Alejandra Pizarnik è un caso letterario senza precedenti. Nella storia recente dell’editoria non si era mai verificato che un libro di poesia reclamasse le tirature di un best seller. È accaduto in Spagna con l’Opera poetica, che ha sfondato il muro delle 15.000 copie vendute. Esauritissimo e richiestissimo, il libro attende la quinta edizione, mentre in Europa gli editori si contendono le opere, i saggi, i Diari della grande poetessa argentina. La figlia dell’insonnia, pubblicato con tempestività e preveggenza da Crocetti Editore, è la prima traduzione italiana della Pizarnik, affidata al suo massimo specialista. Grazie a questo libro stupendo, anche il lettore italiano potrà provare l’emozione che sta elettrizzando il mondo letterario. Sarà tramortito dalla lancinante bellezza dei versi della Pizarnik e penetrerà a fondo nella sfera intima di Alejandra, dove le esperienze della solitudine, della sofferenza, della morte, ma soprattutto dell’amore sono magicamente rivitalizzate dalla pienezza di una incomparabile parola poetica. Un libro imperdibile, di rara bellezza, che sa toccare il cuore dei lettori.
Born in Buenos Aires to Russian parents who had fled Europe and the Nazi Holocaust, Alejandra Pizarnik was destined for literary greatness as well as an early death. She died from an ostensibly self-administered overdose of barbiturates on 25 September 1972. A few words scribbled on a slate that same month, reiterating her desire to go nowhere "but to the bottom," sum up her lifelong aspiration as a human being and as a writer. The compulsion to head for the "bottom" or "abyss" points to her desire to surrender to nothingness in an ultimate experience of ecstasy and poetic fulfillment in which life and art would be fused, albeit at her own risk. "Ojalá pudiera vivir solamente en éxtasis, haciendo el cuerpo del poema con mi cuerpo" (If I could only live in nothing but ecstasy, making the body of the poem with my body).
"al di là di qualunque zona proibita c'è uno specchio per la nostra triste trasparenza"
["más allá de cualquier zona prohibida hay un espejo para nuestra triste trasparencia"]
----- " Incontro
Qualcuno entra nel silenzio e mi abbandona. Ora la solitudine non è sola. Tu parli come la notte. Ti annunci come la sete".
[" Encuentro
Alguien entra en el silencio y me abandona. Ahora la soledad no está sola. Tú hablas como la noche. Te anuncias como la sed".]
----- " I passi perduti
Prima fu una luce nel mio linguaggio nato a pochi passi dall'amore.
Notte aperta. Notte presenza".
[" Los pasos perdidos
Antes fue una luz en mi lenguaje nacido a pocos pasos del amor.
Noche abierta. Noche presencia".]
----- "[...] Il silenzio è tentazione e promessa".
[" [...] El silencio es tentación y promesa".]
----- "Se vedessi un cane morto morirei di orfanità pensando alle carezze che avrà ricevuto. I cani sono come la morte: vogliono ossa. I cani mangiano ossa".
["Si viera un perro muerto me moriría de orfandad pensando en las caricias que recibió. Los perros son como la muerte: quieren huesos. Los perros comen huesos".]
📖 "ora in quest'ora innocente io e colei che fui ci sediamo sulla soglia del mio sguardo"
✒️ Vorrei partire facendo un'aspra critica ad un commento trovato su Goodread di questo libro:
E. G. scrive: "Profonda, intimista, ma poesia molto pesante. Poi ho letto la bio. Ma perché le poetesse più influenti si tolgono la vita? Cosa manca? No, non lo rileggerei."
Sarò cattiva, ma non poteva esserci recensione peggiore.
Alejandra ha una scrittura profonda, ogni sentimento è scrostato e reso quanto più possibile puro e limpido. La poesia sgorga necessaria, talmente forte che sembra annegare il lettore nella consapevolezza.
Una poesia che diventa innocente, semplice come solo la verità può essere e mi rammarico delle parole di quella lettrice che non ha saputo cogliere la bellezza che questa poetessa ci ha fatto dono. Mi indispettisco molto non per la scarsa comprensione - e forse sensibilità - verso questa scrittrice, ma per il giudizio del libro non scaturito dal suo contenuto ma dalla vita - e un gesto soprattutto - dell'autrice.
Non voglio giustificare il suicidio, ma non mi stupisce nemmeno perché purtroppo le persone che riescono a scrivere di temi così profondi come la vita e la morte sono anche quelle che toccano il dolore, ci sprofondano dentro sentendolo nelle ossa.
E questo lo analizza Claudio Cinti nel capitolo conclusivo del libro, un piccolo saggio molto elaborato in cui tra i vari concetti critica la diffidenza di alcuni di fronte ad una poetessa maledetta come Alejandra proprio per il gesto da lei compiuto di togliersi la vita.
Credo sia una recensione ingiusta, soprattutto immatura e spero di fare giustizia a questa autrice per me nuova, Alejandra mi ha stupito e affascinato tanto da rientrare sicuramente tra i miei poeti e poetesse preferite.
Spero tanto che vengano tradotti altri suoi scritti e non dubito di comprare altri suoi libri in futuro. Questa poetessa vale tanto e dovrebbe essere conosciuta maggiormente.
Ora che tante coppie di innamorati ascoltano la sua parola, che cosa può dar loro. lei? Né la speranza, né la calma, ma un'esaltazione, una scommessa perduta. Un paradiso infantile piegato dal paradiso della morte, l'avventura dell'amore e la sua impossibile realtà. La grafia di Alejandra era piccina, come una viuzza di formiche o una minuscola collana di granelli di sabbia. Ma quel filo, con tutta la sua leggerezza, non si cancellerà mai, è uno di quei fili luminosi di cui ci serviamo per entrare e uscire dal labirinto. - dal prologo di Enrique Molina
Profonda, intimista, ma poesia molto pesante. Poi ho letto la bio. Ma perché le poetesse più influenti si tolgono la vita? Cosa manca? No, non lo rileggerei.