Negli ultimi cinque anni Mario Calabresi ha raccolto una serie di interviste ai più grandi fotografi della scena internazionale. Il risultato dei suoi incontri è questo libro: un appassionante tuffo nella storia attraverso le immagini e le parole di grandi testimoni che hanno immortalato e vissuto alcuni dei momenti più intensi e drammatici del nostro passato. Con una prosa in grado di restituire la forza e le emozioni dei protagonisti Calabresi porta il lettore in un viaggio nel tempo, offrendogli contemporaneamente una prospettiva privilegiata: gli occhi di fotoreporter che hanno creato la comune memoria storica. Ecco allora Paul Fusco che racconta i funerali di Bob Kennedy o Josef Koudelka che descrive i primi istanti dell'ingresso dei carri armati a Praga. E poi ancora Steve McCurry, Don McCullin, Elliott Erwitt, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin e Sebastião Salgado.
Cos'è il vero giornalismo? Una domanda che può sembrare banale ma che mai come in tempi come i nostri diventa azzeccata e realistica e che la visione di serie come The Newsroom non può che accentuare.
Non è mia intenzione farne un trattato in questa sede, ma posso certo dire che se dovessi citare il nome di un giornalista che ritengo degno di stima oggi in Italia, sicuramente Mario Calabresi sarebbe uno dei primi se non il primo.
E proprio di giornalismo tratta il suo libro o, meglio, di fotogiornalismo. Calabresi, appassionato di fotografia, ha scelto dieci fotografi internazionali le cui foto sono passate alla storia e ha chiesto loro di raccontare non la propria vita, ma la storia dietro alcuni scatti e, con essa, la storia del proprio modo di raccontare per immagini.
Una scelta che solo un vero appassionato e conoscitore poteva fare e che ci guida per mano nello scoprire il modo in Steve McCurry si rese conto di dover entrare nelle notizie per poterle raccontare, nei ricordi di Elliott Erwitt legati a JFK e a Marylin ("il suo lato oscuro emergeva di continuo"), alle emozioni di un giovane Paul Fusco nel fotografare l'ultimo saluto a Kennedy durante il trasporto in treno della salma o le difficoltà trovate da Gabriele Basilico nel raccontare per immagini la fine della guerra in Libano del 1991.
E ancora Josef Koudelka, Don McCullin, Alex Webb, Abbas, Paolo Pellegrin, Sabastiao Salgado: ognuno col proprio approccio, le proprie ferite, i propri ricordi.
E noi, in viaggio con loro, scopriamo o riscopriamo immagini e momenti storici e, per qualche istante, siamo lì con loro. Ogni capitolo, ogni intervista scorrono via veloci, una parola dietro l'altra, curiosità dietro curiosità, fino a chiudere il volume troppo presto, col desiderio di saperne di più, quell'"ancora" che dovrebbe accompagnare ogni buon libro.
Scattare una fotografia per catturare un singolo istante e trasferirlo in immagine. Per sempre. Mario Calabresi, giornalista e direttore della Stampa, in A occhi aperti (Contrasto, 2013) ci racconta proprio questo: i momenti in cui la Storia si è fermata in una foto. E lo fa riproponendo al lettore le illuminanti chiacchierate collezionate negli anni con Steve McCurry, Josef Koudelka, Don McCullin, Elliot Erwitt, Paul Fusco, Alex Webb, Gabriele Basilico, Abbas, Paolo Pellegrin, Sebastião Salgado. Dieci grandi fotografi, dieci modi diversi di fotografare il mondo. A occhi aperti è assolutamente da leggere e da guardare. Le interviste – tutte interessanti, intense – sono accompagnate dagli scatti fotografici a colori o in bianco e nero di cui si parla. Foto che bisogna guardare e riguardare più volte per coglierne a pieno la grandezza, soprattutto dopo aver letto la loro storia: quando sono state scattate e perché, cosa è accaduto immediatamente prima e dopo (continua su Iltemporubato
《Nell'era digitale che senso hanno ancora i fotografi? Mi lascia con una frase secca, l'ultima prima di tirarsi in piedi e incamminarsi con il bastone, quel bastone con trombetta che a tratti sembra più un vezzo che una necessità " tutti possono avere una matita o un pezzo di carta, ma pochi sono i poeti".》Elliott Erwitt ha decisamente ragione. Che bello questo libro: un viaggio attraverso la sensibilità di Calabresi e le esperienze di grandi artisti della fotografia! Le foto selezionate sono bellissime, avevo scoperto questo libro in ebook ma acquistare il cartaceo e godere a pieno delle stampe è stata la scelta migliore!!
Mario Calabresi introduce e intervista dieci grandi fotografi. Poi, per ognuno parlano gli scatti: che sono testimonianze - a volte preziosissime: “ci sono fatti, pezzi di storia, che esistono solo perché c’è una fotografia che li racconta”, ricorda l’autore; o, quando seriali, vere e proprie narrazioni: “rifacendomi al significato greco del termine foto-grafia, mi piace pensare di essere uno che scrive con la luce”, dice l’iraniano Abbas, e raccontare storie in “tanti scatti”, a mo' di “film”. Nell’era digitale si clicca a dismisura, ma pochi sono i grandi fotografi: esattamente come, ricorda l’americano Elliott Erwitt, “tutti possono avere una matita e un pezzo di carta, ma pochi sono i poeti”.
Oggi nel giorno della mia prima squalifica di sette giorni dal social network più famoso del pianeta, mi ritrovo a fare una recensione del libro di Calabresi dedicato agli scatti dei fotografi. Mentre leggevo capitolo dopo capitolo e scoprivo foto e nomi di fotoreporter mi veniva anche la voglia di pubblicarne alcuni scatti. Ecco che con una foto di Gabriele Basilico dedicata al Festival Pop di Parco Lambro a Milano, intoppo nella squalifica, nel fermo. E' strano il parallelismo che si è andato a creare: leggo di fotografi esiliati per anni a causa di uno scatto, vicini a morire per farne un altro ed ecco che incappo anch'io nella censura. E poi con uno dei fotografi più importanti italiani morto l'anno scorso e con un suo scatto bellissimo. Vabbè..comunque. Il libro è consigliatissimo. Ringrazio il mio amico Bovar che me l'ha regalato e di sicuro grazie a Calabresi, tutte le volte che guarderò uno scatto lo farò con molta più attenzione.
Quando hai un hobby come la fotografia e sei anche un lettore incallito, trovi il paradiso terrestre in libri come questo. Libri che ti parlano di fotografi e fotografia, che ti fanno scorprie aneddoti e vite appassionate e avventurose. Ti fanno scoprire posti incredibili e vedere foto meravigliose. Per gli appassionati di fotografia assolutamente da leggere.
K fotografiím mám dost ambivalentní vztah, pravděpodobně následkem přehršle digitálních obrazů, tou svítící mozaikou telefonů na koncertech a okamžitým focením všeho nevšedního.
Válečným fotografiím taky úplně nerozumím – znejišťuje mě ta zvláštní kombinace estetiky a utrpení. Mnohdy nevím, co si o tom mám myslet a nejsem si jistá, jestli focení bolesti je tou nejlepší formou jak informovat o válce. Daleko pregnantnější (sry za stupidní slovo) mi přijdou slovní reportáže – například tu epizodu od guardianskýho Today in Focus o prvním padlým ukrajinským vojáku od počátku ruské invaze, Denysu Tkachovi, nezapomenu do konce svýho života.
Kdo ale jednou spatří Salgadovy fotky z Rwandy, tak už si je navždycky nese s sebou. Ty biblický výjevy se vypálí do sítnice a je to snad přesně kvůli té kruté úplnosti krásy a neštěstí, že už je nikdy nezapomeneme.
Tahle nenápadná knížka krátkých rozhovorů s deseti fotografy (rip neexistující ženy) je klenot, ke kterýmu jsem se dostala, protože mě zajímal rozhovor s Josefem Koudelkou. Nicméně to byly rozhovory s Donem McCullinem a Sebastiaem Salgadou, který pro mě svítily jak baterky a já se teď těším na všechny ty pozorně lapený snímky, který jednou uvidím.
Una meraviglia. Un libro che mi ha reso avida, di foto, storie, di cose e posti nuovi. Si vive la Storia immortalata da certe foto e la Storia che certe foto hanno contribuito a creare. Il tempo e lo studio dietro una foto, e allo stesso tempo il caso, gli eventi che si dispiegano di cui l'obiettivo diventa testimone. Gli uomini dietro i fotografi e allo stesso tempo così interconnessi con la loro professione; ognuno col proprio racconto personale e autentico. Mi sono commossa leggendo questo libro, come si ci commuove di fronte alla bellezza, che nasce qui dalla commistione perfetta di parole e immagini.
Immagini che fermano il tempo. Fotografi che seguono guerre, carestie e tsunami facendo memoria di chi vive, e a volte muore, nello scorrere tumultuoso dei giorni. In ogni intervista Calabresi fa emergere la personalità di chi segue le storie del mondo dietro un obiettivo fotografico. Ognuno in modo diverso descrive il mondo che si è prefisso di incontrare. Tratti comuni, a mio avviso, di tutti i fotografi che questo bellissimo libro ci fa conoscere sono la pacatezza e la profondità nel rendere indimenticabili attimi e eventi. Ogni ritratto, ogni scatto diventa un momento di profonda emozione. Buona lettura
Un libro dedicato a chi è e innamorato della fotografia e che allo stesso tempo rischia di far innamorare anche chi la fotografia ancora non la conosce bene. Attraverso le immagini di 12 fotografi famosi ma completamente diversi l'uno dall'altro, Calabresi ci racconta le storie dietro le fotografie e riesce in poche righe a farci entrare nell'animo di coloro che le hanno scattate. Nel libro traspare tutta la passione dell'autore per la fotografia e le stampe all’interno, pur non essendo propriamente un libro fotografico, sono più che dignitose.
Un libro inutile che non approfondisce nulla delle figure dei fotografi intervistati. Probabilmente da libri di questo tipo non ci si aspetta altro che un'infarinata generale però rimanere la delusione. L'unica nota positiva è quella di avere qualche parola correlata alle rispettive immagini per cercare di capire il come ed il perchè di una foto.
Calabresi esordisce dicendo che questo non è un libro sula fotografia, ma sul giornalismo, e si potrebbe dire che sia così, se solo non fosse che si tratta di grandi fotografi che hanno segnato la memoria visiva di tutti noi. Gran bei racconti e gran belle interviste, mi sembrava di stare lì accanto a loro mentre tutto quello accadeva!
Ho letto e continuo a rileggere queste storie anche ad anni di distanza dall'uscita di questo meraviglioso libro perche' sono davvero coinvolgenti. Uno dei miei libri preferiti di sempre.
Stupende interviste/riflessioni dell'autore ad alcuni dei più grandi fotografi del mondo. Come sono stati pensati i più importanti reportage che abbiamo avuto il piacere di vedere, in che modo è nata quella foto che è entrata nella storia, quanto lavoro, fatica, coinvolgimento ci sono dietro ogni singolo scatto. Impossibile non restare affascinati e coinvolti dalla vita di questi artisti che si sono spesso trovati faccia a faccia con le situazioni più difficili e dure del mondo.
Intervistare e invogliare il lettore ad approfondire, intervistare e riuscire con le parole a fare vedere il brigare degli scatti di grandi fotografi. Un giornalista che apprezzo da anni e fotografi che in parte conoscevo ma che sono riuscita a capire di più ed altri che adesso ho voglia di capire ancora meglio. Consigliato senza tentennamenti
Più sui fotografi che sulle fotografie, più sulle storie che sul modo in cui sono state raccontate. E inoltre, molto agiografico. Sicuro a molti può piacere proprio per questi motivi.
Finalmente un libro di fotografia dove un ampio spazio è dedicato ai racconti dei fotografi stessi. Tante foto bellissime, famosissime e non, accompagnate dalle parole di chi le ha scattate. Considerando anche il prezzo, direi che è un libro imperdibile per qualsiasi appassionato di fotografia!