From the Middle Ages to the Enlightenment, bodily fluids or "humors" - whether blood, semen, or phlegm - obsessed the educated and ignorant alike. These "elixirs" were believed to possess magical powers guaranteeing long life, sexual potency, intellectual insight (particularly in women), and even holiness. Piero Camporesi, a specialist in popular culture from the Middle Ages to the Enlightenment, tells this fascinating story with an abundance of examples, still of great relevance to those of us who drink "cordials" for revitalizing the heart, take potions for sexual vigor, and believe that a ruddy complexion is a sign of health. This is also a proto-feminist story, for women's purified body, with its menstrual discharge, endows her with greater intelligence - a paradoxical but revolutionary conclusion in an era of misogyny.
Questa storia arriva da lontano ( guarda caso dalla religione cattolica) e mette insieme ossessioni e credenze, una buonissima dose di misoginia e paura della donna, produttrice di vita ma anche portatrice di lordura per via del mestruo, ma anche simbolo ineludibile del divino, e capace di ringiovanire se non proprio salvare e regalare una vita migliore. Tutte idee e concezioni che abbiamo assorbito in endovena quasi senza accorgercene e che in questo libro vengono messe nero su bianco.
Prima che due secoli di positivismo arrivassero a rendere la nostra vita "oscillante fra i vuoti rituali dell'acquisto di beni inutili, l'incertezza del futuro, la perdita di speranza trascendenti e della consolante fiducia in una eternità sottratta alle leggi insensate di una vita ridotta a vuoto balletto mosso dalla tirannia del profitto e dalla cosiddetta logica del mercato" era il sangue. Il sangue, che nella cultura greca ed ebraica, era sinonimo di vita e anima, era ricco di simbologia e dualità, come ogni cosa che può al contempo marcire o fiorire. Camporesi, in questo breve quanto denso saggio, esplora la simbologia del sangue. Questo significa muoversi però all'interno di un cosmo complesso e stratificato, ancor di più perché si va al centro delle cose, del cosmo stesso. Il sangue non è mai neutro, non è mai innocuo. Non lo è il sangue degli uomini, che può essere usato per curare le malattie, o anche soltanto per indirizzarne la vita (dai a un vecchio il sangue di un ragazzo, il vecchio ringiovanirà), non lo è quello delle donne - sorprendente la breve finestra a inizio del'500 quando le mestruazioni divennero simbolo di purificazione. Ma non lo è, soprattutto, il sangue di Dio. Il sangue di Dio che viene bevuto nell'eucarestia - così potente che a un certo momento soltanto il parroco potrà berlo. Il sangue di Dio che fu versato dagli uomini, e la cui espiazione richiede che sia versato altrettanto sangue attraverso la fustigazione. Dente per dente, occhio per occhio, sangue per sangue. Sanguinare per Dio, versare la propria vita per Dio, è così forte, così sconvolgente che i santi supplicano il Signore di farli sanguinare, di dargli epistassi interminabili. Ma non solo martiri. Studiare il sangue nell'epoca premoderna significa studiare l'uomo, il ruolo dell'uomo nel cosmo, e la sua idea che egli, prima che intervenga l'Illuminismo e il positivismo a separarli e a gettare l'abisso, sia specchio dell'intero creato. Piante, animali, uomini e sassi, in fondo, sono epifenomeni della stessa magnificenza, dello stesso architetto. Il sangue è linfa vegetale. Il sangue è il sugo della vita. Ovvero ne è la quintessenza e il distillato. Morire vuol dire perdere il sangue. Emerge dal libro di Camporesi un mondo vivo, pulsante e affascinante, ma mai esotico. Con un linguaggio particolarmente evocativo, in diretta rottura con quello della scienza, Camporesi rende di nuovo il sangue ciò che è stato per millenni: sacro. "Cultuale, prima che culturale".
"Camporesi reconstructs feelings, terrors, and loves that have seemed ancient to us, and invites us to look within ourselves. To grasp the obscure rapport between rites and myths of the past and our impulses of today. To discover the ancient human being in ourselves, who use the internet and think blood of interest only to surgeons and scholars of the new planetary pestilences. Perhaps Camporesi ought to be read in small doses, since if we were to read him all at once we should wonder, "Wait, what are we, we civilised people?" - Umberto Eco
Sembra a tratti una versione semplificata e incompleta del più articolato e complesso "La carne impassibile ", ma tenendo conto che è stato pubblicato un anno dopo potrebbe essere interpretato come un approfondimento sul tema del sangue tra i tanti affrontati dall'opera precedente.
Argomento molto molto interessante, personalmente ho trovato la scrittura troppo complicata. Mi piacerebbe avere delle delucidazioni per poterlo interpretare in modo diverso
Suggestioni, spunti, un'erudizione sconfinata. Tutto senza una grande struttura, se non si è nel vibe può annoiare. Straripante come il sangue che trabocca dalla coppa in copertina