D'Héliopolis, on pourrait dire que ce livre est le bréviaire de tous ceux que fascine depuis plus d'un demi-siècle l'oeuvre d'Ernst Jünger. Là sont contenus tous les grands thèmes de ses livres passés et à venir. Dans un univers où se mêlent intimement le romantisme le plus ésotérique et les techniques les plus fabuleuses de la science-fiction, l'auteur a campé une série de personnages « en situation » (le soldat chevalier; le sage détenteur des jardins secrets, le maître des pouvoirs magiques, le dominateur sans visage d'un univers de plus en plus déshumanisé, etc.), personnages et situations qui n'ont jamais cessé de hanter Ernst Jünger depuis les tranchées de 14 jusqu'aux chasses (plus) subtiles d'aujourd'hui. Héliopolis, un livre clé, un livre qui ouvre les couloirs mystérieux et sonores du labyrinthe de l'Existence et où, octogénaire, Jünger continue de cheminer de son pas tranquille de guetteur.
Ernst Jünger was a decorated German soldier and author who became famous for his World War I memoir Storm of Steel. The son of a successful businessman and chemist, Jünger rebelled against an affluent upbringing and sought adventure in the Wandervogel, before running away to briefly serve in the French Foreign Legion, an illegal act. Because he escaped prosecution in Germany due to his father's efforts, Junger was able to enlist on the outbreak of war. A fearless leader who admired bravery above all else, he enthusiastically participated in actions in which his units were sometimes virtually annihilated. During an ill-fated German offensive in 1918 Junger's WW1 career ended with the last and most serious of his many woundings, and he was awarded the Pour le Mérite, a rare decoration for one of his rank.
Junger served in World War II as captain in the German Army. Assigned to an administrative position in Paris, he socialized with prominent artists of the day such as Picasso and Jean Cocteau. His early time in France is described in his diary Gärten und Straßen (1942, Gardens and Streets). He was also in charge of executing younger German soldiers who had deserted. In his book Un Allemand à Paris , the writer Gerhard Heller states that he had been interested in learning how a person reacts to death under such circumstances and had a morbid fascination for the subject.
Jünger appears on the fringes of the Stauffenberg bomb plot to assassinate Adolf Hitler (July 20, 1944). He was clearly an inspiration to anti-Nazi conservatives in the German Army, and while in Paris he was close to the old, mostly Prussian, officers who carried out the assassination attempt against Hitler. He was only peripherally involved in the events however, and in the aftermath suffered only dismissal from the army in the summer of 1944, rather than execution.
In the aftermath of WW2 he was treated with some suspicion as a closet Nazi. By the latter stages of the Cold War his unorthodox writings about the impact of materialism in modern society were widely seen as conservative rather than radical nationalist, and his philosophical works came to be highly regarded in mainstream German circles. Junger ended his extremely long life as a honoured establishment figure, although critics continued to charge him with the glorification of war as a transcending experience.
Po Jingeru jedno od osnovih sredstava koje omogućavaju kontolu u distopijskom društvu su pametni telefon i internet. Činjenica ne bi bila toliko zabavna da roman nije objavljen 1949. kada još uvek nije bilo naznaka da će android i globalna mreža postojati. Pametni telefoni ili kako ih Jinger naziva fonofori idealno su sredstvo kada se ljudska sloboda rastvori u jednakost i kada ljudi poput molekula počnu da liče jedni na druge, ali i idealno sredstvo pojednostavljivanja sveta i stvaranja vrlo pasivne jednakosti i lažne demokratije, gde naizgled svi imaju mogućnosti da izraze svoje mišljenje na mreži, kroz glasanje i referendume, dok se u praksi odluke vlasti sprovode bez istinskog poštovanja većinske volje.
Distopijsko društvo u „Heliopolisu” je predstavljeno na granici apstraktnosti. Posebno mi je bila mila zamisao grada prepunog gedžeta i moćnog oružja, a u kojoj je atmosfera vrlo arhaična, te nismo sigurni da li smo u prošlosti ili budućnosti (po toj vremenskoj iščašenosti me podseća pomalo na Heseovu Kastaliju).
Roman je kompoziciono aljkav i sa velikim brojem papirnatih junaka, ali takvi su i Hakslijev „Vrli novi svet” i Orvelova „1984”. Ono što ga izdvaja u odnosu na poznatije distopijske romane je to što je „Heliopolis” u osnovi esteticističko-dekadetni roman jednog vojnički disciplinovanog dendija. Glavni junak general Lucije, nesumnjivo Jingerov alter ego, zainteresovan je podjedanko za vojničku disciplinu i za lepotu cveća, za čuvanje tradicije, ali i za korišćenja narkotika radi meditativnih putovanja (pretpostavljam da je poglavlje „Noć lovora” inspirisano Jingerovom upotrebom LSD). Stil je superioran, poređenja upečatljiva i originalna, ton hladno uzdržan, a sve je protkano esejističkim odeljcima tradicionalizma, čije su ideje u Srbiji možda ponajviše poznate putem stvaralaštva Bele Hamvaša.
The last time I ever heard that the provocative and rich opus of Ernst Junger, a writer, thinker, and the word architect smithing the term psychonauts were a part of any schools curriculum is by reading a thread on Reddit written by someone who went through the German education system 40 years ago, and apparently, the teacher was a fan.
There is much to say about this work which is crucial in understanding other works which have fragments of the setting majestically painted here, but the utmost significant description in a couple of words would be that this is a philosophical reflection on the absurdity of human conflict represented through a novelised plot in a very articulate aristocratic tone when it comes to style.
Quando si legge Jünger bisogna essere pronti a non ottenere risposte, ma a riflettere sulle domande che solleva. Ogni sua opera è una riflessione sull'evoluzione della società, sui fenomeni storici in una prospettiva globale, sul rapporto tra l'individuo e il mondo.
Anche Heliopolis, nonostante l'impostazione quasi "fantascientifica", sfrutta l'ambientazione per riflettere su un ipotetico futuro. È un mondo "al limite", né utopia né distopia: la tecnologia è avanzata, la società è efficiente, la cultura ottimizzata in una sorta di "archivio universale", ma sotto questa patina si nascondono contraddizioni e spaccature profonde, che un progresso dominato dalla "tecnica" non riesce a colmare. Paesaggi idilliaci coesistono con aberrazioni tecnologiche. La politica instabile è lo specchio del tempo, dove i conflitti di potere sono polarizzati tra tecnocrazia e un conservatorismo un po' aristocratico, ma entrambe le fazioni devono piegarsi a compromessi per mantenersi a galla. È un sogno che di tanto in tanto si colora delle tinte fosche dell'incubo.
Anche in questo romanzo, dominano il dialogo e la contemplazione filosofica, che vanno oltre i temi portanti di storia e politica. Lo sguardo distaccato di Jünger, attraverso gli occhi del protagonista, lascia intuire gli orrori piuttosto che descriverli, in un crescendo di inquietudine e incertezza che pervade la narrazione. In soldoni: non aspettatevi una lettura "sul filo del rasoio", piena di azione ed emozioni forti (anche se entrambe sono presenti). Lo Jünger del secondo dopoguerra è un maestro dell'evocazione che, abbandonato il vitalismo eroico, l'"hic et nunc" proiettato al futuro delle sue memorie di guerra, si trasforma in un osservatore disincantato e fuori dal tempo.
"A Heliopolis la vita proseguì. Restarono le case distrutte, avvolte nel freddo fumo. Restarono i prigionieri per i quali il tempo continuò a trascorrere nello strazio. Restarono le lunghe file di uccisi, con i loro pallidi volti spaventosamente sfigurati. La luna li guardava silenziosa; essa conosceva questo spettacolo fin dall'inizio del mondo."
Il comandante Lucius de Geer, di ritorno da un viaggio di lavoro oltre le Esperidi, ritrova una Heliopolis diversa: accolto dallo scenario raccapricciante di un cadavere in mare, lasciato come benvenuto da Messer Grande, un esponente del partito del Podestà -- in opposizione a quello del Proconsole -- si rende conto che anche il quartiere dei Parsi è in rovina, saccheggiato e desolato. Quando, poi, Messer Grande resta ucciso in un attentato, tutti i precari equilibri vengono a crollare: quelli politici, quelli etici; quelli di Lucius, che si vede costretto a decidere tra la cieca obbedienza e i sentimenti, e quelli di una società perfetta, che tanto perfetta non è.
Heliopolis, che rappresenta il secondo romanzo della triade utopistico-distopica dell'autore, è un'opera che va gustata con calma, per poterne raccogliere più sfaccettature possibili. Dai contenuti più accessibili e meno criptici rispetto al capolavoro di 'Sulle Scogliere di Marmo', conserva parte del tono poetico e alterna narrazione a digressioni filosofiche, che permettono di apprendere molto del pensiero di Jünger filtrato attraverso il punto di vista dei personaggi. Quella che viene raccontata è una società all'apparenza perfetta, dominata dalla tecnica, ma permeata dal male, tangibile ai livelli più alti del governo. Una società che desidera obbedienza, soprattutto da parte degli esponenti della rigorosa vita militare. Lucius si rende conto, nell'evoluzione che lo caratterizza nel romanzo, che molti dei principi in cui intimamente crede vengono a mancare, e non sono supportati dalla società in cui si trova. È in quel momento che la sua strada gli è chiara, nonostante le conseguenze restino fumose fino all'ultimo: la ribellione, e poi la fuga, sono sostenute dai suoi sentimenti per Budur e dalla saggezza che caratterizza le sue scelte.
Al di là della trama, ricca e piacevole in sé, 'Heliopolis' è un concentrato di riflessioni filosofiche, considerazioni sulla vita, sulla morte, sul tempo, sull'amore, sull'importanza che va dedicata all'attimo. Jünger, inoltre, si dimostra come sempre un visionario: nel 1949, anno della prima edizione di questo romanzo, riesce a delineare perfettamente una tecnologia lontana ancora decenni, alla quale noi però siamo perfettamente avvezzi: lo smartphone. Lo descrive nei minimi particolari e le funzionalità che lui immagina, come addirittura l'home banking, sono spiegate con precisione disarmante, come se le avesse viste coi propri occhi a seguito di un viaggio temporale.
Opera difficile, sia da comprendere appieno che da reperire per la lettura. Ma Guanda Editore ha dato fortissimi segnali negli ultimi mesi, e forse ci regalerà delle grandissime sorprese già nel prossimo anno.
Коли шукаєте гарного письма без надлишкового поетизму, то ось вам підказка. У «Геліополісі» багато спостережень, що межують із розмислами, і розмислів, що тяжіють до афоризму.
Юнґер однаково точно пише і про відбиття світла у воді, і про рельєф храмових колон, і про те, як змінюються і резонують форми влади.
Разом з тим, не позбулася відчуття, що у цій прозі Юнґер вирішив вмістити геть усі свої тодішні думки про життєстійкість політичних систем (почасти стилізуючись під давньоримських історіографів), філософію воїнства та моральні виклики епохи під однією обкладинкою. Все це з’являється в надто щільних, часом задушливих діалогах, які радше декларують, ніж відкривають.
O romance Heliópolis (1949), de Ernst Jünger, não foi até hoje traduzido para português europeu, embora exista tradução brasileira. Há também traduções em línguas acessíveis como o espanhol, o francês e o inglês. O título pode ser lido como uma referência, embora irónica, à obra utópica de Tommaso Campanella, A Cidade do Sol (1602), na qual se desenha uma sociedade comunista liderada por sacerdotes. Na realidade, Heliópolis é uma organização política que está longe de preencher os requisitos de perfeição e felicidade presentes nas utopias. Pelo contrário, fica na fronteira entre um mundo de ficção científica e uma distopia, como aquelas que foram criadas por Aldous Huxley e George Orwell. No entanto, se se tomar literalmente a palavra utopia – como um não lugar ou um lugar que não existe – Heliópolis é uma utopia, pois o espaço da acção, apesar de algumas referências ao mundo conhecido, é uma criação ficcional. Aliás, todo o romance põe em jogo uma geografia inexistente. O próprio tempo da narrativa é num futuro indeterminado.
Heliopolis by Ernst Jünger is considered to be, either an utopian novel or a dystopian novel. It tells the story about Commander Lucius de Geer who had enough of the internal war between the Proconsul and a Landvogt (“country master”). Commander Lucius is one of the staff of Proconsul, but because he grew tired of the war, he decided to leave Heliopolis. Jünger did not imply a specific location, because he described Heliopolis as a metropolis in the Mediterranean.
Wunderbar. Philosophie und Poesie in der Prose mit eines wunderliches Geschichte. Die Wortwahl des Ernst Jünger ist immer wieder sensationell. Eine unglaubliche Kraft.