Alda Merini was a renowned Italian writer and poetess. The President of the Italian Republic, Giorgio Napolitano, called her an "inspired and limpid poetic voice".
Come sempre Alda Merini non mi delude mai,in questo Sillabario la poetessa decide di effettuare un grande cambiamento abbandonando la sua solita poesia in versi per avvicinarsi a uno stile molto più vicino alla prosa. In ordine alfabetico la Merini ci parla dei vari oggetti, emozioni e accadimenti della vita quotidiana di ognuno di noi declinandoli attraverso la sua esperienza. I temi portati di questa raccolta sono: l'amore passionale, la follia, la malattia mentale,la morte, la poesia e, ovviamente, il manicomio, esperienza disumana che ha cambiato completamente il modo di vivere e di fare poesia dell'autrice. Una raccolta emozionante e straziante, a tratti dolorosa ma che contiene sempre un briciolo di speranza :fantastica!
La frase più emblematica di questo libretto: il mio bisogno di vivere. (pagina 180) Oppure: La vita: una lacrima che nessuno asciuga, un vuoto di presente. (pagina 215)
Nel sillabario manca la voce 'Donna': una scelta della Merini?
Gli anni della persona errabonda non si contano mai. Voi non lo credereste, ma vivevo appesa a una grande voglia di solitudine. Era come se fosse un candelabro immenso, c'erano tante luci, un grande palazzo festoso. Ero, a mio parere, la Cenerentola dell'universo, Voi cercate con gli occhi le mie scarpe, ma le ho perse durante il lungo cammino. (pagina 32 e 33)
Tutti credono che l'immaginazione sia un atto libero. Ma non è così, sempre si torna alla grande fame della terra, al grande impiccio del nostro vivere. (pagina 82)
La nebbia produce Milano e Milano produce la nebbia. Tra questi spezzoni di buio e questi specchi di luce sorge sempre ineguagliabile la guglia. (pagina 119)
Non oso dileguarmi senza averti detto prima ciò che mi spaventa: il fatto di veder dimenticare i secoli con tutte le loro menzogne. (pagina 128)
Ogni oggetto è un orologio, una clessidra su cui è passato il tempo. (pagina 135)
La follia è quindi una visitazione eterna, essa non si addormenta, palpita di un divenire che non ha principio. Si può cercare il principio del mondo, non quello della follia, che è senza cominciamento, che rompe gli argini del desiderio e che distacca le foglie degli altri. (pagina 151 e 152)
P.S. La mini biografia della Merini, in Goodreads, andrebbe modificata con una 'letterariamente' più attinente. Ossia, citare un ex comunista, che oltre all'Unità (lettura dogmaticamente imposta prima di ogni pasto, quando la carenza di zuccheri è elevata!) non deve aver letto nient'altro mi pare una cretineria tutta italiana. La Merini merita ben altro...
No one can deny, I think, that Alda Merini has a very distinct and rather peculiar way of constructing images and metaphors that immediately sets her poetic fiction apart from other writers. 'The Easy Life', translated by the Arkbound Foundation, is the only work of Merini's that I have read, but I can confidently say that I feel as though I already have a very good grasp of the author's style from this one collection, a style that for me personally endeavoured to evoke the worst of such poets as Sylvia Plath (to use a rather famous example) without ever quite getting there.
Now, I love Plath, but not all of her poems are an easy read, and I think this is a blessing/curse share by 'The Easy Life'. I don't mean not an easy read in terms of thematic content. I mean that the language chosen by poets, in many cases, is often so abstract that it becomes inaccessible and fails to actually produce any emotional effect. I know textual analysis is important and can obviously impart any reader (or, let's be honest, student) with a greater understanding or appreciation of a text, but I feel like, especially with poetry, there has to be the power to evoke some kind of immediate impact, some kind of eternal change that comes over you as you read. Like with much of Plath's back catalogue, the story poems in 'The Easy Life' are often written in such imaginative language, and use metaphors so inventively, that it can be hard to discern exactly what Merini means or is trying to say.
However, the general gist of 'The Easy Life', and this is not hard to feel, is that the author is looking back on a life of difficulties and sadness, and when the text allows the reader to catch a proper glimpse of these emotions, the effect is truly memorable. Merini is like an iceberg, hiding everything beneath the surface, managing to say so much with so little. It's probably not fair of me to say that her way of writing just doesn't work for me 80% of the time, because it could be my brain and method of understanding that is at fault rather than her way of writing. Yet that's precisely what I'll say. For me, 'The Easy Life' is unobtainable, inaccessible; but there is genuine emotion in its pages, and I would be very interested in reading more of Merini's work to see if that proves more easily within my reach.
È un libro da bere a piccoli sorsi: poche pagine al giorno. Brevi capitoli scritti in prosa che pare poesia, dove l’amore e la morte, ossia la vita, la fanno da padroni.
Bisogna sottolineare, disegnare e colorare i passi più interessanti, per rendere questo libro ancora più vivo perché Il colore rende vive le cose inanimate . Io l'ho fatto, calcando sulle parole più significative, come per imprimerle meglio nella mia testa.
Quando si aprirono le porte del carcere fui buttata nell'unico manicomio reale: la vita.