Sally Bithron ed Esther Davidson, suo capo, sono venute a fare il «controllo di purezza» presso un corpo di polizia dell’Inghilterra. Loro sono gallesi, entrambe con problemi di coppia alle spalle, e devono indagare su un brutto imbroglio. Justin Tully, il più prezioso dei confidenti locali, è stato trovato accoltellato in cima a una discarica. Gli esecutori trovati e condannati, ma per il simbolismo della mala il luogo del ritrovamento del cadavere fa pensare a un mandante molto in alto (tip top, vetta, dell’immondizia e del potere), a qualcuno interno alla polizia che ha volutamente bruciato un informatore, per seppellire altre verità. L’indagine a rischio di Sally ed Esther sulla talpa sale fin dove i vertici dell’establishment e del racket si sfiorano. Accanto a questo, la narrazione segue una seconda corrente: mosse e contromosse del detective Harvey Moss, contatto del defunto informatore, personaggio ambiguo come non mai, che sembra essere il vero e proprio cuore del mistero. E ciascuno dei due filoni trascina con sé molti motivi: la dinamica psicologica del legame di amicizia e di gerarchia tra Sally ed Esther; il potere mafioso, nel suo sistemico, perenne rapporto con la polizia, quasi fosse la manifestazione concreta della dualità ordine-misfatto che dà forma a una specie di struttura etica della realtà; le peripezie, e le astuzie, per salvare per sempre i due innocenti, Pam e Walter, vedova e orfano di Justin Tully, inseguiti da chi vuole chiuder loro la bocca; lo studiato marchingegno del finale, che mentre svela i passati enigmi ne apre di nuovi. Bill James ha scritto un poliziesco per intenditori, in cui è visibile nella maestosità fluviale l’influsso di Dickens. In questa tensione di alta qualità letteraria fiorisce un miscuglio di detection, azione e spionaggio, scene teatrali e riferimenti sociologici, domande etiche e psicologiche. E dietro tutto questo è esplicito il parallelo storico con le inchieste interne sulla complicità tra polizia britannica e «squadroni della morte» nell’Irlanda del Nord, che dovettero scontrarsi con resistenze di ogni tipo. Da questo romanzo è stato tratto nel 2013 l’omonimo film con Isabelle Huppert.
Non conoscevo questo autore e per me è stata una piacevole scoperta. "Tip top" ha tutte le caratteristiche del poliziesco classico ma è ricco di ironia ed eccentricità molto british. Potrebbe un poco annoiare una certa lentezza nella narrazione e, certo, se cercate azione mozzafiato e suspance ad ogni costo queste pagine non fanno per voi. Se invece vi piacciono le storie in cui i buoni si confondono coi cattivi e i cattivi sono spesso migliori dei buoni (perciò spesso tifate per loro) , se non avete fretta che le cose accadano e se non vi da fastidio che quando infine accadono quasi non ve ne accorgete allora vi piaceranno parecchio queste pagine piuttosto raffinate.
Ecco, se il finale non fosse così aperto che sembra che manchino interi capitoli, forse gli avrei dato il massimo dei voti, perché come al solito Bill James (qui con l'eteronimo David Craig) non delude. Usciamo per una volta dall'ignota-cittadina-di-mare popolata dall'ambigua coppia Iles/Harpur per entrare in un'altra ignota-cittadina-di-mare (forse più a nord, ma è tutto volutamente sfumato) dove un'altra ambigua coppia di investigatori, anzi di investigatrici, gallesi questa volta, vengono spedite in missione per indagare su un'indagine formalmente chiusa circa la morte violenta di un informatore.
Tornano così i temi cari a James: la zona grigia, il do ut des, i sensi di colpa di chi sa benissimo che ormai l'investigazione senza informatori non è più possibile, l'omertà, il linguaggio allusivo... Tutti accusano, tutti sfottono, nessuno risponde mai a una domanda perché la miglior difesa è sempre l'attacco, i vizi e vizietti privati sono grimaldelli utilissimi per delegittimare chi indaga, il ministero degli interni ci fa una pessima figura ma anche i mariti violenti e le mogli esibizioniste e gli albergatori ipocriti.
Saremmo dalle parti di Sciascia, se Sciascia fosse stato inglese e non siciliano. Sembra un paragone impossibile, qui non parliamo di mafia ma di un crimine organizzato completamente diverso, molto più individualista e con molti meno riti, e invece provate a leggere James e capirete cosa intendo.