"Età oscura" e "millennio della superstizione" sono solo due delle tante definizioni date, nel tempo, al medioevo. Ma questo periodo storico fu davvero "buio" come si è ormai cristallizzato nell'immaginario collettivo? In realtà, la maggior parte degli studiosi del Nuovo Millennio afferma che quel periodo della storia dell'umanità contenga già, in embrione, molti degli aspetti determinanti dell'Europa moderna. Questo libro, lasciando sullo sfondo le grandi vicende militari, gli scontri epocali tra Impero e Papato, i nomi e le date che hanno fatto la Storia e che si trovano sui manuali, cerca di cogliere gli aspetti più insoliti e curiosi dell'epoca: cosa si mangiava, come ci si vestiva, come si impiegava il tempo libero, come si faceva l'amore... Mille anni di storia, dalla caduta dell'impero romano d'occidente (476) alla scoperta dell'America (1492), che hanno plasmato una delle civiltà più ricche, affascinanti e contraddittorie di tutti i tempi.
Elena Percivaldi, milanese, è storica medievista e giornalista professionista. Collabora con alcune delle principali riviste di alta divulgazione del settore storico come “Archeo”, “Medioevo”, “BBC History” ed è direttore del notiziario “Storie & Archeostorie”. Membro di associazioni e comitati scientifici - tra cui l'Associazione Europea del Cammino di San Colombano – affianca all'attività di relatrice in incontri e conferenze in tutta Italia e in Canton Ticino la curatela di mostre e di eventi, specie sui Longobardi. Ha all'attivo oltre una ventina di libri, molti dei quali tradotti all'estero. Tra questi, “I Celti. Una civiltà europea” (Giunti, tradotto in spagnolo e tedesco), “La vita segreta del Medioevo” (Newton Compton Editori, 2013, varie edizioni, finalista al Premio Italia Medievale 2014 e tradotto in portoghese brasiliano), “Atlanti celesti. Un viaggio nel cielo attraverso l'età d'oro della cartografia” (White Star / National Geographic, 2018, tradotto in inglese, tedesco, polacco, cinese, ceco e slovacco). Altri suoi lavori sono stati tradotti anche in francese e olandese. Nel 2009 ha vinto il Premio Italia Medievale per la sua edizione del classico altomedievale “La navigazione di San Brandano” (Il Cerchio, 2008, prefazione di Franco Cardini). Per le Edizioni del Capricorno sta pubblicando una serie di volumi sui castelli italiani (finora usciti: castelli della Lombardia, della Toscana e dell'Emilia Romagna). La sua ultima fatica è il fortunato “I Longobardi. Un popolo alle radici della nostra Storia” edito da Diarkos (2020). Sito web: www.perceval-archeostoria.com
Questo libro è nella mia biblioteca da un po’, ma solo di recente ho deciso di leggerlo. L’ho comprato appena l’ho visto perché mi è sempre piaciuta la storia, ma soprattutto perché tratta di un periodo da molti definito “oscuro”, ma rivalutato di recente.
E’ un saggio molto interessante che si propone di dare un’infarinatura generale sul Medioevo: la situazione politica, la religione, la concezione della morte, lo sviluppo economico e scientifico, tutti gli aspetti della vita sociale e l’impatto sulla condizione dei cittadini. E così partendo da un singolo argomento si approda a quello successivo, con l’autore pronto a fornire utili informazioni, sfatando miti e stimolando la curiosità del lettore. Per uno studio più approfondito sul periodo non è certo sufficiente, ma è un punto di partenza per conoscere a fondo alcuni aspetti importanti, i fatti storici che hanno influenzato il paese e gli individui che hanno contribuito a portare l’Italia verso il rinascimento.
L’unico lato negativo che ho trovato è la struttura del libro. La divisione dei capitoli per argomenti trattati, è molto utile se si decide di ripassare un determinato argomento (ad esempio la medicina piuttosto che la politica o la religione), ma diventa un po’ pesante quando si legge tutto di seguito, perché si finisce con saltare avanti e indietro nel tempo. Date e soprattutto nomi, si accavallano e si mischiano uno con l’altro costringendo il lettore a rileggere alcune parti più volte.
E’ comunque un buon libro che si legge molto bene, consigliato a chi è interessato alla storia, o chi come me vuole rinfrescare argomenti studiati ai tempi della scuola e sfatare miti appresi da altre fonti.
Il Medioevo è stato un periodo lunghissimo e per parlarne esaustivamente non basterebbe un'enciclopedia. In questo testo si saltabecca un po' qui e un po' là per dare un'idea e fornire uno spaccato di vita reale sulla quotidianità della gente che ha vissuto quell'epoca. Essendo prettamente un testo divulgativo per forza di cose non è più di tanto approfondito, ma resta comunque una lettura piacevole e fonte di spunti per ulteriori ricerche, partendo magari dalla nutrita bibliografia.
Salve lettori! Questa recensione riguarderà un libro un po' fuori dagli schemi dei generi del blog. Si tratta di un saggio storico sul periodo della storia denominato Medioevo. Pubblicato dalla Newton Compton Editori, "La vita segreta del Medioevo" di Elena Percivaldi è un interessante tuffo in un periodo considerato per molto tempo come prettamente negativo. Naturalmente bisogna considerare questa visione pessimistica del periodo attraverso diversi punti di vista e allontanandosi da qualsiasi tipo di pregiudizio. Si può immaginare che la maggior parte dei pregiudizi derivino da un rigido cristianesimo, che promuoveva una società chiusa e una visione dei vari aspetti della vita come la moda, il sesso, la procreazione, da un punto di vista peccaminoso e sbagliato. A partire dalla visione della donna come fulcro dei peccati, alle pene dei crimini commessi contro di esse, il matrimonio, il loro ruolo nella vita degli uomini sia come sostenitrici nelle guerre, che come regnanti o come mecenati. La donna, più dell'uomo, è stata costretta a subire le ristrettezze della religione e della società, della potestà degli uomini e dei pregiudizi più profondi. I loro diritti e le punizioni per gli atti commessi contro di loro spesso erano inferiori a quelli verso gli atti commessi contro gli animali.
"La donna era oggetto di molte disposizioni che la tutelavano, ma nel contempo, tendevano a sottolineare la subalternità nei confronti dell'uomo, che esercitava su di essa una potestà molto forte."
Riguardo al sesso, sia uomo che donna erano limitati. Ogni tipo di piacere era considerato peccaminoso perché allontanava l'uomo da Dio. L'unico atto sessuale accettato e considerato "giusto" era la posizione del missionario perché quella dedicata alla procreazione. Le altre erano "accettate", ma limitatamente, in quanto erano adibite solo al piacere e il piacere era peccato.
"Piacere: come oggi, anche nel Medioevo a questa parola si attribuiva un significato meramente carnale, legato strettamente al sesso. Una convenzione parziale e limitativa, anche perché oltre al godimento sessuale, esistevano gioie procurate dagli altri sensi."
Anche il vestiario era "caratteristico". Quando pensiamo Medioevo pensiamo di solito a capelli lunghi sia per uomini che per donne, abiti lunghi, colori scuri. In realtà ad un certo punto, sempre per mezzo del cristianesimo, come ci spiega la Percivaldi, gli uomini furono costretti a tagliare i loro peli, in quanto troppo lunghi potevano essere associati alle sembianze femminili.
"Esisteva, la moda, nel Medioevo? Se la intendiamo come un atto edonistico compulsivo, basato su criteri effimeri e mutevoli, almeno nei primi secoli certamente no. Gli abiti erano pochi, per lo più semplice e nemmeno troppo differenziati tra i sessi."
Il trucco, in teoria, era prerogativa delle prostitute. Questo perché le donne non dovevano dare impressione di voler piacere, sarebbe stato abbandonarsi alla vanità e quindi peccare. Oltre alle usanze relative a vestiario, trucco e sesso, la scrittrice ci porta a conoscere anche altri aspetti della vita in età medievale quali la cucina, il modo di curarsi, il modo di viaggiare, l'arte e la scrittura, il folklore, le paure dilaganti e la morte. Sembra strano parlare di cucina relativamente ad un periodo storico caratterizzato soprattutto da carestie, ma come dice la scrittrice:
"Al contrario di quanto si potrebbe pensare, i secoli del Medioevo in cui l'alimentazione fu qualitativamente migliore furono quelli iniziali."
Era proprio il cibo, anzi la proibizione del cibo e la costrizione al digiuno, la pena più frequente, quasi più della morte, per la maggior parte dei crimini. Il periodo di digiuno, caratterizzato da una alimentazione costituita da pane e acqua, era variabile a seconda della pena che si commetteva e variava da periodi di mesi ad anni. Quando si parla di folklore e paure non si può non pensare alla morte, alla carestia, al diavolo, ai fantasmi, alle streghe. Queste paure venivano dettate sia dalle credenze popolari sia dalla chiesa, che attraverso figure demoniache cercavano di allontanare i fedeli dai vizi e dai peccati. Forse uno degli avvenimenti del Medioevo di cui tutti hanno sentito parlare è la famosa "caccia alle streghe" che portò alla morte di migliaia di donne, questo perché, come ci dice la scrittrice:
"Le streghe erano per la stragrande maggioranza donne, e i motivi erano vari: da sempre viste con sospetto, considerate simbolo di sensualità e lussuria, erano ritenute moralmente più deboli degli uomini e soggette alle tentazioni."
"La vita segreta del Medioevo" è un testo davvero interessante, non solo se siete amanti della storia, ma anche se siete curiosi di conoscere un periodo storico studiato solo attraverso guerre e carestie. Il Medioevo, nella sua longevità, è stato la culla della storia moderna, e senza questa transizione probabilmente non saremmo ciò che siamo diventati oggi. Attraverso una narrazione semplice e avvincente la scrittrice ci permette di viaggiare tra gli aspetti della vita e della società del tempo spesso ignorati. È intrigante, divertente e spaventoso al tempo stesso venire a conoscenza di ciò che pensavano e credevano quegli uomini e quelle donne e rendersi così conto di quanto la mentalità sia cambiata nel corso del tempo, mentre in altri casi sia rimasta immutata. Baci
Eccovi servito un altro titolo furbetto (e la copertina pure) in cui l'aggettivo "segreto" ha poco a che vedere col contenuto. Scommetto che è stato inserito dall'editore (magari contro la volontà dell'autrice) a scopo di lucro. Condensare in poco più di 400 pagine il Medioevo è compito ingrato. L'autrice c'è riuscita benone, anche se dedicando forse un po' troppo spazio all'aspetto religioso. Purtroppo si glissa su alcuni argomenti importanti quali la musica (e la scrittura musicale) e l'alchimia. La bibliografia è imponente.
Un libro di facile lettura e molto interessante. Oltre a sfatare molti luoghi comuni sul medioevo fornisce una buona quantità di informazioni e curiosità che aiutano a visualizzare il periodo senza il filtro romanzato del cinema. I capitoli sono disposti intelligentemente, per argomento e non in ordine cronologico, facilitando la ricerca. Consigliato per ogni appassionato di storia.
'Niente di che. Parla del medioevo e dei suoi vari aspetti in modo piuttosto frettoloso. Un po' in stile ''Focus''. Ci sono delle curiosità interessanti, ma per il resto se ne può fare tranquillamente a meno. Se si vuole approfondire la conoscenza del periodo è meglio un libro più specifico.'
Bom, é um livro interessante e com um assunto interessante. Porém, tem uma abordagem meio tendenciosa e não sei até onde pode ser levado como "fato" o que é escrito nele. Há vários e vários trechos, onde a autora simplesmente abre críticas negativas a Igreja Católica. Até em trechos que podem ser levados como "positivos", é perceptível uma acidez da qual joga a ideia de que era um personagem isolado da história. Até assuntos que não tem nada a ver com religião, ela faz questão de mostrar como a religião está lá. Outro ponto que achei negativo é que parece que os relatos são muito bem selecionados para provar o ponto de vista dela, que quase sempre é para falar mal da Igreja ou para mostrar como era "inocentes" naquela época. Você não vê casos que mostra grandes valores, moral elevada, benfeitorias e etc., geralmente é alguém querendo burlar alguém, ou enganar alguém, ou destruir alguém, tudo isso para criar uma visão da idade média. A impressão é que viviam na selva e por ocasião havia alguma sociedade em alguma cidade.
Enfim, tema interessante, fácil leitura, mas tem vários pontos negativos.
Lettura interessante del millennio in cui fu plasmata una delle civiltà più ricche e controverse della storia. Un conto è studiare il medioevo e la storia a scuola perché imposto, un conto leggerlo slegato da date e vicende militari solo per il piacere di scoprire come vivevano allora. Ho scoperto molte cose che non sapevo, una fra tutte la nascita dell'anoressia, il fatto di privarsi del cibo per annullare lo scopo principale attribuito allora alla donna, procreare, come fecero Santa Caterina da Siena e Santa Chiara. Sono rimasta affascinata da usi e costumi a tavola, in casa, tradizioni, giochi, tra cui quasi mancavano le bambole, viste come simbolo di provocazione e quindi bandite, il culto della preghiera, dei morti, la cura delle malattie. Consigliato a chi vuol dare uno sguardo al passato per capire come certe tradizioni siano rimaste anche al presente.
Molto interessante, dà degli spunti sul Medioevo che non sono quelli canonici e didattici che ci insegnano a scuola, soffermandosi soprattutto sulle credenze e superstizioni e su come reagiva la Chiesa.
Una lettura scorrevole senza grandi ambizioni. Fornisce alcune informazioni interessanti ma in maniera frettolosa e poco approfondita. Consigliato per chi si approccia a questo periodo storico con la volontà di voler indagare e sfatare alcuni luoghi comuni.