È il 1976 quando Mavi, suo marito e un figlio ancora piccolo decidono di lasciare Genova per iniziare una nuova vita in campagna. Nessuno di loro è mai vissuto fuori della città e tanto meno ha qualche nozione di agricoltura o di allevamento. Eppure i progetti sono tanti e l’idea (ambiziosa) è quella dell’autosufficienza. Il luogo dove si trasferiscono è un angolo incantato dalla natura pressoché incontaminata. Dall’antica cascina in cui si sistemano i soli rumori che si sentono sono quelli del ruscello che scorre in fondo al prato, del vento che agita le chiome degli alberi del bosco, o di qualche raro gitante diretto ai laghi non lontani. Tutto è magico e anche… molto complicato, perché contadini non ci si improvvisa. Raccontata com’è con una miscela molto efficace (e un po’ inglese) di poesia e sense of humour, questa storia ci rivela una nuova voce della nostra narrativa.
Il libro parla del trasferimento dell'autrice e della sua famiglia presso una cascina immersa nella natura. Lì dovranno iniziare a vivere lontani dagli agi e le comodità della città, imparando ad affrontare piccoli problemi quotidiani a cui non erano abituati. Col tempo entreranno in simbiosi con la natura e inizieranno a ritagliarsi il proprio spazio in questo "nuovo mondo".
Lo stile di scrittura è molto bello, a tratti poetico. La narrazione si sviluppa attraverso una giustapposizione di immagini che ci raccontano aneddoti e piccoli stralci di vita quotidiana. Sfogliando le pagine impariamo e cresciamo insieme alla protagonista, sviluppando un sentimento di appartenenza sempre maggiore a questa nuova dimora.
Se nella prima parte non riuscivo bene a comprendere questo tipo di narrazione, verso la metà del libro mi sono accorta di essermi affezionata alla famiglia e ai loro piccoli traguardi, nonostante l'autrice non si fosse prolungata molto in descrizioni.
Nel complesso quindi ho apprezzato molto questa lettura, in quanto con lo scorrere delle pagine è riuscita a catturarmi e a trasportarmi in una realtà lontana ma affascinante.
A mio parere non è un libro per tutti. Non si tratta di una disanima della vita di campagna ricca di particolari, ma di una breve storia raccontata poeticamente dall'autrice. Lo consiglio ai lettori a cui piacerebbe perdersi qualche ora in un piccolo paradiso bucolico, dove riflettere sulle piccole cose di cui ogni giorno dovremmo essere grati.
Sicuramente Anna di Green Gables apprezzerebbe tantissimo questo libro!
In questo breve libro l'autrice racconta la propria esperienza, il trasferimento, con la famiglia, dalla città ad una cascina isolata nei pressi di un piccolo borgo immerso nelle colline liguri. Narra delle vicende che si ritrova a vivere, di piccoli aneddoti e ricordi di quei primi giorni. Ma anche delle sensazioni vissute nel ritrovarsi in un' ambiente completamente diverso dal solito, dal ritrovarsi a vivere di quello che la natura e il duro lavoro da, quasi in autosufficienza. E lo fa in modo poetico ma anche ironico. Le descrizioni di tutto ciò che vede, di come le stagioni si alternano, cambiando dai toni caldi autunnali al bianco puro della neve invernale fino ai toni pastello della natura che risboccia a primavera e estate. Le quattro stagioni che si alternano sono così realistiche se sembra di vedere, attraverso le righe, ciò che l'autrice vede dalla finestra della sua cucina. I suoi sentimenti e gli stati d'animo sono anch'essi ben evidenti e ben esternati da essere trasmessi al lettore che così riesce a immedesimarsi ancor di più in quella vita che a molti farebbe piacere. Una lettura che rimanda a tante riflessioni e soprattutto fa chiedersi: io potrei farcela ad affrontare un simile cambiamento? Bella domanda. In piccolissima parte la mia vita è già così. Non vivendo in una grande città e passando diversi mesi in campagna dove curiamo un piccolo orto, un ormai piccolo vigneto e un uliveto, in parte potrei rispondere di sì. Ma la risposta definitiva sarebbe no. Perché poi la cosa mi stanca, devo cambiare, ho voglia di risentire i suoni a me familiari della mia via, di avere l'opportunità di uscire ed incontrare persone quando ne ho voglia. Del resto la zona in cui vivo non è caotica e non la cambierei per nulla al mondo! Però devo dire che la scrittura è ammaliante e fa venire voglia di vivere in campagna perché un lato romantico c'è, se non si pensa alle incombenze quotidiane come accudire gli animali o sgobbare nell'orto con qualsiasi temperatura, sia calda che fredda! Ma siccome non si può solo sognare, prediligo la comoda vita cittadina, evadendo solo per qualche mese o, come è accaduto qui, per qualche ora tra le pagine di questo libro dalla copertina meravigliosa!
"Nel 1976 Mavi, suo marito e suo figlio decidono di lasciare Genova per iniziare una nuova vita in campagna. Non sanno che significa vivere fuori dalla città e non sono preparati in termini di agricoltura o di allevamento. Ma i loro progetti sono tanti e il fine è quello di diventare autosufficienti. Il luogo dove si trasferiscono è un angolo incantato della natura pressoché incontaminata. Dall’antica cascina in cui si sistemano i soli rumori che si sentono sono quelli del ruscello che scorre in fondo al prato, del vento che agita le chiome degli alberi del bosco, o di qualche raro gitante diretto ai laghi non lontani. Tutto è magico e anche molto complicato, perché contadini non ci si improvvisa. "
Lo stile della scrittura è delicato e poetico e descrive quello che è uno dei miei sogni:vivere in campagna,in mezzo alla natura,circondata dai suoi suoni e dai suoi profumi,in modo del tutto autosufficiente. Che meraviglia! Mi sono lasciata trasportare dalle parole dell'autrice e anche i suoi momenti di preoccupazione mi hanno fatto riflettere. Cambiare vita non è facile,sopratutto quando si è abituati a vivere in città,le abitudini vengono stravolte e le cose per cui rimboccarsi le maniche raddoppiano o triplicano..ma che soddisfazione può essere nutrirsi con ciò che si è coltivato con le proprie mani? Prendersi cura degli animali,crescere i propri figli liberi di scorrazzare ovunque e non in un posto grigio fatto solo di strade e palazzi. La realtà di una vita in campagna autosufficiente è molto viva nella mia terra: l'allevamento degli animali,il profumo del pane fatto in casa,la lavorazione (sempre in casa) dei formaggi o della pasta ripiena,la necessità di avere un pezzo di terra da lavorare,da cui ricavare cibo,vino,olio..il piacere e il bisogno del contatto con la natura. Queste sono cose profondamente radicate nell'animo di tanti sardi,non in tutti certo,ma io posso dire di essere una di questi tanti. Un bellissimo libro che mi ha fatta sognare a occhi aperti,e credere nella realizzazione di questo mio piccolo grande sogno. Mi ha suscitato molte riflessioni,soprattutto sul fatto che siamo così comodi e adagiati,con le nostre cucine fatte di elettrodomestici tecnologici che ci hanno fatto dimenticare cosa voglia dire fare un impasto con le mani, oppure su quanto siamo attenti all'estetica delle cose che possediamo,quando fondamentalmente gli ambienti domestici devono solo essere ambienti felici,vissuti,con le vernici scrostate negli angoli da ridipingere. O ancora a quanto ci basti poco per scaldarci o rinfrescarci,soltanto un bottone,e non sappiamo quanto sia bello andare a raccogliere la legna in un boschetto e sentire la soddisfazione di aver faticato per ciò che si ha,dandogli di conseguenza il giusto valore. Lo consiglio!
Ho letteralmente adorato questa lettura! Un vero e proprio diario che racchiude pensieri, nuove esperienze, emozioni, amore e tanta pace. Mavi vi farà conoscere la bellezza delle cose semplici, della vita in mezzo alla natura e soprattutto della vera tranquillità, di cui ognuno di noi avrebbe bisogno. Un romanzo breve ma che racchiude in sé moltissimo; vi sembrerà di aver conosciuto una nuova amica e di aver condiviso con lei pensieri, emozioni e piccole scoperte quotidiane. Credetemi, se volete coccolarvi e passare un po' di tempo in mezzo a queste meravigliose campagne fatte di sole, aria fresca e natura a perdita d'occhio...allora questo libro fa per voi❤️
"Si ricorda un suono, un canto, una voce, ma il silenzio non ha appigli, scivola dalla nostra memoria, si perde".
"Il castello emerge solido e pietroso dai rami bianchi e trasparenti di galaverna: è tutto così etereo e leggero, le parole per descrivere spegnerebbero la luce e spezzerebbero i rami. Devo solo guardare."
"Il silenzio ha una qualità e una forza emotiva che la parola distrugge."
"Io osservo, ma forse non ho occhio per la forma: guardo l'insieme, lui il particolare. Non sempre la complementarità unisce."
"D'inverno la notte di luna è cristallo, d'estate è velluto."
Ogni tanto volge lo sguardo alla finestra, verso il fiume. Confessa sottovoce che il rumore dell'acqua lo sente anche quando va in paese, è come il battito del cuore, lo porti dentro. [...] Bevo il caffè e penso che un giorno forse sarò come lei, apparterrò a un luogo che mi appartiene, avrò dentro il battito del cuore del mio fiume.
Molto poetico. Rimanda a una vita fatta di semplicità, fatica e soprattutto amore. Amore che si declina in varie sfaccettature: quello per i propri cari; per le proprie conquiste, anche quotidiane, legate al lavoro e al sacrificio; amore per la natura e per quanto ti regale.
Questo libro da sicuramente delle belle sensazioni ma non c è un inizio e non c è una fine! È solo una raccolta di aneddoti, un diario di avvenimenti che non dà la minima informazione sui protagonisti. Mi sarebbe piaciuto molto di più se ci fosse stato un filo conduttore!
Una vita fatta di semplicità e un ritorno alle piccole cose, alla pazienza e alla cura di ciò che ti circonda. Osservare e pazientare come non siamo più abituati a fare.
Dopo aver letto Frittelle di mele a mezzanotte, mi è rimasto addosso il fascino di un mondo che sembra lontano, ma che in realtà continua a parlarci.
Mavi Pendibene racconta con sincerità e senza fronzoli il suo passaggio dalla città alla montagna, tra sogni di libertà e realtà fatta di difficoltà e adattamento.
La prosa è essenziale, quasi evocativa, e i capitoli brevissimi sembrano piccole istantanee di un tempo che scorre lento, scandito dalla natura e dalle sfide quotidiane.
C’è il desiderio di una vita più autentica, ma anche la consapevolezza che non è tutto idilliaco: il freddo, l’isolamento, le cucine scomode. Eppure, la montagna ha un richiamo potente, che alla fine lascia il segno.
Le descrizioni sono suggestive, e alcune scene restano impresse nella mente. Non è un libro per chi cerca colpi di scena o grandi eventi, ma per chi ama i racconti semplici, veri, che parlano al cuore.
Una lettura piacevole, nostalgica, con una vena malinconica. Se ami le storie di cambiamento, di scelte radicali e di connessione con la natura, potrebbe essere il libro giusto per te.
3.5 stelle: bello, con qualche riserva, ma capace di far riflettere e sognare.
“Preparo la torta di mele, sulla stufa bolle il minestrone. Confezioni ricordi per il futuro: le emozioni lasciano piccole orme.”
Ogni pagina di questo romanzo è una piccola orma di un percorso a ritroso nei ricordi e su una strada che porta dritta a casa, intesa come il posto del cuore, quello “ dove apparteniamo”, le mura dentro cui stiamo bene nonostante imprevisti e tempeste, siano esse metaforiche o reali. Mavi Pendibene regala ai lettori un viaggio, condivide un’esperienza emozionante, genuina, commovente: quella di chi, stanca della città, si trasferisce in campagna in una casa che una volta era una locanda che accoglieva gente di passaggio. Lei invece è lì per restare, per mettere radici in un posto autentico e duro, così tanto che a volte spaventa e che, però sempre gratifica. Lei insieme al marito e al figlio Simone imparano a vivere al ritmo delle stagioni, si immergono in una dimensione quasi ancestrale, in una comunità che guarda ai nuovi arrivati ora con curiosità, ora con diffidenza. Mavi racconta con onestà i suoi giorni, selezionando gli episodi, con la chiarezza di chi rivede tutto da una distanza di trentatré anni, ma con lo stesso amore, e forse guarda a sé stessa con più tenerezza. Chissà.
Ho amato ogni parola, ogni paragrafo e Alice, la mia libraia del cuore, me l’aveva detto che questo era un libro coccola… E lo è stato davvero! Ho avuto la sensazione di avere l’autrice davanti a me che mi raccontava di questa vita desiderata e difesa da chi scrollava la testa aspettandosi di vederla tornare in città; ho riso davanti alla scena di un gallo combattente che scappa spaventato di fronte ad una donna con un ampio cappello nero e mi sono commossa quando Balzac, il caprone bianco, viene venduto, ma lui non ci sta e torna a casa. Per qualche tempo- un tempo che avrei voluto non finisse così presto- ho visto uno spiraglio della sua vita e ho sospirato, sognando anche io una vita lontana dal caos della città, scandita dai tempi severi e precisi delle stagioni, di un fiume, di un gallo che canta e di patate da raccogliere fino a spezzarsi la schiena. La penna di questa autrice è poetica, senza cadere però nello sdolcinato o smielato: ci sono anche momenti di humor nero, di tristezza, di avvilimento, di rabbia; c’è una vita intera, insomma, raccontata con maestria, dosando momenti e sensazioni.
È un libro che ha solo un difetto: finisce presto. Quindi, se volete leggerlo, evitate di fare come me e tenetevelo lì come fosse un calendario: leggetevi una pagina al giorno, così vi durerà di più. Ma voglio proprio vedere se riuscirete a fermarvi, perché la voce di Mavi Pendibene passa dalle orecchie al cuore e farete fatica a lasciarlo giù, curiosi di scoprire cosa accade nella pagina successiva!
Ringrazio sia Alice che me l’ha consigliato, sia Stefano che me l’ha scelto per il mese di febbraio :è uno dei libri a cui do, senza il minimo dubbio, 5 stelle. Libri così fanno bene alla mia anima, in questi giorni un po’ inquieta. Se amate Pia Pera credo che anche questo libro vi piacerà…per certi versi me l’ha ricordata.
Frittelle di mele a mezzanotte è il diario Intimo e pieno di racconti di vita quotidiana di Mavi, che nel 1976 si trasferisce con la sua famiglia in campagna, cambiando radicalmente il suo stile di vita. Ha così inizio un racconto fatto di quotidiana semplicità e leggerezza, che affronta tematiche importanti, pur senza abbandonare il tepore tipico delle storie ambientate nelle campagne inglesi. Il lettore accompagna Mavi passo dopo passo anella scoperta della sua nuova vita ed ogni giorno impara sia dai successi, sia dai fallimenti.
•Ho molto apprezzato questi due volumi, capaci di regalarci una meravigliosa sinfonia fatta suoni, profumi, scorci evocativi, che fanno da cornice a riflessioni profonde e genuine. La prosa dell’autrice è chiara e coinvolgente, capace di trasmettere al lettore una sensazione di calore e gli faccia scoprire la bellezza delle piccole e semplici cose.
È un libro breve, l’ho letto tutto in una giornata al mare. Sembra quasi il diario della protagonista, che è l'autrice stessa: Mavi, madre di Simone, moglie di Franco, citato una e un'unica volta, che abbandona, assieme alla sua famiglia, la vita di città per ragioni che restano avvolte nel silenzio.
Si rifugiano in una casa di campagna, in una valle circondata da colline, in un paesone di montagna affacciato sul Boiro.
Ricominciano da lì. Mavi racconta le sue giornate, scandite dai ritmi lenti della terra. Parla dei suoi animali, delle sue piante. Piccoli gesti quotidiani, pensieri sparsi.
Sono frammenti di vita che ci accompagnano con dolcezza, talvolta con un pizzico d’ironia e frasi che restano nella mente.
La scrittura è delicata, misurata. Una poesia.
Parla di come una casa possa cambiarti la vita. Di come, ricostruendo il mondo intorno a te, lentamente tu possa ricostruire anche te stesso.
C’è una ricerca nelle cose semplici, una quieta profondità. È un libro che invita ad affrontare la vita un passo alla volta, senza grandi aspettative ma con una speranza certa, nascosta nel cuore.
Questo libro è costituito da più di 80 capitoli brevissimi che sono delle istantanee della vita in campagna dell'autrice, trasferitasi dalla città con il figlio in una cascina sperduta negli anni Settanta. Una serie di affreschi che pennellano momenti di vita vissuta, tra disagi, meraviglia e natura. Carino, ma non appassionante come speravo.
Il libro perfetto per chi ama perdersi tra i racconti di paesaggi e natura. Una coccola da leggere in poche pagine che vi farà sognare ad occhi aperti, amando e apprezzando la bellezza delle cose semplici.
Non male ma do 3 stelle perché nulla è approfondito. La scrittura è poetica, ma non mi ha convinta del tutto. Letto in 3 giorni, trovo il prezzo per la versione Kindle smisurato per quello che offrono le pagine. Non lo rileggerei e non lo consiglierò, ci sono libri migliori sul cambiare vita e scegliere l'amenità della campagna. Peccato perché poteva essere una piccola perla.