolazioni sono finite. ormai non avanzeremo più nelle tenebre e nell’incertezza, anche per noi spunta il giorno della vita. ascoltate quello che vi canta il coro. Libera me! Intendete? La libertà! La libertà!’
‘Nel programma di sterminio di Eichmann, Schachter e i ‘suoi’ artisti rientrarono poco dopo questo concerto, organizzato per gli alti gradi dell’esercito, quando nell’autunno del 1944 uno degli ultimi trasporti di Terezìn li condusse, a guerra tedesca ormai persa, alle camere a gas di Auschwitz-Birkenau.’
‘Bi sognava eseguire un Requiem pieno di fanatica fede nella giustizia della storia, una giustizia che potesse realizzarsi in questo mondo. Solo un simile Requiem si poteva cantare nel lager, solamente una musica come quella poteva essere compresa da un prigioniero. Ebreo, cristiano e ateo. Schachter avrebbe offerto loro un Requiem quale mai era stato udito prima.’
‘...t’ha dato di volta il cervello, rafael, lo punzecchiava, quando mai s’è sentita dire una cosa del genere, mettersi a preparare il Requiem di Verdi in un campo di concentramento ebraico, sei un visionario, un pazzo! Nessuno aveva voluto credergli, neppure gli esecutori, a loro interessava l’opera in sé, a loro importavano le prove che risvegliavano ricordi di tempi migliori, li aiutavano a dimenticare, conferivano forza e speranza, questo sì lo apprezzavano con animo grato, ma nessuno riteneva che l’opera sarebbe stata portata a termine.’
‘Non posso parlarvi con le parole, parlo mediante la musica, ma uditemi, voi, prigionieri in un Lager di ebrei, la guerra è giunta al termine, non proseguiremo più la via crucis della stirpe di Abramo, anche per noi, ormai, le tribolazioni sono finite. ormai non avanzeremo più nelle tenebre e nell’incertezza, anche per noi spunta il giorno della vita. ascoltate quello che vi canta il coro. Libera me! Intendete? La libertà! La libertà!’
‘Nel programma di sterminio di Eichmann, Schachter e i ‘suoi’ artisti rientrarono poco dopo questo concerto, organizzato per gli alti gradi dell’esercito, quando nell’autunno del 1944 uno degli ultimi trasporti di Terezìn li condusse, a guerra tedesca ormai persa, alle camere a gas di Auschwitz-Birkenau.’
September 8, 2024
A book to die for. Find it, read it, and weep.
January 20, 2022
La testimonianza di un sopravvissuto di Terezin, il campo di concentramento dove furono deportati artisti, musicisti, scrittori, poeti ebrei tra le personalità più di spicco del panorama culturale europeo.
Il racconto si incentra sull'organizzazione dell'esecuzione del Requiem di Verdi all'interno del campo: le vicissitudini nel reperimento degli strumenti musicali, le continue deportazioni degli interpreti che periodicamente venivano caricati sui convogli diretti ad Auschwitz.
Si staglia su tutti la figura di Rafael Scachter, il direttore d'orchestra, che (ebreo e ateo) erige il Requiem a simbolo della rivalsa degli oppressi e reinterpreta la messa cattolica per i defunti in senso ateo: l'Inferno religioso diviene simbolo dell'Inferno del Lager, il dies irae da Giudizio Universale si trasforma nel giudizio della Storia, che vedrà i tedeschi perdere in guerra.
Il Requiem di Verdi diventa, dunque, a Terezin, la messa da morto per il regime nazista e un canto di rabbia e rivalsa delle vittime.
Un testo toccante che restituisce il senso dell'Arte come strumento di coscienza e speranza umane.
Il racconto si incentra sull'organizzazione dell'esecuzione del Requiem di Verdi all'interno del campo: le vicissitudini nel reperimento degli strumenti musicali, le continue deportazioni degli interpreti che periodicamente venivano caricati sui convogli diretti ad Auschwitz.
Si staglia su tutti la figura di Rafael Scachter, il direttore d'orchestra, che (ebreo e ateo) erige il Requiem a simbolo della rivalsa degli oppressi e reinterpreta la messa cattolica per i defunti in senso ateo: l'Inferno religioso diviene simbolo dell'Inferno del Lager, il dies irae da Giudizio Universale si trasforma nel giudizio della Storia, che vedrà i tedeschi perdere in guerra.
Il Requiem di Verdi diventa, dunque, a Terezin, la messa da morto per il regime nazista e un canto di rabbia e rivalsa delle vittime.
Un testo toccante che restituisce il senso dell'Arte come strumento di coscienza e speranza umane.
September 12, 2015
This book is, fundamentally, a book about the Holocaust. Moreover, it is also significantly a book about music. Music in the time of the Holocaust; the expression of art in a time of such great human darkness. What form will the art of music finding expression in a time of such great darkness take? The music expressed in this book about the Holocaust is Giuseppe Verdi's Messa da Requiem: the Catholic funeral mass, set to song, is sung by Jews condemned to death by the Nazis. Adolf Eichmann, present for the final performance, finds this inescapably funny. But the souls expressing the music know otherwise: set late in the war, they know over whose imminent funeral their Requiem presides.
July 14, 2019
Il libro racconta la vera storia dell'esecuzione del Requiem di Verdi nel ghetto di Terezin, narrata da un testimone oculare. Data l'eccezionalità della vicenda e del narratore che ne fu testimone diretto, il romanzo sarebbe potuto essere molto più interessante se l'autore avesse raccontato gli eventi con più dettagli e avesse limitato le considerazioni personali e moraleggianti: al contrario Bor avvolge l'intera narrazione in un'aura quasi fiabesca, riducendo al minimo indispensabile gli elementi reali, al punto che si rischia quasi di fraintendere l'intero romanzo e dimenticare che si tratta di eventi realmente accaduti. Così facendo quella che sarebbe potuta essere una testimonianza unica diventa uno dei tanti racconti di denuncia dell'olocausto.
September 21, 2015
This was a beautiful book. It wasn't sentimental - it so easily could have been, the writing style was pure and the background stories of the individual characters were moving. It's very important to have some background knowledge of what happened in the concentration camps, especially in Theresienstadt and also of the leaders of the Endlösung, because nothing is explained. Some experience with rehearsing music could also make the experience of reading this more special. I liked how Bor really - well, I wouldn't say explored... showed all the different aspects of music. How healing and comforting it can be and an outlet for emotions as well. I now really want to hear Verdi's requiem.
September 2, 2010
This is a very chilling account of just one part of the Holocaust, although the sub-title says "A narrative of the Human Spirit". Yes, it is, but you don't close the cover without crying.
March 5, 2019
Raphaël Schächter, pianiste et chef d’orchestre tchécoslovaque, arrive au camp de Terezin le 30 novembre 1941 et le quitte pour Auschwitz le 16 octobre 1944. Entre ces deux dates, il réussit, en dix-huit mois d’efforts désespérés, à répéter et à faire jouer le Requiem de Verdi.
Que de difficultés rencontrés par le chef d’orchestre : faire chanter des juifs en latin pose problème ; rassembler les instruments de musique dans le camp ; les interprètes aussi sont déportés parfois.
Mais les phrases du requiem prennent forcément un relief et une saveur particulières dans le contexte du camp.
C’est là toute la force de ce court livre très émouvant.
L’image que je retiendrai :
Celle des artistes regardant partir certains des solistes avec leur famille dans les wagons plombés.
https://alexmotamots.fr/le-requiem-de...
Que de difficultés rencontrés par le chef d’orchestre : faire chanter des juifs en latin pose problème ; rassembler les instruments de musique dans le camp ; les interprètes aussi sont déportés parfois.
Mais les phrases du requiem prennent forcément un relief et une saveur particulières dans le contexte du camp.
C’est là toute la force de ce court livre très émouvant.
L’image que je retiendrai :
Celle des artistes regardant partir certains des solistes avec leur famille dans les wagons plombés.
https://alexmotamots.fr/le-requiem-de...
April 12, 2024
Another unexpected read that was thought-provoking and inspiring.
I know quite a bit about the Holocaust from many years of teaching a variety of books but this book is really unique among them. Terezin was a model camp that the Nazis used to deter further investigations. What’s amazing about this book is that despite the menacing and inexorable threat of deportation on the transports, most of the book is really about music and musicians. I learned so much about Verdi’s Requiem and how audacious it was for Jews to perform it for the German perpetrators. It seems like an “easy” read because it’s brief, but it’s got serious layers to peel back.
I know quite a bit about the Holocaust from many years of teaching a variety of books but this book is really unique among them. Terezin was a model camp that the Nazis used to deter further investigations. What’s amazing about this book is that despite the menacing and inexorable threat of deportation on the transports, most of the book is really about music and musicians. I learned so much about Verdi’s Requiem and how audacious it was for Jews to perform it for the German perpetrators. It seems like an “easy” read because it’s brief, but it’s got serious layers to peel back.
January 8, 2024
genuinely do not have the words to describe this.
hauntingly sad, yet beautifully told.
hauntingly sad, yet beautifully told.
August 7, 2025
Si vous aimez la musique ce livre montre une résistance à travers la musique des artistes juifs de Terezin. Magnifique !
May 24, 2016
Η αντίδραση στη ζωή μέσα σε στρατόπεδα συγκέντρωσης στη διάρκεια του Β παγκόσμιου πολέμου, ο πόλεμος των αδυνάτων ενάντια στους βίαιους βασανιστές και δολοφόνους μέσα από την τέχνη. Ένας σπουδαίος Εβραίος μαέστρος προετοιμάζει το μεγαλύτερο έργο της ζωής του στο στρατόπεδο της Τερεζίν. Το Ρέκβιεμ του Βέρντι. Το έργο αυτό θα περάσει από μεγάλες δοκιμασίες μέχρι να ολοκληρωθεί και να παρουσιαστεί τελικά, ως μια ύστατη μορφή διαμαρτυρίας ενάντια στους δυνάστες που ήδη αρχίζουν να αποδυναμώνονται. Είναι άραγε το Ρέκβιεμ των μελλοθάνατων ή των δήμιών τους;
February 3, 2016
Art, on a Holocaust canvas. There is so much sadness behind everything: the cello that fed five children, now left behind as the family was transported. The solists who keep disappearing into the death machine. And the obsessed director who, I read in the translator's afterword, was based on a real person.
Then, the Requiem. I think listening to it, reading the lyrics in latin and in translation, is highly appropriate.
Not your typical Holocaust book. And very short. But sad, so sad.
Then, the Requiem. I think listening to it, reading the lyrics in latin and in translation, is highly appropriate.
Not your typical Holocaust book. And very short. But sad, so sad.
December 13, 2011
Ik las dit boek op aanraden van onze dirigent, nu we het Requiem van Verdi studeren. Ik vind het een indrukwekkend relaas over een ontzettend knappe maar ook vreselijke prestatie.
August 14, 2013
A moving account of spirit during the Holocaust... a struggle for artists to perform Verdi's Requiem... music in itself of death and hope. A short, moving and beautifully written story.
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