“Abbiamo ipotizzato un museo diverso, luogo della fantasia e dell’immaginazione, in un’ipotetica città d’Europa che da qui vuole ripartire per il riordino urbanistico del suo centro utilizzando la vecchia stazione ferroviaria ormai dismessa.” Dopo il grande successo del suo Museo immaginato, Philippe Daverio ci accompagna alla scoperta dell’età moderna, ovvero del Secolo Lungo che parte dalla Rivoluzione francese e finisce nella catastrofe della Prima guerra mondiale. Questo volume affronta i temi più importanti della modernità attraverso oltre seicento opere d’arte raccolte tematicamente per vettori storici: quello politico, da Delacroix e Gérôme al Quarto stato di Pellizza da Volpedo; quello della macchina e del lavoro, da Turner a Courbet e a Boccioni; quello della fuga dalla realtà nella dolce vita della Belle Époque, nell’esotismo e nel sogno – da Tissot a Manet, da Dante Gabriel Rossetti a Fortuny, Gauguin e Van Gogh –, fino al Simbolismo e all’Art Nouveau. Fra i padiglioni e le sale del museo sono previste anche soste in locali e ristoranti a tema, dove si immagina di sorseggiare un caffè o gustare un pranzo circondati dalle opere dei Macchiaioli al Caffè Michelangelo, e degli Impressionisti alla Closerie des Lilas. Un gioco serio, che scardina il nostro abituale punto di vista e ci fa ritrovare il gusto di guardare la pittura e leggere il nostro passato guidati dalla penna più impertinente d’Italia: una storia dell’arte europea come non è mai stata raccontata.
Philippe Daverio nacque il 17 ottobre 1949 a Mulhouse, in Alsazia. Dal 1961 al 1967 frequentò il Liceo scientifico francese. Arrivato in Italia per gli studi universitari, frequentò il corso di laurea in Economia e Commercio presso l'Università Bocconi di Milano, dove ebbero inizio le sue molteplici attività legate all'arte. Si è occupato anche di strategia e organizzazione nei sistemi culturali pubblici e privati, e ha svolto attività di docente presso atenei e istituti di diverse città: è stato incaricato di un corso di Storia dell'arte presso lo IULM di Milano, laurea in Comunicazione e gestione dei mercati dell'arte e della cultura; ha svolto diversi corsi di Storia del design presso il Politecnico di Milano, e dal 2006 era professore ordinario di Disegno Industriale presso l'Università degli Studi di Palermo.
Il grande pregio di questo libro è che racconta la storia dell’arte per ciò che essa è realmente stata: dinamica e in costante evoluzione. A scuola ci hanno riempito la testa di nozioni terribilmente didattiche, secondo cui esiste il Romanticismo, esistono l’Impressionismo e il Simbolismo e l’Art Noveau. Nessuno ci ha mai spiegato che tutte questi movimenti artistici sono fioriti nello stesso secolo, influenzandosi vicendevolmente e rileggendo in chiave diversa gli stessi accadimenti storici, le stesse ispirazioni, la stessa umanità.
Molto bella la selezione delle opere da parte di Daverio. Non ne conoscevo diverse ed è stato un piacere innamorarsene.
Philippe uomo di incredibile cultura anche storica in questo libro racconta l'evoluzione dell ' ottocento utilizzando i quadri per mostrare al lettore le immagini di ciò che spiega
Avevo nostalgia di una lettura irriverente sull'arte: i critici in cui mi sono imbattuta ultimamente (non farò nomi) erano pomposi, autocelebrativi, retorici. Ed ecco, invece, Philippe Daverio: si pone sempre in maniera elegante, con la sua cultura vasta e particolareggiata, ma sempre con un occhio di riguardo e simpatia per il lettore, che accompagna nei meandri del suo estroso museo, immaginato nei minimi dettagli. Sulle pareti sono accostati quadri mai messi a confronto prima d'ora dalla storia dell'arte ufficiale, e di ognuno l'autore ci racconta i retroscena e, talvolta, i pettegolezzi che si celano nella composizione. Daverio è una guida d'eccezione, che ti prende a braccetto e, aggiustandosi il farfallino, ti illustra in pochi passaggi la storia, la politica, la società e il gusto che si sviluppano in Occidente a cavallo tra Ottocento e Novecento. Il Secolo Lungo della modernità è una lettura piacevole, più appassionante di un giallo e capace di affascinare anche chi, annoiato dagli studi scolastici, non ricorda con precisione gli eventi storici di cui l'autore racconta. Se ve lo state chiedendo, l'opera in copertina è di Gustave Caillebotte, Una strada parigina sotto la pioggia, 1877.
Uno dei migliori libri sull'arte che abbia mai letto. Pur avendo studiato arte per molti anni, non avevo mai avuto modo di considerare gli eventi storici in parallelo con dipinti legati all'epoca.
Un'idea semplicissima e geniale. Invece di "esporre" le opere secondo il periodo o l'autore, in questo museo immaginario sono disposte a seconda dei temi che trattano. Inoltre si tratta nella grande maggioranza dei casi, di opere di autori "minori" (ma non sempre, vengono menzionati quadri super-famosi come "La zattera della "Medusa").
Ho avuto così modo di ampliare le mie conoscenze e di ammirare l'erudizione dell'autore. Il libro contine molte riproduzioni a colori di ottima qualità che non fanno che aumentare il piacere della lettura.