Cecilia Gallerani divenne amante di Ludovico il Moro a sedici anni. Bellissima, intelligente e colta, il reggente di Milano ne fu così innamorato che chiese a Leonardo di è lei La dama con l'ermellino , l'opera del genio vinciano ora conservata nel Museo Czartoryski di Cracovia. Carlo Maria Lomartire ce la presenta proprio in quel mattino d'autunno del 1489, quando Cecilia si recò nello studio di Leonardo, di fianco al Duomo di Milano, per permettergli di immortalare il suo volto. Ludovico Maria Sforza l'aveva già accolta al Castello e, a corte, Cecilia era stata subito apprezzata per la sua brillante capacità di fare conversazione, legata alla passione per la lettura, l'amore per la poesia e la conoscenza del latino. La ragazza aveva infatti ricevuto un'ottima educazione, poiché il padre era il referendario di Bianca Maria Visconti, una sorta di supercontrollore fiscale, incarico che lo rese molto ricco, mentre la madre era figlia di un importante dottore in legge. Cecilia diede al Moro un figlio, Cesare Sforza, che Ludovico avrebbe voluto diventasse, ancora fanciullo, arcivescovo di Milano. L'amore tra i due fu solido e duraturo, non si interruppe dopo il matrimonio «politico» di Ludovico con Beatrice d'Este, né dopo che Cecilia fu data in sposa a un fedelissimo del Moro, il conte Ludovico Carminati de' Brembilla. Nella florida Milano sforzesca, Cecilia raccolse intorno a sé letterati, poeti, storici, filosofi e artisti, anticipando di secoli la figura della nobildonna animatrice di salotti e scopritrice di talenti. Un'intensa attività culturale, che proseguì fino alla sua morte, a sessantatré anni, nel castello di San Giovanni in Croce a Cremona. In questa biografia romanzata, Carlo Maria Lomartire ricostruisce la vita, le idee e gli amori della Dama con l'ermellino, restituendoci un ritratto memorabile di una delle più misteriose figure femminili del Rinascimento italiano.
Cecilia Gallerani divenne amante di Ludovico il Moro a sedici anni. Bellissima, intelligente e colta, il reggente di Milano ne fu così innamorato che chiese a Leonardo di ritrarla: è lei La dama con l'ermellino, l'opera del genio vinciano ora conservata nel Museo Czartoryski di Cracovia. L’autore ce la presenta proprio nel momento in cui la giovane Cecilia incontra Leonardo, artista multiforme e attento osservatore il quale raccoglie informazioni sulla sua bellissima modella e conversa con lei per conoscerla meglio. Leonardo vuole creare un’opera viva che rispecchi non solo l’apparenza esteriore del soggetto, ma anche il suo forte legame con il signore di Milano. L’ermellino che la dama tiene in braccio rappresenta proprio il Moro, appena insignito dell’Ordine dell’Ermellino (inoltre il termine greco per indicare l’ermellino è “galè” che ricorda il cognome della donna).
Cecilia saprà muoversi con intelligenza e grazia, quasi con leggerezza, nella città di Milano, ricca di splendori e frequentata da grandissimi artisti e intellettuali, ma piena anche di pericoli e intrighi di potere. Anche dopo le nozze del Moro con Beatrice d’Este e il matrimonio della Gallerani con il conte Ludovico Carminate de’ Brambilla, il destino di Cecilia e quello della sua famiglia resta legato al Moro, o meglio, alle vicende politiche in cui è coinvolto, alla sua ascesa e alla sua caduta segnata dalle alleanze controverse che porteranno Milano al declino. La Dama raduna intorno a sé poeti, storici, artisti e letterati, impegnandosi, per tutta la vita in un’intensa attività culturale e creando attorno a sé un piccolo circolo letterati, anticipando di secoli la figura della nobildonna animatrice di salotti e scopritrice di talenti
In questa biografia romanzata, ma comunque accurata dal punto di vista storico, Carlo Maria Lomartire ricostruisce la vita, le idee e gli amori della Dama con l’ermellino, restituendoci un ritratto interessante di una delle più misteriose figure femminili del Rinascimento italiano.