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Duncan Edwards: The Greatest by James Leighton (2012) Hardcover
One of the greatest players of all time, Duncan Edwards's story is one of tragic heroism. From a working class Dudley upbringing, Edwards rose to great heights at Manchester United. In only five years, he helped United to win two League Championships and to reach the semi-finals of the European Cup. Edwards made his England debut in a game against Scotland at the age of 18 years and 183 days, becoming the youngest player for England since WW2 - a record which stood until Michael Owen's debut over forty years later. He went on to play 18 games for his country, including all four of the qualifying matched for the 1958 World Cup, in which he was expected to be a key player. Sir Bobby Charlton described him as 'the only player that made me feel inferior' and Terry Venables claimed that, had he lived, it would have been Edwards, not Bobby Moore, who would have lifted the World Cup as captain in 1966. Page-turning and poignant, author James Leighton tells a story of a magnificent sportsman and great man - the perfect antidote to the headline-grabbing footballers of today.
Unknown Binding
First published May 24, 2012
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198 people want to read
About the author
James Leighton
12 books32 followersJames Leighton is a British author from Cardiff. Having grown up on a healthy diet of football, Quentin Tarantino, Oasis, and The Beatles, James decided to pursue a career as a writer following qualifying as a lawyer in 2009. Since then James has had four books published, including Amazon bestseller 'Duncan Edwards - The Greatest'. At this moment in time James is focusing on writing non-fiction thrillers for Simon and Schuster, with his next book, 'Alligator Blood', telling the incredible true story of the rise and fall of Daniel Tzvetkoff, a millionaire tech whiz kid who was blamed for the complete collapse of online poker in the USA.
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Community Reviews
Displaying 1 - 14 of 14 reviews
September 17, 2012
Making comparisons between sporting stars of different eras is often tricky to say the least. Times, sporting techniques and in the case of football, so many factors such as the rules, formations, playing conditions and even the ball itself have altered out of all recognition.
Most readers of James Leighton's 'Duncan Edwards-The Greatest', will be hard pressed to imagine the English game of the 1950's. Any newsreel footage can only provide the briefest of glimpses. Leighton has lifted the accounts of the newspaper sports pages of the day, as well as the eulogies of family, friends and fellow professional footballers to press the case for Edwards, The Greatest.
The Munich air crash was a haunting tragedy, not just for Manchester United but also for English football and beyond. Leighton's new publication shows 'Big Dunc' at the very heart of that tragedy, and may help to bring the grainy image of Edwards into sharper focus for the football fans of today.
I have to commend the authors efforts with four stars. I just missed Duncan, but when asked who was the greatest, my old man would stare into some middle distance and pronounce without any doubt that Duncan Edwards could never be replaced.
Most readers of James Leighton's 'Duncan Edwards-The Greatest', will be hard pressed to imagine the English game of the 1950's. Any newsreel footage can only provide the briefest of glimpses. Leighton has lifted the accounts of the newspaper sports pages of the day, as well as the eulogies of family, friends and fellow professional footballers to press the case for Edwards, The Greatest.
The Munich air crash was a haunting tragedy, not just for Manchester United but also for English football and beyond. Leighton's new publication shows 'Big Dunc' at the very heart of that tragedy, and may help to bring the grainy image of Edwards into sharper focus for the football fans of today.
I have to commend the authors efforts with four stars. I just missed Duncan, but when asked who was the greatest, my old man would stare into some middle distance and pronounce without any doubt that Duncan Edwards could never be replaced.
September 18, 2018
Ogni classifica che cerchi di ordinare artisti, cantanti o sportivi sulla base del talento o della grandezza è di per sé un esercizio arbitrario, e dunque fatalmente destinato all’insuccesso, se non alla mera inutilità. Eppure rimane una di quelle attività a cui non ci può sottrarre. Tra chi sta leggendo c’è davvero qualcuno che non ha ben fissa in testa la propria personale graduatoria del miglior bassista, disegnatore o boxeur di tutti i tempi? Mi permetto di dubitare. Altrettanto indubitabile è che i nomi nei primi posti siano più o meno sempre gli stessi, complici in questo senso il condizionamento dei giudizi diffusi e l’influenza della più recente documentazione audio/video nella scelta.
Come si potrebbe sostenere, ad esempio, che il più grande calciatore mai passato per questo pianeta sia stato un ragazzone inglese, morto tragicamente in un disastro aereo ad appena 21 anni, di cui la memoria digitale ha conservato giusto qualche breve manciata di fotogrammi? L’unica possibilità per presentare una simile tesi senza suscitare grandi alzate di sopracciglia sarebbe un lavoro metodico, che usi un “metodo di indagine semplice e lineare”, finalizzato alla dimostrazione dell’indimostrabile.
Duncan Edwards, il più grande di James Leighton nasce come tributo alla convinzione del padrino dell’autore che il più grande di sempre non sia stato Pelè o Maradona, ma Duncan Edwards. Tuttavia nel corso del suo sviluppo diventa molto di più: un’indagine storica, che non si lascia condizionare dalla frivolezza della materia, mantenendo rigore e distacco pura facendo comunque trapelare l’entusiasmo della scoperta. L’unico modo per confermare o smentire la suggestiva tesi sarebbe lasciare parlare le fonti dell’epoca e così fa Leighton, ricercando e riportando centinaia di stralci dai giornali degli anni ’50 e parlando con chi ha conosciuto o giocato di persona con Duncan Edwards, per ricostruire la rapida ascesa che portò Edwards dalle giovanili del Manchester United a divenire colonna portante dei Busby Babes, la giovanissima formazione dei Red Devils che avrebbe infiammato l”Inghilterra e il mondo.
Nel farlo, Leighton riesce ad andare oltre la cronaca degli eventi sportivi – che comunque occupa una buona parte del volume e rischia di risultare indigesta a chi fosse totalmente a digiuno di calcio – restituendo un quadro dell’Inghilterra post bellica in cui Duncan muove i suoi primi passi.
Edwards è il figlio prodigioso di Dudley, città industriale delle West Midlands, e della sua classe media, annerita dalla produzione di ferro e carbone come i muri cittadini, ricostruiti dopo i duri bombardamenti della guerra. Ma per quanto Edwards ami la sua Dudley, il suo futuro si chiama Manchester, città non meno operaia, che tuttavia ospita la corte sportiva de quel Matt Busby capace di allestire una fucina di talenti pescando dalle migliori squadre giovanili del paese.
L’indubbia dote di Leighton, giustamente sottolineata da Wu Ming 4 nella prefazione, è la capacità di presentare i fatti nella loro asciuttezza, senza abbandonarsi se non di rado a tanto facili quanto inutili raffronti col calcio moderno e l’attuale divinizzazione dei calciatori. L’approccio è quello dello storico, anche se ogni tanto si avverte il passaggio di qualche dettaglio romanzato o colorito, utile a ravvivare la ricostruzione degli eventi sportivi altrimenti monocorde. Perciò la parabola di Edwards viene seguita dalla nuova casa alla periferia di Manchester dove vivrà in compagnia di altri compagni, ponendo le radici di quel legame d’amicizia che differenzierà il Manchester United dagli altri rivali nella lega nazionale, fino all’esordio in prima squadra, le convocazioni in nazionale e l’ultima partita internazionale a Belgrado.
La figura di Edwards che emrge dalle parole di Lighton è quella di un ragazzone d’altri tempi, timido nei rapporti interpersonali, ma risoluto nei suoi obiettivi, allegro e responsabile, forse un po’ di più dei suoi compagni scanzonati che si concedono qualche vezzo nell’abbigliamento o passano le serate rimorchiando in discoteca. Edwards, ha differenza loro, ha in mente solo il calcio, arrivando a giocare dopo i 18 anhce quattro partite a settimana tra la prima squadra, le giovanili dello United, la rappresentativa dell’esercito che lo portava in giro per l’Europa come fosse un arsenale bellico, e la nazionale inglese.
Le differenze con lo stile di vita del calciatore moderno sono evidenti, a partire dalla paga massima dell’epoca fissata a 14 sterline contro le 9 di un operaio, ma Leighton per fortuna non si ostina a rimarcarla. Anzi, in una delle rare valutazioni personali l’autore non esclude che Edwards avrebbe potuto decidere di venire a giocare in Italia, dove i salari erano molto più elevati, se fosse sopravvissuto ai suoi 21 anni, confermando le voci di un possibile trasferimento riportate dai giornali dell’epoca.
Al di là della fedele e dettagliata ricostruzione della carriera calcistica di Edwards, e i parallelo quella del Manchester United decimato dall’incidente aereo di Monaca, l’interesse principale del libro risiede – almeno per quanto mi riguarda – nei dettagli storici e di costume che consentono di immaginare e decifrare un’epoca in fondo lontana meno di un secolo, ma distante anni luce dal mondo – del calcio, e non solo – in cui il lettore si trova a vivere oggi e nella capacità di Leighton di trattarli col giusto distacco senza infarcirli di inutile retorica.
La bontà di questo approccio appare particolarmente evidente nei capitoli finali, quelli che seguono lo schianto in pista del volo che avrebbe dovuto riportare a casa il Manchester Unitede dallo scalo tecnico in una Monaco innevata e i giorni immediatamente successivi, in cui il punto di vista si sposta da Edwards a Bobby Charlton, uscito quasi illeso dall’incidente e ponte di collegamento tra il lettore e le sorti di Edwards, intento in un disperato recupero dalle ferite purtroppo soltanto sfiorato prima del crollo.
L’eccezione al rigore auto-impostosi da Leighton è il primo capitolo, una straniante ucronia in cui ha giocato e vinto da capitano i Mondiali del 1966 con la sua Inghilterra. Uno slancio di fantasia così intrigante che, almeno a parer mio, avrebbe meritato qualche pagina in più, o addirittura una ripresa in coda al volume.
Una nota finale infine va dedicata al libro inteso come oggetto fisico. È la prima volta che entro a contatto con un libro delle edizioni 66thand2nd e sono rimasto piacevolmente colpito dalla cura editoriale sopra la media. Colpisce subito il design grafico, minimale ed efficace, della collana Vite inattese, supportato dall'uso di un cartoncino ruvido per la cover e di una carta di buona grammatura e piacevole al tatto nelle pagine interne.
Come si potrebbe sostenere, ad esempio, che il più grande calciatore mai passato per questo pianeta sia stato un ragazzone inglese, morto tragicamente in un disastro aereo ad appena 21 anni, di cui la memoria digitale ha conservato giusto qualche breve manciata di fotogrammi? L’unica possibilità per presentare una simile tesi senza suscitare grandi alzate di sopracciglia sarebbe un lavoro metodico, che usi un “metodo di indagine semplice e lineare”, finalizzato alla dimostrazione dell’indimostrabile.
Duncan Edwards, il più grande di James Leighton nasce come tributo alla convinzione del padrino dell’autore che il più grande di sempre non sia stato Pelè o Maradona, ma Duncan Edwards. Tuttavia nel corso del suo sviluppo diventa molto di più: un’indagine storica, che non si lascia condizionare dalla frivolezza della materia, mantenendo rigore e distacco pura facendo comunque trapelare l’entusiasmo della scoperta. L’unico modo per confermare o smentire la suggestiva tesi sarebbe lasciare parlare le fonti dell’epoca e così fa Leighton, ricercando e riportando centinaia di stralci dai giornali degli anni ’50 e parlando con chi ha conosciuto o giocato di persona con Duncan Edwards, per ricostruire la rapida ascesa che portò Edwards dalle giovanili del Manchester United a divenire colonna portante dei Busby Babes, la giovanissima formazione dei Red Devils che avrebbe infiammato l”Inghilterra e il mondo.
Nel farlo, Leighton riesce ad andare oltre la cronaca degli eventi sportivi – che comunque occupa una buona parte del volume e rischia di risultare indigesta a chi fosse totalmente a digiuno di calcio – restituendo un quadro dell’Inghilterra post bellica in cui Duncan muove i suoi primi passi.
Edwards è il figlio prodigioso di Dudley, città industriale delle West Midlands, e della sua classe media, annerita dalla produzione di ferro e carbone come i muri cittadini, ricostruiti dopo i duri bombardamenti della guerra. Ma per quanto Edwards ami la sua Dudley, il suo futuro si chiama Manchester, città non meno operaia, che tuttavia ospita la corte sportiva de quel Matt Busby capace di allestire una fucina di talenti pescando dalle migliori squadre giovanili del paese.
L’indubbia dote di Leighton, giustamente sottolineata da Wu Ming 4 nella prefazione, è la capacità di presentare i fatti nella loro asciuttezza, senza abbandonarsi se non di rado a tanto facili quanto inutili raffronti col calcio moderno e l’attuale divinizzazione dei calciatori. L’approccio è quello dello storico, anche se ogni tanto si avverte il passaggio di qualche dettaglio romanzato o colorito, utile a ravvivare la ricostruzione degli eventi sportivi altrimenti monocorde. Perciò la parabola di Edwards viene seguita dalla nuova casa alla periferia di Manchester dove vivrà in compagnia di altri compagni, ponendo le radici di quel legame d’amicizia che differenzierà il Manchester United dagli altri rivali nella lega nazionale, fino all’esordio in prima squadra, le convocazioni in nazionale e l’ultima partita internazionale a Belgrado.
La figura di Edwards che emrge dalle parole di Lighton è quella di un ragazzone d’altri tempi, timido nei rapporti interpersonali, ma risoluto nei suoi obiettivi, allegro e responsabile, forse un po’ di più dei suoi compagni scanzonati che si concedono qualche vezzo nell’abbigliamento o passano le serate rimorchiando in discoteca. Edwards, ha differenza loro, ha in mente solo il calcio, arrivando a giocare dopo i 18 anhce quattro partite a settimana tra la prima squadra, le giovanili dello United, la rappresentativa dell’esercito che lo portava in giro per l’Europa come fosse un arsenale bellico, e la nazionale inglese.
Le differenze con lo stile di vita del calciatore moderno sono evidenti, a partire dalla paga massima dell’epoca fissata a 14 sterline contro le 9 di un operaio, ma Leighton per fortuna non si ostina a rimarcarla. Anzi, in una delle rare valutazioni personali l’autore non esclude che Edwards avrebbe potuto decidere di venire a giocare in Italia, dove i salari erano molto più elevati, se fosse sopravvissuto ai suoi 21 anni, confermando le voci di un possibile trasferimento riportate dai giornali dell’epoca.
Al di là della fedele e dettagliata ricostruzione della carriera calcistica di Edwards, e i parallelo quella del Manchester United decimato dall’incidente aereo di Monaca, l’interesse principale del libro risiede – almeno per quanto mi riguarda – nei dettagli storici e di costume che consentono di immaginare e decifrare un’epoca in fondo lontana meno di un secolo, ma distante anni luce dal mondo – del calcio, e non solo – in cui il lettore si trova a vivere oggi e nella capacità di Leighton di trattarli col giusto distacco senza infarcirli di inutile retorica.
La bontà di questo approccio appare particolarmente evidente nei capitoli finali, quelli che seguono lo schianto in pista del volo che avrebbe dovuto riportare a casa il Manchester Unitede dallo scalo tecnico in una Monaco innevata e i giorni immediatamente successivi, in cui il punto di vista si sposta da Edwards a Bobby Charlton, uscito quasi illeso dall’incidente e ponte di collegamento tra il lettore e le sorti di Edwards, intento in un disperato recupero dalle ferite purtroppo soltanto sfiorato prima del crollo.
L’eccezione al rigore auto-impostosi da Leighton è il primo capitolo, una straniante ucronia in cui ha giocato e vinto da capitano i Mondiali del 1966 con la sua Inghilterra. Uno slancio di fantasia così intrigante che, almeno a parer mio, avrebbe meritato qualche pagina in più, o addirittura una ripresa in coda al volume.
Una nota finale infine va dedicata al libro inteso come oggetto fisico. È la prima volta che entro a contatto con un libro delle edizioni 66thand2nd e sono rimasto piacevolmente colpito dalla cura editoriale sopra la media. Colpisce subito il design grafico, minimale ed efficace, della collana Vite inattese, supportato dall'uso di un cartoncino ruvido per la cover e di una carta di buona grammatura e piacevole al tatto nelle pagine interne.
August 4, 2020
Just finished reading Duncan Edwards The Greatest by James Leighton.
Fascinating biography of the great Duncan Edwards. Was he the greatest ? He puts up a convincing argument.
After reading this, you will want to be transported back in time, to watch the legend in action.
The plane had 2 abortive attempts at take-off before the pilots, in their wisdom, tried a 3rd time. The flight clearly should have been cancelled. This isn’t hindsight. So many wonderful players, not just Edwards, lost their lives as well as journalists and reporters. So sad.
Big Dunc fought for his life and almost made it. Incredibly sad account of the crash and its aftermath.
There can be no doubt, Edwards was a gifted player & his potential had no boundaries. If you were to pick the greatest ever England 11, most people of a certain age would include Edwards, even though he died at the young age of 21. He would be in my team.
Could he have become the best in the World ? Without doubt, in the top 30 of all-time.
Football’s biggest ever loss. So tragic. His legacy must be kept alive.
Fascinating biography of the great Duncan Edwards. Was he the greatest ? He puts up a convincing argument.
After reading this, you will want to be transported back in time, to watch the legend in action.
The plane had 2 abortive attempts at take-off before the pilots, in their wisdom, tried a 3rd time. The flight clearly should have been cancelled. This isn’t hindsight. So many wonderful players, not just Edwards, lost their lives as well as journalists and reporters. So sad.
Big Dunc fought for his life and almost made it. Incredibly sad account of the crash and its aftermath.
There can be no doubt, Edwards was a gifted player & his potential had no boundaries. If you were to pick the greatest ever England 11, most people of a certain age would include Edwards, even though he died at the young age of 21. He would be in my team.
Could he have become the best in the World ? Without doubt, in the top 30 of all-time.
Football’s biggest ever loss. So tragic. His legacy must be kept alive.
November 27, 2018
Best Player I have ever seen!
I am now nearing my middle seventies and count myself as lucky to see Duncan Edwards play in 1957 against Nottingham Forest. I would wholeheartedly agree with the comments by the writer and players that he was the best. I thoroughly enjoyed this book and would recommend it to any football fan, particularly those of my generation.
I am now nearing my middle seventies and count myself as lucky to see Duncan Edwards play in 1957 against Nottingham Forest. I would wholeheartedly agree with the comments by the writer and players that he was the best. I thoroughly enjoyed this book and would recommend it to any football fan, particularly those of my generation.
December 1, 2018
The best book about the best football player
I've heard about Duncan Edwards for years but never know much about him. This book told me everything. I was so fasinated how great football player he was. Read it.
I've heard about Duncan Edwards for years but never know much about him. This book told me everything. I was so fasinated how great football player he was. Read it.
July 10, 2021
A moving and informative biography of Duncan Edwards. I knew a bit about Edwards, but only a little. This book was great for learning more about the man as a whole and his football career. I was genuinely moved at the passage describing Edwards passing.
This entire review has been hidden because of spoilers.
June 8, 2022
Wow. What a book. If you love United or if you just love football,then you need to read this book. Obviously I had heard the name , Duncan Edwards,but I never really knew much about him. Now I understand why he is classed as the best ever footballer. RIP "Big Dunc". XX
May 3, 2020
Correctly positing that England's greatest ever player was cut down way before his prime
July 17, 2020
A Great book about a legend
November 23, 2024
Most definitely The Greatest
I'm a United fan so this was a must read. I confess tears flowed many times whilst reading about this colossus of English football
I'm a United fan so this was a must read. I confess tears flowed many times whilst reading about this colossus of English football
June 8, 2020
On the 6th of February 1958, a British European Airways flight 609 of the "Elizabethan" class, took off, or attempted to take off (on its third attempt) off a slush-covered runway at the Munich-Riem airport. On board were a glittering assortment of some of the finest footballers, England and the world had the privilege to see. The flight also had some of the most stellar journalists to have put pen to paper. The Manchester United footballers, lovingly referred to as "Busby's Babes" had qualified for the semi-finals of the European Cup by the skin of their teeth after having drawn their last game against Red Star Belgrade. The aircraft careened off the runway, ploughed through a fence and had its tail dismantled after making contact with a house. Amidst the tangled wreckage of metal and leather were 20 bodies out of a total of 44 passengers. In one cruel fell swoop the world had lost one of its greatest collection of athletes.
The youngest star to perish in the ill-fated crash (after a brave fight for life in the Rechts der Isar Hospital that lasted 15 days) was the most acclaimed player of them all. The 21 year old Duncan Edwards had already clocked up 18 international appearances for England, in addition to over 100 appearances for Manchester United. The proud winner of 3 consecutive FA Youth Cup Championships, Edwards was at the pinnacle of his form and at the peak of the footballing world. A certified and unassuming genius, Edwards was a complete footballer. Although his favourite position was left-half he could be found prowling the whole pitch donning the alternate mantles of midfielder, defender and a powerful striker possessing one of the most powerful long range shooting abilities.
In this touching book, James Leighton pays tribute to arguably the most complete footballer the world has had the privilege to witness, albeit for an extremely short period of time. The book sketches the rise and rise of Edwards from a schoolboy prodigy to a Manchester United talisman.The book also provides gleaning insights into the impeccable character of this gentle giant who was a near teetotaler and a stickler for discipline. Grasping out of the hands of Wolverhampton Wanderers who almost signed him, Duncan Edwards distinguished himself under the able stewardship of Sir Matt Busby and Jimmy Murphy to make the "Theatre of Dreams" at Old Trafford his personal playground. James Leighton is impartial and unbiased in his assessment of this prodigy. Taking recourse to newspaper reports and views of his team mates and opponents alike, Leighton paints the picture of Duncan Edwards on a pristine canvas.
Sir Matt Busby, Sir Bobby Charlton, Sir Bobby Robson and Terry Venables et al are of the universal opinion that had tragedy and fate, not so heartlessly intervened, it would have been Duncan Edwards and not Bobby Moore who would have gone on to lift the Jules Rimet Trophy for England in 1966. Duncan Edwards did not live long to play the game that he so dearly loved. But in the short span of time that he did, he left the whole footballing world a debt of gratitude that could never be repaid, until eternity.
"Duncan Edwards" - A marauding Angel of indecipherable greatness!
The youngest star to perish in the ill-fated crash (after a brave fight for life in the Rechts der Isar Hospital that lasted 15 days) was the most acclaimed player of them all. The 21 year old Duncan Edwards had already clocked up 18 international appearances for England, in addition to over 100 appearances for Manchester United. The proud winner of 3 consecutive FA Youth Cup Championships, Edwards was at the pinnacle of his form and at the peak of the footballing world. A certified and unassuming genius, Edwards was a complete footballer. Although his favourite position was left-half he could be found prowling the whole pitch donning the alternate mantles of midfielder, defender and a powerful striker possessing one of the most powerful long range shooting abilities.
In this touching book, James Leighton pays tribute to arguably the most complete footballer the world has had the privilege to witness, albeit for an extremely short period of time. The book sketches the rise and rise of Edwards from a schoolboy prodigy to a Manchester United talisman.The book also provides gleaning insights into the impeccable character of this gentle giant who was a near teetotaler and a stickler for discipline. Grasping out of the hands of Wolverhampton Wanderers who almost signed him, Duncan Edwards distinguished himself under the able stewardship of Sir Matt Busby and Jimmy Murphy to make the "Theatre of Dreams" at Old Trafford his personal playground. James Leighton is impartial and unbiased in his assessment of this prodigy. Taking recourse to newspaper reports and views of his team mates and opponents alike, Leighton paints the picture of Duncan Edwards on a pristine canvas.
Sir Matt Busby, Sir Bobby Charlton, Sir Bobby Robson and Terry Venables et al are of the universal opinion that had tragedy and fate, not so heartlessly intervened, it would have been Duncan Edwards and not Bobby Moore who would have gone on to lift the Jules Rimet Trophy for England in 1966. Duncan Edwards did not live long to play the game that he so dearly loved. But in the short span of time that he did, he left the whole footballing world a debt of gratitude that could never be repaid, until eternity.
"Duncan Edwards" - A marauding Angel of indecipherable greatness!
January 7, 2014
This book is an excellent biography of Duncan Edwards. As a United fan I felt I knew Edwards the player (from previous books and footage I'd seen) quite well. Following reading this book I now feel I know Edwards the man too.
April 26, 2013
Very moving book, thoroughly enjoyed it.
May 28, 2013
Wonderful book
Displaying 1 - 14 of 14 reviews