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366 pages, Paperback
First published January 1, 2013

“Avessi osato dar seguito ai miei desideri, sarei stata una grande collezionista di cambiamenti di superficie.
Quelli profondi lì evito accuratamente.
Infatti sono rimasta sempre uguale, dentro.
Non sono riuscita neanche ad invecchiare.”
Il personaggio di Iris, 79 anni, mi ha ricordato tanto Renée dell’eleganza del Riccio, una donna che con gli anni migliora, invece che abbandonarsi alla vecchiaia. Ho amato questa storia, perché dimostra che c’è sempre una possibilità per cambiare la propria vita, persino quando tutto sembra perso. E soprattutto che per l’amore non c’è mai fine, nemmeno a 79 anni.
È stata una lettura intimista, scritta in parte nella forma diaristica, con cui Lidia Ravera scava nell’animo umano e mette su carta lo spettro dei sentimenti umani.
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E voi avete letto qualcosa di Lidia Ravera?
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📓TRAMA.
“Iris ha 79 anni, una figlia intelligentissima e antipatica, che parla esclusivamente con Dio, e una nipote bellissima e ignorante, che trae vantaggio dalle passioni degli uomini. Vive sola ed è in ottima salute, ma quando, per risolvere una decorosa miseria ormai intollerabile, vende la nuda proprietà della casa in cui abita, incomincia a pensare alla morte. E' perché ha scommesso sulla sua aspettativa di vita? Lo chiede a Carlo, lo psicoanalista che lavora al pianterreno e che da tre anni prende il caffè con lei al bar di fronte. Carlo è una buona conoscenza, una consuetudine, quasi un amico. E' lui che le consiglia di tenere un diario per contenere e disinnescare quei sintomi minacciosi. Iris esegue. Prima è cauta, racconta le sue paure per dominarle. Ma poi finisce per raccontare anche altro. E si scopre innamorata di Carlo. Anche questo è un sintomo? Esiste una scadenza per l'eros, oppure è uno dei tanti stereotipi che ci obbligano a rinunciare alla vita? Contro ogni previsione Iris e Carlo vivranno la loro storia d'amore. Impareranno a guardarsi l'un l'altra, e a guardare il tratto di strada che devono ancora percorrere.”
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