Fante's captivating letters trace his emergence from poverty to life as a Hollywood screenwriter. Complemented by many photos and interesting appendices, the book is most distinguished by Fante's letters to his mother-letters in which he is just as apt to lie about church attendance as he is to describe, with peculiar candor, skinny-dipping with a girl friend.
Fante's early years were spent in relative poverty. The son of an Italian born father, Nicola Fante, and an Italian-American mother, Mary Capolungo, Fante was educated in various Catholic schools in Boulder and Denver, Colorado, and briefly attended the University of Colorado.
In 1929, he dropped out of college and moved to Southern California to concentrate on his writing. He lived and worked in Wilmington, Long Beach, and in the Bunker Hill district of downtown Los Angeles, California.
He is known to be one of the first writers to portray the tough times faced by many writers in L.A. His work and style has influenced such similar authors as "Poet Laureate of Skid Row" Charles Bukowski and influential beat generation writer Jack Kerouac. He was proclaimed by Time Out magazine as one of America's "criminally neglected writers."
I gave five only out of great fondness for Fante’s literature; letters I do not know how to rate. What I know is that I didn’t enjoy so much his early years - money and hopes for publication are their only subject matter. The older Fante gets, the more interesting he becomes, for once he is living a life.
Fante l'ho sempre immaginato in una certa maniera, carattere e personalità, intendo, giacché per quanto riguarda l'aspetto fisico è sufficiente una veloce ricerca su internet, e no, non è l'uomo della copertina con cui viene erroneamente confuso. Leggendo tra le righe dei suoi romanzi, e forse ancor di più dai racconti, mi piaceva immaginarlo come uno di quegli abruzzesi arcigni e poco socievoli dell'entroterra, di quella gente che ti guarda storto a lungo e diffida di qualsiasi "forestiero", fino a quando non capisce di trovarsi di fronte a qualcuno di innocuo e possibilmente di simile a sé, e a quel punto ti apre le porte di casa sua e ti rispedisce indietro solo quando sei del tutto ubriaco, a forza di "passatelle" col vino buono tirato fuori dalla cantina. Ho fatto delle ricerche, prima di avventurarmi nella lettura di tutto il suo carteggio al completo, e mi sono resa conto che in una certa misura avevo ragione: per stessa ammissione dei figli, John Fante è uno con cui non era affatto semplice avere a che fare. Il suo mood giornaliero contemplava due situazioni: incazzato/molto incazzato e, come sottolinea la moglie Joyce "quando era felice canticchiava di continuo, ma quando era di pessimo umore era l'inferno". Tuttavia, le sue lettere ci restituiscono un Fante attento e amorevole, nei confronti della madre, a cui non manca mai di esprimere sentimenti di affetto e gratitudine, ma anche e soprattutto nei riguardi di moglie e figli. Li rende altresì partecipi di tutte le vicissitudini che egli si trova ad affrontare in giro per il mondo, in Italia come in Francia, dove non mancherà di sciorinare fatti e descrivere situazioni e aneddoti davvero molto interessanti, da contrapporre alla mentalità e ai modus tutti americani. Ma c'è anche un Fante irriverente e scanzonato quando si rivolge agli amici e agli editori, un Fante che si pavoneggia alla maniera di Arturo Bandini, un Fante che si concede il lusso di esprimersi in termini quasi triviali quando scrive a sua cugina e la mette a conoscenza di dettagli intimi che riguardano il suo ménage matrimoniale tra le pareti della camera da letto. Devo dire che la lettura di questa corrispondenza mi ha lasciata davvero soddisfatta e ha confermato tutte le mie supposizioni. Non metto stelline perché non credo ci sia valutazione possibile per delle lettere di carattere personale, ma a me basta che sulla copertina ci sia scritto John Fante e sono già innamorata. Devotissima.
John Fante is a deep influence on my writing as well as my life in general. Reading his letters allowed me to see some of his day-to-day life and demystified certain aspects of his character. It's like reading the supermarket shopping list of someone you can't imagine as a real person. They become more concrete, and my appreciation for Fante's perseverance and dedication grew even deeper. The man had to hustle to get anything done. He worked in Hollywood and someone kept from getting swallowed up by the movie business even though it allowed him to support a family.
Questo libricino di circa 90 pagine, contiene alcune delle lettere spedite da John Fante a sua moglie Joyce, tra il 1957 e il 1960, ovvero durante i suoi periodi di soggiorno in Europa (Roma / Napoli / Parigi), effettuati per lavorare ad alcuni interessanti progetti cinematografici. Dalle missive inviate oltreoceano, si evice l'emozione di essere in Italia - considerata sempre come la sua terra d'origine - e allo stesso tempo si evidenzia, il fastidio e la frustrazione provata nel trovarsi in un luogo nel quale non esistono regole e nel quale il comportamento degli italiani supera di gran lunga la pazienza dello scrittore, poiché nonostante la loro proverbiale cortesia, l'empatia e la gentilezza, gli italiani gli appaiono infatti come degli attaccabrighe, scansafatiche, inaffidabili e soprattutto sbandati e pericolosi alla guida delle piccole automobili Fiat. John Fante preferisce Napoli a Roma, perché nonostante il lerciume e l'immensa povertà della città partenopea, finisce per apprezzarne i prezzi bassi, il buon cibo, l'ottimo vino e soprattutto le belle donne che nononostante le loro forme sgraziate e il loro abbigliamento trasandato, sembrano possedere qualcosa di materno e di angelico. E così, John Fante invia continui aggiornamenti a sua moglie Joyce, circa il suo stato di salute e soprattutto sul suo lavoro, trascorre infatti tutto il tempo a scrivere le sue scenegiature - nella speranza di ritornare presto a casa -, a incontrare registi e produttori e a comprare nelle librerie le edizioni europee dei suoi libri. In alcuni frammenti, John Fante appare felicissimo di essere in Italia e non disdegna nemmeno un ipotetico trasferimento dell'intera famiglia Fante mentre in altri frangenti appare desideroso di fuggire dall'Italia ma ciò che però traspare in modo nettissimo è l'amore che questo scrittore italo-americano nutriva nei confronti di sua moglie e dei suoi figli ma soprattutto del suo lavoro e forse è stata proprio questa sua umanità e questa sua sensibilità a renderlo davvero unico nel suo genere.
Fante's Ask the dust is a masterpiece of the "woah, he is literally me" for fellow strugglers, and most people that read it (and didnt skip the 3 page introduction stamped on it in every edition) must know how fante and his work was lost, only be discovered by the time he was very old and crippled. his bandini books were about a man struggling, losing, winning some, losing it all again and struggling all over - all alone even when in the middle of crowds, a pariah in the world and they all are said to be "autobiographical", well i guess this gives a ton of insights into the man behind it all,
the early parts where he is young and full of hope (or delusions) were very interesting, and it was interesting to read his letters full of his hopes, dreams (all the while struggling at times to get money to get food) and plans as they were sent in the present where he was unaware of the immediate future, and then over the years as we could read through the letters we could see the different paths of the future turning out,
as he got older he got used to chilling, taking things easy and was settled in, but to me it was interesting too - after all he is the man fante and i wanted to keep hearing more and pick up everything of his so i could to hear how his life turned out.
Una curiosità editoriale di poche pagine. Interessanti le osservazioni di questo italo-americano circa la terra d'origine e gli italiani, tutte valutazione comprese tra il disprezzo (con dei distinguo, per sentito dire, che danno una chance di migliorare l'opinione) all'esotismo pietoso. Decisamente più noiose le lettere quando si limita a descrivere l'avanzamento dei lavori. Rimane un libro per chi sente la mancanza di inediti di Fante.