Il trono di legno

by Carlo Sgorlon

Inquieto e sognatore Giuliano vorrebbe seguire dal Friuli fino in Danimarca le tracce del nonno, vorrebbe vivere d'amore e d'avventura insieme con Flora. Ma solo Cretis, solo in quel villaggio nel cuore delle Alpi, Giuliano può trovare la pace e vivere in armonia con il mondo. Può conquistarsi il diritto di sedere sul grande, antico seggiolone di legno, come su un trono, per raccontare le sue fiabe meravigliose. Dall'adolescenza alla maturità la storia di Giuliano è sempre in bilico tra realtà e leggenda, sempre percorsa dalla curiosità del futuro e dall'ansia di non perdere i valori del passato. Un grande romanzo di Carlo Sgorlon. Da leggere e rileggere con immutato piacere.

Genres: Italy, Novels, Italian Literature, Fiction

259 pages, Hardcover

First published March 1, 1973

About the author

Carlo Sgorlon was born in 1930 in Cassacco, a tiny village near Udine, capital of Friuli, a region in northeastern Italy near the Austrian and Yugoslav borders. He spent much of his childhood in the countryside, where he attended primary school only rarely but came into daily contact with Friulian peasant life. The influence of his grandfather, a retired schoolmaster with a strong literary bent, and his grandmother, a practicing midwife steeped in local folklore, formed the basis of his love of literature and his reverence for ancient peasant traditions.
He has written a number of novels in the dialect of Friuli, as well as twelve novels and numerous short stories in Italian. His fiction has been translated into French, Spanish, Finnish, German and certain Slavic languages. His literary scholarship, aside from translations from the German, includes two major critical works, one on Kafka and the other on Elsa Morante.

Reviews

[S©aP · Rating 4 out of 5]

Parla di una terra che conosco bene. Tratteggia caratteri, luoghi, profumi e colori che posso identificare, per averne conosciuti di simili durante la mia infanzia. E negli stessi luoghi di cui si parla. Ma il coinvolgimento e le suggestioni non riescono a superare la fatica di una narrazione per me troppo evocativa, a mio modo di vedere (ripeto) eccessivamente sospesa tra realtà e immagine. Gli aspetti onirici, immaginifici ai limiti del fantastico, si alternano a fatti e situazioni con passo equilibrato, ma per me troppo ampio. Ne ricavo una lettura che si distrae con troppa frequenza, e uno sforzo ripetuto per restare impigliato alla narrazione. Gusti. O forse solo un incontro al momento sbagliato. Resta la bella scrittura. Restano le suggestioni, l'affetto e le immagini. Ma finisco quasi con sollievo.

[Magda · Rating 3 out of 5]

Sorta di educazione sentimentale quella raccontata in questo romanzo di Sgorlon, ambientata ancora nel suo (e mio) amato Friuli. Giuliano è un orfano che vive con una lontana parente in una fredda casa friulana, poco il denaro che hanno a disposizione, siamo a fine Ottocento, primi Novecento e la vita lassù è ancora a carattere rurale, ma il ragazzino ha la vocazione per lo studio e Maddalena fa di tutto per procurargli i libri per studiare da solo. La vita di Giuliano è scandita dai ritmi delle stagioni, da incontri con i pochi abitanti del paese e con i primi inevitabili amori. Flora sarà la donna della sua crescita sentimentale, colei che lo inizierà all'amore e che lui non riuscirà a scordare facilmente. Bellissime le descrizioni del paesaggio, della vita rurale friulana, si sente la partecipazione autobiografica dello scrittore. Belle anche le considerazioni sulla lettura, sulle storie, sui racconti e sulla letteratura. Un libro poetico ma anche tanto triste. Ho trovato dentro tutta quell'atmosfera cupa che caratterizza i lunghi inverni sulle montagne friulane e non posso che considerare il fatto che questo ambiente a volte così ostile finisca alla lunga per plasmare anche il carattere dei suoi abitanti.

[Claudia Marin · Rating 5 out of 5]

There should be a sixth star for this one: probably one of the best books I've ever read so far.
Towards the end of this book I felt that under a deeply interwoven plot lies the story of those of us who have been in constant move for so long (travelling, living abroad) who after some time - as Sgorlon says, when ready - understood the profound meaning of our roots.
This is however just one of the many powerful insights Sgorlon gave us with this book. First and foremost I feel obliged to acknowledge it is overall an introspective and psychological development of a hero which undergoes different phases of life in order to unconsciously aspire to a level of perfection. Nevertheless, this is never fully achieved because of the intrinsic uniqueness of each one of us. Needless to mention other brilliant literary classics such as the cyclical repetition of life, the value of elder teaching, the power of narration. But also "in saecula saeculorum", the eternal function of literature from its origin in the oral tradition with references to the Greek literature and its myths.
Amazing!

[Alessandro Mattiussi · Rating 3 out of 5]

Un romanzo d'avventura ambientato nel povero Friuli tra fine '800 ed inizio '900. Il giovane Giuliano, innamorato ed ossessionato delle storie del mondo, finisce per diventare protagonista della propria, ambientata peró principalmente tra i pochi chilometri che separano Ontans e Cretis, immaginari paesi tra la pianura e la montagna friulana. A fare da cornice la sensualità di tutti i personaggi femminili, sopra tutte le opposte ma simili sorelle Lia e Flora, che non riescono peró a scalfire l'egocentrismo ed il fatalismo di Giuliano, a cui tutto é concesso in nome della debole bandiera della scarsa esperienza. Alla fine Giuliano riuscirá a raggiungere una vacua incoronazione sul trono di legno che fu del vecchio Pietro - unico personaggio veramente carismatico all'interno romanzo d'avventura di Sgorlon - ma la strada percorsa lascia pochi elementi memorabili per il lettore. Indubbiamente una storia scorrevole e dal buon ritmo, ma forse troppo acerba e soprattutto priva di un vero e proprio messaggio positivo per i lettori coetanei del ventenne Giuliano, a cui il romanzo sembra indirizzato.

[Agnese · Rating 4 out of 5]

Un lungo monologo, dai toni intimi e poetici. I vari personaggi che popolano le scene in cui si muove Giuliano sembrano solo delle comparse impegnate nella propria parte senza porsi domande sull’interpretazione. Solo Pietro se le è poste e, rattristato ma pur sempre avvinghiato amorevolmente alla vita, sembra aver concluso che non ne valga la pena. La realtà, con il suo movimento frenetico che dà l’illusione di fare e di produrre, è caduca e si sgretola rivelando l’immutabilità della vita perpetua, apparentemente senza scopo ma irresistibilmente ammaliante. Solo l’umana empatia e il tentativo di tener desta in tutti la meraviglia sembrano allora darle un senso.

[Recensioni in tre parole · Rating 4 out of 5]

Avventuroso. Evocativo. Surreale.

[Katia Maria · Rating 3 out of 5]

Ambientato in Friuli durante gli anni della Seconda guerra mondiale e del dopoguerra, il libro racconta la vita dura e silenziosa dei contadini e delle montagne friulane, offrendo un affresco profondo di un mondo arcaico destinato a scomparire.
La storia segue la famiglia di contadini che vive in un villaggio isolato, descrivendo con realismo e poesia la loro lotta quotidiana per la sopravvivenza, ma anche la loro dignità, fede e attaccamento alla terra. Il “trono di legno” del titolo diventa un simbolo potente della regalità povera ma autentica di chi vive ai margini della storia ufficiale.
Lo stile di Sgorlon è ricco, lirico e insieme concreto: mescola il realismo rurale con un senso mitico e quasi fiabesco della natura. L'autore riesce a trasformare una piccola storia locale in una riflessione universale sul destino umano, sulla memoria e sulla forza delle radici.

[Sara Rocutto]

Un incipit veramente bello.e un sentire a volte necessario:)