Parigi, 1309. Dante, in esilio, stanco e spaventato, vive nel terrore di essere perseguitato dai suoi numerosi nemici. Una delle sue poche consolazioni è la compagnia di una donna misteriosa, Marguerite Porete, una mistica accusata di eresia della quale Dante diventa il miglior allievo, e che lo conduce nel centro di una guerra spietata fra due ordini che agiscono nell'ombra. In gioco c'è un pericoloso segreto, una profezia di cui l'Alighieri è il depositario prescelto. Ed è il filologo medievale Riccardo Donati a mettersi sulle tracce di quel mistero centinaia di anni dopo, nella Milano dei giorni nostri: mentre esamina un antico manoscritto si imbatte in quella che ha tutta l'aria di essere la firma autografa di Dante. Sarà l'inizio di una vorticosa e inattesa avventura che stravolgerà per sempre la vita di Riccardo, e non solo. Un romanzo sospeso tra passato e presente, tra storia, letteratura e azione, per un thriller storico che si trasforma in una caccia all'uomo frenetica e appassionante.
Bianca Garavelli è nata a Vigevano e ha studiato Dante con Maria Corti, all’Università di Pavia. Autrice di romanzi e saggi, apprezzata divulgatrice e critica letteraria, scrive su "Avvenire", soprattutto di letteratura e poesia. Tiene conferenze e reading per avvicinare il pubblico all’opera e alla figura di Dante e lo interpreta in commenti alla Commedia. Il suo ultimo commento dantesco è in corso di pubblicazione nei Grandi Classici BUR.
Il romanzo presentato è un importante spunto di riflessione su quanto le opere di Dante abbiano ancora da dire e su come ognuno possa interpretare ogni terzina. Si apprezza molto il linguaggio utilizzato, scorrevole e piacevole alla lettura, nonché idoneo all’argomento grazie all’utilizzo di termini ed espressioni tipicamente Dantesche. Tuttavia la trama risulta piatta alla lettura, non è molto coinvolgente, a volte confusionaria, si fa fatica a collegare i diversi sbalzi temporali presenti nel romanzo e molti passaggi sono privi di suspence dunque molto prevedibili, i quali rendono la lettura poco avvincente. Si consiglia la lettura del romanzo a coloro che hanno la curiosità di apprendere una nuova interpretazione su alcuni canti del Paradiso, per il resto non si suggerisce la lettura del romanzo.
Chi mi conosce sa certamente che questo libro ha costituito per me un grosso scoglio. Esatto. Non "Anna Karenina", non "La Gerusalemme liberata", ma questo romanzo. Dopo aver letto le prime pagine per ben due settimane ho cercato di ignorarlo, ho accampato scuse per rimandare l'incontro con quella storia che già avevo capito non mi sarebbe piaciuta, ma poi ho preso coraggio ed un sabato di settembre con enorme fatica l'ho terminato. La liberazione è stata così grande da far risuonare nella mia mente l'Alleluia. Eppure le premesse per una buona lettura c'erano tutte: Dante ed una dantista che scrive una storia proprio sul sommo poeta. Ed invece no amici, perché conoscere un certo argomento non significa per forza riuscire a metterlo nero su bianco con maestria, chiarezza ed uno stile appropriato alla materia di cui si sta parlando, ed infatti Bianca Garavelli non ci è riuscita. "Le terzine perdute di Dante" è un thriller privo di mordente, di effetto sorpresa e di suspense. Una storia con protagonista un improbabile alter ego di Dante, che viene catapultato in una vicenda intricata ed oscura, nella quale il lettore non riesce ad orientarsi. Alla fine del romanzo, poi, non si capisce neanche dove l'autrice volesse andare a parare, cosa volesse far comprendere ai suoi lettori e per quale motivo abbia deciso di scomodare il sommo poeta per dar vita ad una narrazione così insulsa. Insomma, è chiaro che la Garavelli conosca molto bene Dante, il suo pensiero e le sue opere, ma non è stata in grado, attraverso di essi, di creare un romanzo convincente ed un thriller che possa definirsi tale. In sintesi "Le terzine perdute di Dante" è un'opera che non consiglierei neanche al mio peggior nemico.
Un caso confuso e inconcludente, inserito all'interno di una trama prolissa e scarna, dal finale ambiguo. Un insulto all'intelligenza del lettore, nonché al Sommo Poeta, che si starà rivoltando nella tomba.
Scorrevole e avvincente, il libro tuttavia non riesce a creare la sospensione dell'incredulità; troppe cose rimangono inspiegabili e i personaggi sono piuttosto schematici. Il racconto è un intreccio di fatti reali e visionari: non si riesce mai a capire bene quando siamo di fronte a visioni o ad allucinazioni, ed in fondo tra di loro non vi è una differenza sostanziale. Grande attenzione, forse troppa se paragonata a quella dei personaggi (quasi inesistente), viene poi data ai luoghi descritti, agli interni e agli arredi, ai movimenti e ai gesti dei personaggi. La figura del protagonista appare debole: un uomo sempre pauroso, insicuro e bisognoso di essere trascinato in giro da Agostina o dalle sue amiche, molto più simile ad un personaggio in balia degli eventi. E’ da sottolineare la presenza positiva delle figure femminili: le donne riparano, consolano, ma soprattutto combattono. Riccardo non ha quasi mai la forza di affrontare, anche mentalmente, il nemico che lo insegue: è sempre Agostina ad intervenire e a salvarlo dalle situazioni più minacciose e disperate. E con lei tutte le amiche sparse tra l’Italia e la Francia che ogni volta offrono asilo ed intervengono in difesa di Riccardo. Non è da mettere in dubbio la ricerca e gli studi dietro al romanzo, i quali però sono inseriti in modo da rallentare molto la narrazione appesantendola con teorie scientifiche confuse e dati fisici difficili da afferrare. Dispiace dirlo ma la lettura del romanzo non prende, lo scritto è privo di mordente. Il ritmo non decolla, le visioni o allucinazioni sovrastano la realtà rendendo complicato capire il perché siano state inserite e cosa significhino nel testo. Purtroppo si ha l’impressione che le pagine si susseguano solo ed esclusivamente per “allungare il brodo”, senza una giustificazione plausibile.
Il romanzo, a capitoli irregolarmente alternati, narra le storie di Riccardo Donati e di Dante. Riccardo, insegnante in una scuola, si trova per caso sottomano un manoscritto contenente tre terzine firmate dal sommo poeta: comprendendone l'importanza e i danni che potrebbe provocare in mani sbagliate decide di portarlo via con sé e di parlarne solo con la fidata amica Agostina. Dante, nel 1309, costantemente accompagnato all'intima compagna Marguerite, fa la conoscenza di figure importanti per il suo tempo, talvolta in violenta contrapposizione le une alle altre. Riccardo e Dante, strettamente collegati tra loro, sono costretti a fuggire (l'uno in varie città, l'altro verso la Toscana) da un nemico misterioso che li tallona, mentre hanno visioni apocalittiche, forse premonitorie, sulla fine del mondo. Nel romanzo la Garavelli, facendo sfoggio delle sue evidenti conoscenze sul sommo poeta, vuole illustrare, lasciando ampio spazio all'immaginazione, le conseguenze del ritrovamento di nuove terzine firmate da Dante attraverso personaggi estremamente interconnessi con quelli del 1300; inoltre ci spiega quella che poteva essere la vita di Dante con i suoi pensieri, le sue emozioni e i suoi istinti all'interno di una trama per certi aspetti plausibile. Il romanzo è scorrevole e talvolta coinvolgente, ma può risultare incoerente nella trama: si passa infatti da una narrazione realistica incentrata sull'argomento letterario a una di fantasia incentrata sull'argomento scientifico. Inoltre la trama che si svolge in funzione di assassini che agiscono a causa di un furto e la ripetizione di formule in punti del racconto apparentemente sconnessi possono portare il romanzo a essere banale e ripetitivo. Perciò non se ne consiglia molto sentitamente la lettura.
Il romanzo é sicuramente una grande rappresentazione dello studio della filologia dantesca dell’ autrice, tuttavia, per quanto interessante possa rivelarsi tale approfondimento sul Sommo Poeta e sullo studio delle terzine di quest ultimo, non a tutti potrebbe piacere. Di fatto é un romanzo la cui interpretazione può risultare ambigua, in quanto può piacere tanto o per niente. Dotato di uno stile scorrevole e non troppo complesso, sviluppa una trama alternata tra presente e passato, protagonisti della quale una prolungata suspense e lo stupore di uno sviluppo inaspettato,elementi che rendono la narrazione avvincente e stimolante, tuttavia contrapposti a una confusione illusionaria che non ci permette talvolta la distinzione tra allucinazioni e realtà. È interessante,inaspettato e alquanto complicato tanto quanto sorprendente il termine del romanzo, che rivela grandi colpi di scena. Anche il rapporto tra scienza e religione si rivelerà un importante spunto. È di spunto anche analizzare la figura del protagonista, a cui nessuno avrebbe nemmeno immaginato di assegnare un rapporto profondo con una realtà parallela di tale importanza proprio per il suo essere rassegnato,svogliato è quasi frustato, però dotato di una curiosità unica che rimedierà alle prime e lo trasporterà in avvincenti avventure, che culmineranno con una fine drammatica mossa da tecnologia e scienza all’ interno di un clima sconcertatemente confusionario e dominato dalla suspense. La lettura è piacevole, in quanto il romanzo è ben scritto, ed è doveroso dire che, non considerando alcuni tratti negativi, il romanzo è avvincente. Personalmente ho gradito la lettura, anche se non mi ha fatto impazzire
Romanzo scritto da una studiosa di Filologia dantesca. E si vede! Disinvolte l'illustrazione e l'analisi di versi tratti dalla " Divina Commedia ", a dimostrazione di un lavoro di ricerca non effettuato esclusivamente per la stesura del romanzo. Tuttavia, la trama, svolta su due diversi piani narrativi, risulta esigua, prevedibile, poco originale e convulsa verso la fine. Si sente l' eco di Dan Brown, soprattutto del suo " Inferno" , ma Riccardo non può certamente essere paragonato a Robert Langdon, personaggio, quest'ultimo, che brilla per audacia; elementi di fantasy pervadono il romanzo e lo fanno somigliare a certi romanzi di V. M. Manfredi ( soprattutto l'uscita di scena di Riccardo e Agostina!); infine, la grande importanza assegnata alla memoria fa riecheggiare le ultime pagine del più famoso romanzo di Bradbury. In ogni caso, la lettura procede speditamente, anche se, a volte, non si riesce facilmente a comprendere se si sia davanti a scene reali, allucinazioni o visioni oniriche. Da sottolineare il preciso riferimento al CERN di Ginevra, il più grande laboratotio al mondo di fisica delle particelle, che merita grande rispetto e ammirazione da parte di tutti noi. Thriller storico, quindi, da considerare esclusivamente per una lettura di svago. Tante le aspettative.....deluse.
Le terzine perdute di Dante è sicuramente un romanzo basato su ampie e approfondite conoscenze riguardo la filologia dantesca in primis, ma anche rispetto alla fisica e alla cosmologia (che, come si legge nei ringraziamenti, sono frutto di consulenze ricevute dall'autrice). Tuttavia, nonostante la trama, soprattutto nella parte centrale e conclusiva, sia abbastanza avvincente, risulta astrusa e poco lineare, essendo divisa piuttosto casualmente - sia in quanto al numero di capitoli, sia in quanto alla frequenza e all'ordine del loro avvicendamento - tra quella in corso al giorno d'oggi e quella riguardante Dante stesso. Ultima grande pecca è la presenza di vari sviluppi particolarmente prevedibili all'interno della trama, soprattutto sul piano delle relazioni amorose tra i protagonisti, che evidentemente non erano particolarmente nelle corde della scrittrice. Non è un romanzo particolarmente appassionante, sicuramente dalla lettura non imprescindibile, pur essendo oggettivamente ben scritto e dagli argomenti interessanti.
Il romanzo, che inizialmente sembrava avvincente, è diventato dopo poco una storia prevedibile, un thriller che non può essere definito tale in quanto non vi è suspense né effetto sorpresa. I personaggi sono esigui e la loro descrizione scarna, non hanno spessore, sono solo figure che compaiono al fine della narrazione e che non ci lasciano niente. Gli studi che l’autrice ha svolto per la scrittura del racconto si vedono, e i versi di Dante riportati nel romanzo sono sicuramente molto interessanti, il problema sta nel metterli in bocca ai personaggi, compito che avrebbe potuto essere svolto meglio. Il protagonista sembra continuamente ripetere gli stessi errori senza avere mai una crescita, fattori come i suoi sentimenti, le sue sensazioni, la sua vita quotidiana non vengono approfonditi, vi sono giusto poche righe che ne danno un quadro abbozzato. Dinamica la scelta dei due piani temporali, quello odierno di Riccardo e quello medievale di Dante, anche se anche questa scelta poteva essere giocata meglio, i capitoli brevissimi si alternano spesso ripetendo ciò che era stato detto dall’altro personaggio nel capitolo precedente, facendo si che la sostanza dei fatti diventi poca e la storia un ribadire sempre ciò che viene svelato già nelle prime pagine. Vi son inoltre domande rimaste in sospeso, incomprensioni, che non verranno mai approfondite o spiegate poiché il romanzo si chiude rapidamente lasciando il lettore insoddisfatto.
Il romanzo presenta in modo alternativo la figura di Dante Alighieri rendendo possibilmente apprezzabile la lettura a chi ha una conoscenza quanto meno essenziale su questo. Mirabile è lo stile utilizzato dall’autrice: efficace e scorrevole, nonché le sue evidenti e notevoli ricerche sull’argomento. Tuttavia la trama non risulta particolarmente avvincente e spesso se ne perde il filo a causa dei continui cambi temporali, che provocano confusione e disguido in un romanzo che richiede particolare attenzione alla distinzione tra momenti di immaginazione e momenti di realtà, non sempre chiari. Inoltre il protagonista del romanzo, Riccardo, può apparire banale e alle volte prevedibile non mostrando mai una crescita o uno sviluppo del suo personaggio. La conclusione è incompleta e deludente lasciando il lettore con diverse domande in sospeso. Il romanzo è consigliabile solo a chi, come detto sopra, ha una conoscenza perlomeno essenziale su Dante ma piuttosto come lettura di piacere che a scopo informativo.
Già dalle prime pagine di “Le terzine perdute di Dante” si nota la grande competenza nella filologia dantesca della sua autrice, che con grande maestria unisce numerosi dati biografici di Dante a quello che parte come un interessante giallo storico. Tuttavia, la decisione di alternare i capitoli ambientati nel presente e nel passato contribuisce a confondere sempre di più il lettore, soprattutto per quanto riguarda la parte finale, in cui la storia diventa molto più complessa; la trama stessa risulta essere in alcuni punti prevedibile e spesso non riesce a catturare l’attenzione di chi legge a causa della banale caratterizzazione dei personaggi. Purtroppo, alla fine della lettura non mi sono rimasti particolari spunti di riflessione, nonostante pensi che questo sia un romanzo evidentemente ben scritto e dietro al quale si celano numerose ricerche nei vari temi affrontati.
Il romanzo di Bianca Garavelli “le terzine perdute di Dante” è un giallo storico con lo scopo di avvicinare il pubblico all’opera e alla figura di Dante in aggiunta ad approfondimenti di fisica e di cosmologia. Seppur vi siano idee di base valide sono sviluppate in modo confusionario e poco approfondito rendendo la lettura poco coinvolgente pur utilizzando uno stile di linguaggio alla portata di tutti. I personaggi sono di poco spessore e descritti in maniera superficiale non facendo suscitare al lettore alcun senso di empatia nei loro confronti. Interessante la scelta dei due mondi paralleli su piani temporali diversi ma affrontati non esaustivamente. In conclusione questo romanzo non mi ha fornito particolari spunti di riflessione, lasciando in sospeso questioni e domande, pur avendo un idea di base apprezzabile.
Le terzine perdute di Dante di Bianca Garavelli. ✨
📗Le terzine perdute di Dante vengono rivelate da Riccardo e da quel momento inizia una caccia all'uomo in cui verrà coinvolta anche Agostina. Questo avviene nel presente ma abbiamo un altra scenografia ovvero Parigi nel 1309 e si scopre che Dante è il depositario di una profezia segreta che definirà il destino del mondo.
📙due tempi differenti ma che si sovrappongono per via dei personaggi che è come se fossero descritti a doppia. Due vicende in epoche e tempi diversi che sembrano così simili da farti credere nel destino.
📘Se sei un amante della letteratura, bhe questo fa per te, in quanto puoi trovare anche dei riferimenti alla magnifica opera di Dante Alighieri. (PS. Si ci sono solo due libri della divina commedia in brutta edizione ma sono libri scolastici)
Le terzine perdute di Dante è un romanzo che fornisce informazioni non note della vita dantesca, ed è sicuramente in grado di attirare l’attenzione sul fatto che ogni terzina possa risultare valida anche al giorno d’oggi. La trama, che inizialmente sembra avvincente, diventa poi, nel proseguimento della lettura, incapace di interessare e coinvolgere il lettore, essendo i personaggi banali e i fatti prevedibili. Nonostante il romanzo sia scritto in modo scorrevole, alcune parti, come per esempio le visioni del protagonista, rallentano la lettura e la rendono faticosa. Nota negativa è anche la divisione in capitoli che sembra non seguire un ordine logico. Complessivamente questo romanzo non mi ha lasciato spunti di riflessione né tantomeno mi ha coinvolta. Non ne consiglio la lettura.
Ho trovato questo romanzo abbastanza deludente per molti aspetti. In primis, la trama era molto prevedibile, seguiva il classico cliché e per essere un giallo, non è stata per niente avvincente o interessante. Non faceva venire la voglia di continuare a leggere, anche se la descrizione delle vicende era abbastanza scorrevole. I personaggi erano banali e, lungo il corso del romanzo, non hanno subito alcuna crescita personale o raggiunto un qualche traguardo. Verso la fine del romanzo la trama si intreccia con argomenti anche riguardanti la scienza che ne stravolgono il senso. Le terzine perdute di Dante infine è un romanzo scritto discretamente, la cui trama non ho trovato coinvolgente e con dei personaggi ben descritti, ma prevedibili.
Dal romanzo traspare sicuramente la grande cultura e conoscenza che l’autrice ha nei confronti di Dante e della Divina commedia e questo si apprezza molto. L’idea di trattare questi argomenti con una tale precisione integrando al romanzo una storia di genere giallo è molto originale ma non penso che sia stata condotta nel modo giusto. La trama non era abbastanza avvincente e al quanto banale. Del resto la lettura del libro è stata abbastanza scorrevole per via del linguaggio e dello stile utilizzato. Questo romanzo a mio parere data la sua originalità e dato il tipo di scrittura, semplice ma efficace, poteva essere sfruttato in modo molto migliore. È un peccato che un libro dalle così grandi potenzialità sia risultato così indifferente.
Il romanzo si sviluppa su due linee temporali, portate avanti in modo alternato. Racconta "l'esilio" di due personaggi, Riccardo, nostro contemporaneo, e Dante, i quali viaggeranno di città in città per portare a termine la loro missione. Il romanzo risulta a tratti difficile da comprendere per le grandi conoscenze umanistiche e scientifiche dell'autrice. Inoltre l'alternarsi dei due personaggi a molti secoli di distanza può risultare fuorviante. Lo stile appare chiaro e scorrevole, tuttavia la trama è piuttosto prevedibile e non contiene le caratteristiche di un giallo, seppur storico. Se ne consiglia la lettura solamente a coloro che vogliono ampliare il loro sapere nozionistico su Dante.
Il romanzo si sviluppa su due linee temporali, portate avanti in modo alternato. Racconta "l'esilio" di due personaggi, Riccardo, nostro contemporaneo, e Dante, i quali viaggeranno di città in città per portare a termine la loro missione. Il romanzo risulta a tratti difficile da comprendere per le grandi conoscenze umanistiche e scientifiche dell'autrice. Inoltre l'alternarsi dei due personaggi a molti secoli di distanza può risultare fuorviante. Lo stile appare chiaro e scorrevole, tuttavia la trama è piuttosto prevedibile e non contiene le caratteristiche di un giallo, seppur storico. Se ne consiglia la lettura solamente a coloro che vogliono ampliare il loro sapere nozionistico su Dante.
Il romanzo inizialmente si presenta semplice e scorrevole.Durante il corso della narrazione,tuttavia,i numerosi ragionamenti del protagonista,pur rappresentando la sua personalità insicura ,rendono lo svolgimento della trama difficile da ricordare. Inoltre i personaggi seguono dei canoni ripetitivi e banali:Riccardo è il tipico topo di biblioteca,viene descritto come un intellettuale spaventato dalle imprevedibilità della vita. D’altronde la disposizione alternata dei capitoli catapulta il lettore in un viaggio tra passato e presente,del quale rispettivamente Dante e Riccardo Donati sono i protagonisti indiscussi. “Le terzine perdute di Dante”,dunque,attraverso una trama coinvolgente,ma forse troppo semplice e non avvincente,fornisce numerose informazioni sulla biografia di Dante. Consigliato a tutti coloro che,amanti dell’autore e non,desiderano approfondire le proprie conoscenze senza sforzo eccessivo.
Mi aggrago ad una recensione precedente, questo libro è veramente un insulto! Un insulto a Dante, al lettore e alla letteratura ed una dimostrazione di come non basti la conoscenza di un argomente per scrivere un libro interessante e coerente. Il caso è insulso e scialbo, lo stile di scrittura è talmente terrificante e fastidioso da non permettermi nemmeno di finire la lettura. Mi ha fatto talmente indemoniare che ho abbandonato la lettura, dopo essermi sorbita ben 3/4 di una storia insignificante ed insensata
Libro leggero, dallo stile fresco e scorrevole. Si legge con piacere, si fa avvincente sul finale e proprio quando si inizia a parlare di fisica emerge tutta la bellezza e la potenza della poesia dantesca.
Molto bello, amate i libri che trattano la storia ma con un pizzico di fantasia, allora questo è il libro per voi lasciatevi trasportare dal mondo onirico di bianca garavelli
Nascosta agli occhi del mondo vi è una realtà "dantesca" che si snoda tra le fila di Ordini segreti in combutta, una realtà nella quale un "topo da biblioteca", come lo definirà il suo acerrimo nemico, si ritroverà a decifrare, tra un'allucinazione e una visone profetica, il misterioso significato di alcune terzine scritte dal Sommo Poeta mascoperte per puro caso. L'idea narrativa è molto buona, interessante l'intuizione di fondere insieme arte, letteratura e scienza, e di creare un legame tra Dante e Riccardo, il protagonista, accomunati dalla straordinaria capacità di vedere cose che nessun altro vede, dote che permette trasmettere di generazione in generazione il messaggio divino. I poeti si fanno dunque arcangeli e responsabili della sorte dell'umanità. Putroppo però, a mio avviso, la trama è sviluppata in modo fin troppo semplice e lineare, spesso priva di suspense e facilmente prevedibile, in particolare la conclusione appare scarna e deludente. L'intero romanzo risente, inoltre, della forte influenza di altri thriller storici, come quelli firmati Dan Brown, alcuni evidenti riferimenti ad "Angeli e Demoni" o a 'Il codice Da Vinci" per quanto riguarda per esempio l'esistenza di società segrete legate alla Chiesa Cattolica che tentano di celare messaggi enigmatici. Lo stile è semplice e leggero, l'autrice però non si sofferma molto sulle riflessioni dei personaggi conferendo loro una caratterizzazione limitata e piatta come al resto del racconto. Tuttavia sono numerosi gli aspetti ben approfonditi della vita di Dante che con naturalezza sono inseriti all'interno del l'intreccio narrativo, è chiaro che Bianca Garavelli sia un'attenta filologa dantesca. Non è nel complesso una lettura consigliata, per la vastità dell'argomento trattato ci si poteva aspettare molto di più.
Due storie che avvengono a centinaia di anni di distanza ma sorprendentemente legate più di quanto si possa credere. Il protagonista della prima è un Dante in esilio, che vaga tra le strade di Parigi con al suo fianco Marguerite: una donna misteriosa, autrice di un manoscritto che la porterà ad essere accusata di eresia. Tra quelle pagine si nasconde un segreto di cui Dante diventerà l’unico custode ritrovandosi in mezzo ad una lotta tra due ordini che vogliono entrarne in possesso. La seconda invece si svolge a Milano, quando in una biblioteca Riccardo Donati trova all’interno di un manoscritto, una firma ed alcune terzine attribuite al Sommo Poeta. Da quel momento viene travolto dagli eventi e trasportato in un’avventura che lo porterà su quegli stessi passi percorsi anni prima. Questa volta al suo fianco c’è Agostina insieme ad una squadra di donne mistiche e coraggiose che ne garantiranno l’incolumità
La storia in sé è bella, si vede da come è scritto che l’autrice ha approfondito gli studi riguardo Dante e che ne è un’esperta, ma la scrittura non le rende giustizia. È disordinato, a tratti sembra quasi un bozza buttata lì, con cose che accadono un po’ a caso. Potevano essere aggiunti dei dettagli che l’avrebbero reso più solido e la storia in sè poteva essere così sviluppata maggiormente per essere più coinvolgente e meno confusionaria.
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Le terzine perdute di Dante si presenta inizialmente come un avvincente e scorrevole giallo storico, che fornisce interessanti dettagli sulla vita di Dante. Si riscontrano da subito gli approfonditi studi che l’autrice ha conseguito per la stesura del romanzo. Tuttavia, procedendo con la lettura, la trama diventa prevedibile e priva di suspense, ciò è incrementato dal fatto che le caratteristiche attribuite ai personaggi siano banali. Inoltre, la scelta di alternare la narrazione delle vicende di Dante e quelle di Riccardo può creare confusione nel lettore. In aggiunta, poiché le vicende dell’uno sono così interconnesse a quelle dell’altro, la narrazione diventa a volte ripetitiva. Il romanzo si chiude in modo inconcludente, lasciando delle questioni in sospeso. Non se ne consiglia particolarmente la lettura.
Il romanzo appare scorrevole ma, a mio avviso, poco avvincente. Il racconto permette al lettore di viaggiare con la fantasia e di conoscere più da vicino (anche se attraverso un racconto di invenzione ) un personaggio come Dante Alighieri (a cui verranno attribuite le terzine di Marguerite Porete) che, pur essendo vissuto in un’epoca lontana, viene descritto con caratteristiche simili a quelle di un qualsiasi uomo dell’epoca moderna con le sue fragilità, debolezze e paure, che vediamo riflesse, come su uno specchio, nel personaggio di Riccardo Donati, il quale si limita a descriversi come un inutile topo da biblioteca ma che, in poco tempo, scoprirà di essere coinvolto in una vicenda che ha più di sette secoli di storia alle spalle. Si susseguono una lunga serie di avventure, talvolta molto pericolose, per Riccardo e le ragazze dell’Ordine, in un racconto travolgente e dinamico. Inoltre, verso la fine del romanzo, vengono trattate alcune teorie anticipate nel periodo del Sommo poeta sull’universo della cosmologia contemporanea Nonostante la lettura sia molto scorrevole, soprattutto verso la conclusione del romanzo il racconto diventa sempre più confuso e quasi soporifero.
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Filippo La Porta, “Left”, 23 febbraio 2013 «Immaginate, che so, Dan Brown, buon affabulatore e simpatico cialtrone, che incontra un raffinato filologo come Gianfranco Contini. Ecco un’idea abbastanza precisa del romanzo di Bianca Garavelli. Gli ingredienti sono dosati con sapienza: arti marziali, buchi neri, esperimenti al Cern, una spolverata di esoterismo, l’amore, una conoscenza non superficiale della Divina Commedia, visioni profetiche. Confesso di non amare il giallo storico […]. Ma nel caso della Garavelli il genere viene nobilitato e direi quasi “straniato” da una interrogazione filosofico-morale che esula dalla cultura pop. Se Roman Polanski fosse un lettore di “Left”, gli suggerirei di ricavarne una sceneggiatura.»
Il romanzo fornisce interessanti informazioni storico-culturali, sicuramente consolidate dagli accurati studi della Garavelli riguardo l’argomento. Tuttavia, se dobbiamo prendere in considerazione “le terzine perdute di Dante” puramente in quanto romanzo, subito appaiono delle mancanze, e si ha soprattutto l’impressione che tutto ciò sia stato scritto per dare vita a un esperimento o a una fantasia, più che per concretizzare una passione per la scrittura. I punti negativi principali riguardano i personaggi che risultano privi di spessore, e la trama, che, per quanto (almeno inizialmente) scorrevole, non riesce a coinvolgere a pieno né tantomeno a distaccarsi da una banale prevedibilità. Lettura che personalmente non ha lasciato spunti di riflessione o altro.