Il commissario Ermanno Sensi non è il classico poliziotto. Con gli occhiali scuri perennemente calati sul naso e un look gothic-dark vagamente minaccioso, di classico non ha proprio nulla, e anche il suo stile investigativo lascia alquanto a desiderare. Anzi, si direbbe che il commissario Sensi non faccia altro che sottrarsi alla sgradevole routine del suo mestiere. Ma un giorno, sul lungomare di Spezia (attenzione, nessuno spezzino dice 'La Spezia'), un passante trova una sciabola piantata tra i lastroni di pietra; sembrerebbe uno scherzo di cattivo gusto se non fosse che la sciabola scompare lasciando una macabra scia di cadaveri decapitati e una testimone oculare giovanissima e terrorizzata. Più interessato a quest’ultima, Sensi deve suo malgrado fermare il killer prima che colpisca ancora; ma nel frattempo, affamata di sangue e di morte, riappare l’ombra di un passato inquietante... L’esordio di una scrittrice brillante e originale, una voce nuova che spicca nel panorama del noir italiano per l’ambientazione accurata, lo spirito graffiante della provincia e l’irresistibile fascino del suo protagonista.
Ero davvero curioso di recuperare qualcosa di quest'autrice (di cui ho letto e apprezzato un'opera più recente - pubblicata con un nome diverso) e ho trovato questa prima indagine con il Commissario Sensi (un personaggio decisamente sopra le righe, ancora prima di scoprire cosa "nasconde") divertente e interessante. Forse il ritmo qui è in qualche capitolo un po' altalenante e l'aspetto soprannaturale, sì, in qualche modo accennato all'inizio e via via più evidente man mano che la storia procede, mi è sembrato comunque presentato in modo improvviso e ammetto di averlo trovato un po' spiazzante (anche se ben innestato nel background del personaggio). In ogni caso, romanzo consigliabile, e leggerò sicuramente anche gli altri delle opere che lo vedono protagonista.
Non è chiaro se si tratta di racconti polizieschi, erotici, pornografici, horror, noir ... certamente esoterici. C'è uno stretto legame tra i vari episodi e con i libri successivi. La squadra è sempre la stessa anche se le dialettiche tra gli stessi cambiano nel tempo.
Interessante, non sono convinta mi piaccia il Commissario Sensi. Ora ne leggo un altro. La cosa carina è che l'ho iniziato proprio lunedì 3 marzo, data in cui inizia il romanzo e l'ho finito oggi domenica 9 marzo, il romanzo finisce dopodomani🤣🤣
Spettacolare. L'ho letto anche mentre camminavo al parco, non lo potevo mollare. Ermanno Sensi è un disastro umano, ma finisce che ti appassiona alle sue disavventure.
Tutto ha inizio con una spada conficcata su un lastrone del lungo mare di La Spezia. Un fatto insignificante, forse, ma il signor Levi, che passava di lì, ritiene opportuno informarne le forze dell'ordine. Non che speri davvero che diano molto peso alla cosa. Invece con sua grande sorpresa viene mandato e ricevuto dal commissario, che non solo lo ascolta con attenzione ma chiede di poterla vedere. Giunti sul posto la spada è scomparsa e al suo posto c'è un dente di narvalo. Beh, Sensi non è quello che si potrebbe definire un poliziotto ordinario.
Sensi era molto bravo a fingere di non essere un poliziotto. Talmente bravo, in effetti, che la metà delle volte le macchine di pattuglia lo fermavano come elemento sospetto.
Sempre vestito di nero, capelli lunghi, stivali neri al polpaccio, dotato di un senso del dovere tutto suo. Per quanto la segnalazione potesse sembrare insignificante, Ermanno Sensi decide di vederci chiaro, porta via con se il dente e inizia a rimuginarci sù. La situazione da bizzarra diventa inquietante quando una ragazza di 19 anni viene minacciata, proprio con la spada che il signor Sensi sostiene di aver visto e per la città iniziano a fioccare le teste mozzate.
Come ho già scritto in post precedenti, ho acquistato questo ebook con l'offerta lampo di Amazon, ero rimasta colpita dalle recensioni che lo definivano pieno di Humor...che dire: avevo voglia di ridere ed è questo, più che altro, il motivo che mi ha spinto all'acquisto. Se devo essere sincera, da questo punto di vista sono rimasta delusa perché per quanto il testo sia pregno di sarcasmo e ironia, a me non è sfuggito nemmeno un mezzo sorriso. O non l'ho capita o è un tipo di ironia che su di me non ha effetto... Non saprei.
«Già, adesso abbiamo la spada. È chiaro che mi aspetto che dal laboratorio, su queste basi, mi dicano se l’assassino ha avuto la varicella oppure no. Dopodiché ci metteremo ad aspettare al varco gli adulti che vogliono essere vaccinati. Sarà un arresto lampo».
Ho apprezzato la parte gialla, da adoratrice di Adamsberg, son abituata a poliziotti trasandati e indagini che iniziano da dettagli insignificanti, dietro a i quali nessun'uomo normale perderebbe nemmeno un secondo della sua esistenza, la Raule è comunque brava a non farci sospettare di nulla e nessuno fino alla fine e a condurre lei il gioco..questo mi ha portato a leggerlo d'un fiato, tanto che in questi due giorni ho momentaneamente messo da parte le altre due letture (ora riprendo). C'è un elemento però che compare nell'ultima parte del libro, che non mi aspettavo, e che può piacere o meno. Da semplice giallo, il libro si tinge di paranormal..no Sensi non è un angelo caduto, nè un vampiro, licantropo o altro..ma dentro di se ospita una creatura.. che si può scorgere,s e si sta attenti, perché la sua ombra è.... dotata di libero arbitrio, diciamo così. Non aggiungo altro per non rovinarvi il gusto. Ma, se cercate solo un giallo e nulla più, questo elemento potrebbe infastidirvi, perché è logico che le deduzioni e le intuizioni, l'uso dell'intelletto e dell'ingegno (che tanto mi fanno apprezzare i gialli -ben fatti-), assumono un ruolo secondario, se entra il gioco il soprannaturale. Insomma l'intelletto umano e l'intuito, di cui Sensi è sì dotato, usufruiscono però di un valido aiuto. All'inizio ho storto un po' il naso, solo che essendo in effetti il primo di una serie, credo che questo sia uno degli elementi che saranno sviluppati man mano che si va avanti e quindi credo meriti la possibilità di una seconda lettura per capire meglio questo personaggio. Perché il commissario Sensi non si fa amare, è irrispettoso e irriverente e senza un briciolo di senso di responsabilità..con le donne poi...lasciamo stare.
«Caro Levi, lei si immagina che io sia un uomo consumato dalla curiosità, ma io sono piuttosto un uomo consumato dall’accidia. Sono troppo pigro per indagare su questa faccenda come su qualunque altra. La mia tecnica è aspettare che mi venga un’idea, e mi dispiace dirle che me ne viene una ogni due o tre settimane, non di più».
Non mi è piaciuto troppo..ma c'è un ma, un episodio nel suo passato che l'ha trasformato in quello che è e che qui viene accennato appena, voglio saperne di più. Voglio sapere com'è andata e perché e capire il ruolo di questa creatura. Anche perché già dal secondo volume, Satanisti per bene (*che ho già preso), si capisce che c'è un filo comune... Insomma a quanto pare il commissario Ermanno Sensi mi è rimasto appiccicato addosso.....mi ha messo un po' di prurito al cervello....
Il commissario Sensi non è il solito commissario, no, niente cappotto alla ispettore Derrick, nessuna divisa linda e ben stirata come troppo spesso vediamo nei telefilm made in Italy, e non è nemmeno una specie di Gil Grissom (ok è un commissario non uno della scientifica o un ispettore ma cercate di capire cosa intendo dirvi). Prendete un ultratrentenne con una mania Dark che non tramonta mai, uno che la mattina fa colazione con una Red Bull, uno che lavora il minimo sindacale, acido come una zitella. Ecco questo è Sensi. Ma la sua bravura nei casi è senza paragoni, perché lui ha un’arma segreta. Premessa: della così detta “arma segreta” non parlerà perché praticamente è uno spoiler e sebbene mi abbiano convinto a leggere il libro proprio per questo elemento, non mi sento di vendervelo solo per quello, perché Sensi è molto di più. Vi giuro che se dovesse esistere un uomo come lui, lo sposerei all’istante. E non è per gli addominali (non credo ne abbia, ma nel caso mirerei al piercing al…), non è nemmeno uno stolker, Sensi è perfetto perché è così ben caratterizzato che oltre a essere reale è comico e maledetto allo stesso tempo. Sì perché sensi riesce a essere dannato e ilare in ogni pagina. Ho riso a crepapelle a ogni capitolo, anche se c’erano cadaveri, sospetti e tensione, bastava una sua battuta a trasformare il tutto. Susanna Raule non solo ha creato un thriller che sta in piedi ma ha mescolato i toni dello humor con quelli dell’urban fantasy (ricordate “l’arma segreta”) e vi giuro che ancora mi domando come sia possibile che in pochi conoscano questa trilogia, perché ad ora ci sono tre volumi dedicati a questo pazzo commissario. Non è una questione di apprezzare o meno il thriller o il giallo classico, il caso di turno (che comunque non è banale) coinvolge il lettore che vede risvegliare il commissario Sensi pronto a fare la cosa giusta, o a provarci perché i suoi metodi sono tutt’altro che convenzionali. È un libro talmente completo che mi sembra di dire poco e troppo. Non mi sbottono troppo sulla trama perché è talmente ben delineata che mi sembra davvero brutto dirvi prima succede questo, poi quello, dovete leggerlo, non riesco a descriverlo senza che ci siano le malsane battute di Sensi. In definitiva cinque stelle. La profonda tristezza di averlo terminato è colmata unicamente dal fatto che ho già tra le mani satanisti perbene, il secondo volume scritto da questo genio ancora troppo poco letto che è Susanna Raule.
Vincitore del concorso Io Scrittore di non so che anno (da quanto ho capito), viene da pensare che forse altri avrebbero meritato più di questo romanzo. E' un giallo? Insomma. Ci sono teste mozzate e va bene ma di indagine solo una pallida ombra (e una abituata ad Adamsberg le indagini bislacche comunque non le dispezza). Un commissario un po' -troppo forse- adolescenziale, senza il minimo rispetto nè per la sua carica nè per le persone che interroga (vedi il dialogo con la madre di Silvia, al livello del surreale). Anche l'uscita soprannaturale (opinabile vendermelo come un giallo a questo punto) c'è a metà libro, nel senso che proprio di botto si ha la rivelazione, corredata, nel mio caso, da accigliamento e sospiro (quando una storia si butta nel sovrannaturale l'autore ha a disposizione sempre una scorciatoia). Insomma proprio niente di che, troppo scanzonato in temi e scrittura così così il tutto a corredare un giallo(?) noir(?) banalotto e scontato (ebbene sì, il dubbio di chi sia lo sgozzatore folle c'è e diventa certezza).
Divertente, leggero e leggibilissimo. Questo non lo si può negare.
Susanna Raule ha del talento ma il romanzo qualche pecca ce l'ha.
Troppa ironia che appiattisce ogni personaggio: dal protagonista (sicuramente ben disegnato) all'ultima comparsa quasi tutti i personaggi sfoggiano un sarcasmo che strappa più risate ma che rende il tutto irreale.
Anche la storia ha qualche pecca, soprattutto il finale lascia molti dubbi su come il colpevole abbia realmente potuto fare cotanto massacro (e anche qualche perplessità sul perché).
Un rimproverò va anche alla Salani visto che, forse perché opera vincitrice di un concorso per esordienti, si sono lasciati sfuggire più di un refuso (marchiano che le uniche due date presenti nel romanzo - un 2006 dichiarato dal protagonista durante un interrogatorio e un 2007 relativo all'anno di un'automobile - facciano a pugni tra loro).
Comunque una lettura piacevole, se non si è troppo puntigliosi...
Un libro spiritoso e avvincente che fila via molto molto bene. Ha cominciato a perdere un po' di tono, per quel che mi riguarda, quando è spuntato il demone. Seppur la storia mantenga uno strato tenue di inverosimiglianza, da quel punto in poi si è atterrati dritti dritti nel fantasy. Davvero un peccato. Versione digitale: Contiene diversi errori, da rivedere.
Storia particolare, iniziamo a scoprire qualcosa dell'ombra solo a metà del libro. Il romanzo risulta comunque abbastanza appassionante, credo che leggerò il seguito. Peccato per alcuni errori grammaticali che rallentano la lettura.
Noir e fantasy non fanno proprio per me, e qui spesso c'è una commistione dei generi. I dialoghi del commissario poi, mi sembrano forzati, perchè rivestiti perennemente di un'ironia macchinosa, poco spontanea
La prima parte del libro è veramente bella. Molto originale la scelta dei personaggi, assolutamente fuori standard per una squadra omicidi, ma accattivanti. La seconda parte mi è piaciuta di meno per il riferimento all'occulto; in ogni caso una storia ed un libro veramente originali.
come gli altri 2 libri della Raule che ho letto anche questo mi ha fatto sorridere, e non si può non amare il protagonista Commissario Sensi, il quale per certi versi mi ricorda molto Dylan Dog. Una lettura non troppo impegnativa, lettura che intrattiene
Non conoscevo la Raule e ho acquistato il libro perché invogliato dalle recensioni degli altri lettori. Il libro è ben scritto e la storia è avvincente. Il finale è un po' horror-fantasy ma nel complesso le 4 stelle sono più che meritate.