Nella sanguinaria epopea della guerra dei Cinque re, Stannis Baratheon è impegnato in un'estenuante marcia nel gelo contro il traditore lord Bolton, mentre un inquietante vuoto di potere circonda il Trono di Spade a causa della prigionia di Cersei Lannister, ancora presa negli artigli di un risorto fanatismo religioso. Mai prima d'ora il continente occidentale è stato tanto duramente devastato e mortalmente indebolito, così da diventare facile terra di conquista da parte di nemici vicini e lontani. Nelle Isole di Ferro, il sinistro Euron Occhio di Corvo si prepara a lanciare una nuova invasione dal mare, mentre a Dorne, la marca più meridionale del reame, un principe solo all'apparenza in declino ordisce una cospirazione volta a un nuovo, imprevedibile ritorno dell'antica dinastia. Oltre il Mare Stretto, Daenerys Targaryen, orgogliosa e coraggiosa regina dei draghi, si piega a un subdolo matrimonio di convenienza nel nome di una pace incerta, senza con questo rinunciare al suo sogno di tornare sul trono che fu di Aegon il Conquistatore. Finito suo malgrado nelle mani lorde di sangue degli schiavisti di Yunkai, città nemica giurata di Daenerys, l'indistruttibile nano Tyrion Lannister è costretto a giocare il tutto per tutto per sopravvivere a un assedio disastroso. Nel frattempo, all'ombra della titanica Barriera di ghiaccio nell'estremo Nord del reame, il giovane Jon Snow, coraggioso lord comandante dei Guardiani della notte, concepisce una temeraria strategia...
George Raymond Richard "R.R." Martin was born September 20, 1948, in Bayonne, New Jersey. His father was Raymond Collins Martin, a longshoreman, and his mother was Margaret Brady Martin. He has two sisters, Darleen Martin Lapinski and Janet Martin Patten.
Martin attended Mary Jane Donohoe School and Marist High School. He began writing very young, selling monster stories to other neighborhood children for pennies, dramatic readings included. Later he became a comic book fan and collector in high school, and began to write fiction for comic fanzines (amateur fan magazines). Martin's first professional sale was made in 1970 at age 21: The Hero, sold to Galaxy, published in February, 1971 issue. Other sales followed.
In 1970 Martin received a B.S. in Journalism from Northwestern University, Evanston, Illinois, graduating summa cum laude. He went on to complete a M.S. in Journalism in 1971, also from Northwestern.
As a conscientious objector, Martin did alternative service 1972-1974 with VISTA, attached to Cook County Legal Assistance Foundation. He also directed chess tournaments for the Continental Chess Association from 1973-1976, and was a Journalism instructor at Clarke College, Dubuque, Iowa, from 1976-1978. He wrote part-time throughout the 1970s while working as a VISTA Volunteer, chess director, and teacher.
In 1975 he married Gale Burnick. They divorced in 1979, with no children. Martin became a full-time writer in 1979. He was writer-in-residence at Clarke College from 1978-79.
Moving on to Hollywood, Martin signed on as a story editor for Twilight Zone at CBS Television in 1986. In 1987 Martin became an Executive Story Consultant for Beauty and the Beast at CBS. In 1988 he became a Producer for Beauty and the Beast, then in 1989 moved up to Co-Supervising Producer. He was Executive Producer for Doorways, a pilot which he wrote for Columbia Pictures Television, which was filmed during 1992-93.
Martin's present home is Santa Fe, New Mexico. He is a member of Science Fiction & Fantasy Writers of America (he was South-Central Regional Director 1977-1979, and Vice President 1996-1998), and of Writers' Guild of America, West.
4 stelle, non posso dargli di più. La scrittura è sempre fantastica ma il problema è che Nei fuochi di Valyria succede poco o nulla. Tyron è sempre divertente e simpatico, fa quello che può considerando la situazione in cui si trova. Jon, sulla Barriera, tenta di essere un buon Lord Comandante ma vorrei che non avesse iniziato a fidarsi (ok, forse non proprio a fidarsi, ma ci siamo quasi) di Melisandre. Non metto in dubbio la buona fede di Melisandre, ma credo che interpreti male le sue visioni (ormai ne ho quasi la certezza). Nella battaglia per Grande Inverno siamo ancora in una situazione di stallo, poco si è mosso. Mi sono molto piaciuti il capitolo sui Martell e naturalmente quello di Arya, uno dei miei personaggi preferiti insieme a Jon, Tyron e Bran. Peccato che invece non si abbiano notizie sul giovane Griff. Sinceramente non riesco a immaginare la conclusione di questa saga. I libri sembrano disseminati di indizi che non riesco comunque a mettere insieme. Ora, siccome con qualcuno mi devo pur sfogare, sotto spoiler metto alcune mie opinioni.
Non posso che condividere l'opinione di chi ha definito un'aberrazione dividere un romanzo in tre parti. In questa seconda non succede poi molto e non possiamo incolpare Martin di questo. L'unica nota positiva in tutto ciò è che almeno non ho letto l'ultimo capitolo della saga nel giro di una settimana, per poi restare a bocca asciutta per un altro paio d'anni. Anche se mi prende in ogni caso lo sconforto se penso che quando uscirà il seguito di "A dance with dragons" potrei già essere laureata con due master (sempre che NON continui a studiare come in questo mese di giugno).
Sulla storia
(SPOILER)
Mi sono piaciuti all'incirca tutti i personaggi di questo intermezzo. Quello per cui ho sofferto di più è stato Theon: mi piaceva fin dall'inizio e mi dispiace che sia stato schiacciato moralmente al punto da trasformarsi in Reek, un personaggio che come minimo ti mette a disagio. Asha e Daenerys sono le figure femminili a cui mi sono affezionata di più e non può non avermi fatto piacere ritrovarle. Asha, la passionale donna guerriera è quella in cui mi riesce più facile rispecchiarmi; ma adoro anche il sangue del drago, che si ritrova a chiedersi se sia una regina o semplicemente una donna. (Ah...Daario Naharis...) Tyrion è insuperabile con il suo sarcasmo e la sua pietà. Jon è un capo intelligente e insicuro, che cerca di essere deciso. La donna rossa sembra inizi a svelare gli indizi di un passato remoto. Niente da fare, Martin ci ha drogato e ora non ci resta che aspettare con impazienza la prossima dose.
Due stelle sono forse troppe. Libro deludente e noioso. Un'operazione commerciale. Un collage di spezzoni da scartare in cui succede veramente poco o niente.
Grazie alla Mondadori ci tocca leggere l'ultimo libro originale delle "Cronache del ghiaccio e del fuoco", a tappe. E per chi volesse comprarli, ci tocca pagare profumatamente (19 euro), quando in originale basterebbero circa 13 euro per il libro unico. Nonostante gli svantaggi delle edizioni italiane, è opportuno parlare dei Fuochi di Valyria. Martin inizia a tirare le corde che legano ogni personaggio agli altri. Muove le pedine, come se stesse giocando a cyrvasse con le vite dei protagonisti e non sbaglia. Riesce a far spuntare ancora pretendenti al Trono di Spade (la scena è stata abbastanza scioccante), a dare una diversa identità ai protagonisti (Reek e Arya) e a stupire. Sono riuscita a percepire una stanchezza generale dei personaggi. Tyrion, Reek, Arya e Jon continuano a ripensare al passato che non c'è più: a piangere amori e fratelli perduti e a rimpiangere le loro azioni. La morsa del gelo arriva fino al lettore che dopo tante parole intravede una fine e coglie il disegno dell'autore, o almeno, una sua parvenza. Riesce a far inorridire (sono convinta che Ramsay Bolton sia l'angelo della morte) e a commuovere allo stesso tempo. La perdita rimane il tema centrale. La nostalgia di Reek mentre si muove tra Grande Inverno, il dolore di Arya nel ripensare a Jon e il ricordo di quest'ultimo di Ygritte e dei suoi insegnamenti (penso che gli abbia insegnato a vivere). Ovviamente tornano i luoghi e le sensazioni perché Martin è un maestro della locations. Riesce a descriverti minuziosamente un luogo così come ti descrive la mente dei protagonisti. Una cosa è certa per me: quando arriverà la fine non sarà mai sempre quella che ti aspetti. E finalmente arriva sul serio il nuovo protagonista: il freddo. Perchè l'inverno incombe e sta arrivando.
Giunto (quasi) alla fine della saga, mi chiedo: non sarebbe stato meglio rileggersi il signore degli anelli? Leit motiv di tutti i libri (che mi ha colpito)? Le succulente descrizioni delle portate servite ai pasti. Le parti peggiori? Quelle con Danaerys (cacarys). Le più avvincenti? Quelle con Jon. Le più divertenti? Quelle con Tyrion.
Come distruggere una saga meravigliosa: prendi i cinque volumi originari, traducili, dividili in 12, e falli uscire a grande distanza uno dall'altro. Argh, maledetti!
Quattro stelline a I Fuochi di Valyria, seconda parte del quinto libro. Molto interessanti, anche se a volte un tantino forti, i punti di vista di Theon, il nuovo Reek.
Visto che i volumi 10, 11 e 12 formano un unico tomo (il quinto: Una danza con i draghi) delle Cronache del ghiaccio e del fuoco, ne faccio un'unica recensione… e, per il momento, senza aver visto la serie televisiva "Il trono di spade". E, finalmente, sono arrivato alla fine delle "Cronache"... ora c'è solo da sperare che George R.R. Martin si decida, una volta per tutte, a pubblicare il sesto tomo (e si parla già di un settimo... staremo a vedere). Che dire…? È una serie che, tranne che per quest'ultimo tomo (che io ritengo molto dispersivo e prolisso), mi ha molto appassionato. Altra cosa che ho apprezzato, è stata la massiccia presenza delle casate e delle rispettive genealogie familiari. Martin, inoltre, ha dimostrato un'incredibile accuratezza nelle descrizioni, per non parlare delle scene più crude… descritte così come devono essere descritte, senza tanti giri di parole o "delicatezze" di sorta. Magistrale anche il fatto che riesca a tenere le fila di tutta una marea di personaggi (anche troppi, per la verità): ognuno ha il suo carattere ben delineato ed una sua evoluzione. Notevole anche i cambi dei punti di vista fra "buoni e cattivi", perché nessuno è mai completamente buono o mai completamente cattivo. [https://lastanzadiantonio.blogspot.co...]
SPOILERISSIMO Cosa manca per finire GOT? A Tyrion un chirurgo plastico Ad Arya un neuropsichiatra infantile, ma di quelli bravi A Danerys ….. troppo lunga la lista, iniziamo con una seduta di wellness in un centro estetico, e poi un toyboy A Cersei, porella, un regno da governare (magari fatto coi Lego, così non fa danni) A Jon Snow un chirurgo (anzi, una dama rossa che lo faccia resuscitare) A Bran, soccia GRMartin, ma cosa ti ha fatto di male il fanciullo, meglio farlo morire ammazzato A Sansa un marito sensato (è stata parecchio sfortunata) A Jamie, è facile, una mano nuova A Theyon, sua sorella, suo zio, l’altro zio: ma andate a morire affogati, siete noiosi peggio degli Estranei (e gli unici che non muoiono mai) A Stannis un po’ di senso dell’umorismo, anzi tantissimo. A GRMartin un po’ di pepe al c..o, che ormai ‘sta storia ha fatto le ossa!
Mi sono ripromessa di giudicare solo dopo la lettura della terza parte, però dico già da ora che ritengo ci sia un limite alla quantità di cose che possono non succedere nel giro di ottocento pagine e quel limite è stato abbondantemente superato.
Naturale che, con tutti i soldi che ci sta facendo, Martin voglia far campare il più possibile la sua creatura. Un allungamento della saga era prevedibile, e fin qui nulla di strano. E' la modalità che lascia perplessi. Con la straordinaria complessità dell'universo che ha saputo creare, avrebbe potuto far accadere innumerevoli eventi, complicare a dismisura l'intreccio, sviluppare decine di sottotrame. Invece, paradossalmente, negli ultimi libri di Martin succedono meno eventi, meno fatti. Crescono a dismisura, in spazio e rilevanza, le parti descrittive e introspettive, a tutto svantaggio della trama. E' una scelta precisa, la sua. Più che allungare il brodo, ne sta cambiando gli ingredienti, rendendolo sempre più insipido. Nulla da eccepire sulla qualità della scrittura e sulla ricchezza della struttura, sulla varietà e completezza dei personaggi, sulla padronanza dei meccanismi narrativi. Però una volta Martin ci metteva un attimo a fare fuori Ned Stark, "eroe buono" e personaggio principale di quanto avesse scritto fino a quel momento. Il lettore non sapeva mai cosa avrebbe trovato voltando pagina. Adesso gli eventi veramente "forti" sono meno di uno per volume (italiano...). Tristezza.
Una battaglia imminente, una trappola pronta a scattare mentre al Nord, gli Estranei sembrano farsi sempre più vicini. Mentre alcuni personaggi sembrano vagare senza raggiungere mai la meta, altri sembrano vicini al capolinea. Questo romanzo aggiunge preziosi tasselli a una storia molto articolata e complessa, alcune cose mi aspettavo che fossero maggiormente approfondite, mentre altre parti continuo a trovarle un po’ noiose ma, nel complesso, si è rivelata davvero una bella lettura.
Che fatica!!! Che dire...un capitolo inutile??? Errore mio per averlo letto spinta dai mille spoiler della serie tv(la quale ho scoperto in seguito essere completamente diversa,ma vabbè),però mi aspettavo qualcosa di più,qualche nuovo colpo di scena,data la calma piatta dei libri prima. Detto questo,nel complesso è un libro piacevole,nel senso che per tutto il racconto si è in compagnia di alcuni dei personaggi più belli,anche se gli episodi riguardanti Theon mi hanno dato un po' di nausea. Spero nel prossimo...
Finalmente ritrovo i miei personaggi preferiti. Mi mancava troppo Arya, sono felice di averla finalmente ritrovata!! In questo libro delle Cronache mi sono piaciuti anche i capitoli di personaggi che solitamente non ritenevo interessanti, come Davos e Reek. Quelli di Bran invece restano sempre abbastanza pesanti... Sono quasi dispiaciuta che manchi solo un libro...chissà quando potremo leggere il prossimo.
Per quanto abbia letto le altre recensioni che dicono che sia un libro di passaggio, devo dire che il libro si è letto tranquillamente e, questo “passaggio, ha avuto molti momenti di azioni (o di frustrate). Più si va avanti e più la regina dei draghi si rivela una bambina, infantile e viziata che batte i piedi, ma dopotutto le regine (e i re) non sono così? Non si arrabbiano se non hanno quello che vogliono? E non fanno comunque quello che devono fare?
600 pagine di politica, tensione diplomatica e Tyrion che filosofeggia.... Ma almeno la scrittura di Martin è sempre top!! Arya e Bran compaiono pochissimo.. Theon continua con il suo percorso di sofferenza e redenzione... Stannis disperso nella neve... Jon bloccato alla barriera... Tyrion in viaggio e parla anche troppo... Daenerys ancora a Meeren, i draghi sono in pausa... l'azione sta arrivando... spero!! 3.5/5⭐️
Mi è piaciuto molto , spero che nel prossimo tornino tutte e due le serie di personaggi perchè avere l'8 e il 9 contemporanei al 10 e l'11 per alcuni versi è molto bello per altri le storie dei singoli personaggi hanno pause troppo lunghe, e finisci per dimenticarti quel'era la fine delle loro singole storie.
Qualcosa si muove nei Sette Regni e nel lontano est. Però è poco, troppo poco. La narrazione è sempre coinvolgente, i personaggi e le situazioni sono quelle a cui ormai il lettore è abituato e affezionato, però c'è poco mordente. Tyrion Lannister rimane, in assoluto, il mio personaggio preferito.
Penultimo volume dei 12 finora pubblicati. La saga di GOT la conoscete tutti dai. Qui si arriva che Jon accoglie la Regina Selyse e la sua figlioletta Baratheon sulla Barriera, Daeneris sposa uno schiavista, Arya senza occhi allena i suoi sensi, Tyron viene fatto schiavo ma si esibirà con Mormont dentro la fossa di Daznak, Theon sta a Grande Inverno col bastardo dei Bolton ma Stannis è alle porte... Insomma da finire a breve.
Ho sempre odiato dal profondo del mio cuore i romanzi di transizione. Le trilogie che in realtà starebbero benissimo in un unico volume, quelle dove a perderci è il volume centrale, sto parlando proprio di quelle: quelle trilogie tipiche degli YA dove succede qualcosa solamente all'inizio del primo volume e alla fine dell'ultimo, e il volume centrale è totalmente inutile (sento i brividi lungo la mia spina dorsale se ricordo lo spreco di carta delle pagine vuote di New Moon.. anche se non è una trilogia, rende bene l'idea). Ecco, la scelta editoriale italiana ha reso questo volume un semplice romanzo di transizione, YAY! Tra l'altro, ogni volume di una saga dovrebbe avere un suo senso, un qualcosa di importante intorno al quale le vicende si sviluppano. E sono sicura che ci sia, certo, ma il lettore deve sforzarsi tantissimo per vedere un senso che colleghi le vicende separate di personaggi separati di tre libri separati (!!). Ho letto "I fuochi di Valyria" un anno dopo aver letto "I guerrieri del ghiaccio". Forse perché avevo altro da leggere, altro da fare, non avevo acquistato questo volume e invece avevo la casa invasa da libri comprati e mai letto, o forse perché ero un po' stufa dei personaggi. Ammettiamolo: leggere solamente di molti dei personaggi con i capitoli più noiosi della storia della saga (Bran, Dany, Jon...) non era sopportabile, anche se ogni tanto in questo volume ho trovato dei POV stupendi (Theon/Reek, Davos, Melisandre). In ogni caso, la scelta di Martin di dividere i personaggi ha già contribuito a rallentare la mia lettura, figuriamoci la scelta della Mondadori.
Finalmente Stannis si leva di mezzo o, perlomeno, si leva dal Castello Nero, per andare a conquistare Grande Inverno, dove la giovane presunta Arya Stark sta andando in sposa al giovane Bolton, che spera in tal modo di legittimare la sua stretta presa sul Nord. Jon può quindi iniziare a pensare ai veri compiti dei Guardiani, peccato che Stannis abbia lasciato Melisandre alla barriera. Tyrion cambia completamente rotta, ma rimane quasi sempre a bordo: ma quanto piacciono le navi ai nani di Castel Granito? Davos è... imprigionato da qualche parte. Sì, perché del buon Cavaliere delle cipolle abbiamo un solo, breve, capitolo, che lascia tutti con un po' d'amaro in bocca. Beh, meglio di niente, in ogni caso! Meglio del niente che arriva da Approdo del Re, dove non sappiamo bene cosa succeda. O, almeno, io mi son fatta la mia idea, ma voglio essere corretta: può essere che tutto questo sia in contemporanea con gli eventi de "Il dominio della regina"? Ripeto, correggetemi se sbaglio.
In sostanza, un grosso BAH. Martin ha fatto una scelta forse non azzeccatissima, la casa editrice italiana ne ha fatto una peggiore, e a subirlo siamo noi poveri lettori. Poveri poveri in tutti i senti, visto quanto ci costa avere il corrispettivo di un volume originale (tra l'altro in versione """economica""" e con una traduzione che continua, dopo UNDICI libri, ad essere pessima).
Continuerò a comprare i volumi italiani? Forse sì, per la mia adorata madre che adora questa serie (lei li ha letti tutti di seguito, si vede che crescendo me ha imparato l'arte della pazienza!) ma, fosse per me, me ne fregherei dell'estetica della libreria e passerei ai volumi inglesi!
Recensione unita a i Guerrieri del Ghiaccio - Alti livelli, dopo averci illustrato gli avvenimenti del continente occidentale subito dopo le nozze rosse e la morte di Twin Lannister Martin ritorna a bomba sulla Barriera e nel continente delle città libere. Lo zio George torna con questo volume (che grazie alla mondadori non è completo)ai livelli eccelsi del primo e terzo libro. Tyrion affronta un viaggio nel continente delle città libere, ed è bello ritrovare il folletto. Astuto, imprevedibile, e con il suo inimitabile sarcasmo ci descrive il continente che meno conosciamo. Rovine, cenni storici, mostri leggendari e un incontro che mi ha bloccato il respiro. Aegon, il figlio infante di Reaghar è vivo e viaggia in incognito per ricongiungeri a sua zia Dany… l’incontro il folletto però cambia tutto. Jon è al comando sulla barriera, ma dopo il aver vissuto come un uomo libero non sarà mai lo stesso. L’evoluzione del suo personaggio è splendida, non è più il bastardo di WinterFell, non è un semplice lord comandante. La sua prospettiva è quella di uomo che ha vissuto la libertà e non conosce differenza di lingua e razza. La barriera con lui cambia, cresce e deve affrontare la diffidenza di chi si oppone a una tradizione millenaria… Il nord inoltre affronta una battaglia interna di potere… da una parte Stannis dall’altra i Bolton che insieme ai Frey (odiosi sempre di più, il loro punto di vista delle nozze rosse è un oltraggio) sognano un dominio che è di diritto degli Stark e a proposito degli Stark, Brann finalmente incontra il corvo con i tre occhi e il loro incontro è carico di tristezza e magia Dagli inferi torna Theon radicalmente cambiato, non più un essere umano, ma il fantasma del voltagabbana, la sua trasformazione interna è quasi dolorosa a leggersi Danerys dal canto suo sembra quasi smarrita, il sangue del drago scorre nelle sue vene ma lei sembra quasi dimenticarlo, in tanti sono alla sua ricerca, in troppi e la curiosità di sapere quello che succederà quando questi incontri di verificheranno è tanta In questi due libri c’è tanta carne al fuoco, a Martin piace buttare le carte in tavola per mescolarle continuamente, qualcosa di enorme è sempre nell’aria peccato come al solito per la scelta editoriale della mondadori di presentarci dei mezzi libri (che quindi non hanno conclusione) anziché uno intero… la magia dei sui libri però rimane immutate, viaggiare con i personaggi, nei loro pensieri, nelle loro trame è sempre un emozione che ti porta dentro e staccarsi è sempre difficile Ora fino al 30 ottobre cosa faccio?
Ci stiamo avvicinando all’ultimo libro al momento pubblicato di questa serie e ogni singolo capitolo aggiunge un tassello alla complicata storia che abbiamo davanti.
Nei primi libri si poteva suddividere in due parti la trama: ciò che accadeva nei sette regni rispetto a ciò che accedeva nelle terre dell’est. Ora invece si inizia a intravedere come sia possibile influenzare, anche inavvertitamente, le sorti di personaggi molto lontani tra di loro.
Se ne sta accorgendo Tyrion, la cui situazione si sta facendo sempre più difficile. Deve lasciarsi alle spalle un mondo dorato, in cui aveva alcuni privilegi che non aveva mai compreso a fondo. Ora deve basare la sua sopravvivenza alla sua intelligenza e alla sua bravura con le parole. Deve riuscire a dosare ciò che dice, ciò che deve solo lasciare intendere e capire all’istante le mire del proprio interlocutore.
Chi si complica la vita senza motivo è Daenerys. La ragazza ha scelto la strada più complicata per dimostrare di essere un’ottima regina e purtroppo rischia di rimanere intrappolata in un gioco di potere molto pericoloso. Daenerys vorrebbe fare il meglio per il suo popolo, riscattandolo dalla schiavitù in cui si rivede quando era piccola, ma così facendo causa loro molte sofferenze. Deve ancora trovare i giusti alleati e, secondo me, deve anche capire quando è il momento di intervenire con la forza.
Due personaggi, le cui sorti sono ancora incerte, tornano come protagonisti in questo romanzo. Si tratta del piccolo Bran e di Theon Greyjoy. Il primo sta iniziando un cammino che si può definire mistico, alla scoperta di poteri che sembrano dimenticati. Nella sua posizione al di là della Barriera sembra non essere del tutto a conoscenza della sorte della sua famiglia e del suo regno, ma si sta concentrando più sulla sua situazione d’invalido e su come recuperare una certa indipendenza. Theon invece è passato dal giovane spavaldo e arrogante a un essere pieno di paure. Davanti ai suoi occhi si stanno forgiando nuove alleanze basate su un inganno, ma lui non interviene per svelare ciò che sa. Sinceramente non so cosa aspettarmi da questo personaggio, perché se riprendesse un po’ di coraggio, potrebbe stravolgere la situazione al Nord.
Che siate a favore degli Stark, dei Lannister o dei Targaryen, è giunto il momento di tirare le fila e prepararsi allo scontro frontale.