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Leopardi

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Al principio della sua vita, Giacomo Leopardi era felice. Nell'infanzia, gioia, furia, "allegrezza pazza" riempivano le sue giornate. Poi l'infelicità piombò su di lui. Un "sistema di malattie" si impadronisce del suo organismo. Giacomo non sente più né la natura né la bellezza; il sentimento, l'entusiasmo si dileguano. Non gli resta che sopportare: arte in cui diventa, in pochi anni, un maestro. Ma la sua mente è innamorata delle contraddizioni, dei rovesciamenti e degli sdoppiamenti. Così, continua a ricercare la felicità, pur sapendo che è un'impresa disperata. La insegue nel piccolo, accogliente mondo aristocratico-borghese di Bologna; a Pisa, nella tenue aria primaverile; a Firenze, tra le luci autunnali del lungarno; tra i gelati, le pasticcerie e i panorami di Napoli. Vive quasi tutto il resto della sua vita celando i dolori, le angosce, la desolazione, le passioni, la solitudine, il dono di essere un genio immenso. Pietro Citati ci conduce attraverso la vita di Leopardi fino al cuore segreto della sua opera. Ci sono in questo libro alcune importanti novità biografiche e molte letture fresche e originali. Ma c'è soprattutto, come avrebbe voluto Leopardi, la capacità di immedesimarsi nello scrittore, di seguire ogni minimo impulso del testo, fino a creare una nuova opera, vibrante e appassionata.

436 pages, Paperback

First published September 21, 2010

19 people are currently reading
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About the author

Pietro Citati

99 books59 followers
He was a famous Italian writer and literary critic.

He wrote critical biographies of Goethe, Alexander the Great, Kafka and Marcel Proust as well as a short but unforgettable memoir on his thirty-year friendship with Italo Calvino.

In Kafka, Pietro Citati has the great writer declare: "'I am like you, I am a man like you, I suffer and rejoice as you do, like a meticulous and buoyant angel, a being who lives far away in a world that did not belong even to him."

From 1973 to 1988, he contributed to the cultural section of Corriere della Sera and had been the literary critic for la Repubblica since 1988.

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Displaying 1 - 18 of 18 reviews
Profile Image for Siti.
406 reviews165 followers
July 31, 2023
Un libro su Leopardi, non solo una biografia ma, come nei casi di scritti su letterati, una mescolanza di dati biografici e di analisi dei testi letterari; ammetto senza nessuna remora che la parte strettamente biografica è quella che ho maggiormente apprezzato, l’analisi dei testi, seppur necessaria, mi è risultata faticosa e dispersiva, quasi antologica, di nessuna utilità in questa sede.

Il volume seppur corposo si legge comunque agilmente, esordisce con l’esaustiva presentazione della coppia genitoriale, scalfendo anche qualche luogo comune e restituendo equa forza distruttrice ad entrambi i genitori, laddove una tradizione ormai consolidata propenda per attribuire responsabilità maggiori a Monaldo. Tutti i capitoli dedicati nella primissima parte alla vita nella prigione di Recanati sono molto interessanti e avvicinano al poeta come persona resa deforme dalla malattia, una gravissima forma di tubercolosi ossea che arrestò la sua crescita a un 1 e 41 centimetri, rendendolo gibboso, impotente, soggetto a insufficienza respiratoria, bronchite, dolori addominali, idropisia e quant’altro.

L’intento principale di Citati è però quello di restituire il pensiero leopardiano e qui l’impresa diventa titanica perché la mole degli scritti è tale da rendere necessaria una selezione oggettiva che tracci fedelmente la progressione delle idee, ma più spesso ci si scontra con il loro regredire e la loro involuzione. Il criterio cronologico, perfettamente osservato, permette però al biografo-critico di mettere in evidenze tutte le oscillazioni del pensiero del poeta-filosofo. Risulta comunque arduo, per la vastità delle tematiche affrontate da Leopardi, tentare una classificazione per nuclei tematici e il volume di certo non aiuta anche perché rifugge dalle classificazioni scolastiche che tendono a dividere in fasi l’evoluzione del pensiero leopardiano, investendoci con una serie di citazioni che sollecitano sicuramente alla lettura diretta dei testi, nonostante presenti un indice a forte componente tematica.

Una larga sezione è inoltre dedicata alla presentazione delle “Operette morali”, interessante come quelle dedicate a “L’infinito” e allo “Zibaldone”, più dispersive le restanti, mentre sono nutriti i riferimenti all’epistolario.

Una biografia insolita che può essere conservata come opera di consultazione qualora si voglia approfondire la genesi delle opere, il loro legame con il sistema di pensiero coevo o precedente, oppure recuperare qualche aneddoto come quello curiosissimo dei pasti che hanno preceduto il momento del decesso.



Profile Image for Guendalina Ferri.
168 reviews
September 6, 2014
Quando devo leggere qualcosa per scuola nel 90% dei casi la cosa non va a buon fine: o non inizio proprio o trovo la lettura di una pesantezza insopportabile, perfino se si tratta di quelle letture che apprezzerei se le leggessi per conto mio. Mi ci è voluto un po’ per rendermi conto che questo saggio era nel restante 10%.
All’inizio è stato un colpo: mi aspettavo un libretto sulle 100 pagine ed ecco un tomo di più di 450, copertina rigida e aria minacciosa. E non è che la vita e le opere di Leopardi fossero proposte in forma accattivante, magari romanzata: no, quasi un vero e proprio testo scolastico. Una tragedia. Ero anzi ben decisa a mollarlo a metà o anche prima, finché mi sono resa conto che la lettura mi affascinava. Anche se ultimamente ho rivalutato Leopardi – sì, anche io nutrivo un tempo quei pregiudizi da studente italiano medio sulla sfigaggine pessimista di Giacomo – non l’avevo ancora rivalutato così tanto.
Voglio dire, Leopardi era un genio. E questo si sa. Ma ho scoperto tutto il lato umano, quello ancora più umano oltre le poesie, la sua voglia di vivere e l’impossibilità di farlo durante la sua giovinezza, il senso di claustrofobia che provava a Recanati, il rapporto coi genitori che spaziava dall’affetto più puro al rancore più sfrenato, l’odio che nutriva nei confronti del proprio corpo deforme e brutto, l’amore per i libri e per il pensare, le sue riflessioni, i suoi amori che erano sempre o tutto o niente, il suo animo ribelle che non riusciva mai a scatenarsi e a mostrarsi per quel che era, i suoi silenzi, i suoi slanci, le sue lettere, le sue ammirazioni, il suo profondo amore per i viaggi durante i quali – ed esclusivamente in quei momenti – si sentiva veramente vivo, il rapporto profondo e affettuoso che aveva coi fratelli Carlo e Paolina, le sue delusioni, le amarezze, il desiderio di suicidarsi, il desiderio di vivere.
“Alla fine era solo un gobbo sfigato che si faceva un sacco di seghe mentali”, risponderà una nutrita schiera di studenti italiani.
Sì, era gobbo. Sì, era sfigato. E sì, si faceva un sacco di seghe mentali. È tutto vero e innegabile.
Eppure aveva una testa. Doveva proprio essere una persona affascinante. O meglio, no, di fatto no, ma io me lo immagino così: affascinante. E anche inquieto, ma inquieto lo era per davvero. Tanti spunti, sia nelle sue poesie che nella sua biografia che nel suo pensiero – ok, ho saltato un paio di capitoli puramente esegetici su certe poesie, ma non li reggevo proprio – mi hanno dato da pensare e probabilmente ci penserò su ancora parecchio. E quanto mi sono ritrovata in Leopardi. Che a ben pensarci non so se sia proprio una bella cosa.
Profile Image for Tittirossa.
1,062 reviews333 followers
October 10, 2017
Delusione all’ennesima potenza. Quasi illeggibile in tutte le parti di pseudocritica letteraria, visto che Citati fa ampio sfoggio della sua erudizione e della sua impareggiabile capacità di saper cogliere citazioni e riferimenti con triplo salto carpiato all’indietro. Ma lo fa non esaltando il genio di L. , al contrario abbassandolo alla propria melensa prosa, squittendo ogni 5 righe quanto L. sia un genio e sottintendendo che solo un altro genio altrettanto erudito può comprenderlo. Come se per gustare un piatto cucinato da un cuoco a 3 stelle occorresse essere un cuoco a 3 stelle (la metafora culinaria è data dalla contingenza di altre letture, e dalla frequentazione lavorativa ravvicinata con un cuoco d’élite). Una noia mortale.
Mitigata solo dalle parti biografiche in cui il lato gossiparo di Citati si scatena, regalando però le parti più interessanti (la vita di Monaldo, magnifico re dell’inerzia, della madre e della sorella).
Profile Image for GaiaP.
34 reviews23 followers
October 13, 2013
Pietro Citati sembra volerci convincere che quando Borges scriveva il suo Pierre Menard, forse in realtà stava pensando a Leopardi. Leopardi è un moderno che vuole fingersi classico – no, nessuna finzione: che fa di tutto, sino a dannarsi l’anima, per diventare un autore classico (dolcissima, suprema illusione). Da qui, da questo sogno di un’impossibile fuga a ritroso nel tempo, discendono la ricchezza e la contraddittorietà della sua opera. Per il biografo, il punto di scaturigine della riflessione leopardiana, che incessantemente viene ripreso, foss’anche solo per smentirlo, è il “Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica”: quello è il programma – ed è anche un approdo stilistico per quanto riguarda la prosa di Giacomo. Il quale appunto rifiuta la lezione dei romantici e tenta un utopico ritorno nel grembo della cultura occidentale, risalendo alla fonte dell’unica infanzia possibile: la poesia ingenua degli antichi, in cui ancora sopravvive l’incanto di un mondo spontaneo e naturale, privo di autocoscienza. Leopardi diventerà uno dei più fini conoscitori del mondo greco-latino, tanto che, nel suo soggiorno a Roma, verrà definito il più grande filologo vivente da un eminente storico della latinità, Niebuhr; tuttavia per lui la posta in gioco è assai più alta: si tratta di far rivivere, e non semplicemente di interpretare, le vestigia del passato. E così, pur fra mille ripensamenti e contraddizioni, il nostro poeta-filosofo resterà sino alla fine pervicacemente attaccato alla propria “inattualità”.
Citati non fa menzione esplicita di questo concetto nietzschiano, però vi allude molto spesso:

“Leopardi non conosceva i tempi e i luoghi moderni. Aveva vissuto in un grosso paese come Recanati: aveva abitato per qualche mese a Roma e per quasi due anni a Bologna, città avvolte dal tedio pontificio. Non leggeva i giornali e i romanzi francesi, che rivelavano la straripante, quasi mostruosa, vitalità di Parigi. Non avrebbe dunque dovuto comprendere il moderno: le sue idee, le sue tendenze, le sue passioni, la sua forza metamorfica. Ma, come dicono Timandro ed Eleandro, il suo cervello era “fuori di moda”. Questa era una delle sue grandi facoltà: non appartenere a nessuna epoca, né a quella presente né a quella passata; non viveva nel quarto secolo prima di Cristo né nel 1750 o nel 1826. Era a casa dappertutto e da nessuna parte. La sua radicale estraneità al tempo gli permise di comprendere il diciannovesimo e il ventesimo secolo, la società borghese e quella di massa. Se leggiamo lo Zibaldone, lampi ci richiamano di continuo alla memoria Nietzsche e Spengler, Adorno e David Riesman. Così Leopardi, il non moderno, ci sembra straordinariamente moderno, come se abitasse e guardasse e studiasse cosa avviene oggi” (pag. 298).

Oggi Giacomo continuerebbe a schierarsi fra i pensatori scettici e fuori moda. Chissà, forse direbbe che la categoria di “postmoderno” è poeticissima nella sua vaghezza (dato che può designare solo ciò che non è, non ciò che è) ed ha tutta la dolcezza delle illusioni – essendo la fine della modernità, indubbiamente assai auspicabile, rimandata ad un remoto futuro apocalittico, con buona pace del signor Fukuyama...

Il libro di Pietro Citati ha tanti pregi: ha il brio della biografia romanzata, la passione dello scrittore che s’identifica totalmente con la propria materia e l’erudizione del critico capace di rispettare le distanze.
Le pagine dedicate alla luna, in Leopardi e nella letteratura greca e latina, sono una chicca; i capitoli sullo Zibaldone e sulle Operette Morali andrebbero proposti (se non imposti) alle scuole superiori, per la loro chiarezza e bellezza…
Questo per me è un libro comprato assolutamente per caso (l’agosto scorso, passando per le Marche, ho visitato la meravigliosa biblioteca di Casa Leopardi… poi da brava turista non ho resistito di fronte al negozietto-libreria dall’altra parte della strada) e si è rivelato una lettura assolutamente avvincente.
Raccomandato a: chi cerca la sovversione del Canone all’interno del Canone.


Profile Image for Vitani Days.
437 reviews12 followers
September 23, 2017
Davvero un ottimo saggio questo di Citati, non propriamente specialistico ma neppure troppo superficiale o tirato via. In primo luogo è chiara la passione dell'autore per la figura di Leopardi, una passione che riguarda non soltanto l'opera ma anche la vita del genio di Recanati. Questo, unito a una scrittura pulita e affascinante, permette a Citati di tirar fuori un'opera capace di appassionare anche il lettore profano, portandolo a rivalutare alcuni aspetti quasi stereotipati di Giacomo Taldegardo Leopardi (chi ha parlato di "pessimismo cosmico"? Leopardi era affamato di vita come forse nessun altro! Non a caso di pessimismo cosmico nel volume non si parla nemmeno una volta).
Il saggio ha anche il pregio di non essere né un mero commentario delle opere né una semplice raccolta di dati biografici. In entrambi i casi sarebbe stato elevatissimo il rischio di un risultato didascalico e pesante. Citati alterna invece capitoli biografici a capitoli di "analisi del testo", arricchendo il tutto con dettagli quasi narrativi che donano profondità e immediatezza (indimenticabile ad esempio il ritratto di Monaldo, o il mirabile breve capitolo dedicato a Paolina). Chiunque conosca la zona di Recanati e si sia affacciato una volta dalle finestre della biblioteca di casa Leopardi riconoscerà gli odori, la luce e le immagini rievocate da Citati, che gli appariranno nitide davanti agli occhi mentre legge. Decisamente da leggere per chiunque sia anche solo un minimo interessato alla figura di Giacomo Leopardi e alla letteratura italiana in generale.
Profile Image for Biatriz Baldo.
209 reviews
March 4, 2021
Ho trovato questa biografia di G. Leopardi estremamente interessante (i riferimenti bibliografici sono infiniti) e mi ha appassionata tantissimo la cura delle citazioni e i riferimenti ad altri autori, di tutte le epoche, con cui Citati “condisce” il lavoro.
Forse uno sfoggio di erudizione, per alcuni. Ma io l’ho letto e vissuto come l’omaggio di un uomo appassionato a un altro uomo altrettanto erudito e passionale.
Forse le parti meno critiche sono le più piacevoli, e penso principalmente a chi nn ha conoscenze critico-letterarie; e in molte altre recensioni ho letto note di fastidio proprio per questo. Mi chiedo perché, ogni tanto, non ci si possa elevare e far condurre in un mondo “altro”, quasi che le dotte citazioni e gli sconfinati riferimenti a tutto il mondo della letteratura debbano essere vissute come una colpa.
Consigliatissimo, soprattutto a chi, come me, non ha amato mai troppo Leopardi e l’ha riscoperto da grande.
Profile Image for Francesco.
20 reviews38 followers
September 1, 2018
Odiatissimo dai filologi più nevrotici. Il solito,imperdonabile Citati che, come sempre, scrive (benissimo) da innamorato della letteratura e da scrittore, cosa che i saggi saggisti faticano a metabolizzare.
Profile Image for Cinzia.
58 reviews8 followers
November 18, 2012
Fondamentalmente, un bignami di lusso. Meglio negli scorci biografici.
215 reviews2 followers
March 11, 2021
Libro ibrido che sembra voler coniugare una biografia con l'analisi dei testi e in questo, giustamente, voler cogliere il senso del poeta Leopardi che era le sue opere e nelle sue opere in maniera indissolubile come vivesse attraverso queste quella vita umana che per vari motivi non solo di salute gli è stata proibita in buona parte.
Così Leopardi con la sua vita stessa rappresenta quella contraddizione tragica dell'essere umano condannato alla ricerca del continuo piacere e di un senso sapendo che non esistono nel mondo insensato e in mezzo ad una natura che ci ignora.
Un libro che consente di entrare con delicatezza e passione nell'intimo del poeta e svelarci tutto il delicato e profondo smarrimento e nel contempo la profonda e inesauribile voglia di vivere (rappresentata anche dalla prolifica immaginazione fanciullesca sempre presente) che lo animano nello scrivere che è il suo vivere.
Testo molto piacevole nella narrazione della parte biografica e intima, non sempre di facile lettura nell'esame dei testi.
Molto consigliato per far uscire Leopardi dalla bidimensionalità scolastica e restituirgli quel valore e quell'umanità umile che ce lo rendono caro come un amico di grande e fine spirito che si ha avuto la fortuna di incontrare. Con la fortuna che dopo questo incontro si può tornare a lui, nello zibaldone nei Canti nelle operette, ogni volta che lo si desidera e ogni volta lo si trova fresco e ambivalente, gioioso e tormentato, con grande schiettezza e passione.
225 reviews
July 14, 2023
‘Leopardi‘ è una biografia elegante, elaborata dallo studio dell’Epistolario e dello Zibaldone. Pietro Citati applica al poeta di Recanati il suo proverbiale metodo dilettantistico (in senso buono) e antiaccademico (in senso cattivo): non si limita a raccontare la solita storiella che si trova sul manuale scolastico, ma prova a incorporare in sé la psicologia dell’uomo per interpretare l’origine della sua ispirazione artistica. In passato quest’operazione gli fu contestata con buone ragioni, perché alcuni azzardi interpretativi si sono rivelati molto forzati. In questo caso mi sento di dire invece che Citati risulta convincente. Il suo Leopardi, giovane incompreso sia nella sua sensibilità sia nella sua intelligenza, traspare in tutta la complessità che gli va riconosciuta. Difetto imputabile a questo libro è l’assenza di sostanziali novità rispetto a studi antecedenti. Un pregio è d’altra parte la capacità di trasporre i contenuti di questi in modo chiaro e stilisticamente seducente.
Profile Image for Franco Lualdi.
135 reviews1 follower
March 6, 2023
Leggendo questo mirabile saggio di Citati si apprezza appieno la figura del grande genio. La sua personalità controversa e imperscrutabile di filosofo, poeta e uomo tormentato, emerge dal racconto meraviglioso, quasi giornaliero della sua incredibile vita. Imperdibile.
Profile Image for Lucia Caserio.
90 reviews4 followers
January 28, 2024
Avevo letto e apprezzato le pagine di Citati su Francis Scott e Zelda Fitzgerald ma questo libro è stato una delusione. Si salva qualche aneddoto recuperato da carte private. Per il resto uno sproloquio indigesto.
Profile Image for Rosalba.
249 reviews32 followers
June 18, 2012
Molte cose su Leopardi le sappiamo per averle studiate a scuola e per aver letto alcuni suoi scritti. Io non sapevo però che le sue deformità ed anche l'oftalmia, che lo tormentò per tutta la vita, fossero dovuti alla tubercolosi ossea. Quando parlavano di lui dicevano che era piccolo e gobbo, che soffriva di una malattia agli occhi che a periodi alterni gli dava anche forti dolori e impossibilità a vedere e leggere, senza mai una diagnosi precisa, tutto era vago. Certo è che questo genio ha sofferto moltissimo fin da giovane e la sua iniziale sofferenza fisica diventa sofferenza profonda dell'anima, la sua psiche soffre e alterna momenti di euforia e felicità a momenti di completo sconforto, di annullamento di sé, fino a scrivere: “Se in questo momento impazzissi, io credo che la mia pazzia sarebbe di seder sempre cogli occhi attoniti, colla bocca aperta, colle mani tra le ginocchia, senza nè ridere nè piangere, né muovermi altro che per forza dal luogo dove mi trovassi”. Prima era un bambino normale, allegro e pieno di iniziativa, che studiava con interesse e profitto, ma che non disdegnava il gioco e il divertimento e che portava in sé le aspettative di ogni ragazzino sano. Poi la malattia, mai diagnosticata e curata, aggiunta alla forzata reclusione per anni nella casa paterna, isolato e solo, egli si profonde nello studio, nel pensiero, nel ragionamento sulle cose minime e massime; dice Citati: “..la mente osservava, notava, rifletteva, scopriva le minute cose e le minime differenze, le minime disparità, le minime somiglianze e le minime contrapposizioni” e Leopardi stesso scriveva: “sviluppando, indagando, svelando, considerando, notando le menome cose, e risolvendo le stesse cose grandi nelle loro menome parti”. La ragione può tutto: “ penetra fino all'essenza delle cose che esistono, ascende fino al trono di Dio, analizza la natura del sommo Essere, osserva acutissimamente tutti gli oggetti reali e irreali, e penetra anche in sé stessa e nel proprio funzionamento. Ma questa ragione onnipervasiva non ci fa conoscere le cose, non ci introduce nell'immensurabile e arcano spettacolo dell'esistenza, di cui non vediamo nemmeno i limiti: è una possibilità di vedere che non si realizza. Infatti, essa tanto meno vede quanto più vede. E' cieca e ci acceca”. Questo pensava e ragionava fin da giovinetto. Il dolore, la solitudine, la mancanza d'amore perché ”nessuno l'avrebbe amato, tutti avrebbero offeso il suo cuore senza difesa, perchè gli uomini non hanno il coraggio d'amare una persona virtuosa in cui niente è bello fuorché l'anima” creano in lui quel pessimismo che ben conosciamo, sempre più profondo e radicato col passare degli anni e, nello stesso tempo, quello spessore, quella profondità d'animo, quella necessità di capire, di cogliere in ogni cosa anche le più piccole sfumature, per dare un senso e un'anima a tutto ciò che lo circondava.
Profile Image for Laura C..
197 reviews14 followers
December 29, 2013
Saggio abbastanza dettagliato (ma senza note) dal punto di vista della critica, ma meno dal punto di vista bibliografico. Capisco che Leopardi non abbia avuto una vita lunga e avventurosa, ma del materiale ce ne sarebbe stato. Mi ha un po’ indispettito il fatto che Citati narri vita, morte e miracoli (beh, quasi) di Rousseau, Shelley, Chateubriand e compagnia varia, mentre non si sofferma più di tanto sui circoli letterari frequentati da Leopardi o sulla ricezione da parte dei contemporanei delle sue opere. Pochi stralci di lettera non sono particolarmente indicativi… Alcune parti sono noiose e, in certi punti, imprecise se non contraddittorie (come ad es. quando l’autore sostiene che dall’11 dicembre al 17 dicembre 1817 sono passate settimane, o quando viene detto che Monaldo era pigro nel mantenere la corrispondenza, salvo poi sostenere qualche pagina dopo che scriveva lettere a centinaia). Leopardi è un genio e non si discute, è Citati che mi ha deluso.
Profile Image for Valentina Ghetti.
226 reviews2,568 followers
August 17, 2014
Saggio molto dettagliato, utile per chiunque voglia approfondire la biografia e come la psicologia di Leopardi si sia riflessa sulla sua poesia.
Purtroppo ho avuto un brutto rapporto con questo libro, mi è stato assegnato come lettura obbligatoria in seconda liceo e quindi non mi è piaciuto.
Ripensandoci poi a distanza di tempo posso definirlo un libro valido.
Profile Image for Simone.
29 reviews2 followers
August 6, 2022
Splendido saggio sul poeta e sull’uomo. Citati rimane una garanzia.
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