La vicenda poetica di Alda Merini comincia nel 1953 con una silloge intitolata "La presenza di Orfeo": un riferimento, quello al cantore che scese nell'Ade per strappare alla morte la moglie Euridice, che ha in sé la spiegazione della missione del lanciarsi nell'abisso per cercare gli dèi fuggiti dal mondo, o almeno per riportarne in superficie le tracce, la musica. I versi di Alda Merini sono, appunto, una discesa nella notte dell'uomo. Ma è una notte illuminata da lampi, popolata di anime e di contrasti, altamente vitale.
Alda Merini was a renowned Italian writer and poetess. The President of the Italian Republic, Giorgio Napolitano, called her an "inspired and limpid poetic voice".
Ogni volta che leggo i versi di Alda Merini -poetessa dei Navigli – credo di avere i piedi ben piantati per terra, salvo poi scoprire che i suoi versi mi fanno volare. E’ proprio così.
Le sue parole sanno tanto di “carne” quanto di “anima”. Mondo materiale e spirituale non sono in conflitto ma convivono convergendo nella profondità della notte quando si aprono altre porte:
”La cosa piú superba è la notte quando cadono gli ultimi spaventi e l’anima si getta all’avventura. Lui tace nel tuo grembo come riassorbito dal sangue che finalmente si colora di Dio e tu preghi che taccia per sempre per non sentirlo come un rigoglio fisso fin dentro le pareti.”
Ma il male che la Merini portava nel grembo si faceva sentire con poca tregua e l’unica medicina efficace fu liberare il suo canto e a noi non resta che metterci in ascolto. --------------
”Piange la follia nel mio letto assurda memoria di altri momenti. In me tutti amano la follia e io la venero, straordinario balcone di canto ma nessuno ama la donna che si brucia allo specchio. Nessuno sa che cosa sia il piacere di reggere il lume della pazienza attraverso strade infeconde liberando momenti di solitudine. Paiono orrende torture ma intanto mangi e bevi e vai avanti dopo aver conosciuto l’embrione che ti ha dimenticato. “ --------------------------------- Poeti
E tutti noi costretti dentro le ombre del vino non abbiamo parole né potere per invogliare altri avventori. Siamo osti senza domande riceviamo tutti solo che abbiano un cuore. Siamo poeti fatti di vesti pesanti e intime calure di bosco, siamo contadini che portano la terra a Venere siamo usurai pieni di croci siamo conventi che non hanno sangue siamo una fede senza profeti ma siamo poeti. Soli come bestie buttati per ogni fango senza una casa libera né un sasso per sentimento.
Viene quindi la stanca permissione che ci dà il caldo di queste frontiere di luce dove il poeta milita per se stesso assurdo e in compagnia di nessuno, con solo le sue vele al vento e la sua parola nel cuore, esso domanda agli altri che lo ripaghino di un ascolto o di un’onta che faccia di lui il portatore della follia magica, degli orizzonti-finestra chiusi sul mondo e aperti a tutti i domini possibili. Lusinghiera forza del creato il poeta interroga il mondo intero e le sue incertezze, come se la frontiera della sua storia stesse al di là dei fiori, biondi cunicoli dell’esultanza, e pago di un mondo ormai spento dalla fortuna crea cose che il tempo non è riuscito a polverizzare sotto le unghie delle fate.
Mi guardi con occhi penetranti e dici che nessuno ti ha mai resistito e non capisci perché io ti resisto. Ma vedi, piuttosto che cederti, io mi addormento.
Intensi e struggenti i versi presenti all'interno di questa raccolta, dal titolo così evocativo. Cercherò sicuramente di leggere altro di questa grande poetessa compensando le mie lacune a riguardo.
La migliore raccolta di poesie mai letta. Già a partire dal titolo. Le sento molto mie, mi emoziona ogni singola parola, ogni singola immagine, ogni singola sensazione che emerge da questi versi. Lo tengo sempre affianco al letto e ogni giorno ne rileggo almeno una. Questo libro l'ho vissuto tanto, trasuda la mia vita, è impregnato delle mie giornate.
Qui dove abito non si sente nulla di nulla, nemmeno il grido della morte, il paradosso oscuro che scivola via dalla vita quell'ingorgo che può fare presagire il passato, quel vuoto di memoria assoluto che porta al compimento di ogni parola.
La cosa più superba è la notte quando cadono gli ultimi spaventi e l'anima si getta all'avventura.
Donne che non sapete nulla la portinaia dello stabile è stata uccisa con un colpo di vento, la sottana rattoppata da tempo urlava il respiro di una vanità femminile fatta di solo lavoro. Chi campa di molti espedienti non sa che il lavoro, vanto sociale, può essere dolce come il miele dell'arpa e costei morí per il suo lavoro levando il coperchio alle molte sozzure che l'hanno denudata.
Cruda, impietosa, fisica e pungente. La notte dissacrata dalla sua immagine poetica, spogliata e violentemente denudata della veste sentimentale cucitagli negli anni. La notte stuprata per renderla viva, sofferente, angosciata e terribilmente superba.
RECENSIONE-POESIA CORALE A CURA DE “I MISERALIBRI – GRUPPO DI LETTURA BIBLIOTECA DI CHIARI”
Follis, follis
Se la poesia è un riscatto allora la somma raccolta potrebbe non essere sufficiente a rilasciare l’ostaggio.
La libertà si può pagare anche a rate Alda Merini ci ha messo gli interessi. Quando i suoi aguzzini l’hanno riafferrata divincolarsi non le è servito a molto.
Non le è rimasto che urlare disperata angoscia fredda che mette a disagio restando comunque ermetica e oscura amareggia e distanzia chi la ascolta.
Il dolore degli altri è riconoscibile ma è assurdo pretendere di capirlo a fondo altrimenti in fondo con sé ci condurrebbe infiammando i mantici che temiamo di avere.
Se la poesia è un bisogno impellente allora prima o poi dovremo arrenderci all’esigenza di espellere ciò che ci turba esasperantemavabenecosì.
A volte l’unico appiglio per sopravvivere è il tratto scottante di una penna per passare dall’essere trascinati a lasciare segni su fragili fogli.
Il palmo si ustiona, l’anima brucia. Di sprazzi di vitalità di una mente caotica rimangono parole di cenere soffiata buchi di sessanta sigarette al giorno.
Li ha allargati, la poetessa dei Navigli, accettando di consumare parti di sé offrendoci coi suoi filtri l’opportunità di aspirare il nostro stesso io.
Note: 1) Il titolo richiama l'etimologia latina della parola “follia”, un sostantivo della terza declinazione che significa “vuoto” o “mantice”, ovvero lo strumento usato per produrre un soffio d'aria e attivare il fuoco di una fucina. Il termine “follis” serviva anche a indicare una moneta di bronzo oppure un sacchetto che conteneva una certa quantità di denaro. 2) Chi segue le recensioni del gruppo di lettura sa che mi piace sperimentare con la forma dei testi delle recensioni corali cercando di allinearmi a quella dei libri che abbiamo discusso. Dilettandomi senza alcuna pretesa ogni tanto con le poesie, giusto per soddisfare il mio proprio bisogno di buttar fuori qualcosa, non ho potuto fare altro che prendere gli interventi dei partecipanti e metterli in versi, per rendere omaggio alla Poetessa dei Navigli.
Per un primo approccio con la Merini mi aspettavo di più… ma alcune poesie mi sono piaciute, dovrei sicuramente rileggerlo con più voglia e animo, non mi ha lasciato granché ecco ma nel complesso, sono 2,5✨
“Mi guardi con occhi penetranti e dici che nessuno ti ha mai resistito e non capisci perché io ti resisto. Ma vedi, piuttosto che cederti, io mi addormento.”
Una raccolta sufficiente, ma che mi ha lasciato poco. Alcune poesie sono gradevoli, ma molte altre pretenziose, complicate, quasi indecifrabili, arcaiche.
Premetto che non sono un'amante della poesia, preferisco la semplicità diretta che offre la prosa. Ho acquistato, letto e finito questo libro nell'arco di un'ora e mezza questo pomeriggio, ben consapevole di non averci messo la testa che la sua lettura richiedeva per avere almeno un livello accettabile di comprensione del testo poetico. Il mio scopo però era semplicemente quello di trovare una poesia che mi piacesse abbastanza da poterla portare come materiale recitativo a dei provini che dovrò sostenere nei mesi di settembre e ottobre. Rispetto ad altri autori del novecento, quelli più famosi che si studiano a scuola,ho trovato questi testi molto criptici, poco descrittivi e molto concentrati sull'interiorità dei sentimenti dell'autrice che però non vengono paragonati a nulla di concreto che mi possa consentire di immedesimarmi. Credo che una conoscenza approfondita della biografia della Merini(che io non avevo sull'autobus oggi) sia utilissima per apprezzare questa raccolta.