Il professor Pietro Scullino passa il tempo tra le chiacchiere con gli amici al Café de Paris, i libri letti e dimenticati, le complicazioni della famiglia, gli amori e i tradimenti, ancora piú gustosi e impegnativi in una piccola città. È un critico letterario, ma fra tante complicazioni ultimamente fatica a star dietro a tutto. Saranno i tempi che cambiano, che diventano piú frenetici anche nella sua Liguria? O sarà forse lui, pensionato in anticipo, che invecchia? Ma mentre i grandi della politica fanno guerre preventive e gli emuli locali lottizzano la Riviera; mentre i matti del villaggio costruiscono l'atomica e gli artisti d'avanguardia creano ingorghi autostradali; mentre i comici scrivono thriller e i critici perdono il sonno a leggerli; mentre tutte le coppie sembrano essere scoppiate e le fughe e i tradimenti sono all'ordine del giorno, Scullino decide che non può lasciarsi andare e si rituffa nei libri, nel cibo, nelle donne con la solita voracità: la vita può ancora riservargli molte sorprese.
Nicola -detto Nico- Orengo (Torino, 24 febbraio 1944 – Torino, 30 maggio 2009) è stato uno scrittore, giornalista e poeta italiano. È stato anche autore di filastrocche per bambini.
Visse e lavorò a Torino dove fu tra l'altro responsabile per quasi un ventennio di Tuttolibri, l'inserto settimanale de La Stampa dedicato alle novità letterarie. Di famiglia, però, è originario della Liguria: gli Orengo sono patrizi genovesi e Nico Orengo aveva il titolo di marchese, benché mai ostentato.
Dal 1964 al 1977 aveva lavorato presso le edizioni Einaudi, per cui ha pubblicato quasi tutti i suoi scritti.
Spesso i suoi romanzi sono ambientati in Liguria nella riviera di Ponente, regione in cui trascorreva spesso alcuni mesi dell'anno (ad esempio La curva del latte e La guerra del basilico) o nella zona piemontese delle Langhe (Di viole e liquirizia). In Gli spiccioli di Montale aveva avuto modo di attaccare la speculazione edilizia che, a suo parere, aveva deturpato quelle zone. Nel 2006 pubblica Hotel Angleterre, un'appassionante indagine narrativa in cui dimostra ancora una volta tutta la sua notevole sensibilità stilistica e letteraria. Il suo ultimo romanzo è Islabonita, pubblicato nel 2009.
Ricoverato per problemi cardiaci, è morto all'ospedale torinese le Molinette.
Un artista, scrittore e fotografo statunitense, Teju Cole, in un'intervista ha confessato: "Potrei suonare terribilmente elitario, ma scrivo libri solo per le persone che leggono libri".
L'impressione che mi ha dato Orengo in questo nostro primo incontro è proprio questa: un romanzo divertente, quasi una commedia di paese, apprezzabile a pieno solo per chi legge e ama molto i libri. Non è un caso che il personaggio principale sia un professore in pensione, adesso critico letterario e grande amante della letteratura italiana. Il libro è felicemente ricolmo di citazioni e di sensazioni che a un lettore forte doneranno un piacere privato e pubblico al contempo. Mi sono divertita molto, quasi Orengo mi raccontasse una barzelletta a bassa voce per quasi 400 pagine che volano in un soffio. La vita è buffa, in ogni suo aspetto, elitario o basso. Orengo ve la farà apprezzare.
Ritratto ironico di un marito, padre, nonno e amante che ruota tra notevoli figure femminili tra cui la figlia che “ne ha piene le palle dei suoi consigli” di letture e lo dimostra colpendolo in fronte sull’uscio di casa con l’ultimo libro letto. Rivestendo i panni di un professore in pensione, critico letterario, Orengo ci regala una piccola antologia dei libri editi intorno al 2004, offrendoci un’autorevole critica della letteratura italiana contemporanea e alla moda del noir. Con disarmante disinvoltura ci tiene per mano omaggiando autori e critici ormai dimenticati risvegliando nel lettore la curiosità per quel mondo passato che forse troppo poco si conosce.