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Alla ricerca del tempo perduto. All'ombra delle fanciulle in fiore
Edizione integrale della « Recherche » a cura di Paolo Serini. Volume secondo. Traduzione di Franco Calamandrei e Nicoletta Neri . 8vo pp. 572 Rilegato tela, sovracoperta (cloth, dust jacket) Lievi tracce di nastro adesivo alla sovracoperta (Tape traces on the DJ) Molto buono (Very Good)
Hardcover
Published January 1, 1963
About the author
Marcel Proust
2,156 books7,445 followersMarcel Proust was a French novelist, best known for his 3000 page masterpiece À la recherche du temps perdu (Remembrance of Things Past or In Search of Lost Time), a pseudo-autobiographical novel told mostly in a stream-of-consciousness style.
Born in the first year of the Third Republic, the young Marcel, like his narrator, was a delicate child from a bourgeois family. He was active in Parisian high society during the 80s and 90s, welcomed in the most fashionable and exclusive salons of his day. However, his position there was also one of an outsider, due to his Jewishness and homosexuality. Towards the end of 1890s Proust began to withdraw more and more from society, and although he was never entirely reclusive, as is sometimes made out, he lapsed more completely into his lifelong tendency to sleep during the day and work at night. He was also plagued with severe asthma, which had troubled him intermittently since childhood, and a terror of his own death, especially in case it should come before his novel had been completed. The first volume, after some difficulty finding a publisher, came out in 1913, and Proust continued to work with an almost inhuman dedication on his masterpiece right up until his death in 1922, at the age of 51.
Today he is widely recognized as one of the greatest authors of the 20th Century, and À la recherche du temps perdu as one of the most dazzling and significant works of literature to be written in modern times.
Born in the first year of the Third Republic, the young Marcel, like his narrator, was a delicate child from a bourgeois family. He was active in Parisian high society during the 80s and 90s, welcomed in the most fashionable and exclusive salons of his day. However, his position there was also one of an outsider, due to his Jewishness and homosexuality. Towards the end of 1890s Proust began to withdraw more and more from society, and although he was never entirely reclusive, as is sometimes made out, he lapsed more completely into his lifelong tendency to sleep during the day and work at night. He was also plagued with severe asthma, which had troubled him intermittently since childhood, and a terror of his own death, especially in case it should come before his novel had been completed. The first volume, after some difficulty finding a publisher, came out in 1913, and Proust continued to work with an almost inhuman dedication on his masterpiece right up until his death in 1922, at the age of 51.
Today he is widely recognized as one of the greatest authors of the 20th Century, and À la recherche du temps perdu as one of the most dazzling and significant works of literature to be written in modern times.
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December 10, 2025
Solo grazie a quest’oblio possiamo di tanto in tanto ritrovare l’essere che fummo, situarci di fronte alle cose così com’era situato quell’essere, soffrire di nuovo, perché non siamo più noi, ma lui, e perché egli amava ciò che a noi adesso e’ indifferente
In una postilla all'edizione Feltrinelli, Luciano De Maria scrive che "per leggere bene Proust occorrerebbe riuscire a usare nello stesso tempo il telescopio e il microscopio, vedere in grande, filosoficamente, e in piccolo, piccolissimo, con acribia micrologica".
Effettivamente al lettore di Proust è richiesta una buona capacità di accomodamento; i passaggi dal macro al micro sono continui e a volte repentini ed è proprio in quegli impercettibili mutamenti di prospettiva che si incontra l'incanto, la meraviglia.
Con il profilarsi all'orizzonte della petit bande delle fanciulle in fiore, la scrittura di Proust esplode d'improvviso dalle pagine, sospinta dal fervore e dalla bellezza della giovinezza:
Fra quelle fanciulle, steli di rose il cui fascino maggiore era di profilarsi sullo sfondo del mare, regnava la stessa indeterminatezza di quando non le conoscevo e l'apparizione di una qualunque di loro mi provocava una violenta emozione annunciandomi che la piccola banda non era lontana.
La voce narrante si inebria d’improvviso di vita, di bellezza, di leggerezza e il lettore resta invischiato in questo improvviso cambiamento.
E la trasformazione interiore, la graduale metamorfosi dell'io attraverso le esperienze è uno dei temi fondanti e più affascinanti che ho ritrovato in questo volume.
Noi non siamo come costruzioni cui si possono aggiungere pietre dall'esterno, scrive Proust, ma come alberi che traggono dalla propria linfa il nodo successivo del loro fusto, il piano superiore della loro fogliazione.
Ed è proprio ripensando alle mie tante trasformazioni e provando a immaginare quante ancora ne verranno che trovo la motivazione per proseguire il mio viaggio interiore in compagnia di Proust.
In una postilla all'edizione Feltrinelli, Luciano De Maria scrive che "per leggere bene Proust occorrerebbe riuscire a usare nello stesso tempo il telescopio e il microscopio, vedere in grande, filosoficamente, e in piccolo, piccolissimo, con acribia micrologica".
Effettivamente al lettore di Proust è richiesta una buona capacità di accomodamento; i passaggi dal macro al micro sono continui e a volte repentini ed è proprio in quegli impercettibili mutamenti di prospettiva che si incontra l'incanto, la meraviglia.
Con il profilarsi all'orizzonte della petit bande delle fanciulle in fiore, la scrittura di Proust esplode d'improvviso dalle pagine, sospinta dal fervore e dalla bellezza della giovinezza:
Fra quelle fanciulle, steli di rose il cui fascino maggiore era di profilarsi sullo sfondo del mare, regnava la stessa indeterminatezza di quando non le conoscevo e l'apparizione di una qualunque di loro mi provocava una violenta emozione annunciandomi che la piccola banda non era lontana.
La voce narrante si inebria d’improvviso di vita, di bellezza, di leggerezza e il lettore resta invischiato in questo improvviso cambiamento.
E la trasformazione interiore, la graduale metamorfosi dell'io attraverso le esperienze è uno dei temi fondanti e più affascinanti che ho ritrovato in questo volume.
Noi non siamo come costruzioni cui si possono aggiungere pietre dall'esterno, scrive Proust, ma come alberi che traggono dalla propria linfa il nodo successivo del loro fusto, il piano superiore della loro fogliazione.
Ed è proprio ripensando alle mie tante trasformazioni e provando a immaginare quante ancora ne verranno che trovo la motivazione per proseguire il mio viaggio interiore in compagnia di Proust.
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