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Giallo panettone

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Nove storie gialle. Nove storie che ruotano attorno a un alimento, un ingrediente, una ricetta segreta.
Gli autori dei racconti raccolti in questo volume ci conducono attraverso tutte le emozioni legate al cibo, all'arte di prepararlo, alla gioia di condividerlo, e al tempo stesso affondano con maestria la lama della narrazione in quella piccola crepa, in quello slittamento sinistro che spesso si accompagna al piacere dei sensi.
Dagli Appennini dove si macella il maiale in brumose giornate invernali fino al lontano Sudamerica dove le piantagioni di caffè nascondono un segreto, da una lucente cipolla di Tropea a un calice di vino fruttato, ogni momento di questo banchetto letterario riserva ai commensali una sorpresa inquietante.
In tutti e nove questi racconti la tensione si condensa in un momento dell'anno molto speciale: il Natale, che con il suo carico di attese, desideri, sentimenti forti finisce spesso per spingere anche le persone più insospettabili a uscire dai binari della normalità.
Pagine deliziosamente feroci, che trovano il loro suggello nelle parole di Wodehouse citate da Luca Crovi nella sua introduzione: attenzione, perché "il Natale ci azzannerà presto alla gola".

264 pages, Hardcover

First published November 27, 2012

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About the author

Angela Capobianchi

8 books1 follower

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Displaying 1 - 4 of 4 reviews
15 reviews
April 5, 2021
Da leggere in modo leggero, alcuni racconti ti prendono e ti trascinano fino alla fine, altri sono un po' meno scorrevoli e poco interessanti. Nel complesso però un libro piacevole!
Profile Image for Mariateresa.
866 reviews17 followers
September 27, 2021
Mancano meno di tre mesi a Natale e c’è chi si sta già portando avanti coi regali e dunque perché non farlo anche con le letture?
Sia che amiate o detestiate il periodo dell’anno pieno di “auguri a te e famiglia”, lucine, canzoni a tema e maglioni improbabili (e ancor più improbabili riunioni con parenti fino al sedicesimo grado che ti chiedono “ad chi ci fiòla te?”*) questa raccolta di racconti non vi deluderà: ci sono dentro cibo, misteri, assassini, vendicatori, malfattori, strudel e caffè de olla. E molto altro.
Nove autori, nove storie più o meno intense, delicate o amare come il “l’odore nero del caffè” , che è uno dei racconti più “duri” e che mi è rimasto più impresso, a partire dal titolo, una sinestesia efficacissima che anticipa la storia.
Nerozzi non parla di profumo o aroma, ma proprio di odore. Odore nel senso più animalesco, carnale, e gli associa un colore legato al lutto, alla perdita, al mostro (cos’altro è l’uomo nero?).
E sotto al titolo la strofa di una famosissima canzone a solleticare la maggior parte dei sensi del lettore.
Il “tatto”, unico senso che manca in quelle poche righe è tutto nel racconto. Un racconto ruvido, dove Dorotea si farà giustizia proprio con quella bevanda amara.
Questo, tra tutti i nove, è stato il racconto perfetto. Non il più bello, ma quello che ha solleticato il mio amore per le parole, la struttura e i dettagli.
Il più divertente è stato- nemmeno a dirlo- quello di Valeria Corciolani, dove uno dei protagonisti è un gatto chiamato Nerouolf in omaggio al noto detective, insieme al latte fritto.
Poi ci sono stati racconti che mi hanno portato in giro per l’italia: in Umbria per capire chi ha ucciso “Bocina”,in Abruzzo ( santo cielo che racconto macabro e che mente perversa quella di uno dei personaggi) , nella Liguria del dopoguerra con il colonnello Anglesio alle prese con delle cipolle di Tropea , utili sia per una caponata e per risolvere un triplice omicidio. A Bologna, dove a inchiodare l’assassino è una teglia ( o ruola, come scrive l’autore) di lasagne.
E anche oltre oceano, a Tapachula in Messico, dove un uomo fugge dal passato e dalle proprie colpe senza sapere che condivide il suo tempo, i suoi ricordi e la sua ricetta del caffè con il suo assassino.
E poi c’è stato il racconto più inquietante, dove a raccontare l’orrore è un uomo con velleità da pasticcere che delizia il lettore con il procedimento per la pasta sfoglia del suo famoso strudel.
E poi l’ultimo che mi ha fatto viaggiare indietro nel tempo di secoli e che ha confermato la mia difficoltà con i lavori di Marcello Simoni: mi è piaciuta l’idea del banchetto come una partita a scacchi, ma il modo in cui racconta non riesce mai a coinvolgermi troppo ( anche se ho ammirato Malagise e il finale mi è piaciuto)

Che siano raccontati in prima persona, in terza o in seconda dando del tu chi legge; ambientati in Italia o intorno al mondo; parecchio lunghi o di qualche pagina (io li preferisco) , di sicuro non renderanno banale il periodo natalizio.
Provate a scoprire gli assassini (quando non sono loro a raccontarsi) e i moventi, le armi del delitto ( siete più da veleno o da arma da fuoco?) e a provare le ricette che fanno da filo conduttore a questa raccolta. Io proverò a breve le lasagne (anche se nel mio ragù romagnolo non ci metto il durello, ma salsiccia e macinato) per amore dell’uomo di casa… e il latte fritto per amor mio!!

Per questa raccolta “in giallo” il mio voto è tre stelle e mezzo, perché in alcuni racconti il Natale c’è ma non si sente né si vede ( che può andar bene a chi non è un fanatico di Jingle Bells e compagnia bella), fa da sfondo, è una cornice.

Vi piacciono le raccolte a tema?
Questa l’avete letta?
Buone letture e alla prossima!!


"L'orrore umano consiste proprio nel fatto che, per quanto pensiamo di averlo riconosciuto, rimane totalmente inconoscibile" (Marcello Fois - Troppo Buono)
Profile Image for Emanuela.
932 reviews2 followers
December 28, 2025
10 racconti gialli il cui filo conduttore è un alimento. Storie diverse le une dalle altre, sicuramente ben scritte, alcune avvincenti, altre un po' meno. La trovo un'ottima scelta, nel caso si volesse conoscere nuovi autori.
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