C’è una rapina nella casa di uno scrittore molto noto; col bottino, sparisce il computer in cui è salvato il suo ultimo romanzo non ancora consegnato alla casa editrice e incautamente non conservato in altro modo. Da questo momento il file comincia a scivolare come argento vivo sul piano accidentato della sua avventura, e si insinua, imprendibile e vivificante come il metallo liquido degli alchimisti, nel tran tran quotidiano dei tanti e diversi protagonisti. Ognuno dei quali sarebbe per sorte lontanissimo dagli altri, ma si trova coinvolto occasionalmente a causa della deviazione che quel manoscritto ha impresso nella sua esistenza. Il grande scrittore e la moglie; il giovane ingegnere a tempo determinato che lotta con la vita insieme alla affannata compagna; la bella agente di polizia, che conduce l’indagine in competizione con il laido superiore; la banda dei balordi; il tecnico appena disoccupato che c’è capitato per caso; il vecchio editore e la giovane editor. Questa varietà di personaggi, con i loro pezzi di vita, l’autore muove intorno alle eventualità aperte dallo svolgersi dell’inchiesta di polizia, su cui a loro volta gli individui incidono inconsapevoli con le scelte che fanno, creando una commedia degli incroci della vita. Al consueto umorismo fondato sull’equivoco della situazione e sull’effetto sorprendente di un dialogo surreale e ovvio insieme, Malvaldi innesta in questa commedia poliziesca un altro tipo di indagine: una investigazione ambientata in quella zona misteriosa in cui avviene l’incontro tra il caso, la libertà di agire, e il corso necessario delle cose.
Deludente. Mi spiace doverlo ammettere ma è la sensazione di fondo che ne ho ricavato. Sono stato uno dei suoi primi lettori, fin dall'uscita di “Briscola in cinque”, e da allora ho sempre acquistato i suoi romanzi a scatola chiusa, traendone vero piacere. E' uno dei pochi autori in grado di scrivere un poliziesco che contenga spunti di pura comicità, ma stavolta il risultato è modesto. Gli elementi caratteristici del suo stile ci sono tutti, quello che non funziona è l'amalgama. Malvaldi, chimico di professione, ci ha abituato a inserire brevi disquisizioni scientifiche sempre velate da una patina di umorismo. Qui la ricorrente digressione sui rapporti fra matematica e musica è pesante e a tratti pare quasi fine a sé stessa. Anche l'uso dei regionalismi toscani, immancabile nelle sue opere, non ha in questo romanzo la stessa forza espressiva che aveva negli altri: più che al sorriso si è mossi a uno sbuffo di insofferenza. Sembra che l'autore sia alla ricerca di nuovi personaggi, percorso già intrapreso con Odore di chiuso e Milioni di milioni. La cosa è comprensibile, perché i simpatici vecchietti dei quattro romanzi del Bar Lume erano già ottuagenari al loro apparire in scena. Paradossalmente tuttavia quello di cui si sente più la mancanza in Argento vivo è proprio la figura di un protagonista. Non assurgono a questo ruolo Leonardo, informatico trasformato in editor, Giacomo, scrittore con l'hobby del golf e Corinna, agente scelto proveniente dalla Romania, che più degli altri avrebbero la possibilità di farlo. L'autore preferisce portare avanti le loro piccole storie su un piano paritario e alla fine è forse di questa assenza che il romanzo soffre più di ogni altra cosa.
Volevo una lettura leggera dopo i romanzi pesanti letti gli scorsi mesi, e questo libro si è rivelato perfetto in questo senso. Storia scorrevole, chiara e interessante. Ho apprezzato che la storia fosse spezzettata in piccoli capitoli che illustrassero tutti i punti di vista dei protagonisti senza che ciò la rendesse ripetitiva o pesante.
Non posso dire che però io sia stata con il fiato sospeso per sapere cosa succedesse, e dopo poco, ho trovato il libro un pochino allungato per quella che era la sostanza della storia. Anche la scelta di aggiungere pezzi del romanzo di uno dei protagonisti alla trama (il romanzo nel romanzo) l’ho capita poco, in quanto l’ho trovato parecchio scollegato con il resto.
Sono comunque intrigata a leggere di più dell’autore e di base consiglierei questo libro come lettura da spiaggia o un intermezzo tra libri più pesanti.
Non avevo ancora letto nulla di Marco Malvaldi e il suo ultimo lavoro Argento vivo era l’occasione giusta per scoprire un autore per me nuovo.
Le uniche informazioni a mia disposizione riguardo ai suoi libri erano di testi leggeri, divertenti, con storie spesso contorte che si intrecciano sempre più dando luogo a situazioni a volte drammatiche, a volte grottesche.
La lettura del romanzo, devo dire, ha in buona sostanza confermato le attese.
Argento vivo tratta di personaggi molto diversi tra loro, con una trama piena di iniziative dell’uno, che causano problemi per l’altro, in un contesto che sembra sfuggire ad un finale preciso proprio a causa del procedere degli eventi.
Accade sempre qualcosa che scombussola tutto.
Un po’ sulla falsariga di ciò che accade nel film Fuori Orario di Martin Scorsese dove tutto si rimescola continuamente, con la differenza che nel film il protagonista era ben identificato, mentre qui ci sono almeno tre punti di visione differenti a seconda del personaggio a cui ci si affeziona.
Una lettura rilassante e non impegnativa che però in fin dei conti è risultata più soddisfacente di altre da me affrontate nel corso dell’estate appena trascorsa.
Un paio di balordi costringono un tecnico di computer, sotto minaccia, ad aiutarli a compiere un furto in una abitazione. Per trasportare la refurtiva si impossessano di una vecchia utilitaria che, a fatto compiuto, viene posteggiata nuovamente nel luogo da cui era stata prelevata. In essa viene dimenticato, perché infilato sotto un sedile, un computer portatile rubato. Il proprietario dell'auto, cui fra l'altro Equitalia ha inviato una sanzione di oltre tredicimila euro per contravvenzioni non pagate, sospettato dalla polizia per il furto, dato che la targa dell'utilitaria è stata ripresa da una telecamera di sorveglianza, già in contrasto con il suo capo per vari motivi, perde il posto. Riuscirà tuttavia a vendicarsi sia dei balordi che gli hanno sottratto l'auto mettendolo nei pasticci, sia dell'impiegato comunale che gli ha fatto inopinatamente inoltrare l'esosa sanzione amministrativa.
Al quarto libro letto di questo autore (due BarLume e due no) ritengo di preferire quelli non legati al barrista Massimo e ai vecchietti.
In Argento Vivo Malvaldi racconta una storia tragicomica che vede coinvolti principalmente un sistemista informatico distratto e la sua compagna, un tris di malfattori poco brillanti, uno scrittore di successo e la moglie, una poliziotta e il suo questore.
L'abilità di Malvaldi è stata quella di costruire una storia con una miriade di incastri e reazioni davvero divertente, e sorprendente per l'abilità di "legare" ogni minima sfaccettatura (la peugeot 206 - per cosa le succede - è anch'essa una protagonista).
Come in tutti gli altri lavori di Malvaldi non si può considerare un giallo, ma una storia di provincia, toscana chiaramente, raccontata benissimo.
A me non è piaciuta l'idea del libro nel libro. Libro che si divora
Malvaldi non cambia, non è scemo: ha trovato una formula che funziona (giallo in toscana con personagi bufi) e ci si aggrappa. Mi domando se questo lieve cambiamento in Argento Vivo sia una prova, nata dall'insicurezza nello scrivere sempre i soliti libri (come qualcuno all'interno del libro stesso, un caso?). Però me lo domando dopo. Prima lo leggo, rido, mi diverto.
Quindi Marco, hai fatto un buon lavoro anche stavolta, non preoccuparti troppo.
Si conferma la gradevolezza dei romanzi di Malvaldi. Trama semplice, divertenti; in questo caso con una innovazione nel passaggio da uno scenario al successivo attraverso l'utilizzo della stessa frase in chiusura ed apertura (difficile da spiegare a parole, immediato attraverso la lettura). Mi piacerebbe molto capitasse anche a me di diventare editor attraverso il mio blog...(è sempre bello sognare!)
La stella in meno? Perché gli stralci del romanzo-nel-romanzo secondo me appesantiscono e spezzano un po' l'ottimo ritmo di tutto il resto, per quanto ben scritti.
Per il resto? Voglio un TV movie di Gatiss & Moffat tratto da questo romanzo, e tanto basti.
Anfangs haben mich die schnellen Sprünge zwischen den vielen Personen etwas verwirrt. Zum Glück gibt es auf den ersten Seiten ein Personenregister, welches mit originellen und witzigen Kurzbeschreibungen bei mir für den nötigen Durchblick gesorgt hat.
Kunstvoll verwebt der Autor die einzelnen Handlungsstränge und Personen miteinander. Dabei erfährt man einiges über die italienische Lebens-, Arbeits- und Denkweise, die mit einem Augenzwinkern geschildert werden.
An drei Stellen findet man Ausschnitte aus dem Roman, welcher dem Autor gestohlen wurde. Diese zeigen die sprachliche Gewandtheit Malvaldis und beschäftigen sich mit Gedanken zur Lösung mathematischer Probleme. Sie sind ein ganz anderes Kaliber als eine Krimikomödie. Für meinen Geschmack waren diese Ausschnitte jedoch zu lang und haben die Handlung ausgebremst.
Mit viel Humor wird die Geschichte erzählt und ich musste beim Lesen öfters schmunzeln. Am Ende gelingt dem Autor ein harmonischer Abschluss, der in einigen Fällen überraschende Formen annimmt.
Fazit: Ein unterhaltsames Krimi-Verwirrspiel, das weniger durch Spannung, sondern mehr durch einen liebevoll ironischen Blick auf das Leben der Italiener besticht.
Un altro solido quattro stelle di Malvaldi. Si sorride, si ride (anche se non tanto quanto con i vecchietti del Bar Lume) e l'intreccio ti trasporta, la struttura è ben costruita, con il tocco elegante della ripresa di una parola o di un concetto fra un capitoletto e l'altro.
Un altro romanzo dal cuore leggero e vispo, che non ce ne sono mai abbastanza.
Un appunto: il "libro dentro al libro" va benissimo, solo che ho trovato deludente il fatto che lo scrittore Giacomo scriva esattamente con lo stesso stile di Malvaldi (stessa ironia, battuttine, i "baffetti inguardabili", eccetera). Mi sembra un'occasione persa per cimentarsi con una voce scrivente del tutto diversa, che avrebbe dato fra l'altro più credibilità al "libro" nella storia. Invece cosí mi viene il sospetto che il libro di Giacomo non sia altro che pezzi di un altro libro che Malvaldi aveva cominciato ma non sapeva dove far andare. Tutto questo ovviamente nello spirito del "recensore onesto" promosso dal romanzo stesso.
Argento vivo è una sorta di giallo (ma senza omicidio) che fa leva sull'ironia e su risvolti grotteschi per tessere incontri e relazioni fra i personaggi e che non di rado strappa qualche risolino: a tratti somiglia ad un cabaret, agli sketch fra personaggi buffi e incredibili, cosicché il mistero (che mistero non è, dato che da subito capiamo chi e come abbia consumato il furto) si risolve in un procedere entusiastico verso lo scioglimento finale, attraverso i trucchi e le ripicche che i diversi personaggi escogitano per liberarsi dai rispettivi impicci. http://athenaenoctua2013.blogspot.it/...
Questo libro potrebbe essere un caso che potrei esibire come dimostrazione che ciò che viene fatto per incentivare qualcosa, a volte ne risulti invece un elemento dissuasore. Preso a suo tempo, come tutti i libri del Malvaldi narratore, dopo averne scoperto il Bar Lume, lo avevo accantonato perché leggendone i risvolti di copertina avevo appurato che oltre a non appartenere alla sua più fortunata serie 1) non era un giallo di quelli con il morto; 2) la trama, così come era riassunta, in definitiva non mi ispirava per nulla. Dopo quasi sei anni, per un ravvedimento tardivo, forse per un "vuoto di felicità", l'ho ripreso in mano e me lo sono letto tutto di un fiato e con sommo piacere.
Marco Malvaldi di nuovo alle prese con un romanzo non legato al Bar Lume, fa centro ancora una volta regalandoci un romanzo un pò giallo e molto divertente, con personaggi e storie che si intrecciano imprevedibilmente e piacevolmente. Molte sfumature non so se potranno essere colte da chi non vive a Pisa (in Comune con Ciappi e Birigozzi non poteva lavorarci anche Piovanelli?), ma io quando leggo le storie del Malvaldi, anche se prende molto per i fondelli noi ingegneri (ma come dargli torto?) non riesco a non divorarli in poche ore.... Bravo Marco.
Che dire? Malvaldi è diventato uno dei miei scrittori italiani preferiti, dopo la saga del Bar Lume: ironico, sagace e gradevolissimo. Ho avuto la fortuna di ascoltarlo al SalTo30 quest'anno e mi ha profondamente colpita, perché è esattamente come lo si potrebbe immaginare. In questo romanzo, lo scenario non è il Bar Lume, ma la storia è ugualmente ambientata in Toscana. Leonardo è il mio personaggio preferito, ma non faccio spoiler e evito di darvi motivazioni che rivelerebbero troppo. Leggetelo!
Il miglior libro di Malvaldi, per i miei gusti. Un intreccio a "valanga", un crescendo di equivoci e conseguenze tragicomiche sostenuto da un ottimo intrecciarsi dei dialoghi e delle scene. Musica, matematica e punteggiatura come motivi che si inseguono per tutto il libro, alla ricerca della "formula" perfetta per definire uno stile musicale o di scrittura, o della bellezza in generale. Formula che, probabilmente, non si troverà mai.
Un giallo tranquillo e ironico. Una commedia degli equivoci in cui i fraintendimenti e gli errori si susseguono dall'inizio alla fine. C'è anche uno scrittore (e a me piacciono le storie di o con scrittori) che, coincidenza, sta ultimando un romanzo su un matematico. Un romanzo corale, in cui le vicende dei vari personaggi dapprima si incrociano ad opera del caso e poi si intrecciano in modo sempre più fitto, fino alle “soluzioni” (perché di soluzioni al plurale bisogna parlare) finali.
Una deliziosa commedia degli equivoci, scritta molto bene, scorrevole, letta tutta di un fiato. Ok, Malvaldi se la tira un poco sulla storia del punto e virgola, però di sicuro sa come usare non solo la punteggiatura, ma anche le parole.
Difficile dire di più senza sconfinare nello spoiler: vale la pena leggerlo, è un libro piacevole, magari non un classico o un capolavoro, però sicuramente una lettura leggera e avvincente.
Un inizio abbastanza confuso, tanti personaggi. Per capire la personalità e chi erano è stato difficile. Per non parlare anche del romanzo all'interno del computer che a tratti veniva raccontato, completamente slegato dal resto della storia. Comunque dopo il primo ostacolo poi è andato tutto bene, la vena umoristica dell'autore è stata presente in tutto il racconto per rendere leggero questo dramma!!!
Troppo lungo e non necessario il "romanzo nel romanzo" (sembra piuttosto un racconto scartato, e per buona ragione). Altrimenti ottimo Malvaldi, il migliore di tutti i romanzi non ambientati al Bar Lume.
“Uno scrittore scrive perché la realtà, così com’è, non riesce proprio a sopportarla, e per conviverci ha bisogno di modificarla. In modo radicale o magari solo un pochino. Quel tanto che basta per renderla sopportabile.”
L’argento vivo, altrimenti conosciuto come mercurio, è l’unico metallo esistente in natura che, a temperatura ambiente, risulta liquido. È facilmente malleabile e a contatto con l’aria si trasforma in piccole sfere argentee che letteralmente impazziscono, sfuggendo al controllo, fino a che riescono, durante gli “scontri” fra di loro, a riunirsi e a ricostituirsi in una unica grande sfera, finalmente controllabile.
Così sono i personaggi di questa storia. Sono argento vivo. Schizzano - loro malgrado - da ogni parte, come impazziti, si incrociano, si affiancano, si scontrano, fino a ricomporsi nella giusta dimensione che spetta ad ognuno di loro solo alla fine. Una simpatica storia in cui un “banale” furto innesca una catena di eventi tragicomici, complici le manovre maldestre di un manipolo di personaggi portati sulla carta da un Malvaldi che non lesina su spiegazioni di fisica, matematica, calcolo delle probabilità, musica, letteratura e quant’altro costituisce i suoi interessi. Senza peraltro tralasciare il mondo degli editor e delle case editrici. Tutto pane per i suoi denti. Ma anche per i nostri.
Commedia molto divertente (ebbene sì, mi ha strappato più di un sorriso e qualche sana risata), ben scritta e, per certi versi, con al suo interno dei temi interessanti. Ben al di sopra dei, seppur simpaticissimi, “vecchietti” del Bar Lume.
3,5 le mie stelline effettive.
⛓ GR 2019 - Catena (mag/19) 📚 GR 2019 - Abbatti la TBR: task 50 📚 GR 2019 - Lo scaffale traboccante ✍️ Marco Malvaldi
Per essere la mia prima volta con un romanzo di questo autore, potrei dire sia andata bene, perché l'ho letto con piacere e velocemente.. tuttavia pensavo che nel tirare le fila della trama le vicende divenissero più complesse, che gli equivoci non si chiudessero in maniera così affrettata. Al di là di un regionalismo dai tratti un po' beceri e volgari, qualche battutina politica bipartisan, una leggera pàtina di political correct sul tema dell'immigrazione, c'è una riflessione sulla punteggiatura condivisibile ma che non può reggere tutto il libro, e quell'idea del romanzo nel romanzo che, detto francamente, è una zeppa. Il tema di fondo mi pare risieda nel mondo del lavoro di questi personaggi - meglio cercare di farci una risata sopra perché se lo confrontiamo con la realtà, ci sarebbe da strapparsi i capelli. Da buon toscano, mi sorprendo solo di non aver trovato battutacce sui livornesi; ma si sa, sono questi ultimi ad essere i più accaniti. In definitiva: Bravo, ovvia, maremmamai…
Non avevo letto ancora nulla di Malvaldi fino ad ora e devo dire che questo primo romanzo mi è piaciuto molto. E' stata una lettura davvero piacevole e carica di ironia, mi ha strappato una risata in più di un'occasione. Tanti i personaggi coinvolti, presentati velocemente nelle primissime pagine, e tante le cose che succedono ma che si incastrano alla perfezione fino alla fine, dove i nostri eroi trovano finalmente la propria strada (dopo averla fatta pagare a chi di dovere, è ovvio). Davvero un'ottima prima lettura di Malvaldi per me. Lo consiglio.
Purtroppo si sente la mancanza dei vecchietti del Bar Lume in questo romanzo di Malvaldi. Se l'intreccio giallo in cui si incastrano trame e sottotrame è finalmente soddisfacente e preciso in ogni suo passaggio, manca l'ironia che caratterizza normalmente i suoi romanzi o meglio, l'ironia c'è, ma è davvero sottotono. L'idea poi di incastrare alcuni capitoli del romanzo di Giacomo tra quelli del "libro principale" risulta, a mio gusto, pessima. Sono in assoluto i capitoli peggiori e più noiosi del romanzo. Delusione
Un "giallo senza il morto", originale e divertente! Argento vivo sono le refurtive, una Peugeot e un computer, non solo per colore, ma perché schizzano da una mano all'altra all'impazzita. Argento vivo i personaggi, che si incontrano, si inseguono, si perdono e si ritrovano così come le palline di mercurio quando si rompeva il termometro!
I did again! Non ho letto la trama del libro prima di leggerlo, me lo sono fatta consigliare da mia mamma che me lo ha descritto come un giallo e ho automaticamente pensato che fosse un omicidio, rimanendo inevitabilmente delusa. La seconda parte ha un umorismo inaspettato da un libro. Non ho capito la rilevanza dei capitoli del libro dentro al libro..?
Libro molto divertente e ben congegnato dal Malvaldi; questo è uno dei primi romanzi dell’ autore, quando ancora non si era impelagato troppo in tirate scientiste e paternalistiche (amo la scienza, ma sbatterla in faccia con aria di superiorità verso il popolino bruto e cativo - a la ‘Omino Bufo’ di Castelli - stroppia…). Non un capolavoro, ma merita per un due tre di rilassante lettura