«Questo libretto che ora si ristampa ha subìto, mentre prendeva forma, una rimarchevole metamorfosi. L'intento aggressivo iniziale si è gradualmente stemperato, si è attenuata l'indignazione contro gli impostori e la rabbia per la dabbenaggine delle vittime; ha infine guadagnato terreno una proposizione eretica, cioè che la saggezza può essere più dannosa della stupidità, almeno di quella che, offuscando la crudezza del vero, aiuta a vivere». Antonio Tosti
Antonio Tosti, in "Contributo alla conoscenza della stupidità umana", prende le mosse, come Erasmo fece con la Moria, dal paradosso della follia: ma la follia come stultitia, la stoltezza antica e sempre attuale che porta gli esseri umani a farsi abbindolare. L’autore osserva come, attraverso i secoli, le persone abbiano sempre desiderato credere che un rimedio o una formula potessero raddrizzare ciò che la vita non ha reso diritto. Non serve la televisione, non serve l’iperspettacolarizzazione dei “venditori di miracoli” alla Vanna Marchi: l’illusione precede la tecnologia, e la stupidità (o più precisamente il bisogno disperato di speranza) è una costante antropologica. Tosti snocciola un campionario irresistibile di ritrovati tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento: pozioni contro l’alopecia, apparecchi per raddrizzare le orecchie a sventola, strumenti per ridurre il naso grosso, e casi clinici al limite del grottesco, come la sonnambula Anna d’Amico. Tutto rientra nella grande fenomenologia dell’inganno volontario: vogliamo farci prendere in giro quando la verità ci risulta insostenibile. Alla fine, il libro mostra che queste, più che truffe, sono strategie di sopravvivenza simbolica: mezzi disperati per quei poveri cristi che non si rassegnano a perdere laddove natura, sorte e ingegno hanno fallito. Se oggi sorridiamo, è solo perché ci dimentichiamo che la stessa trama continua sotto forme più eleganti. Un peccato, vista l’autorevolezza dell’editore Sellerio, che il volume presenti diversi refusi: una piccola incrinatura nella superficie di un’opera acuta, tagliente e a suo modo divertente.