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Dissipatio H G : Romanzo

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From his solitary buen retiro in the mountains, the last man on earth drives to the capital Chrysopolis to see if anyone else has survived the Vanishing. But there’s no one else, living or dead, in that city of “holy plutocracy,” with its fifty-six banks and as many churches. He’d left the metropolis to escape his fellow humans and their struggles and ambitions, but to find that the entire human race has evaporated in an instant is more than he had bargained for. Meanwhile, life itself—the rest of nature—is just beginning to flourish now that human beings are gone.

Guido Morselli’s arresting postapocalyptic novel, written just before he died by suicide in 1973, depicts a man much like the author himself—lonely, brilliant, difficult—and a world much like our own, mesmerized by money, speed, and machines. Dissipatio H.G. is a precocious portrait of our Anthropocene world, and a philosophical last will and testament from a great Italian outsider.

Paperback

First published January 1, 1977

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About the author

Guido Morselli

24 books60 followers
Guido Morselli (1912–1973) spent his youth in Milan, where his father was an executive with a pharmaceutical company. When he was twelve his mother died from Spanish flu, an event that devastated the reserved child. After attending a Jesuit-run primary school and a classical secondary school, Morselli graduated from the Università degli Studi di Milano with a law degree in 1935. Instead of practicing law, however, he embarked on a long trip around the Continent. Though he wrote consistently from the remote town in the lake region of Lombardy where he lived alone, Morselli succeeded in publishing only two books over the course of his life: the essays Proust o del sentimento (Proust, or On Sentiment, 1943) and Realismo e fantasia (Realism and Invention, 1947). His many works of fiction, journalism, and philosophy were repeatedly rejected by publishers, and, frustrated by his perceived failures, he committed suicide in 1973. Hanging in his library was the motto Etiam si omnes, ego non (Though all do it, I do not). In fact, Morselli’s nine posthumously published novels, among them Roma senza papa (Rome Without the Pope, 1974), Divertimento 1889 (1975), and Dissipatio H.G. (The Dissolution of the Human Race, 1977), enjoyed considerable critical success. Morselli left his farm and lands to the town of Gavirate in his will, and today Parco Morselli looks south onto Lago di Varese and north toward the Alpine foothills.

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256 (8%)
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60 (2%)
Displaying 1 - 30 of 414 reviews
Profile Image for Orsodimondo.
2,458 reviews2,433 followers
February 8, 2023
L'EVAPORAZIONE DEL GENERE UMANO


Tutte le foto sono di Daniele Prati tratte dal suo progetto “Dissipatio H.G.”

Sussiste un piano del naturale e del causale, oltre al piano dell’innaturale e dell’inspiegabile, e proprio questo coesistere esalta l’innaturale e l’inspiegabile.

La notte tra il 1 e 2 giugno, l’anonimo io che racconta in prima persona questa storia, si trovava dentro una caverna per commettere suicidio prima del compimento del suo quarantesimo anno. Progettava di buttarsi dentro un laghetto e di morire annegato. Ma qualcosa è andato per un altro verso, dentro di lui qualcosa s’è inceppato, e ha rinunciato. Momentaneamente.
Perché tornato a casa quella stessa notte ci riprova, questa volta usando “la ragazza dall’occhio nero”: la sua Browning 7,65. E però anche questa volta non riesce ad andare fino in fondo, non si uccide. E non muore.



Lui senza nome rimane vivo. Lui solo però. Perché quella stessa notte, mentre lui era dentro la montagna, il resto dell’umanità, l’intero genero umano, quello indicato dall’H.G. del titolo, è evaporato. Si è dissolto. Forse asceso.
… in silenzio e senza retorica. Un volo d’anime, che riempie candidamente il cielo notturno.
Niente di cruento, nessuno spargimento di sangue: tutti gli esseri umani sono scomparsi con i vestiti che indossavano in quel momento. Hanno lasciato dietro tutto il resto, ogni cosa oggetto bene prezioso. Sono rimasti gli animali.
Tutto è uguale, eppure tutto è per sempre trasformato.
E quell’unico umano che racconta in prima persona. E che dovrebbe essere l’unico a non esserci perché voleva morire, voleva uccidersi, suicidarsi.

Come mai? Lo spiega in poche parole, lucide e lapidarie:
Per il prevalere del negativo sul positivo… Una prevalenza del 70 per cento.



E questo umano che si definisce “fobantropo” perché ha paura dell’uomo, come dei topi e delle zanzare, per il danno e il fastidio di cui è produttore inesausto, si ritrova improvvisamente ad avere paura. Una paura mai conosciuta prima perché generata da una situazione affatto nuova.
Una paura raziocinante, che riepilogava con nera lucidità la situazione, era adeguata. Più tardi, è venuto il panico.
Lucido e raziocinante al massimo grado è anche questo io che racconta in prima persona sotto forma di monologo: afferma di non avere simpatia per la filosofia, ma riempie pagine e pagine di ragionamenti analisi deduzioni riflessioni elaborazioni che con la filosofia hanno parecchio che spartire.
Tra gli altri quesiti che si pone, c’è anche quello sul suo essere l’unico sopravvissuto: è un prescelto o un condannato?

O genti, volevate lottare contro l’inquinamento? Semplice: bastava eliminare la razza inquinante.



Adesso che l’anonimo narratore è rimasto solo, finalmente privato del consesso umano, e certo non è persona che soffra di solitudine, tutt’altro, l’ha sempre inseguita, si rende conto che il suo suicidio non ha più senso:
Ho trascorso ore a esaminare se ricorrerò alla ragazza-dall’occhio-nero. Che probabilità ci siano che io ritenti. Nessuna, mi dico. Perché il suicidio richiede un destinatario o dei destinatari. Qualcuno che noi decidiamo di punire, o viceversa di ammaestrare. Non avendo destinatari, non posso più uccidermi, come non posso più spedire telegrammi.



Morselli si suicidò pochi mesi dopo aver completato quest’opera (1973) che fu pubblicata postuma (1977) come tutte le altre. In vita, i suoi scritti furono sempre respinti e mai pubblicati. Il risvolto di copertina dell’edizione Adelphi suggerisce che è il suo libro più personale e segreto, l’unico dove questo maestro del mimetismo ha scelto di porsi direttamente sulla scena. E lo ha fatto in modo così illuminante ed emblematico da far pensare a una confessione che valga da consapevole gesto di congedo… C’è qualcosa di disperato e, insieme, di sereno in queste pagine, fra le più belle di tutto Morselli – e certo le sole in cui accetti di far trasparire la sua dura pena personale. .



Mio primo incontro con Guido Morselli: è riuscito a farmi superare la mia opposizione alla fantascienza in generale, ma soprattutto nelle sua variante distopica e ucronica. Le prime pagine m’hanno tolto il fiato, nel senso di soffocamento, trasmesso gelo, paura. Strana gelida inquietante lettura da affrontare in periodo di pandemia.
Poi, man mano, il suo ironico, e anche a tratti sarcastico, filosofeggiare ha sciolto il senso di ghiaccio.

Profile Image for Laura Gotti.
587 reviews611 followers
April 2, 2025
E chi si immaginava di imbattersi in un capolavoro. Avevo letto tante recensioni entusiaste ma ormai mi fido poco di tutti, si grida al capolavoro facile. Lo metto in borsa mentre devo sbrigare delle commissioni con delle attese e comincio a leggerlo in piedi contro un muro. Le prime venti pagine mi lasciano tiepida, sarà la mascherina, sarà che non sopporto più il genere umano (maddai destino, mi volevi comunicare qualcosa quando mi hai messo in mano Morselli?), sarà. Poi la sera, a letto, lo riprendo in mano e non riesco più a mollarlo.

Io grido al capolavoro quando in un libro c'è tutto: la vita, la morte, i sentimenti, le passioni, i pensieri. qui ci aggiungiamo pure la distopia di cui non sono fan ma che, avercene.

'Ho paura dell'uomo, come dei topi e delle zanzare, per il danno e il fastidio di cui è produttore inesausto'

Di me, di me.

'L'attesa della sofferenza, la paura, è perfetta sofferenza'

Potrei citare tutto il libro, mi fermo, perché dovete leggerlo, sedervi con calma in una sera di inizio autunno, aprire un rosso come si deve, passare un paio d'ore con Morselli e, forse, riappacificarvi con il mondo o, come è successo a me, trovare solo nuove conferme.
Profile Image for Evi *.
395 reviews308 followers
March 25, 2018
Distopie con unico sopravvissuto in letteratura non mancano, Io sono leggenda di Matheson per esempio ma il tema è la lotta contro gli zombie (tutt'altro piano speculativo rispetto al profondo Morselli)
Anche i libri sul suicidio non si contano, ce n’è pure uno in chiave ironica Piccoli suicidi tra amici di Aarto Paasilinna, dove viene addirittura pianificato da un’agenzia specializzata un suicidio di gruppo, con tanto di torpedone da lanciare al momento opportuno giù da un precipizio.
Immancabile il suicidio in chiave romantica Anna Karenina, Emma Bovary, Le ultime lettere di Jacopo Ortis, suicidi portati a compimento, soluzioni finali di esistenze borderline.

Dissipatio H.G. rientra nel genere letteratura distopica, ma questa etichetta ne è una debole riduzione.
Un uomo misantropo nevrotico e forse malato, il 2 giugno di un certo anno pianifica un suicidio da attuarsi in un luogo isolato in montagna.
Il suicidio non viene portato a termine per ignavia o paura.
L’uomo torna a valle e trova il mondo abbandonato da ogni presenza umana: case disabitate, aeroporti vuoti, nemmeno un passante per strada, non un veicolo in moto, i lampioni accesi, i semafori che continuano la loro ossessiva alternanza di giallo – rosso - verde, il mondo oggettivo che prosegue indifferente le sue abitudini, solo sgombrato da ogni traccia umana.
In realtà la sopravvivenza del protagonista non è messa in pericolo questo è un aspetto che poco interessa a Morselli, manca infatti la lotta contro una natura diventata inospitale, o contro dei probabili nemici alieni, anzi la storia si svolge in una opima Svizzera, tra la ricca Zurigo e i suoi dintorni, e le condizioni di sopravvivenza sono assolutamente favorevoli, con cibo in abbondanza e energia elettrica che si rinnova a profusione.

Il fatto è che le modalità di questa scomparsa di massa sono indecifrabili, ci sono segni come l’impronta dei corpi sul letto sfatto o la penna posata di traverso sul foglio della scrivania con la frase lasciata a metà, ma il genere umano con tutto il suo fardello di fisicità corporea è come sparito, evaporato dissipato (da qui il curiosissimo titolo titolo Dissipatio H.G. (dove h. e g. stanno per humani generis).

Tutti volatilizzati.
Tranne uno.
Perché proprio quell’uomo è rimasto: premio o condanna? O addirittura beffa per quell’uomo che voleva liberarsi della vita che invece ora gli viene inflitta come un castigo.

Prescelto o escluso?
Prescelto se nella favolosa notte del 2 giungo l’umanità avesse meritato per colpa di finire, escluso se l’evento rappresenta una angelicazione della specie, una gloriosa assunzione nell’empireo celeste (non obbligatoriamente in chiave cristiana) a cui l’unico sopravvissuto non è chiamato.

Dissipatio H.G. è un libro arduo che richiede una lettura lentissima e massima concentrazione, ogni parola, ogni virgola una finestra che si spalanca; obbligata a fermarmi continuamente per alleggerire la pressione speculativa che Morselli imprime alle pagine e che lascia chi legge letteralmente spossato

Libro complesso per prospettiva di pensiero, per sintassi, per linguaggio (quante parole ho incontrato nel corso della lettura che mi erano non solo sconosciute ma proprio aliene, laddove anche le reminiscenze del greco antico mi sono poco venute in soccorso).

Dissertazione filosofica: un impasto di psicologia, di filosofia analitica, scavo psicologico introspettivo, solipsisitico.

Sulla forma del pensiero: pensiamo soltanto in funzione degli altri o il pensiero è qualcosa di solitario, fine a se stesso, asociale e la comunicazione invece qualcosa di recente.

Sulla morte che domina l’intero libro.
Siamo già tutti morti le nostre esperienza, per quanto numerose possano essere, sono per forza limitate a quelle che sfiorano direttamente la nostra esistenza o anche solo indirettamente quelle che conosciamo tramite notiziari o voci da lontano, per tutto il resto di quei dati, per tutte quelle esperienze che non sono le nostre o che sfuggono alla nostra cognizione o di cui non ci interessa avere cognizione noi siamo già morti perché ne restiamo esclusi, ignoranti, indifferenti impassibili.

Sul benessere, sull’inquinamento, sul suicidio, sul mondo-cosmo restituito a se stesso senza l’appropriazione aggressiva e utilitaristica che ne ha fatto l’uomo, i temi sono a profusione.

Quindi un libro bellissimo che mi ha regalato, pur nelle sue asperità, un piacere intellettuale prezioso.
Ma anche un libro drammatico, se pensato come l’ultimo testimone della vita di un autore pochissimo riconosciuto in vita, uno degli incompresi dell’editoria italiana, che non riuscì a trarre dalla sua scrittura quel balsamo lenitivo che spesso lo scrivere e il leggere concede a chi gli si dedica.
Perché qualche mese dopo avere ultimato Dissipatio H.G. Guido Morselli perpetuò con la ragazza dall’occhio nero quello che per il protagonista, suo alter ego nel romanzo, era rimasto solo un infruttuoso tentativo, stavolta centrando il segno.
Profile Image for Ilenia Zodiaco.
284 reviews17.6k followers
December 24, 2022
Prima di compiere 40 anni il protagonista di questo breve ma devastante romanzo decide di commettere suicidio. Ma fallisce e sopravvive. Paradossalmente diventa l’unico uomo a salvarsi sulla faccia della Terra perché nel frattempo l’umanità si è dissolta. Non c’è una spiegazione all’inspiegabile. Quello che viene chiamato “un volo d’anime” (che rappresenta di fatto l’estinzione del genere umano) è l’inizio di un soliloquio – alla Thomas Bernhard – con una scrittura serrata che non lascia scampo. Una riflessione filosofica, da parte di un uomo estremamente dotto, ipocondriaco, teso, “fobantropo” (che ha paura dell’uomo, come dei topi e delle zanzare, per il danno e il fastidio di cui è produttore inesausto) in cui rivediamo Morselli stesso. Infatti l'autore si suicidò pochi mesi dopo aver completato quest’opera (1973) che fu pubblicata postuma (1977) come tutte le altre. In vita, i suoi scritti furono sempre respinti e mai pubblicati.
È un libro disperato e spoglio ma dalla prosa perfetta. Il paradosso farsesco – il burlesco satireggiante è anche uno dei registri del romanzo - è che il mondo diventa anche più bello, più terso senza la presenza inquinante dell’uomo e, pur tuttavia, come esseri umani siamo legati e ricerchiamo naturalmente l’Altro. Lo dimostra questo dialogo con i morti.

"La fine del mondo? No, uno degli scherzi dell'antropocentrismo: descrivere la fine della specie come implicante la morte della natura vegetale e animale, la fine stessa della Terra. La caduta dei cieli. Non esiste escatologia che non consideri la permanenza dell'uomo come essenziale alla permanenza delle cose. Si ammette che le cose possano cominciare prima, ma non che possano finire dopo di noi. [...] Andiamo sapienti e presuntuosi, vi stavate troppa importanza. Il mondo non è mai stato così vivo, come oggi che una razza di bipedi ha smesso di frequentarlo. Non è mai stato così pulito, luccicante, allegro".

L’alienazione “forzosa” della pandemia ha rinnovato l’attualità di questo romanzo breve, gelido, concettualmente denso, ricco di rimandi e citazioni ad autori e filosofi del passato, spesso ostici e le cui coordinate sono isolazionismo intellettuale, vago anarchismo e conservatorismo piccolo-borghese. Desolante ma superbo.
Profile Image for Cosimo.
443 reviews
February 17, 2016
Se fossi l'ultimo

“Andiamo, sapienti e presuntuosi, vi davate troppa importanza. Il mondo non è mai stato così vivo, come oggi che una certa razza di bipedi ha smesso di frequentarlo. Non è mai stato così pulito, luccicante, allegro”.

Questa è una storia indecidibile e imperscrutabile, giocata su sdoppiamento e capovolgimento, con una conclusione che trova la propria forza nell'immaginare l'impensabile e l'inspiegabile, oltre la tragedia. Morselli crea un protagonista ultimo, prescelto o escluso, abitato da una federazione di nevrosi, perseguitato dalla malattia e dalla paura, mentre la cronaca della sua disgregazione emotiva diviene pluralità di sensi e sovrapposizione di antitesi, vita e morte, felicità e tristezza, sogno e realtà, castigo e gloria, astratto e concreto. Lo scrittore bolognese affronta il fantasma metafisico della perdita dell'io, in una straordinaria opera testamento che traduce in un altrove, un monologo palpitante e ironico che percorre con coraggio e fantasia il paesaggio dell'invenzione linguistica e del nomadismo mentale. Che segue dietro le parole e il linguaggio. “Sono andato a prenderla, la mia ragazza dall’occhio nero, mi sono ridisteso sul letto con lei. Ho premuto la bocca sulla sua, a lungo. L’ho sollecitata col dito, una prima volta. Non abbastanza a fondo. E una seconda volta, sempre con la bocca sulla sua. Non la terza, perché d’un tratto l’ombra mi ha avvolto. E la quiete”. Nel silenzio di ogni azione e progetto, nella solitudine imparziale e nel mistero della stanchezza di sé, l'uomo superstite si abbandona ad un cupio dissolvi non solo narrativo e letterario, che esplora ogni forma possibile dell'ignoto inconscio: delirio innaturale e paradosso, eterna disperazione che persiste, un'angoscia senza limite né fine. Tra filosofia e psicologia, l'autore attraversa le disgrazie di uno squilibrio irrazionale e rappresenta la frammentazione dialogica della coscienza, realizzando la visione di uno spazio di esistenza umano e amichevole, residuo e marginale ma pur sempre vivo e riconoscibile, depositario di una speranza di esistenza e gioia, che sopravvive sensibile e ideale al dolore e all'estinzione, aspira a superare l'irrefutabile e implacabile logica del nulla, rivalutando bellezza e dolcezza dell'altro, verità e poesia universale.

“A livelli sia pure superiori al mio, il pensiero è stato quasi sempre solitario, fine a se stesso, asociale. Secreto da monadi senza finestre, o che non si curavano di mettersi alla finestra. L'idolatria della comunicazione era un vizio recente. E la società, dopotutto, era semplicemente una cattiva abitudine”.
Profile Image for Dimitri.
176 reviews72 followers
May 2, 2018
Quella notte, era deciso, io mi sarei ammazzato. Perché. Per il prevalere del negativo sul positivo. Nel mio bilancio. Una prevalenza del 70 per cento.

Ma all’ultimo momento il protagonista desiste dal suo tentativo. E quando torna a casa, scopre che sono scomparsi tutti. Evaporati. Alla faccia degli industriali della diagnosi precoce. E non solo nella sua città, ma in tutto il mondo. Le uniche voci umane sono quelle che ascolta al telefono: l’Ora Esatta (che ricordi!) e le segreterie telefoniche.

No, non sono comicamente Alceste le Misanthrope, sono, a intervalli, fobantropo, ho paura dell’uomo, come dei topi e delle zanzare, per il danno e il fastidio di cui è produttore inesausto. Adesso che ‘loro’ si fanno desiderare, o cercare se non altro, comincio forse a misurare la loro importanza.

Per loro il protagonista scopre di provare anche comprensione e compassione. Tutto il mondo giace nel male. “Male” non in senso morale, si capisce; il male morale comincia e finisce col moralismo, il solo male è la sofferenza. Il male li assediava da ogni parte, a ogni istante, in ogni loro atto, e anche pensiero, visto che l’attesa della sofferenza, la paura, è perfetta sofferenza.

Arriva la paura e inizia così la ricerca dei suoi simili, mentre la natura, giorno dopo giorno, si riappropria degli spazi che gli erano stati tolti. Splendida l’ambientazione in questa Città dell’Oro, Crisopoli, dove crescono piantine selvatiche che trasformeranno il centro in campagna, dove un quartiere porta il nome del primo amore del protagonista, dove nei letti ci sono ancora le impronte delle persone “dissipate”, dove sulle strade le auto abbandonate diventano un riparo per animali.

Forse è tutto un sogno oppure una gigantesca allucinazione. Magari un castigo, un’ingiustizia, un errore. Oppure è la conseguenza del suo fallito tentativo di suicidio. Oppure lui è morto e quanto descritto è quello che c’è dopo. Oppure un ultimo gioco del rovescio di Morselli: io sono vivo, voi siete tutti morti.

Il libro mi ha sorpreso per le forti dosi di ironia. Proseguo sulla scorta dei rituali graffiti "Americans go home". [...] Finalmente, "Americans did go home".

Mentre lo leggevo mi chiedevo perché il protagonista non avesse più pensato al suicidio. Una delle possibili risposte l’ho trovata a pagina 125.
Profile Image for The Frahorus.
993 reviews99 followers
February 11, 2022
Cosa si prova a rimanere l'unico essere umano vivo sulla Terra? È proprio quello che accade al protagonista di questa storia, che dovrà convivere con questo trauma: essere l'unico uomo vivente sulla faccia della Terra. E dire che lui stava proprio per suicidarsi... Quando però sbatte la testa ed esce fuori dalla caverna, non trova più un'anima viva umana, mentre il resto della vita vegetale ed animale è rimasta intatta. Cosa sarà successo in quelle poche ore? Cosa ha portato all'estinzione del genere umano? Il nostro protagonista andrà alla ricerca di una risposta.

Che dire, ho scoperto casualmente questo autore italiano e devo dire che mi ha subito rapito: stile pazzesco, dotto, intrigante, la storia non smette di farti partecipe dal dramma del protagonista. Purtroppo ho appreso che l'autore si suicidò poco tempo dopo aver terminato di scrivere questa opera, evento che rende ancora più forte e incredibile quello che ha scritto. Potrebbe ricordare Io sono leggenda di Richard Matheson.

Quella notte, era deciso, io mi sarei ammazzato. Perché. Per il prevalere del negativo sul positivo. Nel mio bilancio. Una prevalenza del 70 per cento.
Profile Image for Hux.
395 reviews118 followers
July 20, 2024
One of the most wonderful things I think I've ever read.

An unnamed man living in a rural part of (Italy/Austria/unspecified) intends to kill himself in a cave but fails only to discover the next morning that everyone else on earth has disappeared. He wanders the streets looking for answers but finds nothing except his own thoughts and solitude. The animals remain but all human life has been removed, leaving only their cars, their unfinished meals, their watches and clocks (stopped at 2am), and their general detritus. For some reason, on June 2, all human life came to an end but for one man.

The book is less about the circumstances (though Morselli does have his protagonist live in hotels, the airport, the office buildings and explore the area) and more about the conditions of being the last man alive. Our narrator contemplates life, investigates what it meant, what it amounts to, and always with a stoic, philosophical outlook. Often the writing can be obscure, too personal to fully ingest, a private meditation on existence, but even when it is, there is something beautiful in the language, something fluid and authentic. There is always a feeling that something profound is stirring within him as he endeavours to explore humanity and his place in it. And it should be noted that Morselli committed suicide not long after finishing this book (died in 1973, the book published in 1977). As such, it is tempting to see it as a suicide note.

I wouldn't be exaggerating if I spoke of myself in the third person: "Mankind said this, did that." Because as of June 2, the third person and any other person, grammatical or existential, has necessarily been my person. There is no longer anything but I, and the I is no one but me. I am the I.


I was utterly intoxicated by this book, its slow, meandering style, the thoughtful method of dissecting his own personal experiences plus those of the planet as a whole. Prior to the event (as he describes it) he was institutionalised and became friends with the psychiatric doctor Karpinsky, a man he now occasionally sees and hears and, more importantly, feels he is destined to find and meet again (despite knowing that he died before the event). There is a pervasive sadness within him, an existential confusion which requires constant rumination and inspection. It is always exquisitely expressed with a calming sense of acceptance. Just after his aborted suicide attempt, he bangs his head and wakes up with blood on his pillow. There is a sense that perhaps he did successfully kill himself and that this is some form of purgatory. But the protagonist explores this notion himself, pondering the possibility that he is in fact dead, but rejecting it as meaningless and offering no solution.

I adored reading this. It is a strange philosophical work which reminded me of 'The Sundays of Jean Dezert', a book which becomes solipsistic and private, the end of the world being somewhat irrelevant to the piece while his own experiences, the personal interpretations and feelings of his unique perspective, are the more significant aspect. It is lightly tinged with sadness throughout, a book that celebrates and smiles upon a lonely introvert.

I thought it was beautiful.
Profile Image for lorinbocol.
265 reviews434 followers
July 30, 2017
ho pensato che chiudere quest'anno di merda con un libro allegro sarebbe stato banale. così in una notte di mezza insonnia particolarmente opprimente (devono essere stati i ramen, io la carne di maiale la digerisco poco) ho finito di dissiparmi con morselli. bellissimo e devastante. però stamattina insieme al tè magari prendo un prozac.
Profile Image for Samuel Gordon.
84 reviews1 follower
February 3, 2021
Don't know what to make of this to be honest. Let's just say I didn't dislike it. A word to the wise though, don't let this slim book fool you into thinking you could blow through it in a day or two. It's insanely dense and the philosophical books and concepts that Morselli draws on almost gave me a nosebleed. I had to stop and look things up almost every other page. So if you're (like me) uninitiated in the various books being cited, it can be quite a difficult novel to read. Indeed not much in the way of plot, but chockfull of ideas and musings on what makes us so quintessentially human in a vacuum.
Profile Image for Josef Del Processo.
48 reviews41 followers
March 6, 2019
Cacchio che libro! Era da un po' che non assegnavo un bel 5 stelle con tanta soddisfazione.
Devo dire che GR (e per onestà anche ahinoi prima della catastrofe) mi ha regalato un sacco di belle letture che non avrei mai immaginato.
Comunque mi rendo conto che ho sempre più bisogno di una componente onirica, o almeno che abbia qualcosa di sorprendente, questa sorta di verismo contemporaneo che mi sembra spopolare proprio mi annoia (e mi sembrano pure tutti uguali alla fine)
della serie non l'ho letto e non mi piace
Profile Image for Andrea Iginio Cirillo.
123 reviews43 followers
May 20, 2021
IL SUICIDATO DELLA SOCIETÀ

Un uomo si sveglia un mattino dopo aver tentato il suicidio e si ritrova solo “sul cuor della terra”. Un incredibile contrappasso. E un’idea geniale. Morselli si dimostra infatti un intellettuale di punta nel panorama italiano, ancora troppo sottovalutato; ne avevo avuto un antipasto con Roma senza papa, ma qui siamo su un altro livello.

Questo non è un romanzo, così come non è un pamphlet filosofico: lo definirei, piuttosto, uno di quegli ibridi difficilmente inquadrabili, ma che inquadra, invece, proprio per questo, i nostri tempi.

Chi è quest’uomo? E perché è sopravvissuto? A queste domande Morselli non risponde, sollevando invece, da buon uomo di lettere che si rispetti, altri interrogativi: il protagonista è morto nel Lago della solitudine e vive in un aldilà disabitato? È semplicemente pazzo, dati i suoi trascorsi in clinica? Oppure ci troviamo di fronte a una allegoria della solitudine dell’intellettuale in una società massificata? Ci sarebbe da parlarne per ore.

Sopravvivere non è più, ormai, qualcosa di cui andar fieri. Niente di eroico: la dissipatio, che potrebbe essere dissoluzione come ascensione a un cielo superiore, non comporta onori per chi è rimasto. Questo novello Robinson Crusoe non ha alcun obiettivo di rifondazione. Ciò emerge anche dalle parole di Morselli sulla funzione della cultura, che, proprio in virtù della sua inconsistenza, persevera anche tra le macerie di un mondo apocalittico, pronta a risorgere dalle proprie ceneri pur non svolgendo un ruolo attivo nella incontrollata smania di produzione che caratterizza i giorni nostri. Tuttavia, resistere si fa sempre più difficile.

Il nostro protagonista è un solipsista, un antieroe romantico tormentato, da anni isolato dal mondo civile che disprezza (Crisopoli, la città d’oro dei Mercanti è per lui l’emblema della nuova società), si ritrova davvero solo. Ciò rimarca senza dubbio la differenza tra una solitudine autoimposta e una piovuta da chissà dove, tant’è vero che il bisogno di contatto (soprattutto con Karpinsky, suo dottore in clinica), non tarderà a farsi sentire. E dopo averle tentate tutte, delle più varie (la teoria platonica della caverna con i minatori è la più geniale), per ritrovare una presenza umana in terra, il nostro protagonista si rassegna e termina il suo racconto seduto su una panchina, ad aspettare Karpinsky (Godot?) che, a quanto pare, si fa sentire attraverso allucinazioni uditive e visive. Aspetta la prossima visita nel suo delirio allucinatorio? È un Leonardo Di Caprio in Shutter Island ante litteram? Morselli solleva domande, non dà risposte, come piace a noi.

In conclusione, lo stile: ci sono filosofia, psicanalisi, riflessioni sulla morale, teorie sociologiche, e naturalmente il linguaggio ne risente, risultando a tratti di difficile comprensione. Tuttavia, con una lettura attenta, questo libro scorre via in men che non si dica, e lascia, oltre che un fisiologico senso di straniamento, anche tutta una serie di domande insolute, che, spero, riempiranno anche le pagine di libri futuri.

Da ascrivere senza indugio ai classici moderni.
Profile Image for Andrea.
180 reviews64 followers
November 28, 2020
La storia paradossale ed i pensieri inquietanti di un uomo, solitario e misantropo, che la notte prima del suo quarantesimo compleanno si reca in una grotta, deciso a togliersi la vita e che, non riuscendo a farlo, ritorna alla sua abitazione per scoprire successivamente che, in ogni parte del mondo, l'umanità intera è scomparsa, come evaporata.
Ultimo scritto di Morselli prima di suicidarsi, Dissipatio H.G. (una sigla che sta per humani generis, e che prende ispirazione da un verso del filosofo neoplatonico Giamblico) rovescia la prospettiva dei vivi, inconsapevolmente già morti, in favore dei morti, che sono gli unici a vivere realmente. La trama di questo romanzo è piuttosto scarna, e lascia ampio spazio alle divagazioni, alle osservazioni ed alle meditazioni filosofiche dell'io narrante, che rimane senza nome, in cui Morselli si identifica pienamente e che l'autore stesso ha usato lasciarci i suoi ultimi pensieri scritti.
Mescolando le forme del romanzo filosofico, della profezia post-apocalittica, del testamento spirituale e del diario autobiografico (proprio nel diario dell'ultimo Morselli compariva spesso il nomignolo “la ragazza dall'occhio nero”, usato anche in quest'opera per riferirsi alla sua pistola, come se questa fosse la sua unica amica rimasta: un aneddoto che mette i brividi), l'autore ci mostra tutta la lucida follia dei suoi ultimi giorni, con una scrittura che si potrebbe definire allucinata, psichedelica (nel senso letterale del termine, cioè in grado di rivelare la mente), ed affronta con ironia e compiaciuto distacco la sua esperienza di vita come sofferenza continua, con la morte come unico rimedio a quest'ultima.
I ragionamenti di Morselli, che anticipano le sue azioni e che sembrano dialogare e confrontarsi con il pensiero dei grandi filosofi del passato più o meno prossimo all'autore, fanno trasparire in egual misura la sua vasta cultura enciclopedica, ma anche il risentimento ed il livore nei confronti degli uomini, della società e dell'economia a lui contemporanei, aspetti che naturalmente lo trascineranno verso posizioni solipsistiche antisociali e antimoderne. Prova ne è il disprezzo dell'io narrante verso Crisopoli, sede di un numero spropositato di banche e di borse, che assumono quasi una connotazione di templi religiosi per i suoi abitanti; Crisopoli, quella città che molti hanno identificato con Zurigo, quintessenza della plutocrazia e della dedizione al dio denaro. Il rifiuto del capitalismo e del consumismo, ma anche della globalizzazione, dell'eccessiva antropizzazione, dello sfruttamento delle risorse naturali e dell'inquinamento sono altre concezioni che emergono dalla prosa di Morselli.
Il compiacimento della dissoluzione del genere umano, della sua scomparsa dalla faccia della Terra, è a questo punto inevitabile per il protagonista, unico superstite. Ma, col procedere della narrazione, questo sollievo deve cedere il passo ad un desiderio di sparire, un cupio dissolvi che è unico rimedio alla solitudine. L'atmosfera desolata, bizzarra ed evocativa che pervade l'opera di Morselli possiede quasi un gusto scenografico, che non sfigurerebbe in un adattamento cinematografico (la butto lì, tanto ormai siamo abituati a vedere città deserte e scenari urbani post-apocalittici).
Si potrebbe definire in molti modi la narrazione di Dissipatio H.G.: fredda, delirante, disturbante, deprimente. Riconosco che questa sia un'opera notevole, molto particolare, un unicum nella letteratura italiana del Novecento, anche se non vi ho trovato una lettura imprescindibile: tra i limiti che ho ravvisato, e che a mio avviso non ne fanno un capolavoro, mi è parso che Morselli l'abbia scritta di getto, non badando tanto alla forma, ma quasi solo alla volontà di farne un ultimo, disperato tentativo di lasciare una traccia di sé in questo mondo di carta e di inchiostro.
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November 9, 2023
Prescelto o reietto?

Si può definire un vero e proprio genere narrativo a parte, il complesso di libri che in varie forme si sono cimentati nel tema dell’apocalisse: da romanzi rivolti alla descrizione più o meno spettacolare dell’evento e delle sue cause ad altri che si concentrano sugli sforzi di sopravvivenza materiale del/dei sopravvissuti, fino a racconti imperniati soprattutto sulle ripercussioni psicologiche di chi è rimasto da solo sul pianeta.

Dissipatio H.G., interamente concepito come monologo dell’anonimo narrante, può essere in qualche modo ascritto a quest’ultima tipologia: come il protagonista non verremo mai a conoscenza di che cosa sia veramente capitato all’umanità, risparmiando piante e animali, se non formulare ipotesi, più strampalate o metafisiche che scientifiche, come quella che fornisce il titolo al romanzo, che cioè il genere umano (H.G.= Humani generis) si sia dissolto per evaporazione. Parimenti non è dato di sapere o prevedere come il suddetto narratore sopravviverà dopo l’ultima pagina, anche se la piena disponibilità di beni, risorse e cibo non pare comprometterne la condizione materiale.

Gran parte del racconto si concentra sulle vertiginose elucubrazioni mentali dell’ultimo uomo sulla terra, individuo peraltro già propenso alla solitudine, avendo scelto di vivere in uno sperduto casolare alpino, e misantropo (“fobantropo” preferisce definirsi lui…) al punto di avere pianificato il suicidio poco prima che l’evento ignoto cambiasse le carte in tavola al destino.

Gli si prospetta così un presente inizialmente non privo di attrattiva (“il mondo non è mai stato così vivo come oggi che una certa razza di bipedi ha smesso di frequentarlo. Non è mai stato così pulito, luccicante, allegro”), libero da vincoli professionali, lui giornalista! (“Non sono più soggetto passivo o ricettore di quella cosa, essenziale in apparenza, che era la notizia, né giornale, né radio, né colloquio. Niente”) e affrancato da pressioni finanziarie, lui svizzero! (“Che il polipo dell’economia non allunghi più la miriade dei suoi tentacoli immondi”).

Ma a cominciare dal dubbio ossessivo che si insinua nella mente (sono io “il prescelto o il reietto?”) comincia il precipizio nella cupa disperazione, lo squilibrio e le domande senza risposta sul senso reale della vita, verso un finale del romanzo praticamente inconcluso.

Pensiero retrospettivo: per quanto mi riguarda, devo sinceramente ammettere che la lettura del romanzo, quantunque interessante e senza dubbio originale, col passare delle pagine si è fatta mentalmente impegnativa e sempre più ostica, tanto che, non so dire se a causa del tema o dello stile, sono giunto alla parola fine con un profondo senso di liberazione.
Profile Image for ♚ alice.
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December 6, 2015
nah.
semplicemente, non fa per me.
per quanto ami la filosofia, centocinquanta pagine di speculazioni e nomi di politici/filosofi/scrittori random non le posso stomacare. inoltre, il protagonista è quanto di più insopportabile ci possa essere: un disperato che infarcisce i suoi discorsi con francesismi inutili e che guarda arcignamente la società consumistica, sentendosi migliore di tutti gli 'altri'.
l'impressione generale è che morselli sia scivolato (o meglio, sprofondato) nel virtuosismo, riempiendo il libro di citazioni e aforismi e frasi astruse per dimostrare la sua cultura, senza concludere un emerito tubo in più di cento pagine di narrazione (se così si può chiamare).
e poi, è stato piuttosto noioso.
not cool at all.
Profile Image for GrauWolf.
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November 27, 2020
È veramente difficile anche solo riuscire a trovare le parole per descrivere Dissipatio H. G., che è il testamento profetico di un intellettuale al suo tempo non riconosciuto ed estremamente anticonformista.
La trama non ha un ruolo davvero importante basti sapere che dopo la notte del due giugno, in cui il protagonista tenta il suicidio, l'intera specie umana (tranne lui stesso) scompare in una vera e propria dissipazione. Questo potrebbe sembrare uno spunto per un romanzo di fantascienza apocalittica e per certi versi potrebbe anche essere una definizione appropriata, ma secondo me questo libro non può essere racchiuso in un unico genere letterario.
Io trovo che l'essenza fondamentale del romanzo si trovi nei cambiamenti interiori al protagonista, nelle sue lunghe riflessioni su tutto ciò che è legato alla dimensione umana e alla sua trasformazione. Il tutto viene poi confrontato con idee di importanti filosofi e pensatori, a una trama inusuale viene quindi “aggiunta” una buona dose di sapere.
Il protagonista non riesce a capire davvero se lui è l'eletto o il dannato. Inizialmente non sente il bisogno degli uomini e vede la società come “una cattiva abitudine” e va anche sottolineato che prima della volatilizzazione, lui viveva all'infuori della fittizia città di Crisopoli, in una condizione di semi-isolamento nella natura (quasi) inviolata.
Ha un ruolo importante anche la metropoli definita come “la quintessenza della realtà” che è l'emblema della positività e del benessere: un'esasperazione della modernità e della ricchezza, propriamente definita come una “città-borsa”.
Secondo il sopravvissuto negli ultimi anni l'uomo è stato autore dell'imbruttimento del mondo, tra inquinamento “volevate lottare contro l'inquinamento? Bastava eliminare la razza inquinante”, violenza e inflazione economica.
Egli nota anche come la natura non abbia sofferto la scomparsa del genere umano: il mondo continua a girare e gli animali vivono in grande tranquillità (indifferenti) perché “il mondo non è mai stato così pulito, luccicante, allegro”. Il protagonista sogna una natura inviolata ma violabile e si domanda: “Per goderla c'era bisogno dei cartelli: Vietato l'ingresso?”, ci sono molti altri pensieri lucidi e spesso vivaci come questo che descrivono una società molto simile a quella odierna.
Questo romanzo è un affronto all'umanità e alla sua condizione, un inno anticapitalista, un elogio all'indipendenza delle idee. Un libro intenso, ma non per questo inquietante, molto colto che dimostra la grande bravura di un autore ingiustamente incompreso, che dona come ultima sua testimonianza un testo raffinato ed elegante.
Profile Image for Marcello S.
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July 26, 2022
Morselli è quel caso particolare di autore rifiutato in vita da tutte le case editrici e pubblicato solo a partire dal 1974, qualche mese dopo il suo suicidio.
Dal paradosso iniziale - il protagonista tenta il suicidio e si ritroverà invece a dover convivere col fatto di essere l’ultimo uomo rimasto sulla terra - il libro mi sembra una critica a una certa idea di modernità e l'obbligo di fare i conti con se stessi in una situazione al limite, su uno sfondo post-apocalittico da primo lockdown.
Contiene diverse riflessioni su: conseguenze della scomparsa del genere umano, adattamento al contesto sociale, ideologie, relazioni, solitudine. Molti silenzi e osservazione del paesaggio.
Culto.

[75/100]


Frasario minimo/
¶ Un qualsiasi abbonato al dogma dell’incomunicabilità , mi obbietterebbe: sei sempre stato solo. - Storie.
¶ L’idolatria della comunicazione era un vizio recente. E la società, dopotutto, era semplicemente una cattiva abitudine.
¶ Un critico potrebbe situarmi con tre sole coordinate: isolazionismo di intellettuale, vago anarchismo, conservatorismo piccolo-borghese.
¶ Mi avviavo a tornare a casa, in un tramonto raro e fatale, che feriva di raggi obliqui e rossastri le case.
¶ Mi provo in una ricerca del tempo perduto, che del resto, se consiste nel ricupero di un sentire lontano o vicino, non ha molto da darmi.
Profile Image for Benedetta Folcarelli.
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August 6, 2024
Dissipatio Humani Generis (l’evaporazione del genere umano) è un libro breve, ma incredibilmente profondo, feroce e asfissiante. Un uomo estremamente colto, lucidissimo e misantropo tenta il suicidio, ma non riesce a portare a termine la sua missione e poco dopo scopre che tutti gli altri esseri umani sono scomparsi nel nulla. Dunque è il protagonista ora a rappresentare l’unica traccia di vita rimasta sul nostro pianeta, lui che più di tutti desiderava morire. Inizia così il suo soliloquio: un opprimente e soffocante dialogo con se stesso, in cui si interroga sul senso della vita, della morte e del ruolo dell’uomo all’interno della società. Può infatti l’uomo, animale socievole per natura, continuare ad esistere se non c’è nessuno accanto a lui che possa provare la sua esistenza?
Profile Image for Roberto.
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August 25, 2017

Vita: la materia quando inizia a soffrire

Dissipatio H.G. (Humani Generis) è ritenuto il romanzo più rappresentativo di Guido Morselli, che si tolse la vita pochi mesi dopo la sua terminazione.
Dicono che nessuno si uccida in preda a un raptus, ma che si tratti di un processo premeditato, di una lenta presa di coscienza. Anche per Morselli sicuramente sarà successo così, infatti certamente il romanzo contiene in sé gli spunti per tale processo.

Un uomo decide di togliersi la vita in un lago posto in una caverna su un monte, la notte del suo compleanno.

"Morire biologicamente, è il perfezionarsi di uno stato in cui ci troviamo già ora"

Fallito l'intento per un ripensamento, scopre, tornando al piano, che tutti gli esseri umani si sono volatilizzati.

E lui, unico superstite (salvato o condannato?) per ironia della sorte, rimane a osservare gli animali, la natura, le macchine rimaste, a rievocare eventi passati, a osservare con nostalgia cose ormai obsolete come quotidiani, una foto, tappeti oppure una macchina da scrivere, in un lungo monologo declinante verso una disperazione dovuta all'incomprensione per ciò che è accaduto. Riflette sul senso della vita e della morte quando non ci sono persone che ci guardano o ci ascoltano.

La sua storia coincide ormai con la storia dell'umanità intera. Dovrà scomparire come tutti gli altri?

"Un lungo panico, in principio. E poi, ma tramontata subito, incredulità, e poi di nuovo paura. Adesso l'adattamento. Rassegnazione? Direi proprio accettazione. Con intervalli di proterva ilarità, e di feroce sollievo"

Lunghe argomentazioni senza una struttura, lucidi sprazzi di riflessione espressi con uno stile originale, desolato e molto raffinato. Non c'è struttura, dicevo. Tante idee, tante invenzioni, una lenta esplorazione di tanti temi, discussi e poi lasciati sospesi, senza conclusione alcuna.

Poi pian piano, dopo aver desiderato a lungo la solitudine in cui è scivolato e nonostante possa disporre di ogni cosa per tutto il tempo che vuole, comincia a rivalutare l'importanza degli esseri umani.

Il silenzio da assenza umana è un silenzio che non scorre. Si accumula.

Non ci sono domande, non ci sono risposte. Rimangono solo le nostre riflessioni sulle tantissime cose che abbiamo letto.
Un libro paradossale ma affascinante, scritto certamente da una persona molto sola.
Profile Image for Elena Monti.
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May 27, 2022
Dissipatio HG è un testamento in cui la trama distopica e filosofica si intreccia con la biografia dell’autore, cristallizzandone la morte.

Il protagonista di Morselli tenta a vuoto il suicidio e nel tornare alla vita quotidiana si accorge di essere l’ultimo rappresentante dell’Humanus Genus.
In una realtà provinciale e post apocalittica, c’è un silenzio assoluto e innaturale, caratterizzato dall’assenza del genere umano, dissipato in circostanze ignote.

Comincia così un monologo in apnea, in cui centrale è il tema della morte e di come non sia dissimile dalla vita terrena, affrontata dal protagonista con misantropia e solipsismo.
Il linguaggio di Morselli è filosofico, moltissime citazioni e analisi tengono il livello della narrazione altissima in un flusso elegante, ricercato e colto.

Vi lascio qualche citazione per farvi un’idea:

“Il reale, avendo dalla sua la durata e la coerenza (coerenza nel senso di uniformità e solidità) si può permettere il lusso di essere irrazionale e inspiegabile. Anche pazzesco, se gli torna comodo.

Contro questa inspiegabilità non faccio tentativi”.

Un libro che continua il percorso iniziato prima con Pedro Paramo di Rulfo, e proseguito poi con Il tunnel di Ernesto Sabato.

Situazioni paradossali, realtà confuse, passati rievocati, a cercare una qualche chiave di lettura del presente.
Qui tanto silenzio, in Pedro Paramo c’erano i bisbìgli dei morti. Ne Il tunnel c’era un personaggio principale scollato dalla realtà, se non attraverso la sua arte. In Dissipatio HG Morselli, attraverso il suo romanzo, ha voluto trasfigurare la sua morte, congelandola tra le pagine.
Profile Image for soulAdmitted.
290 reviews70 followers
December 23, 2017
"Questo vertice terminale sono io"

Sempre caro mi fu quest'ermorselli anche se - o esattamente perché - leggendolo, ho fatto fatica a capire, nell'ordine:
- dove andare a nascondermi per non essere sopraffatta dalla claustrofobia dell'inevitabile
- come rimparare il respiro nonostante l'immedesimazione obbligatoria
- come conciliare i pareri di Cartesio e di Durkheim su di lui (Cartesio: "M. è un eretico". Durkheim: "M. è un eretico").

Certezze poche, in ogni caso. Una, forse: "il reale, avendo dalla sua la durata e la coerenza (coerenza nel senso di uniformità e solidità) si può permettere il lusso di essere irrazionale e inspiegabile. Anche pazzesco, se gli torna comodo.
Contro questa inspiegabilità non faccio tentativi".

Neanche a favore di qualche spiegabilità.
Profile Image for Anna Prejanò.
127 reviews33 followers
January 11, 2013
Sgradevole davvero questo Morselli. Chiunque abbia avuto la sciagura di frequentare dei veri depressi, nel senso clinico del termine, riconoscerà in lui e nella sua scrittura i segni della malattia, quella volontà autolesionistica di ispirare ripugnanza che porta gli altri a fuggirli e che in casi gravi sfocia nel suicidio. Il depresso è lontanissimo dalla grandezza del folle, che spesso si sente un dio e risulta attraente e magnetico agli occhi degli altri. Il depresso si sente ed è un mediocre: "Quello che per ogni altro sarebbe l'oceano della negazione, un orrore totale, io ci galleggio sopra in una barchetta di carta. Costruita con poche, mediocri, qua e là ironiche, idee generali. (Mi assiste, ottundendomi, la mia stipsi affettiva. Un'insensibilità misurata e tenace, nativa)". Di ironia non se ne avverte, però. Di idee generali (superficiali), tante. C'è tutto il bagaglio di letture ideologiche dello studentello di buona famiglia, che sputa sulle ideologie, sulla morale, sullo "spiritualismo", sul consumismo, sulla grande città, sul turismo di massa, sulla psicologia, la psicoanalisi, la sociologia, l'antropologia, le scienze tutte, sulla fantascienza (per carità, lui mica scrive di omini verdi) e persino su Gauguin e poi discetta sulle varietà di cognac e di formaggi francesi (forse il suo tocco di ironia? a me fa solo incazzare: lui non aveva bisogno di lavorare perché papà gli passava un pingue mensile). Morselli suicida per via dei rifiuti editoriali? Balle. Lui stesso lo spiega chiaramente: "Ciò che mi manca è il gusto di me stesso". La terza stella è per un motivo estrinseco al libro: è durato giusto giusto il tempo della tratta Milano-Firenze, Firenze-Milano. Comodo.
Profile Image for trovateOrtensia .
240 reviews269 followers
September 8, 2017
" Mi sento in dovere di riseminare (sì, riseminare) la specie, emblematicamente, col metodo di Deucalione. Il quale usò i sassolini che poi si trasformarono in esseri umani. Usando compresse di meprobamato, conto di propiziare una razza più calma, meno rissosa (di quella estinta).
(...) Le spargerò con parsimonia. E' una razza che ha l'abitudine di moltiplicarsi esponenzialmente. Non si sa mai."
Profile Image for Fede La Lettrice.
834 reviews88 followers
April 15, 2024
• Morselli scrive questa meraviglia, tra i più alti esempi di letteratura apocalittica italiana dello scorso secolo, distopia psicologica la definirei, nel 1973 poco prima di togliersi la vita.

• Il punto di vista, reso in prima persona, è quello dell'unico sopravvissuto all’improvvisa e sconcertante e imperscrutabile scomparsa del genere umano, ciò proprio mentre il protagonista tentava il suicidio cambiando poi idea all'ultimo. Inutile riferire quanto è angosciante leggere di questo tentativo di suicidio sapendo del destino stesso dell'autore.

• Le persone tutte si sono letteralmente volatilizzate (la "Dissipatio" del titolo significa appunto evaporazione) e il libro ondivaga tra la narrazione di questa scomparsa e le azioni del nostro e passaggi di saggistica filosofico-sociologico-antropologica.

• Privato della propria identità, con un Io che, non potendosi rapportare con nessun altro, perde forza fino a essere insignificante nell'accezione di mancante di significato, di senso, il protagonista si autodefinisce Ex-uomo. Anche la natura, gli animali, lo spettacolo che il Pianeta Terra sa regalare diventano in un certo senso inutili, privi di attrattiva e di bellezza in quanto non più condivisibili con altri esseri umani.

• Tanto Dante, tanto Proust, tanto Platone in questo breve romanzo sublimamente scritto. Anche, in summa, la speranza.

• "Ormai la mia storia interiore è la Storia, la storia dell’Umanità. Io sono ormai l’Umanità, io sono la Società. Potrei, senza enfasi, parlare in terza persona: «l’Uomo ha detto così, ha fatto così …». A parte che, dal 2 giugno, la terza persona e qualunque altra persona, esistenziale o grammaticale, s’identificano necessariamente con la mia. Non c’è più che l’Io, e l’Io non è più che il mio. Sono io"

• "La fine del mondo? Uno degli scherzi dell’antropocentrismo: descrivere la fine della specie come implicante la morte della natura vegetale e animale, la fine stessa della Terra. La caduta dei cieli. Non esiste escatologia che non consideri la permanenza dell’uomo come essenziale alla permanenza delle cose. Si ammette che le cose possano cominciare prima, ma non che possano finire dopo di noi"
Profile Image for Calandrino_Tozzetti.
43 reviews22 followers
March 9, 2018

Non posso aggiungere molto alla meraviglia di questo testo.
Non posso fare altro che stupirmi di nuovo.

All'ennesima rilettura, credo la quarta o la quinta, il romanzo non ha perso un briciolo della sua forza, della sua prepotenza metafisica, dello scompiglio misantropico che mi causò la prima volta.
Morselli è riuscito nell'impresa di declinare in chiave filosofico-saggistica uno dei più stretti topoi della letteratura di genere: il racconto fantascientifico è infatti qui soprattutto un pretesto per violentare la pagina per mezzo di una prosa affilata che non lascia scampo al genere umano, dissipante e dissipato come il protagonista di questa storia, la quale fece neanche troppo paradossalmente il paio con quella del suo autore.

Il testo fu pubblicato postumo, così come tutta l'opera dell'immenso Guido.
E postuma fu anche la sua fortuna, arrivata nel periodo di poco posteriore al suo suicidio, avvenuto per puro caso lo stesso giorno nel quale, all'interno della cassetta della posta di casa Morselli, fu rinvenuto il primo e agognato assegno del Reddito di cittadinanza.
Profile Image for Richárd Janczer.
37 reviews3 followers
May 20, 2021
Uno dei libri più terrificanti che abbia letto. Indefinibile, incomparabile. Distopia senza fantascienza, monologo senza spettatore, lucida catabasi senza sentimentalismi. Morselli ha saputo congedarsi dalla sua vita vissuta nell'invisibilità con un'opera incredibile, ha saputo rendere presenza l'assenza senza vittimismo. Un libro senza trama che si rivela già dalla prima pagina, un libro da centellinare, divorarlo nella sua brevità sarebbe un peccato. Unica pecca è lo stile, la sua lingua pastiche fatta di arcaismi e forestierismi e di una fitta intertestualità, anche se con scelte linguistiche a volte coraggiose.
Profile Image for pierlapo quimby.
501 reviews28 followers
September 9, 2017
Nella imprescindibile distopia filosofica di Morselli l'umanità si è biodegradata al 100% in un istante.
Suggerisco la location perfetta per esaltare il piacere della lettura: una delle prossime afose domeniche estive, in una spiaggia affollata, circondati dai nostri simili, sudati e appiccicaticci, nudi, starnazzanti.
Profile Image for Arianna.
48 reviews6 followers
February 12, 2022
In questo momento sento ciò che Salinger diceva a proposito di quando termini la lettura di un buon libro: vorrei che Morselli fosse vivo, per poterne parlare all'infinito insieme a lui. Poi però penso che è grazie alla sua stessa morte che questa opera ha visto la luce. E allora mi dico, va bene così.
Profile Image for Sonia  .
116 reviews23 followers
March 14, 2021
Abbiamo un uomo; egli ha deciso di farla finita "per il prevalere del negativo sul positivo", ma all'ultimo momento desiste: "non ho agito, 85 chilogrammi di sostanza vivente non ubbidivano".

Quindi torna indietro ma "tertium non datur" e scopre che tutti gli esseri umani si sono dissolti: "rimane ciò che pur essendo corporeo, non era organico. Rimane anche quello che è organico e vivente, ma non è umano."

L'atmomsfera è tipica di un distopico..quindi si sta preannunciando la fine del mondo?

"La fine del mondo? No, uno degli scherzi dell'antropocentrismo: descrivere la fine della specie come implicante la morte della natura vegetale e animale, la fine stessa della Terra. La caduta dei cieli. Non esiste escatologia che non consideri la permanenza dell'uomo come essenziale alla permanenza delle cose. Si ammette che le cose possano cominciare prima, ma non che possano finire dopo di noi.
[...] Andiamo sapienti e presuntuosi, vi stavate troppa importanza. Il mondo non è mai stato così vivo, come oggi che una razza di bipedi ha smesso di frequentarlo. Non è mai stato così pulito, luccicante, allegro."

Tuttavia, il protagonista inizia ad avvertire un silenzio diverso:

"Eppure il silenzio gravava e io lo registravo con un senso diverso da quello uditivo, forse riflesso e ragionante. Ciò che fa il silenzio e il suo contrario, in ultima analisi è la presenza umana, gradita o sgradita; e la sua mancanza. Nulla le sostituisce in questo loro effetto.
E il silenzio da assenza umana, mi accorgevo è un silenzio che non scorre. Si accumula."

Che libro! Mi ha lasciata senza parole...
È diventato uno dei miei libri preferiti e uno di quei libri talmente "pieni" che merita senz'altro una seconda rilettura.
Per le sensazioni che mi ha lasciato, mi ha ricordato "il soccombente" di Bernhard (altro grande libro, a mio parere): se vi è piaciuto quest'ultimo dovete assolutamente leggere Morselli.
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