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Τέταρτη Διάσταση

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Ποιήματα Τόμος ΣΤ' (1956 - 1972)

Στον τόμο περιλαμβάνονται οι συλλογές:

Το παράθυρο
Χειμερινή διαύγεια
Χρονικό
Η Σονάτα του Σεληνόφωτος
Αγαμέμνων
Ορέστης
Το νεκρό σπίτι
Η επιστροφή της Ιφιγένειας
Κάτω απ' τον ίσκιο του βουνού
Χρυσόθεμις
Περσεφόνη
Ισμήνη
Αίας
Φιλοκτήτης
Η Ελένη
Φαίδρα
Όταν έρχεται ο ξένος

340 pages, Paperback

First published January 1, 1964

18 people are currently reading
238 people want to read

About the author

Yiannis Ritsos

285 books299 followers
Yiannis Ritsos (Greek: Γιάννης Ρίτσος) is considered to be one of the five great Greek poets of the twentieth century, together with Konstantinos Kavafis, Kostas Kariotakis, Giorgos Seferis, and Odysseus Elytis. The French poet Louis Aragon once said that Ritsos was "the greatest poet of our age."

Yannis Ritsos was born in Monemvassia (Greece), on May 1st, 1909 as cadet of a noble family of landowners. Born to a well-to-do landowning family in Monemvasia, Ritsos suffered great losses as a child. The early deaths of his mother and his eldest brother from tuberculosis, the commitment of his father who suffered with mental disease and the economic ruin of losing his family marked Ritsos and affected his poetry. Ritsos, himself, was confined in a sanatorium for tuberculosis from 1927–1931.

These tragic events mark him and obsess his œuvre. In 1931, Ritsos joined the Communist Party of Greece (KKE). During the Axis occupation of Greece (1941–1945) he became a member of the EAM (National Liberation Front), and authored several poems for the Greek Resistance. These include a booklet of poems dedicated to the resistance leader Ares Velouchiotis, written immediately upon the latter's death on 16 June 1945. Ritsos also supported the left in the subsequent Civil War (1946-1949); in 1948 he was arrested and spent four years in prison camps.

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101 (61%)
4 stars
46 (28%)
3 stars
12 (7%)
2 stars
1 (<1%)
1 star
3 (1%)
Displaying 1 - 13 of 13 reviews
Profile Image for Ellis ♥.
998 reviews10 followers
September 20, 2019
Da Fedra:

"[...] Tutto il giorno
attendo la notte, caso mai le mie ombre si fondano con l'oscurità,
per poter occupare meno spazio, chiudermi nel mio guscio essere
come un chicco di grano nella terra. Non ci riesco.
Le mie ombre non si fondono col buio; anzi al contrario
conquistano la notte tutta intera. E allora
mi dilato anch'io con esse, stupita, muta, sprofondata [...]"

Profile Image for Ilaria_ws.
973 reviews76 followers
May 22, 2025
Com'è che si sono ricordati di me?
Nessuno si ricorda mai di me.
Nessuno s'è mai accorto di me.
Profile Image for Giuseppe Circiello.
188 reviews5 followers
January 7, 2023
Tempo fa, mi imbattei in alcune poesie di Ghiannis Ritsos, un poeta greco contemporaneo. Erano poesie d’amore, che immediatamente – e profondamente – mi colpirono. Così, mi ripromisi di cercare pubblicazioni più esaustive di questo autore, azzardo, poco noto in Italia. Qualcosa ho trovato, grazie a Crocetti Editore, che si occupa di tradurre e diffondere poesia, con un occhio di riguardo per la letteratura greca temporalmente a noi più vicina.
Pertanto, poco tempo fa, ho potuto comprare, con curiosità e soddisfazione, una delle opere più importanti di Ritsos, Quarta Dimensione, una raccolta di 17 monologhi poetici, del tutto peculiari.
Subito mi è parso di tenere qualcosa di prezioso tra le mani e non mi sono ingannato. Attraverso le varie rivisitazioni del mito, ho viaggiato nell’animo di personaggi come Agamennone, Elena, Oreste, Fedra e altri, ritrovando in loro i timori, le paure e i lutti universali, che legano assieme tutte le creature umane. Sono versi tragici, come i personaggi del teatro e del mito greco da cui traggono ispirazione; e sono pregni della stanchezza e dell’ineluttabile malinconia del vivere e del morire, così come della avviluppante prigionia dell’eterno ripetersi del tempo.
Forse non c’è essere umano che di fronte all’immenso non si sia sentito così piccolo, così schiacciato dagli eventi, almeno una volta nell’arco di una vita. E questo stato d’animo, a volte disposizione di spirito, viene descritta perfettamente dalla penna di Ghiannis Ritsos, assumendo tutta la bellezza della Grecia mediterranea, in un crepuscolo infuocato.
La Quarta Dimensione è quella del tempo. Un tempo che ci blocca nell’attimo, tra il passato e il futuro. Un’attimo mitico, che fissa in un eterno presente i tipi ideali, rappresentati dalle tematiche che ogni personaggio dell’epica e del teatro greco incarna. E così le pene e le situazioni descritte divengono universali e può ben capitare che, nel racconto che ci offre l’autore, situazioni classiche e moderne si incontrino e si mischino, poiché i suoi personaggi hanno ragion d’essere sia nella Grecia antica, sia in un ovunque indeterminato del mondo contemporaneo.
In questa dimensione il poeta ci porta attraverso introduzioni, che descrivono il contesto in cui i monologhi hanno luogo e, ovviamente, attraverso le parole stesse usate dal personaggio di turno, per descrivere il suo malessere, il suo scoramento e la sua storia. Questa – poi – rievoca spesso situazioni che ha vissuto lo stesso Ritsos, il quale ebbe una vita tutt’altro che facile, tra lutti familiari in età infantile e prigionia, durante gli anni dei regimi autoritari. Le dittature, infatti, lo presero di mira a causa della sue idee e della sua vicinanza al partito comunista (la sua poesia fu anche uno strumento di lotta politica).
Ampiamente utilizzata è la figura retorica della similitudine, che spesso introduce paragoni arditi e surreali, che titillano l’immaginazione del lettore, mettendolo di fronte a quadri dipinti con le parole.
Sì, c’è la bellezza di un tramonto fiammante – con toni di viola – tra le pagine di Quarta Dimensione. Ma non bisogna credere che sia un’opera che inviti a rassegnarsi al dominio di un’invincibile tristezza esistenziale. Tutt’altro. E’ lo stesso Ritsos, nel suo ultimo monologo, Quando Arriva Lo Straniero, ad indicare la via per uscire dalla dispotica prigionia dell’attimo fatale (che vuole descriverci e delimitarci in eterno). Bisogna avere uno sguardo più ampio, andare oltre noi stessi. E la poesia può aiutare in questa catarsi. Essa ha la forza per celebrare la bellezza del creato nel quale siamo immersi e del quale siamo parte; essa può superare la morte e rinvigorire la memoria; può svelare la dignità del lavoro e ricordarci che nasciamo sempre e costantemente, sia in noi stessi, che nei figli e nei figli dei figli. La poesia – quindi – come farmaco per la nostra anima.
L’opera di Ghiannis Ritsos non è certamente la più facile delle letture, è complessa e alta. Ma sicuramente tutti, prima o poi, dovrebbero leggerla e attingere alla linfa poetica di quest’uomo.
Profile Image for Padmin.
991 reviews57 followers
July 12, 2018
E' un libro così bello da provocare, in molti passaggi, una sorta di sindrome di Stendhal letteraria. Si torna indietro spesso, per meglio capire e assaporare ogni frase. Ho trovato sublime la commistione di antico e moderno, specie nella descrizione di oggetti e arredi. Da stordimento.
Profile Image for Phantoomer.
111 reviews1 follower
October 24, 2023
Questo è uno dei libri di poesia più belli che abbia mai letto. Ritsos sa prendere il mito greco, modernizzarlo, trasmetterlo con una potenza inaudita. Se conosci ed ami Omero e i tragici greci, questo libro ne è la celebrazione più compiuta. Ma anche se non la conosci in questo libro troverai fiori poetici mai visti prima
Profile Image for Morena ₊˚.༄.
46 reviews2 followers
October 26, 2024
CRISÖTEMI.

"Una sera,
salii su un baule e mi guardai allo specchio; non vidi niente - niente, soltanto luce, - una luce oscura, come fossi io stessa tutta quanta di luce - e lo ero veramente. Compresi, allora, (o forse ricordai) ch'ero sempre stata luce. Un ragno passeggiava sul chiarore dello specchio e sul mio viso. Non ebbi alcun timore. [...]"

ISMENE.

"Le ragazze,
vestite da uomo, erano piú audaci dei maschi. C'era la luna - una luna grande come una teglia. Veniva dalle finestre la musica filtrata dal fogliame. Émone indossava il mio vestito e mi apparteneva al punto che mi misi a ballare dentro la fontana, con l'acqua che mi zampillava
sui capelli, sulle spalle, sulle guance, e pareva piangessi; finché, tutta intirizzita, senti ch'ero
divenuta
la statua dorata di me stessa, rischiarata dalla luna, di fronte agli occhi ciechi di mio padre [...]"

FEDRA.

"Tutto il giorno
attendo la notte, caso mai le mie ombre si fondano con l'oscurita,
per poter occupare meno spazio, chiudermi nel mio guscio,
essere
come un chicco di grano nella terra. Non ci riesco.
Le mie ombre non si fondono col buio; anzi, al contrario, conquistano la notte tutt'intera. E allora mi dilato anch'io con esse, stupita, muta, sprofondata, con tutta la mia superficie tesa dalla densità del fondo, mentre il mio desiderio nudo, lucente, tutto bianco, galleggia sull'oscurità come una donna annegata dalla pancia gonfia, la vulva tumefatta - una donna con gli occhi chiusi, illuminata mi dilato anch'io con esse, stupita, muta, sprofondata, con tutta la mia superficie tesa dalla densità del fondo, mentre il mio desiderio nudo, lucente, tutto bianco, galleggia sull'oscurità come una donna annegata dalla pancia gonfia, la vulva tumefatta - una donna con gli occhi chiusi, illuminata dalla luna -
non annegata, che semplicemente galleggia sul dorso - una donna incinta. [...]'

ELENA.

"[...] io, lassú, sulle mura, sopra le teste dei mortali, aerea,
carnale,
senza appartenere a nessuno, senza avere bisogno di nessuno, come se fossi (nella mia indipendenza) tutto quanto l'amore,
libera
dal timore della morte e del tempo, con un fiore bianco tra i capelli
con un fiore tra i seni, e un altro tra le labbra per nascondere il sorriso della libertà. [...]"

PERSEFONE.

"Non bastiamo mai ai nostri desideri. E il desiderio non ci basta.
Rimane
la stanchezza, la rinuncia, - un'abulia quasi felice, il sudore, il distacco, il caldo. Finché infine arriva la notte a spegnere ogni cosa, a confondere tutto in un corpo solido e immateriale, tuo,
a portare un alito di vento dalla pineta o giú dal mare, a sprofondare le luci, a sprofondarci. [...]"
Profile Image for Montserrat Muntada.
161 reviews7 followers
August 19, 2025
Ritsos escriu com els clàssics grecs. De jove, jo havia llegit l'Odissea, l'Ilíada, les tragèdies d'Eurípides i m'agradava aquella manera èpica de dir les coses. Doncs llegir Ritsos a "Quarta Dimensió" fa el mateix efecte. És una manera molt bella de descriure les coses, amb constants referències a la natura, al pas del temps, integrant els personatges en el seu entorn, fent-los membres actius del paisatge que els envolta.
Però a diferència dels clàssics, Ritsos ens parla del segle XX per això als seus poemes hi veu, amb ulls de clàssic, el mon que l'envolta: s'hi poden encendre els llums amb electricitat, es pot viatjar en cotxe...és com una manera de fondre el segle V aC fins el segle XX, com si el temps no hagués passat i fos un llarg continuum que simplement va fluint, transformant-se.
Un llibre molt bell, molt ben escrit i amb una posició de vegades perplexe, del que veu, del que passa al seu voltant. Escrit magistralment amb una sutilitat esborronadora.
Profile Image for thalia.
163 reviews
February 1, 2021
I was not expecting this. For a series of poems totaling over 300 pages, and these pages being properly filled, I anticipated a lot of boredom and confusion. The Fourth Dimension is written in multiple distinctive perspectives and voices— the characters of myths, and Ancient Greek classics are given new life and real texture. Ritsos humanizes epics with by introducing them to the ordinary and in so doing mythologizes the ordinary into an epic that exists somewhere between arbitrary and necessary. The entire time throughout, too, is just poems after poems. How did he come up with all of these lines?
Displaying 1 - 13 of 13 reviews

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